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view post Posted: 25/12/2023, 20:11     +5Il mito del Girasole - Favole, miti e leggende

Il fiore migliore di tutti



Si narra che un giorno di tanto tempo fa, quando ancora il tempo non veniva misurato, sull’Olimpo gli dei facessero dei lunghi pranzi. Dopo aver mangiato si mettevano a discutere di un argomento per stabilire quale fosse la verità, cercando di analizzare i diversi e nuovi punti di vista.

In una di queste discussioni si cercava di stabilire quale fosse il fiore migliore, ma gli dei non riuscivano a mettersi d’accordo. Ognuno preferiva un fiore diverso e tutti avevano dei buoni motivi per preferire il proprio: chi il profumo, chi il colore, chi la delicatezza, chi il significato... sì perché in origine ogni fiore aveva un significato, e simboleggiava qualcosa. Siccome proprio non riuscivano a mettersi d’accordo, Giove decise di chiamare Ermes (che non partecipava mai a quei pranzi poiché si annoiava) e di mandarlo in giro per il mondo a parlare con tutti i fiori, in modo da stabilire chi tra di essi fosse il migliore. Ermes non aveva voglia di fare questa ricerca, credeva fosse una cosa sciocca, ma siccome glielo aveva ordinato il capo degli dei, controvoglia partì.

Passò molto tempo, ma non si sa quanto, dato che allora ancora il tempo non si misurava. Quando Ermes tornò, gli altri dei si erano dimenticati della questione ed erano presi da altri discorsi. Siccome Ermes non interveniva mai ai loro incontri furono stupiti di vederlo e interruppero i loro discorsi. Allora Giove gli chiese come mai fosse venuto. Ermes rispose che aveva finito finalmente la sua ricerca e aveva stabilito quale fosse il fiore migliore: tutti si zittirono e, interessatissimi, attesero che Ermes raccontasse loro della sua ricerca. Egli parlò: “In questo tempo ho conosciuto moltissimi fiori, che crescono qui vicino ma anche in paesi lontani. Devo dire che ognuno di essi è lodevole e che tutti hanno un buon motivo di esistere. Inoltre tutti i fiori, proprio tutti, hanno un loro significato e questo significato è meritevole di essere conservato. Però in ogni fiore ho anche trovato dei difetti, degli aspetti che potrebbero essere migliori. Ho pensato molto a questo fatto e ho concluso che le differenze che hanno sono necessarie; se non ci fossero, i fiori non potrebbero essere portatori di significati.” A questa affermazione Venere lo interruppe: gli disse di non capire le sue parole e gli chiese di fare un esempio. Ermes sbuffò, pensando al tempo che gli altri dei gli facevano perdere, ma Giove gli lanciò un’occhiataccia. Allora Ermes prese a spiegare.



Vincent van Gogh (1853 - 1890)
Ciotola con margherite (Daisies, Arles)
Arles, 1888
olio su tela - 33 x 42 cm.
Virginia Museum of Fine Arts, Richmond


“Prendiamo la margherita - disse - è un fiore piccolo, non molto colorato e con pochissimo profumo. Ma non è questo il suo difetto. Il difetto è che il numero di petali non è sempre lo stesso... certe volte sono ventidue, certe sono ventitré, solo che è una cosa che non si nota se non si va proprio vicino vicino. La margherita però dice di portare un importante significato. Sappiate che gli uomini la usano per stabilire se sono amati o no dalla donna che desiderano. E anche le donne per sapere se sono amate dagli uomini. La cosa funziona così: chi vuole sapere se è amato va in un campo di margherite e ne coglie una a caso, seguendo l’intuito e pensando alla persona cara. Poi inizia a togliere i petali uno a uno dicendo “m’ama” e “non m’ama”... un petalo “mi ama” un petalo “non mi ama” e così arriva all’ultimo petalo. L'ultimo petalo è la risposta. Quindi capite bene che lei crede di essere molto importante, perché il suo compito è tenuto in grande considerazione.



