Posts written by *stellinat*

view post Posted: 25/4/2024, 09:47     +2Milano insolita e segreta [FOTO] - VIAGGI & NATURA

Hieracium australe, il fiore unico al mondo
che cresce soltanto a Milano


L’inventario aggiornato della flora spontanea italiana
registra una specie “endemica” del capoluogo lombardo.
Nel 2018 erano due, ma una si è estinta




Passeggiando per Milano, può capitare di imbattersi in alcuni fiorellini gialli dall’aspetto piuttosto comune: si tratta dell’hieracium australe. Germoglia spontaneamente solo sulle mura del Castello Sforzesco ed è una specie endemica del capoluogo lombardo, che cresce solo qui: non lo si trova in nessun’altra parte del mondo. È quanto emerge dall’ultimo aggiornamento dell’inventario della flora spontanea italiana, che tuttavia segna un dato tristemente negativo. La specie floreale spontanea unica al mondo è molto fragile. Fino a poco tempo fa non era l’unica ad avere questo primato: nell’aggiornamento del 2018, infatti, condivideva la sua unicità con l’hieracium tolstoii, un’altra specie endemica del capoluogo lombardo. Nel corso della nuova analisi, è emerso che quest’ultimo fiore è ormai andato perduto per sempre, perché probabilmente qualcosa nel suo habitat è cambiato.





A registrarlo è l’inventario aggiornato della flora spontanea italiana, curato dal Museo di Storia Naturale di Milano, costituito da team internazionale di 45 botanici coordinati da Gabriele Galasso, da Fabrizio Bartolucci e Fabio Conti (del Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino) e da Lorenzo Peruzzi (del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa). e disponibile online sul Portale della Flora d’Italia. La ricerca aveva come obiettivo l’individuazione di tutte le piante spontanee, siano esse endemiche, autoctone, aliene oppure estinte, presenti in Italia.





Secondo gli esperti, anche l’hieracium australe sarebbe in pericolo. Il suo fiore giallo somiglia a quello del tarassaco, il classico “soffione” che si trova comunemente nei prati, ma, a differenza di quest’ultimo, ne restano ormai pochissimi esemplari a Milano e il cambiamento climatico, le specie aliene e l’erosione del suolo li starebbero mettendo a repentaglio.






I risultati della ricerca sono decisamente interessanti: le piante e i fiori che crescono spontaneamente fanno del nostro Paese un vero unicum, ponendolo al primo posto in Europa per la ricchezza della sua biodiversità, seconda solo alla Turchia, considerando l’habitat del Mediterraneo. In Italia crescono in totale 10.023 tipi di piante: di queste, 1702 sono endemiche, germogliano quindi solo qui. Le specie autoctone (che, a differenza delle endemiche, sono originarie dell’area in cui vivono, ma non necessariamente confinate solo in questa) risultano ad oggi 8.241, mentre le specie aliene, piante e fiori trasferite dall’uomo al di fuori del loro areale naturale, ammontano a 1782. Confrontando i dati con l’ultimo aggiornamento dell’inventario, fatto nel 2018, risultano 46 specie autoctone in più e un aumento di ben 185 specie aliene. Le estinte passano da 26 a 28: tra queste c’è una delle due specie esclusive delle mura del Castello Sforzesco.


Preservare questo patrimonio botanico, non è affatto semplice. Diversi fattori contribuiscono a minare la sopravvivenza delle nostre specie spontanee: le piante aliene, che sono in continuo aumento, il cambiamento climatico e il consumo di suolo sono i motivi principali di preoccupazione per gli esperti. Per quanto riguarda le specie aliene, ormai arrivano in Italia in una miriade di modi diversi. “Sono importate dall’uomo in alcuni casi in maniera diretta, per usi alimentari o ornamentali, o indiretta, con spore che restano negli imballaggi, nelle zolle di terra, nei vestiti, nelle chiglie delle barche” - ha dichiarato il professor Galasso. “Servirebbero regole più stringenti. L’Unione Europea ha fatto un regolamento che introduce il divieto di commercializzazione di alcune specie, ma i controlli sono difficili e spesso la prescrizione viene aggirata acquistando online”.














