LA METAPITTURA - I DIPINTI NEI DIPINTI, Una doppia illusione: un quadro nel quadro

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view post Posted on 26/9/2023, 21:01     +10   +1   -1
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Metapittura, ossia una pratica artistica che rilegge
la propria storia e le proprie forme per cercare
"attraverso la Pittura i significati della Vita e del Mondo,
il Senso della nostra presenza".



LA METAPITTURA
DIPINTI NEI DIPINTI



Una doppia illusione: un quadro nel quadro...





Johannes Vermeer
Donna che legge una lettera davanti a una finestra
- dopo restauro
(Girl Reading a Letter at an Open Window - after restoration)
1657-1659
Olio su tela
83 x 64.5 cm
Dresda, Gemäldegalerie Alte Meister


Nel 2018, il mondo dell'arte celebrò l'importante restauro della "Donna che legge una lettera davanti a una finestra" di Johannes Vermeer. Una delle scoperte fatte durante i lavori di restauro fu che ella non fu mai sola, ma a farle compagnia dal 1657 c’era un Cupido paffutello e capelluto. Solo che nessuno – almeno tra i viventi – l’aveva visto, prima del restauro che ha nuovamente portato alla luce la figura sulla parete dello sfondo. In realtà, già a fine anni ‘70, grazie a un esame radiodiagnostico, gli studiosi avevano scoperto che il quadro era dominato da un grande Cupido, presente sotto forma di dipinto all’interno dell'opera (gli studiosi ritengono che il ritratto della divinità dispettosa possa essere basato su un vero quadro, appartenuto allo stesso Vermeer). Da allora, si pensò che fu lo stesso Vermeer a coprire la figura prima che il lavoro fosse finito. Tuttavia, recenti tecnologie hanno dimostrato che l’immagine del semidio fu coperta solo molto tempo dopo la morte dell’artista; addio quindi all’elegante muro monocromo sullo sfondo, aggiunto in chissà quale momento per assecondare il gusto dell’epoca, che non solo faceva risaltare gli incredibili effetti luminosi per i quali Vermeer è da sempre apprezzatissimo ma che accentuava anche il teso e intimo silenzio che ha reso memorabile la scena. Questa straordinaria opera non è da considerarsi un raro esempio di dipinto all'interno di un altro dipinto; per svariate ragioni, nelle rappresentazioni di interni furono assai comuni raffigurazioni di altre opere d'arte. Spesso era un modo per mostrare l'imponente collezione d'arte del committente, a volte invece gli artisti li utilizzavano come omaggio alle loro ispirazioni e influenze. Esploriamo alcuni sensazionali esempi nella storia dell'arte occidentale.



Alexandre Jean-Baptiste Brun
Vista del Salon Carré del Louvre
(View of the Salon Carré at the Louvre)
1880 circa
Olio su tela
24 x 32 cm
Parigi, Musée du Louvre


Appeso al muro

La pittura di genere era molto diffusa nei Paesi del Nord Europa, soprattutto durante il Secolo d'oro olandese. Abbiamo già parlato di Vermeer, ma molti artisti usarono i dipinti per aggiungere un significato alle loro rappresentazioni della vita quotidiana. Samuel van Hoogstraten (1627-1678) inserì immagini in molte delle sue opere; in "Vista di un interno: le pantofole", incluse un'opera di un artista contemporaneo e rivale, Gerard ter Borch (1617-1681). La donna in abito di raso argentato che ci volta le spalle fa parte dell'opera di ter Borch "Conversazione galante".



Samuel van Hoogstraten
Vista di un interno: le pantofole
(View of an Interior: The Slippers)
1658
Olio su tela
103 x 70 cm
Parigi, Musée du Louvre




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Gerard ter Borch
Conversazione galante
(The Gallant Conversation)
1653-1655
Olio su tela
71 x 73 cm
Amsterdam, Rijksmuseum


Gallerie e mostre

I reali e l'aristocrazia sono sempre stati legati al mondo dell'arte; di conseguenza, questo rapporto divenne un modo per proiettare potere e status attraverso ritratti e collezioni ambiziose. La qualità delle acquisizioni di una persona le conferiva prestigio; per mettersi in mostra, molti iniziarono a richiedere le raffigurazioni delle loro gallerie nei Paesi Bassi. Uno di loro fu l'arciduca Leopoldo Guglielmo, che possedeva circa millequattrocento dipinti. Nel dipinto sottostante possiamo vedere addirittura cinquantuno scene italiane fra le quali si possono notare "Giuditta con la testa di Oloferne" di Carlo Saraceni e "Caino uccide Abele" di Bartolomeo Manfredi. La collezione era così vasta che ne esistono altre cinque raffigurazioni, tutte di David Teniers.



