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Metapittura, ossia una pratica artistica che rilegge la propria storia e le proprie forme per cercare "attraverso la Pittura i significati della Vita e del Mondo, il Senso della nostra presenza".
LA METAPITTURA DIPINTI NEI DIPINTI
Una doppia illusione: un quadro nel quadro...
Johannes Vermeer Donna che legge una lettera davanti a una finestra - dopo restauro (Girl Reading a Letter at an Open Window - after restoration) 1657-1659 Olio su tela 83 x 64.5 cm Dresda, Gemäldegalerie Alte Meister Nel 2018, il mondo dell'arte celebrò l'importante restauro della "Donna che legge una lettera davanti a una finestra" di Johannes Vermeer. Una delle scoperte fatte durante i lavori di restauro fu che ella non fu mai sola, ma a farle compagnia dal 1657 c’era un Cupido paffutello e capelluto. Solo che nessuno – almeno tra i viventi – l’aveva visto, prima del restauro che ha nuovamente portato alla luce la figura sulla parete dello sfondo. In realtà, già a fine anni ‘70, grazie a un esame radiodiagnostico, gli studiosi avevano scoperto che il quadro era dominato da un grande Cupido, presente sotto forma di dipinto all’interno dell'opera (gli studiosi ritengono che il ritratto della divinità dispettosa possa essere basato su un vero quadro, appartenuto allo stesso Vermeer). Da allora, si pensò che fu lo stesso Vermeer a coprire la figura prima che il lavoro fosse finito. Tuttavia, recenti tecnologie hanno dimostrato che l’immagine del semidio fu coperta solo molto tempo dopo la morte dell’artista; addio quindi all’elegante muro monocromo sullo sfondo, aggiunto in chissà quale momento per assecondare il gusto dell’epoca, che non solo faceva risaltare gli incredibili effetti luminosi per i quali Vermeer è da sempre apprezzatissimo ma che accentuava anche il teso e intimo silenzio che ha reso memorabile la scena. Questa straordinaria opera non è da considerarsi un raro esempio di dipinto all'interno di un altro dipinto; per svariate ragioni, nelle rappresentazioni di interni furono assai comuni raffigurazioni di altre opere d'arte. Spesso era un modo per mostrare l'imponente collezione d'arte del committente, a volte invece gli artisti li utilizzavano come omaggio alle loro ispirazioni e influenze. Esploriamo alcuni sensazionali esempi nella storia dell'arte occidentale.
Alexandre Jean-Baptiste Brun Vista del Salon Carré del Louvre (View of the Salon Carré at the Louvre) 1880 circa Olio su tela 24 x 32 cm Parigi, Musée du Louvre
Appeso al muro
La pittura di genere era molto diffusa nei Paesi del Nord Europa, soprattutto durante il Secolo d'oro olandese. Abbiamo già parlato di Vermeer, ma molti artisti usarono i dipinti per aggiungere un significato alle loro rappresentazioni della vita quotidiana. Samuel van Hoogstraten (1627-1678) inserì immagini in molte delle sue opere; in "Vista di un interno: le pantofole", incluse un'opera di un artista contemporaneo e rivale, Gerard ter Borch (1617-1681). La donna in abito di raso argentato che ci volta le spalle fa parte dell'opera di ter Borch "Conversazione galante".
Samuel van Hoogstraten Vista di un interno: le pantofole (View of an Interior: The Slippers) 1658 Olio su tela 103 x 70 cm Parigi, Musée du Louvre
Gerard ter Borch Conversazione galante (The Gallant Conversation) 1653-1655 Olio su tela 71 x 73 cm Amsterdam, Rijksmuseum
Gallerie e mostre
I reali e l'aristocrazia sono sempre stati legati al mondo dell'arte; di conseguenza, questo rapporto divenne un modo per proiettare potere e status attraverso ritratti e collezioni ambiziose. La qualità delle acquisizioni di una persona le conferiva prestigio; per mettersi in mostra, molti iniziarono a richiedere le raffigurazioni delle loro gallerie nei Paesi Bassi. Uno di loro fu l'arciduca Leopoldo Guglielmo, che possedeva circa millequattrocento dipinti. Nel dipinto sottostante possiamo vedere addirittura cinquantuno scene italiane fra le quali si possono notare "Giuditta con la testa di Oloferne" di Carlo Saraceni e "Caino uccide Abele" di Bartolomeo Manfredi. La collezione era così vasta che ne esistono altre cinque raffigurazioni, tutte di David Teniers.