view post Posted: 9/1/2024, 12:33     +4Golden Globe 2024, l’abito di Gillian Anderson è un trionfo di…vagine - TV, CINEMA & TEATRO

Golden Globe Awards 2024: l’abito di
Gillian Anderson è tutto un trionfo di… vagine


Le chiama Yonis, in sanscrito, ma il concetto non cambia. L’attrice stupisce sul tappeto rosso con un abito bianco personalizzato, griffato Gabriela Hearst, al quale ha collaborato lei stessa nella progettazione



Tanto nero, altrettanto bianco, qualche colore qua e là - per la maggiore rosso e rosa - ma la realtà è una e una sola: sono tornati i red carpet con i loro abiti da sogno. Primo appuntamento dell’anno, i Golden Globe Awards dove il gotha di Hollywood ha fatto di tutto per lasciare il segno.

C’è chi ha puntato su di un abito semplice e senza fuochi d’artificio, chi invece ha osato quel tanto che è bastato per portare sul tappeto rosso un ensemble degno di nota. In quest’ultima categoria entra, a pieno titolo, Gillian Anderson che con il suo look dimostra quanto abile sia a far parlare.

Per la star di Sex Education l’outfit è candido, un abito bustier personalizzato color avorio griffato Gabriela Hearst - e progettato insieme al brand dell’attrice G Spot - caratterizzato da una vaporosa gonna dal bordo tagliato a vivo al quale ha abbinato una borsa metallizzata e delle décolleté, entrambe Aquazzura e a gemme di Chopard.


Se a prima vista l’elegante creazione in cady di lana e seta di Gabriela Hearst incarna il glamour della vecchia Hollywood, uno sguardo più attento rivela un tocco più sovversivo: l’aggiunta di decine di vulve ricamate sulla gonna. Sul red carpet dei Golden Globes, la star di “Sex Education” ha spiegato di averla scelta “per tante ragioni” e ha aggiunto: “È appropriata al marchio”.



L’abito ha suscitato un dibattito sui social media e alcuni utenti hanno ipotizzato che la scelta della star - indicata come una “collaborazione” tra l'attrice e la stilista Gabriela Hearst - fosse una tacita dichiarazione a sostegno dei diritti riproduttivi delle donne. La stessa Anderson ha spiegato a British Vogue: “Dal momento che la mia presenza su Instagram ha messo in particolare evidenza gli “yonis” (la parola sanscrita che indica l’utero o la vagina) da quando “Sex Education” è approdato su Netflix e che il mantra del mio marchio (di bevande analcoliche per il benessere) G-Spot è quello di “dare priorità al piacere”, ho voluto portare questo elemento nel design... Sono contenta che Gabriela abbia accettato la sfida”.



Ed è stata una sfida. Secondo l’attrice, ogni motivo ha richiesto tre ore e mezzo di ricamo, per un totale di circa centocinquanta ore. La Anderson ha da tempo proclamato la sua ammirazione per le creazioni e l’eco-sostenibilità del marchio Gabriela Hearst, una stima che a quanto pare è reciproca: nel 2016, la Hearst ha dichiarato al New York Times che l’attrice era la sua musa, aggiungendo: “(È) così sexy, così forte: l’'immagine della bellezza intelligente”.