Vincent van Gogh (1853 - 1890)
Cesto di viole del pensiero (Basket of pansies)
1887
olio su tela - 46 x 56 cm.
Van Gogh Museum, Amsterdam


Poi ci sono per esempio le violette. Loro si vantano di essere molto importanti per via del loro colore unico e del loro profumo. Poi i “nontiscordardime” dicono che la loro rilevanza è data dalla memoria... Insomma - tagliò corto Ermes- tutti i fiori sostengono di essere essenziali per qualche motivo e hanno tutti ragione”.
“Ma allora - riprese Venere - se tutti i fiori sono importanti, per qualche motivo dobbiamo pensare che sono tutti sullo stesso piano, che nessuno è migliore degli altri”. “Ciò che dici è saggio -rispose Ermes- e io concordo con la tua visione. Però quello che hai detto vale per tutti i fiori tranne uno. In realtà ho trovato un fiore migliore degli altri, anche se tutti sono importanti. Questo fiore è il girasole.”

A questa affermazione di Ermes, gli altri dei restarono scandalizzati e iniziarono a vociferare. Ma come, un fiore così sgraziato, così goffo, proprio lui il migliore, ma è assurdo... dicevano. Al che Giove li zittì tutti e disse di ascoltare le spiegazioni di Ermes... che, se diceva questo, un buon motivo lo aveva. Ermes spiegò che era stato molto tempo assieme ai girasoli e che stare molto tempo con loro era l'unico modo per capire quanto valessero, questo perché a prima vista sembravano avere molti difetti. Come dicevano gli altri dei erano fiori sgraziati, grandi e goffi.

“Come ho detto all'inizio tutti possono avere dei difetti. Ebbene - disse Ermes - quando chiesi ai girasoli quale era il motivo per cui si ritenevano importanti (tutti i fiori ne avevano uno) loro mi dissero che non lo sapevano. A loro non importava di essere importanti. A loro importava di guardare il sole, di guardarlo sempre. Dicevano che i fiori non erano importanti, ma il sole lo era e quindi era giusto guardarlo tutto il tempo. E così mentre gli altri fiori stavano fermi e coglievano la vista del sole solo in certi momenti del giorno, i girasoli avevano deciso di adattarsi e di seguire il sole nel suo movimento, invece di aspettare che il sole passasse di lì.

Per questo venivano molto nutriti dal sole e diventavano molto grandi. Ma la cosa non si ferma qui. Dal girasole gli uomini ricavano un olio molto ricco e nutriente, quindi direi che il girasole è l’unico fiore che passa all’uomo il nutrimento del sole.
Per questo ho stabilito che il girasole è il fiore migliore di tutti.”



Vincent van Gogh (1853 - 1890)
Due girasoli recisi (Two sunflowers)
1887 (tarda estate)
olio su tela - 43 x 61 cm.
New York, Metropolitan Museum of Art




view post Posted: 15/12/2023, 19:22     +4L’origine delle malattie e della medicina - Favole, miti e leggende

L’origine delle malattie e della medicina


(mito cherokee)


C’era un’epoca in cui le bestie, gli uccelli, i pesci, gli insetti e le piante potevano parlare e vivevano insieme agli uomini in pace e amicizia. Ma, con il passare del tempo, gli uomini si espansero su tutta la terra e i poveri animali si ritrovarono ben presto senza spazio sufficiente. Le cose erano già difficili così ma, per peggiorarle ulteriormente, l’uomo inventò archi, coltelli, cerbottane, lance e ami, e cominciò a uccidere gli animali per la carne e le pelli, mentre le creature più piccole, come le rane e i vermi, venivano schiacciate come se niente fosse, per pura disattenzione o per disprezzo. Gli animali decisero quindi di adottare delle misure difensive.


Gli orsi furono i primi a riunirsi in consiglio, nella loro casa sotto il monte Kuwâ’hï, il “Giardino delle more”. Presiedeva la seduta il vecchio capo Orso Bianco. Tutti si lamentavano che l’uomo aveva ucciso i loro amici, ne avevano mangiato la carne e usato le loro pelli per i propri bisogni. Anche gli altri animali nelle loro riunioni giunsero a simili conclusioni; così si decise di muovergli guerra. Tutti votarono unanimemente a favore della sua morte. Gli animali iniziarono a inventare e nominare una serie di nuove malattie che non avrebbero lasciato in vita un solo essere umano.


Quando le piante, bendisposte verso l’uomo, scoprirono i piani malvagi degli animali, decisero di opporvisi. Gli alberi, i cespugli, le piante, le erbe e i muschi furono tutti d’accordo nell’offrire una cura. “Quando l’uomo avrà bisogno di noi, andremo in suo aiuto”, dissero. Fu così che nacque la medicina. Le piante, ognuna delle quali ha il suo uso, forniscono rimedi contro i mali creati dagli animali. Persino le erbacce hanno un loro scopo, che sta a noi scoprire. Quando il medico non sa che medicina dare a un malato, è lo spirito della pianta a rivelarglielo.




