Perchè il cielo è lassù (mito brasiliano)

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view post Posted on 6/12/2023, 15:38     +9   +1   -1
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Perchè il cielo è lassù


(mito brasiliano)


Un tempo lontano gli indios Bakairì abitavano non solo la Terra, ma anche il Cielo. Solo che il Cielo non era così in alto come ora, ma quasi la toccava. Cielo e Terra erano così vicini che ogni persona era libera di spostarsi da una parte all’altra. Gli indios che vivevano giù in basso salivano spesso a trovare i loro amici che vivevano su nel cielo: “Come è bello qui da voi! Lo sguardo può correre lontano lontano e tutto è luminoso e brillante”.
Gli indios che vivevano su in alto scendevano sulla Terra a contraccambiare le visite: “Come è bello qui da voi! Le orecchie possono ascoltare tantissimi suoni e gli occhi vedere una moltitudine di colori”.

Purtroppo venne un tempo in cui gli indios che vivevano su nel Cielo cominciarono ad ammalarsi di una malattia, che faceva spuntare sulla loro pelle macchie di tutte le forme e di tutte le sfumature del blu. Gli indios che vivevano sulla Terra, invece, non si ammalavano e la loro pelle rimaneva come era sempre stata, fin dagli inizi dei tempi.


Coloro che vivevano su nel Cielo erano disperati: “Non possiamo più stare qua… deve essere tutta la luce che abbiamo intorno che ci fa spuntare le macchie. Deve essere tutto l’azzurro che abbiamo intorno che le colora in questo modo. Fu così che gli indios che vivevano su in alto cominciarono a scendere sulla Terra per sfuggire alla strana malattia. Uno dopo l’altro scesero tutti quanti! Il Cielo, ormai senza indios, diventò leggero leggero e, piano piano, cominciò a sollevarsi e salire sempre più in alto, fino ad arrivare dove lo vediamo ora. Ecco perché il Cielo è lassù!.



Wassily Kandinsky
Blu di cielo (Sky Blue)
1940
olio su tela -100 x 73 cm.
Centre Georges Pompidou, Parigi



 
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view post Posted on 8/12/2023, 14:00     +6   +1   -1
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Dal Cielo alla Terra


(leggenda brasiliana)


Molto tempo fa gli Indios abitavano in Cielo e nessuno conosceva la Terra. Un giorno un cacciatore vide un armadillo e cominciò a seguirlo. L’animale si infilò nella sua tana e l’indio allora cominciò a scavare per raggiungerlo; scavò e scavò, finché il fondo del cunicolo si aprì.

L’uomo si aggrappò al bordo della voragine che si era spalancata sotto di lui, dondolando nel vuoto. In basso però vide uno spettacolo meraviglioso: un arcobaleno immenso, fatto di tante sfumature di verde. L’indio riuscì a risalire e corse subito dai suoi compagni: “Venite a vedere, si è aperto un buco su un altro mondo!”


Tutti si affacciarono alla voragine. “Sentite che profumi nuovi!” diceva uno. “Laggiù ci sono anche uccelli che cantano: ascoltate!” diceva un altro. Capirono allora che l’arcobaleno era in realtà la grande foresta; scoprirono gli alberi curvi sotto il peso dei frutti e il gran numero degli animali che popolavano la foresta.

Gli Indios decisero così di scendere sulla Terra, ma non sapevano come fare. Si riunì allora il consiglio degli anziani: “Prepariamo una fune utilizzando tutti i nostri bracciali e le collane!” sentenziò alla fine il capo. E fu così che gli Indios cominciarono a scendere; aggrappati alla fune raggiunsero la Terra e si sparpagliarono nella foresta per popolarla. Qualcuno, invece, decise di rimanere lassù. E le stelle che si vedono di notte non sono altro che i fuochi degli Indios che sono rimasti in Cielo.



Jean-François Millet (Gréville-Hague, 1814 - Barbizon, 1875)
Notte stellata (La nuit étoilée - Starry Night)
1850 - 1865
olio su tela - 65,4 × 81,3 cm.
Yale University Art Gallery, New Haven (Connecticut)




 
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