Celebrazioni anatomiche a parte, l’abito della Anderson aveva un’altra rivoluzionaria caratteristica da red carpet che l’ha resa celebre: le tasche. “È così comodo”, ha detto a Extra TV fuori dall’hotel Beverly Hilton di Los Angeles, dove si è svolta la cerimonia. “Ci sono tasche su entrambi i lati per tenere le mani al caldo”.



view post Posted: 8/12/2023, 22:17     +7Miti e leggende sulle origini del mondo e dell'uomo - Favole, miti e leggende

L’origine del mondo secondo il popolo Bantu


( mito africano)


In origine la terra era interamente coperta da acque primordiali e oscure. In questo mare tenebroso, immerso nella solitudine, viveva il divino gigante bianco MBOMBO (detto anche Bumba).
Improvvisamente Mbombo sentì un intenso dolore allo stomaco che lo portò a vomitare il sole, così venne creata la prima luce che squarciò le tenebre e portò il giorno. Il sole fece evaporare parte delle acque primordiali che si trasformarono in nuvole, con l’abbassarsi del livello del mare emersero le prime terre, descritte come colline tondeggianti.
Un’altra fitta causò al divino Mbombo un secondo rigetto con il quale creò la luna e le stelle, differenziando così il giorno dalla notte. Un terzo rigurgito fece apparire sulla terra nove animali:

Il leopardo (Koy Bumba);
L’aquila (Put Bumba);
Il coccodrillo (Ganda Bumba) dal quale derivano serpenti e iguane;
Il pesce (Yo Bumba) dal quale derivano tutti i pesci del mare;
La tartaruga (Kono Bumba);
Il gatto nero (Tsetse Bumba);
L’airone bianco (Nyanyi Bumba) dal quale derivano tutti gli uccelli tranne uno;
Lo scarafaggio (non ci è pervenuto il nome) dal quale derivano tutti gli insetti;
La capra (Budi) dalla quale derivano tutti gli animali cornuti.

Mbombo pose sulla terra gli uomini, tra essi scelse una guida che chiamò LOKO YIMA.
Tre dei figli di Mbombo decisero di completare la creazione del padre: NYONYE NGANA creò le formiche bianche ma dopo questo atto morì, questi insetti presero come dimora le profondità della terra ivi seppellirono il loro creatore; CHONGANDA creò la prima pianta da cui si originarono tutti gli alberi, le erbe e i fiori; CHEDI BUMBA creò l’ultimo degli uccelli.
TSETSE BUMBA (il gatto nero) iniziò a nuocere alla terra e a tormentare uomini e animali, Mbombo adirato lo esiliò nel cielo dove, preso dalla frustrazione, si trasformò nel fulmine per continuare a vessare la terra. Mbombo insegnò agli uomini a ricavare il fuoco dagli alberi.
Completata la creazione egli si ritirò nei cieli lasciando la terra in eredità all’uomo e nominando Loko Yima “dio in terra”.




Figure umane e animali nelle pitture rupestri nel Drakensberg (Sudafrica)
2.400 anni fa circa




view post Posted: 4/12/2023, 20:44     +9La leggenda del Calicanto - Favole, miti e leggende


Il nome calicanto significa “fiore d’inverno” ed è un arbusto importato dalla Cina, con foglie di un bel verde intenso. Nel mese di gennaio o febbraio, nel pieno dell’inverno, i suoi rami spogli si rivestono di fiori con molti piccoli petali giallini, più o meno screziati di porpora all’esterno. Sono intensamente profumati e quando i rami vengono tagliati e posti in un vaso conservano a lungo la loro fragranza. Questa fioritura inattesa e portentosa, ha fatto nascere una leggenda.

La leggenda del Calicanto




Un pettirosso in un giorno d’inverno, stanco e intirizzito dal freddo, cercò un ramo che gli permettesse di riposarsi al riparo, prima di riprendere il volo. Molti alberi lo rifiutarono: solo un calicanto, impietosito, lo accolse e lo ospitò per riscaldarlo sotto le sue ultime foglie avvizzite. Il pettirosso e il calicanto divennero molto amici e iniziarono a farsi compagnia nelle lunghe, fredde e silenziose giornate invernali.
La fata delle stagioni vedendoli così uniti volle far loro un regalo e fece cadere sui rami del calicanto una pioggia di stelle splendenti e profumate. Da allora il prodigio si ripete ogni anno: immergendo nell’acqua un ramo coi fiori ancora chiusi, i boccioli si aprono illuminando la stanza con il loro giallo solare e diffondendo un intenso profumo in tutta l’area circostante. Ecco perché donare un rametto di calicanto, è un’espressione di affettuosa protezione nei confronti di chi lo riceve.