David Teniers L'arciduca Leopoldo Guglielmo nella sua galleria di Bruxelles (Archduke Leopold William in his Gallery at Brussels) 1650-1652 Olio su tela 123 x 163 cm Vienna, Kunsthistorisches Museum
Carlo Saraceni Giuditta con la testa di Oloferne (Judith with the head of Holofernes) 1610-1615 Olio su tela 90 × 79 cm Vienna, Kunsthistorisches Museum
Bartolomeo Manfredi Caino uccide Abele (Cain Kills Abel) 1615 Olio su tela 152 x 115 cm Vienna, Kunsthistorisches Museum
Un altro impressionante esempio di questo tipo di pittura è "La Tribuna degli Uffizi" di Johan Zoffany. Fu ordinata dalla Regina Carlotta e l'artista si recò a Firenze per visionare e raffigurare la collezione del Granduca di Toscana, contenente alcune delle migliori opere rinascimentali e barocche, tra le quali si possono notare, la "Venere di Urbino" di Tiziano, un paio di Madonne di Raffaello e "Le conseguenze della guerra" di Rubens. Altri nomi presenti sono Michelangelo, Guido Reni, Annibale Carracci, Correggio, Perugino, nonchè un ritratto di Hans Holbein il Giovane.
Johan Zoffany La Tribuna degli Uffizi (The Tribuna of the Uffizi) 1772-1777 Olio su tela 123.5 x 155 cm Royal Collection, Windsor Castle
Tiziano Venere di Urbino (Venus of Urbino) 1538 Olio su tela 119 x 165cm Firenze, Galleria degli Uffizi
Peter Paul Rubens Le conseguenze della guerra (Consequences of War) 1637-1638 Olio su tela 206 x 342 cm Firenze, Palazzo Pitti
Quando il Salon entrò nella tela
Parliamo ora del famoso Salon di Parigi; questo evento annuale della capitale francese ebbe inizio nel 1667; gradualmente, il Salon divenne sempre più importante. Nel XIX secolo era l'evento più prestigioso del mondo dell'arte occidentale comprendente moltissime opere d'arte. Non sorprende che molti artisti abbiano raffigurato il Salon vero e proprio, come François Joseph Heim nella sua opera del 1824 con Carlo X. In quell'anno fu esposto il famoso "Voto di Luigi XIII" di Jean-Auguste-Dominique Ingres, visibile nell'opera di Heim.
François Joseph Heim Carlo V distribuisce i premi agli artisti alla chiusura del Salon del 1824 (Charles V Distributing Awards to the Artists at the Close of the Salon of 1824) 1827 Olio su tela 173 x 256 cm Parigi, Musée du Louvre
Jean Auguste Dominique Ingres Voto di Luigi XIII (Vow of Louis XIII) 1824 Olio su tela 421 x 262 cm Montauban Cathedral
Festa dei sensi
Se si pensa che gli esempi precedenti presentassero molti dipinti all'interno di un quadro, ci si aspetti di vedere le seguenti allegorie dei sensi; una festa di metapitture. Quale modo migliore di rappresentare la vista se non quello di riempire una tela con il maggior numero possibile di immagini? I pittori fiamminghi e amici Jan Brueghel il Vecchio e Peter Paul Rubens crearono insieme una serie con questo tema.
Jan Brueghel il Vecchio e Peter Paul Rubens Il senso della vista (The Sense of Sight) 1617 Olio su tavola 64.7 x 109.5 cm Madrid, Museo del Prado
Anche un altro dipinto della serie che mostra il senso del gusto risulta essere ricolmo di dipinti. Se si osserva attentamente l'angolo in basso a sinistra, si può notare un'altra collaborazione di Jan Brueghel il Vecchio; si tratta precisamente di "Cibele e le stagioni all'interno di un festone di frutta", questa volta con Hendrick van Balen il Vecchio; l'opera mostra due ninfe e amorini che circondano un medaglione (fittizio) con la rappresentazione di un'offerta a Cerere.