David Teniers
L'arciduca Leopoldo Guglielmo nella sua galleria di Bruxelles
(Archduke Leopold William in his Gallery at Brussels)
1650-1652
Olio su tela
123 x 163 cm
Vienna, Kunsthistorisches Museum




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Carlo Saraceni
Giuditta con la testa di Oloferne
(Judith with the head of Holofernes)
1610-1615
Olio su tela
90 × 79 cm
Vienna, Kunsthistorisches Museum



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Bartolomeo Manfredi
Caino uccide Abele
(Cain Kills Abel)
1615
Olio su tela
152 x 115 cm
Vienna, Kunsthistorisches Museum


Un altro impressionante esempio di questo tipo di pittura è "La Tribuna degli Uffizi" di Johan Zoffany. Fu ordinata dalla Regina Carlotta e l'artista si recò a Firenze per visionare e raffigurare la collezione del Granduca di Toscana, contenente alcune delle migliori opere rinascimentali e barocche, tra le quali si possono notare, la "Venere di Urbino" di Tiziano, un paio di Madonne di Raffaello e "Le conseguenze della guerra" di Rubens. Altri nomi presenti sono Michelangelo, Guido Reni, Annibale Carracci, Correggio, Perugino, nonchè un ritratto di Hans Holbein il Giovane.



Johan Zoffany
La Tribuna degli Uffizi
(The Tribuna of the Uffizi)
1772-1777
Olio su tela
123.5 x 155 cm
Royal Collection, Windsor Castle




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Tiziano
Venere di Urbino
(Venus of Urbino)
1538
Olio su tela
119 x 165cm
Firenze, Galleria degli Uffizi




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Peter Paul Rubens
Le conseguenze della guerra
(Consequences of War)
1637-1638
Olio su tela
206 x 342 cm
Firenze, Palazzo Pitti


Quando il Salon entrò nella tela

Parliamo ora del famoso Salon di Parigi; questo evento annuale della capitale francese ebbe inizio nel 1667; gradualmente, il Salon divenne sempre più importante. Nel XIX secolo era l'evento più prestigioso del mondo dell'arte occidentale comprendente moltissime opere d'arte. Non sorprende che molti artisti abbiano raffigurato il Salon vero e proprio, come François Joseph Heim nella sua opera del 1824 con Carlo X. In quell'anno fu esposto il famoso "Voto di Luigi XIII" di Jean-Auguste-Dominique Ingres, visibile nell'opera di Heim.



François Joseph Heim
Carlo V distribuisce i premi agli artisti alla chiusura del Salon del 1824
(Charles V Distributing Awards to the Artists at the Close of the Salon of 1824)
1827
Olio su tela
173 x 256 cm
Parigi, Musée du Louvre




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Jean Auguste Dominique Ingres
Voto di Luigi XIII
(Vow of Louis XIII)
1824
Olio su tela
421 x 262 cm
Montauban Cathedral


Festa dei sensi

Se si pensa che gli esempi precedenti presentassero molti dipinti all'interno di un quadro, ci si aspetti di vedere le seguenti allegorie dei sensi; una festa di metapitture. Quale modo migliore di rappresentare la vista se non quello di riempire una tela con il maggior numero possibile di immagini? I pittori fiamminghi e amici Jan Brueghel il Vecchio e Peter Paul Rubens crearono insieme una serie con questo tema.



Jan Brueghel il Vecchio e Peter Paul Rubens
Il senso della vista
(The Sense of Sight)
1617
Olio su tavola
64.7 x 109.5 cm
Madrid, Museo del Prado


Anche un altro dipinto della serie che mostra il senso del gusto risulta essere ricolmo di dipinti. Se si osserva attentamente l'angolo in basso a sinistra, si può notare un'altra collaborazione di Jan Brueghel il Vecchio; si tratta precisamente di "Cibele e le stagioni all'interno di un festone di frutta", questa volta con Hendrick van Balen il Vecchio; l'opera mostra due ninfe e amorini che circondano un medaglione (fittizio) con la rappresentazione di un'offerta a Cerere.