Giacomo Mazzari
Calicantus
2022
olio su tela - 70cm x 80 cm.
Collezione privata



view post Posted: 3/12/2023, 15:40     +8La leggenda dei colori del Guacamaya - Favole, miti e leggende

La leggenda dei colori del Guacamaya

(leggenda messicana)


Tanto tempo il pappagallo non aveva colori; era tutto grigio e le sue piume erano corte; era uno fra i tanti uccelli giunti da chissà dove. Gli dei litigavano spesso perché il mondo era assai noioso con due soli colori: uno era il nero che comandava la notte, l’altro era il bianco che camminava di giorno. Il terzo, il grigio, non era propriamente un colore: dipingeva sere e mattine affinché non si scontrassero troppo. Ma gli dei nonostante fossero molto litigiosi erano anche molto sapienti. In una riunione decisero di cercare altri colori per rendere allegra la vita degli uomini.

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Uno degli dei cominciò a camminare per pensare meglio, ed era talmente assorto, che sbatté contro una pietra ferendosi la testa da cui uscì del sangue. Il dio, dopo aver strillato per un bel pezzo, guardò il suo sangue e vide che era di un colore diverso; andò dagli altri Dei, mostrando loro il nuovo colore che chiamarono “rosso”; era il terzo colore che nasceva.

Un altro dio cercava un colore per dipingere la speranza. Lo trovò dopo un bel pezzo e lo mostrò all’assemblea degli Dei; gli misero il nome “verde”: era il quarto colore. Un altro cominciò a grattare forte a terra. “Che fai?” gli chiesero gli altri dei. “Cerco il cuore della terra “rispose rivoltando la terra da ogni lato. Dopo un po’ trovò il cuore della terra, lo mostrò agli altri dei e chiamarono quel colore “marrone”; era il quinto colore.

Un altro dio salì in alto. “Vado a guardare il colore del mondo” disse, e si mise a scalare una montagna. Quando arrivò in cima, guardò in giù e vide il colore del mondo, ma non sapeva come fare a portarlo agli altri dei. Allora rimase a riflettere un bel po’ di tempo, finché il colore non gli si attaccò agli occhi. Discese come poté, a tentoni, e andò all’assemblea degli dei. “Porto nei miei occhi il colore del mondo: e “azzurro” chiamarono il sesto colore.
Un altro dio stava cercando colori quando sentì un bambino che rideva; gli si avvicinò con cautela e gli prese la risata, la portò agli altri e misero il nome “giallo” al settimo colore.

A quel punto gli dei che erano ormai stanchi, andarono a dormire, lasciando i colori in una cassetta buttata sotto un albero. La cassetta non era chiusa bene e i colori uscirono, cominciando a far chiasso e festa. Così nacquero tanti nuovi colori. Quando tornarono gli Dei si accorsero che i colori non erano più sette, ma molti di più e guardarono la cassetta. “Tu hai partorito i colori, tu ne avrai cura, così dipingeremo il mondo”.

parrot70

Salirono sulla cima del monte, e da lì cominciarono a lanciare i colori, così l’azzurro finì in parte nell’acqua e in parte nel cielo, il verde cadde sugli alberi e sui prati, il marrone, che era il più pesante, cadde sulla terra, il giallo, che era una risata di bimbo, volò fino a tingere il sole, il rosso giunse sulla bocca degli uomini.

Gli dei lanciavano i colori senza fare attenzione a dove finissero e alcuni di essi spruzzarono gli uomini. Per questo vi sono persone di diversi colori e di diverse opinioni. Allora, gli dei, per non dimenticarsi dei colori e perché non si perdessero, cercarono un modo per conservarli. Stavano pensando a come fare quando videro un pappagallo, che era brutto e grigio come una gallina spennacchiata. Lo presero, gli attaccarono i colori e gli allungarono le penne affinché ci stessero tutti. Ancora oggi il pappagallo Guacamaya se ne va in giro per ricordare agli dei che molti sono i colori e le opinioni e che il mondo potrebbe essere felice se tutti avessero il proprio spazio.