Jan Brueghel il Vecchio e Peter Paul Rubens Il gusto (Taste) 1618 Olio su tavola 64 x 109 cm Madrid, Museo del Prado
Jan Brueghel il Vecchio e Hendrick van Balen il Vecchio Cibele e le stagioni all'interno di un festone di frutta (Cibeles and the seasons within a festoon of fruit) 1618 Olio su tavola 106 x 75 cm Madrid, Museo del Prado
I dipinti come omaggio
Ogni artista fu influenzato dalla sua realtà storica, dall'arte che ha visto nel corso della sua vita e dalle persone che ha incontrato. A volte questo si riflette nella tecnica o nello stile, ma a volte è letteralmente visibile sulla tela attraverso un dipinto con un dipinto. Un grande esempio è la famosa opera "Le filatrici" o "La favola di Aracne" di Diego Velazquez. Si tratta di una scena del mito di Aracne che raffigura una gara tra lei (a destra) e la dea Atena in veste di donna anziana (a sinistra). Secondo Ovidio, la donna mortale decise per prima di tessere il mito del Ratto d'Europa; se si osserva la scena sul retro del dipinto del Maestro spagnolo, si potrà notare un arazzo con una copia della famosa rappresentazione di Tiziano del mito di Europa. Forse Velázquez fu incoraggiato a raffigurare questa particolare tela perché il suo caro amico Peter Paul Rubens la copiò nel 1629.
Diego Velázquez Le filatrici - La favola di Aracne (The Spinners - The Fable of Arachne) 1657 circa Olio su tela 167 x 252 cm Madrid, Museo del Prado
Tiziano Il ratto di Europa (The Rape of Europa) 1560-1562 Olio su tela 178 x 205 cm Boston, Isabella Stewart Gardner Museum
Peter Paul Rubens Il ratto di Europa (The Rape of Europa) 1629 Olio su tela 182.5 x 201.5 cm Madrid, Museo del Prado
Guardate i miei dipinti!
Un altro modo in cui gli artisti utilizzavano i dipinti nei dipinti era quello di includere le loro opere precedenti nelle nuove creazioni. Un esempio è questo autoritratto di Paul Gauguin con il suo "Cristo giallo" sullo sfondo.
Paul Gauguin Autoritratto con Cristo giallo (Self-portrait with Yellow Christ) 1890-1891 Olio su tela 38 x 46 cm Musée d’Orsay
Paul Gauguin Il Cristo giallo (The Yellow Christ) 1889 Olio su tela 91 x 73.3 cm Buffalo, Albright–Knox Art Gallery
In questa categoria possiamo trovare decine di autoritratti di artiste donne, poichè elle erano spesso escluse dalla vita artistica. Coloro le quali riuscirono a diventare artiste si ritrassero spesso sul luogo di lavoro o accompagnate dalle loro opere (reali o di fantasia). Era come se volessero enfatizzare la loro professione: quale modo migliore di sfidare il patriarcato se non quello di farsi ritrarre come artiste. Artemisia Gentileschi ne è un esempio evidente, ma anche Sofonisba Anguissola, Judith Leyster, Rosalba Carriera, Violante Siries Cerroti e altre fecero lo stesso.
Artemisia Gentileschi Autoritratto come allegoria della pittura (Self-Portrait as the Allegory of Painting) 1638 Olio su tela 98.6 x 75.2 cm Royal Collection, Buckingham Palace
Rosalba Carriera Autoritratto con in mano il ritratto della sorella (Self-Portrait Holding a Portrait of Her Sister) 1709 Pastello su carta 71 x 57 cm Firenze, Galleria degli Uffizi
Judith Leyster Autoritratto (Self-portrait) 1630 Olio su tela 74.6 × 65.1 cm Washington, National Gallery of Art
Violante Siries Cerroti Autoritratto Self-Portrait 1740 Olio su tela 73.5 x 57.5 Firenze, Galleria degli Uffizi
"L'arte è un'azione privata che l'artista fa per se stesso"
(Kenneth Tynan)
(Mar L8v)
Giovanni Paolo Panini Interno di una pinacoteca con la collezione del cardinale Silvio Valenti Gonzaga (Interior of a Picture Gallery with the Collection of Cardinal Silvio Valenti Gonzaga) 1749 Olio su tela 210 x 363 cm Hartford (Connecticut), Wadsworth Atheneum Edited by Lottovolante - 28/9/2023, 07:39
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