William Henry Powell (1823 - 1879)
Discovery of the Mississippi
Spanish conquistador and explorer Hernando De Soto (1500 -1542)
1855 circa
olio su tela - 30,5 x 45,8
US Capitol Rotunda, Washington, D.C





view post Posted: 11/12/2023, 17:25     +6La leggenda del calendario cinese - Favole, miti e leggende

La leggenda del calendario cinese

(tradizione popolare)


Tanto e tanto tempo fa ci fu un re in Cina che volle festeggiare il capodanno in modo grandioso. Decise di invitare al banchetto non solo gli uomini ma anche tutti gli animali. Inviò quindi dei messaggeri perché chiamassero a palazzo tutti gli animali che popolano la Terra.

Venne il gran giorno e il re si mise ad aspettare gli ospiti. Il primo ad arrivare fu il Topo (Zi), seguito dal Bufalo (Chou), dalla Tigre (Yin) e dalla Lepre (Mao).
Giunsero poi il Drago (Chen), il Serpente (Si), il Cavallo (Wu), la Capra (Wei), la Scimmia (Shen), il Gallo (You), il Cane (Xu). Per ultimo arrivò il Maiale (Hai).

Il re continuò ad aspettare, ma non arrivò nessun altro animale, allora pensò di ringraziare in maniera speciale coloro che avevano accettato il suo invito. Così decise che ogni anno avrebbe avuto il nome di un animale, cominciando dal Topo, che era stato il primo ad arrivare, per finire con il Maiale, l’ultimo del gruppo. Decretò poi che alla fine dei dodici anni, il ciclo ricominciasse di nuovo. E così è stato e così è ancora oggi.




Yao Wen-han
Gioiosa Celebrazione al Nuovo Anno
(Joyous Celebration at the New Year)
dipinto del XVIII secolo
Museo del Palazzo Nazionale, Taipei



view post Posted: 8/12/2023, 14:00     +6Perchè il cielo è lassù (mito brasiliano) - Favole, miti e leggende

Dal Cielo alla Terra


(leggenda brasiliana)


Molto tempo fa gli Indios abitavano in Cielo e nessuno conosceva la Terra. Un giorno un cacciatore vide un armadillo e cominciò a seguirlo. L’animale si infilò nella sua tana e l’indio allora cominciò a scavare per raggiungerlo; scavò e scavò, finché il fondo del cunicolo si aprì.

L’uomo si aggrappò al bordo della voragine che si era spalancata sotto di lui, dondolando nel vuoto. In basso però vide uno spettacolo meraviglioso: un arcobaleno immenso, fatto di tante sfumature di verde. L’indio riuscì a risalire e corse subito dai suoi compagni: “Venite a vedere, si è aperto un buco su un altro mondo!”


Tutti si affacciarono alla voragine. “Sentite che profumi nuovi!” diceva uno. “Laggiù ci sono anche uccelli che cantano: ascoltate!” diceva un altro. Capirono allora che l’arcobaleno era in realtà la grande foresta; scoprirono gli alberi curvi sotto il peso dei frutti e il gran numero degli animali che popolavano la foresta.

Gli Indios decisero così di scendere sulla Terra, ma non sapevano come fare. Si riunì allora il consiglio degli anziani: “Prepariamo una fune utilizzando tutti i nostri bracciali e le collane!” sentenziò alla fine il capo. E fu così che gli Indios cominciarono a scendere; aggrappati alla fune raggiunsero la Terra e si sparpagliarono nella foresta per popolarla. Qualcuno, invece, decise di rimanere lassù. E le stelle che si vedono di notte non sono altro che i fuochi degli Indios che sono rimasti in Cielo.