Nel frattempo il bianco ed il nero si erano sentiti messi da parte nella creazione dei nuovi colori. Anzi, si erano proprio offesi! Possibile che gli dei non si erano ricordati almeno di chiedere loro che ne pensavano della novità? E così presero il coraggio in due mani e inventarono anche loro una bella cosa che potevano poi pensare solo loro...perché aggiungendo “chiaro” o “scuro” ai nuovi colori, ne inventarono il doppio! Rosso scuro e rosso chiaro, verde scuro e verde chiaro e così si divertirono ad arricchire tutta la gamma di tinte.




Frida Kahlo, Io e i miei pappagalli
(Yo y Mis Pericos - Me and My Parrots)
(1939 - 40 circa)
olio su tela, 82 x 62.8 cm
New Orleans, Collezione Mr. & Mrs. Harold H. Stream, Louisiana, U.S.A.






Edited by Milea - 3/12/2023, 15:42
view post Posted: 2/12/2023, 14:18     +7La leggenda della Stella di Natale - Favole, miti e leggende

La leggenda della Stella di Natale

(leggenda messicana)


Una storia dell’epoca della Conquista racconta di Lola, una ragazza molto umile di un villaggio di Guerrero che ogni anno aspettava con ansia il Natale. Ma quell’anno suo padre era senza lavoro e lei non aveva soldi per offrire frutta, dolci o giocattoli a Gesù Bambino durante la messa della Vigilia, per cui era molto preoccupata e triste. Quando arrivò l’ora della Santa Messa, si incamminò verso la chiesa con i suoi genitori. Tuttavia, vedendo gli altri bambini che portavano le offerte migliori, si vergognò di andare a mani vuote; corse tra i cespugli e cominciò a piangere.

All’improvviso, apparve una bellissima luce e Lola vide apparire accanto a lei il suo angelo custode. “Gesù sa che lo ami, Lola, lui sa quello che fai per gli altri. Non piangere più: raccogli solo qualche fiore sul bordo della strada e portalo all’altare di Gesù Bambino.” disse l’angelo. “Ma quelle che si trovano sul bordo della strada sono delle cattive erbe” rispose la bambina. “Non sono erbe cattive, sono solo piante di cui l’uomo non ha ancora scoperto quello che Dio desidera farne.” disse l'angelo con un sorriso.


Decise di ascoltare quella voce, colse un mazzo di quelle piante selvatiche e ancora piena di dolore, pensando quanto la sua offerta fosse semplice e misera, entrò lentamente in chiesa e lo depositò con rispetto davanti al presepe, in mezzo ai fiori che gli altri abitanti del villaggio avevano portato.

Nella chiesa si sentì un mormorio e i parrocchiani guardarono stupiti quei fiori che erano i più belli che avessero mai visto. La pianta aveva miracolosamente cambiato le sue foglie, che ora brillavano di un colore rosso intenso e avevano la forma di stelle.

“Buon Natale, Gesù Bambino”, disse Lola mentre deponeva la sua meravigliosa offerta davanti all’altare. Da quel giorno, la poinsettia crebbe ovunque in Messico durante il periodo natalizio, e i suoi fiori furono chiamati “Flores de la Noche Buena”, i fiori della Notte Santa.



Giacomo Balla (Torino 1871 - Roma 1958)
Poinsezie ardenti
1952
olio su compensato - 85,5 x 65,5 cm.
Collezione privata





Edited by Milea - 2/12/2023, 14:22
view post Posted: 1/12/2023, 10:46     +6La leggenda dei sempreverdi - Favole, miti e leggende

La leggenda dei sempreverdi

(leggenda della regione di Vancouver, Canada)



Molto tempo fa, un piccolo uccello si ruppe un’ala proprio al sopraggiungere dell’inverno e non potendo volare verso il sud cominciò a saltellare nella foresta alla ricerca di un riparo.
Per iniziare chiese aiuto ad una betulla: “Splendida betulla, ho rotto un’ala e bisogna che mi trovi un riparo per restare al caldo. Mi faresti rimanere fra i tuoi rami fino a quando arriverà la primavera?”
“Certamente no” rispose la betulla. “Ho già abbastanza problemi con le mie foglie durante l’inverno. Non ho tempo per occuparmi di te.”

Il piccolo uccello saltellò fino ad un’immensa quercia. “Potente quercia” -chiese educatamente- “Mi lasceresti vivere fra i tuoi rami fino a primavera?”
“Sicuramente no” -rispose la quercia-“Conosco quelli della tua specie, ti mangeresti tutte
le mie ghiande. Vattene!!!”. Il povero uccello arrivò fino ad un salice: “Gentile salice”-implorò l’uccellino-“Potrei vivere tra i tuoi rami fino a primavera?”
“Tu scherzi” -rispose il salice-“Può darsi che qualche albero accetti degli estranei. Io, no di certo. Vattene!!!” Debole e respinto, l’uccellino cominciò a vagare non sapendo dove andare.

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“Dove vai, piccolo uccellino?”-chiese una voce preoccupata. L’uccellino si voltò e vide una picea (abete rosso) che aveva un’aria amichevole.
“Non lo so” -rispose tristemente-“La mia ala è rotta e io non posso volare verso sud e ho bisogno di un riparo al caldo per passare l’inverno.”
“Vieni a vivere tra i miei rami” -disse la picea-“Sarei contenta di avere compagnia durante l’inverno.” L’uccellino svolazzò con gratitudine verso un ramo basso. Si stava sistemando quando un pino lì accanto gli disse: “Benvenuto piccolo uccellino. Mi dispiace che tu sia ferito. Io ti aiuterò, proteggendo te e la picea dai venti gelidi dell’inverno.”
“Anch’io” -disse una piccola voce: era un piccolo ginepro. “Io ti aiuterò dandoti i miei piccoli frutti da mangiare per tutto l’inverno”. “Voi siete molto gentili” -rispose l’uccellino-“Grazie tante”. Lo rimpiangeranno, pensarono la betulla, la quercia e il salice.

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Il mattino dopo, Jack il Gelo, fece uscire i suoi bambini per portarli a giocare. “Noi toccheremo tutte le foglie degli alberi della foresta così vedremo a cosa somigliano quando non hanno più foglie e sono nudi.”
“Possiamo Papà, possiamo Papà?” chiesero i bambini di Jack il Gelo saltando per la gioia.
“Un momento” disse Jack che aveva fatto un giro durante la notte e aveva visto quel che era successo al piccolo uccellino. “Non dovete toccare gli alberi che sono stati gentili con l’uccellino”. Essendo dei bravi ragazzi, i figli di Jack il Gelo obbedirono al loro papà. Ecco perché la picea, il pino e il ginepro rimangono verdi tutto l’anno.




Georgij Moroz
(Dneprodzerzinsk, Ucraina 1937 - San Pietroburgo 2015)
Sentiero nel bosco
2007
olio su tela - 28 x 42 cm.
Collezione privata, Torino




Edited by Milea - 1/12/2023, 10:56
view post Posted: 6/8/2023, 11:09     +10CASTELLO DI SAMMEZZANO - UN PATRIMONIO A RISCHIO - CAFFE' LETTERARIO




Castello di Sammezzano: l’altare





Castello di Sammezzano: il bagno























view post Posted: 8/3/2023, 15:08     +6Warsan Shire, Home (Casa) - Pensieri e poesie

Alan Kurdi, 3 anni, morto annegato sulla spiaggia in Turchia.