Jean-François Millet (Gréville-Hague, 1814 - Barbizon, 1875)
Notte stellata (La nuit étoilée - Starry Night)
1850 - 1865
olio su tela - 65,4 × 81,3 cm.
Yale University Art Gallery, New Haven (Connecticut)




view post Posted: 6/12/2023, 15:38     +9Perchè il cielo è lassù (mito brasiliano) - Favole, miti e leggende

Perchè il cielo è lassù


(mito brasiliano)


Un tempo lontano gli indios Bakairì abitavano non solo la Terra, ma anche il Cielo. Solo che il Cielo non era così in alto come ora, ma quasi la toccava. Cielo e Terra erano così vicini che ogni persona era libera di spostarsi da una parte all’altra. Gli indios che vivevano giù in basso salivano spesso a trovare i loro amici che vivevano su nel cielo: “Come è bello qui da voi! Lo sguardo può correre lontano lontano e tutto è luminoso e brillante”.
Gli indios che vivevano su in alto scendevano sulla Terra a contraccambiare le visite: “Come è bello qui da voi! Le orecchie possono ascoltare tantissimi suoni e gli occhi vedere una moltitudine di colori”.

Purtroppo venne un tempo in cui gli indios che vivevano su nel Cielo cominciarono ad ammalarsi di una malattia, che faceva spuntare sulla loro pelle macchie di tutte le forme e di tutte le sfumature del blu. Gli indios che vivevano sulla Terra, invece, non si ammalavano e la loro pelle rimaneva come era sempre stata, fin dagli inizi dei tempi.


Coloro che vivevano su nel Cielo erano disperati: “Non possiamo più stare qua… deve essere tutta la luce che abbiamo intorno che ci fa spuntare le macchie. Deve essere tutto l’azzurro che abbiamo intorno che le colora in questo modo. Fu così che gli indios che vivevano su in alto cominciarono a scendere sulla Terra per sfuggire alla strana malattia. Uno dopo l’altro scesero tutti quanti! Il Cielo, ormai senza indios, diventò leggero leggero e, piano piano, cominciò a sollevarsi e salire sempre più in alto, fino ad arrivare dove lo vediamo ora. Ecco perché il Cielo è lassù!.



Wassily Kandinsky
Blu di cielo (Sky Blue)
1940
olio su tela -100 x 73 cm.
Centre Georges Pompidou, Parigi



view post Posted: 3/12/2023, 17:43     +8Il mito del Girasole - Favole, miti e leggende

Il mito del Girasole


Clizia, una giovane fanciulla, si innamorò del Sole che durante l’intera giornata guidava il suo carro di fuoco per tutto il cielo. Ma un giorno il Sole si stancò dell’amore di Clizia; la fanciulla pianse senza smettere mai per nove giorni, ferma, immobile in mezzo a un campo, osservando a lungo il suo amato che attraversava la volta del cielo. Lentamente il suo esile corpo si irrigidì e divenne un lungo stelo sottile; i suoi piedi si conficcarono nella terra. I suoi biondi capelli diventarono una gialla corolla: si era trasformata in un enorme girasole. Per questo quel fiore, innamorato del sole, lo segue per tutta la giornata nel suo giro nel cielo.



Evelyn de Morgan
(Mary Evelyn Pickering de Morgan,1855 -1919)
1886 - 1887
Clizia (Clytie)
olio su tela - 106 x 44.5 cm.
Collezione privata



view post Posted: 2/12/2023, 16:56     +8Perché il gufo si nasconde (leggenda giapponese) - Favole, miti e leggende

Costruiamo un gufo in 3D



Occorrente: un cartoncino o un foglio da disegno, forbici, colla, pastelli colorati o pennarelli.

Stampare il modello e ritagliare le forme seguendo le indicazioni e colorare (le orbite vanno colorate di giallo). Piegare le palpebre lungo la linea tratteggiata e incollare solo la parte superiore agli occhi del gufo. Fare le due pieghe del becco e incollare solo la parte sottile centrale e incollarla sul modello in mezzo, sotto gli occhi.



view post Posted: 1/12/2023, 19:32     +8Perché il gufo si nasconde (leggenda giapponese) - Favole, miti e leggende

Perché il gufo si nasconde

(leggenda giapponese)


Molto, ma molto tempo fa il gufo faceva il tintore. Tutti gli uccelli andavano da lui per farsi tingere le penne e il gufo gliele tingeva nei colori più belli, a seconda di come li desideravano.



Tutti erano soddisfatti di lui, all’infuori del corvo, che disprezzava l’arte del gufo tintore e si vantava sempre per le proprie candide penne. Ma un giorno si stancò di tanta bianchezza e volò dal gufo dicendogli: “Tingi anche le mie penne, però le voglio di un colore speciale, nessun altro al mondo le deve avere.”