Anche allora dissero: “Mai più”.

view post Posted: 15/2/2023, 14:29     +4Crostata al caffè e cannella - Speciale caffe'

Crostata al caffè e cannella




La crostata è un dolce veramente versatile: adatto a fine pasto e come merenda, perfetto per la colazione o come spuntino. La crostata al caffè e cannella è una ricetta facile, molto simile alla crostata tradizionale con crema.

Ingredienti


Per la pasta frolla
220 g di farina.
100 g di zucchero.
80 g di burro.
1 uovo intero e un tuorlo.
Un pizzico di caffè in polvere.
Un pizzico di sale.

Per la farcitura
3 tazzine di caffè espresso.
100 g di zucchero.
4 tuorli.
80 g di farina.
180 ml di latte.

Per la guarnizione
Cannella in polvere.

Preparazione
Impastare il burro con lo zucchero fino a ottenere un panetto. Aggiungere le uova e la farina un po’ alla volta continuando a impastare con l’impastatrice o con le mani. Aggiungere un pizzico di caffè in polvere e un pizzico di sale. La frolla pronta va coperta e riposta in frigo per un minimo di 30 minuti.

Montare lo zucchero con i tuorli. Incorporare il caffè e il latte un po’ per volta; successivamente aggiungere la farina ben setacciata mescolando bene con una frusta per non creare grumi. Porre il composto su un tegame e a cuocerlo per 5 minuti a fuoco lento, o comunque finché non avrà raggiunto la consistenza di una crema.

Imburrare una tortiera; stendere gran parte della pasta frolla su un foglio di carta da forno e poi nella tortiera, lasciando che sporga leggermente dal bordo per poi ripiegarla. Con uno stuzzicadenti o una forchetta bucherellare il fondo per una cottura ottimale. Versare la crema in modo uniforme livellandola con una spatola e ripiegare i bordi all’interno della crostata. Con la rimanente pasta frolla formare le classiche striscioline della crostata, oppure sbriciolarla sopra la farcitura. Infornare la crostata in forno preriscaldato per 40 minuti a 180°. Infine spolverare la crostata con la cannella. La crostata al caffè può essere conservata conservarla in frigorifero per sette giorni (fuori dal frigo per quattro).

view post Posted: 27/12/2022, 14:00     +2Milano insolita e segreta [FOTO] - VIAGGI & NATURA

Un Dromedario a Palazzo Borromeo



Per entrare a Palazzo Borromeo, edificio situato in Piazza Borromeo nel cuore di Milano, si passa sotto un grande portale quattrocentesco in marmo, riccamente decorato con motivi floreali, che richiamano tralci di vite e rami di quercia, e soprattutto un grande dromedario. La scelta di effigiare un dromedario non è casuale, infatti questo animale è uno dei simboli che costituiscono lo stemma araldico della famiglia Borromeo, e viene rappresentato accovacciato con tre piume sulla gobba. Il dromedario è simbolo di pazienza e sopportazione e, secondo una leggenda, il giovane Vitaliano I Borromeo bardò il mulo per il viaggio da Padova a Milano alla fine del Trecento proprio con una stoffa decorata con il dromedario.


view post Posted: 2/11/2022, 14:29     +3I DIPINTI PIÙ SPAVENTOSI DELLA STORIA DELL' ARTE - ARTISTICA


duccio-di-buoninsegna-strage-innocenti-P

Duccio di Buoninsegna
Strage degli innocenti
dalla Maestà di Siena
1308 - 1311
tempera su tavola
220 x 412 cm.
Siena, Museo dell’Opera del Duomo



[IMG] duccio-di-buoninsegna-strage-innocenti

view post Posted: 1/11/2022, 21:47     +3I DIPINTI PIÙ SPAVENTOSI DELLA STORIA DELL' ARTE - ARTISTICA




Salvador Dalì
Volto della guerra
1940-1941
Olio su tela
64 x 79 cm.
Museum Boijmans Van Beuningen - Rotterdam




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