Il gufo ci pensò un bel po’ prima di decidere il colore da dare alle penne del corvo. Alla fine scelse il nero: “Ora le tue penne sono di un colore unico al mondo”.

Quando il corvo si accorse che in realtà le sue penne erano completamente nere, come se fosse passato attraverso un camino, montò su tutte le furie. Ma che cosa poteva fare ormai? Più nulla! Infatti da quel giorno, tutti i corvi andarono vestiti di nero. Ma non hanno mai perdonato il gufo per l’affronto.

Così ogni volta che lo vedono, tentano di dargli una lezione: gli si avventano addosso e se potessero lo farebbero a pezzi. Ecco il motivo per cui il gufo resta nascosto durante l’intera giornata e vola all’aperto in cerca di preda soltanto di notte, quando tutti i corvi dormono.




Albrecht Durer (1471 - 1528)
Il piccolo gufo (The Little Owl)
1506 circa
acquerello su carta acquerello brunastra, con bianco opaco intensificato,
pennello e penna in inchiostro nero marrone e grigio
19,2 x 14 cm.
Albertina Museum, Vienna



view post Posted: 1/9/2023, 19:21     +10Mostra del cinema di Venezia: Caterina Murino fa “sfilare” il cane - TV, CINEMA & TEATRO

Mostra del cinema di Venezia:
Caterina Murino fa “sfilare” il cane


L’attrice, madrina della Mostra,
ha portato con sé sul tappeto rosso il suo bassotto




Caterina Murino è una grande amante degli animali, una passione scoperta non prestissimo, ma subito totalizzante. Lo ha raccontato anche recentemente e la conferma arriva alla Mostra del cinema di Venezia: l’artista, madrina di questa 80esima edizione, non ha lasciato a casa il suo adorato bassotto. Spesso l’attrice è stata testimonial di campagne contro l’abbandono e in generale di sensibilizzazione nei confronti di cani e gatti come quella partita all’inizio di questa estate, dal titolo emblematico: “Stai con me”.








view post Posted: 6/8/2023, 11:26     +9CASTELLO DI SAMMEZZANO - UN PATRIMONIO A RISCHIO - CAFFE' LETTERARIO
















Castello di Sammezzano: il parco









Castello di Sammezzano: la torre





Castello di Sammezzano: le colonne della terrazza





Castello di Sammezzano: lo stemma





Castello di Sammezzano: il portico

view post Posted: 11/6/2023, 17:54     +4Braciolette di pesce spada - CUCINA

Braciolette di pesce spada




Ingredienti

per 4 persone
800 g di pesce spada tagliato a fettine molto sottili
150 g di pane grattugiato
un cucchiaio di capperi
30 g di Caciocavallo grattugiato
1 cipolla
pepe
prezzemolo tritato
olio d'oliva
sale



Preparazione

Questa deliziosa ricetta siciliana valorizza appieno la tenerezza e il gusto delicato della carne di uno dei re dei mari: il pesce spada. Tempo: 40 minuti per la preparazione + 10 minuti per la cottura
Spianare delicatamente le fettine di pescespada con il batticarne e tagliarle a metà. A parte condire il pangrattato con sale, pepe e prezzemolo tritato. Prelevarne una quantità pari a tre quarti, mescolarla con i capperi e con il caciocavallo grattugiato,irrorandola con un filo d’olio e disporla a cucchiaiate sulle fettine di pescespada. Arrotolare le fettine a involtino e infilzarle in uno spiedino alternandole con dei pezzetti di cipolla (nettata e tagliata in quattro). Bagnare le braciole nell’olio e passarle nel rimanente pangrattato. Grigliarle, rigirandole una sola volta, su fuoco di carbonella, o passarle al forno molto caldo per qualche minuto. Servire calde.

Storie nel piatto

Il pesce spada era già conosciuto ed apprezzato per le sue carni tenere dagli antichi romani, come dimostrato da diverse testimonianze risalenti al II° secolo a.C. che parlano della pesca di questo prelibato pesce nella zona dello Stretto di Messina. Sebbene il pesce spada sia ormai conosciuto e pescato nella maggior parte del mondo, un tempo questo era pescato prevalentemente nei pressi di quello strettissimo corridoio di mare, largo appena 3 km, che separa la Sicilia dalla penisola italiana chiamato Stretto di Messina, dove questi pesci tendevano a radunarsi per riprodursi.


view post Posted: 15/2/2023, 13:55     +2Caffè viennese: la ricetta tradizionale - Speciale caffe'

Caffè viennese: la ricetta tradizionale




La tradizione viennese che riguarda il caffè ha origini molto antiche; ancora oggi, infatti, facendo un giro per la città di Vienna, è possibile incontrare tantissime caffetterie storiche. Il valore di questa tradizione è tale da essere stato riconosciuto anche dall’UNESCO. Deliziosa variante del caffè espresso, il caffè viennese è semplice da preparare e gustoso come un dessert. Perfetto a fine pasto, ma anche durante il pomeriggio per una pausa veloce e dolcissima.

Ingredienti (per 2 tazzine)
• 2 tazzine di caffè
• zucchero q.b.
• 50 gr di cioccolato fondente
• 200 ml. di panna fresca
• Cacao

Preparazione
Per prima cosa sciogliere a bagnomaria insieme al cioccolato fondente 50 ml. di panna fresca e montare il resto. Preparare il caffè con la moka e quando è pronto, unirlo al cioccolato e zuccherare a piacere. Per finire aggiungere la panna montata e decorare con cacao o scaglie di cioccolato.

view post Posted: 27/12/2022, 14:09     +1Milano insolita e segreta [FOTO] - VIAGGI & NATURA

Tarantasio: il Drago del Duomo



Sulla facciata del Duomo si trova la scultura di un drago: Tarantasio. Per conoscere la sua storia bisogna tornare indietro nel tempo, nel XII-XIII° secolo. Secondo una leggenda popolare, in quel periodo nelle profondità del Lago Gerundo, che si estendeva nella campagna milanese, viveva un drago. Il suo nome era ed era la disgrazia degli abitanti della zona: con il suo alito distruggeva i raccolti e divorava bambini e animali. Non si conosce chi lo abbia ucciso, forse un Visconti, che lo volle poi raffigurare nello stemma di famiglia, oppure San Cristoforo o per altri Federico Barbarossa. Quello che è certo è che adesso il drago non c’è più se non la sua rappresentazione sulla cattedrale della città. Fonte

view post Posted: 25/12/2022, 10:45     +4Perché gli Alpini hanno una penna sul cappello? - Curiosità e perchè


Perché gli Alpini hanno una penna sul cappello?


La penna sul cappello è l'emblema degli Alpini fin dal 1872




La penna sul cappello di feltro è l’emblema degli Alpini fin dal 1872, anno di fondazione del corpo per iniziativa del capitano Giuseppe Perrucchetti. Lunga circa 25-30 cm, è inserita sul lato sinistro del cappello, leggermente inclinata all'indietro.



È di corvo (nera) per la truppa, d’aquila (marrone) per i sottufficiali e gli ufficiali inferiori, d’oca (bianca) per gli ufficiali superiori e i generali. Il dischetto di lana, o nappina, sul quale viene infi-lata la penna distingue i battaglioni di ogni reggimento: il primo battaglione ha la nappina bianca, il secondo rossa, il terzo verde e il quarto azzurra.

Guardiani d’Italia. L’idea della penna non venne dal nulla. Il copricapo doveva ricordare il Risorgimento dal quale era nato il Regno d’Italia, i cui confini settentrionali sarebbero stati presidiati dal nuovo corpo militare.

Deriva infatti dal cosiddetto “cappello all'Ernani”, chiamato così dal copricapo tondo e con la penna indossato dal protagonista dell’omonima opera lirica di Giuseppe Verdi (1844), che narra di un montanaro ribelle che si oppone alla tirannia spagnola. Durante il Risorgimento, oltre al tributo di sangue versato alla patria dagli innumerevoli martiri, la Calabria donò all’Unità d’Italia anche un cappello.

Il tipico copricapo con la penna fu indossato dai rivoluzionari di Cosenza e Reggio; da allora divenne simbolo della sollevazione del popolo italiano contro le tirannie straniere. Nel 1848 fu indossato come simbolo di patriottismo da molti volontari insorti contro il dominio austro-ungarico, prima di passare agli Alpini.

view post Posted: 2/11/2022, 21:33     +2I DIPINTI PIÙ SPAVENTOSI DELLA STORIA DELL' ARTE - ARTISTICA


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Carlo Levi
Donne morte (Il lager presentito)
1942
Olio su tela
50 x 61 cm.
Roma, Fondazione Carlo Levi




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