Jan Brueghel il Vecchio e Peter Paul Rubens
Il gusto
(Taste)
1618
Olio su tavola
64 x 109 cm
Madrid, Museo del Prado




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Jan Brueghel il Vecchio e Hendrick van Balen il Vecchio
Cibele e le stagioni all'interno di un festone di frutta
(Cibeles and the seasons within a festoon of fruit)
1618
Olio su tavola
106 x 75 cm
Madrid, Museo del Prado


I dipinti come omaggio

Ogni artista fu influenzato dalla sua realtà storica, dall'arte che ha visto nel corso della sua vita e dalle persone che ha incontrato. A volte questo si riflette nella tecnica o nello stile, ma a volte è letteralmente visibile sulla tela attraverso un dipinto con un dipinto. Un grande esempio è la famosa opera "Le filatrici" o "La favola di Aracne" di Diego Velazquez. Si tratta di una scena del mito di Aracne che raffigura una gara tra lei (a destra) e la dea Atena in veste di donna anziana (a sinistra). Secondo Ovidio, la donna mortale decise per prima di tessere il mito del Ratto d'Europa; se si osserva la scena sul retro del dipinto del Maestro spagnolo, si potrà notare un arazzo con una copia della famosa rappresentazione di Tiziano del mito di Europa. Forse Velázquez fu incoraggiato a raffigurare questa particolare tela perché il suo caro amico Peter Paul Rubens la copiò nel 1629.



Diego Velázquez
Le filatrici - La favola di Aracne
(The Spinners - The Fable of Arachne)
1657 circa
Olio su tela
167 x 252 cm
Madrid, Museo del Prado




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Tiziano
Il ratto di Europa
(The Rape of Europa)
1560-1562
Olio su tela
178 x 205 cm
Boston, Isabella Stewart Gardner Museum




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Peter Paul Rubens
Il ratto di Europa
(The Rape of Europa)
1629
Olio su tela
182.5 x 201.5 cm
Madrid, Museo del Prado


Guardate i miei dipinti!

Un altro modo in cui gli artisti utilizzavano i dipinti nei dipinti era quello di includere le loro opere precedenti nelle nuove creazioni. Un esempio è questo autoritratto di Paul Gauguin con il suo "Cristo giallo" sullo sfondo.



Paul Gauguin
Autoritratto con Cristo giallo
(Self-portrait with Yellow Christ)
1890-1891
Olio su tela
38 x 46 cm
Musée d’Orsay




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Paul Gauguin
Il Cristo giallo
(The Yellow Christ)
1889
Olio su tela
91 x 73.3 cm
Buffalo, Albright–Knox Art Gallery


In questa categoria possiamo trovare decine di autoritratti di artiste donne, poichè elle erano spesso escluse dalla vita artistica. Coloro le quali riuscirono a diventare artiste si ritrassero spesso sul luogo di lavoro o accompagnate dalle loro opere (reali o di fantasia). Era come se volessero enfatizzare la loro professione: quale modo migliore di sfidare il patriarcato se non quello di farsi ritrarre come artiste. Artemisia Gentileschi ne è un esempio evidente, ma anche Sofonisba Anguissola, Judith Leyster, Rosalba Carriera, Violante Siries Cerroti e altre fecero lo stesso.



Artemisia Gentileschi
Autoritratto come allegoria della pittura
(Self-Portrait as the Allegory of Painting)
1638
Olio su tela
98.6 x 75.2 cm
Royal Collection, Buckingham Palace




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Rosalba Carriera
Autoritratto con in mano il ritratto della sorella
(Self-Portrait Holding a Portrait of Her Sister)
1709
Pastello su carta
71 x 57 cm
Firenze, Galleria degli Uffizi




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Judith Leyster
Autoritratto
(Self-portrait)
1630
Olio su tela
74.6 × 65.1 cm
Washington, National Gallery of Art




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Violante Siries Cerroti
Autoritratto
Self-Portrait
1740
Olio su tela
73.5 x 57.5
Firenze, Galleria degli Uffizi




"L'arte è un'azione privata che l'artista fa per se stesso"

(Kenneth Tynan)




(Mar L8v)






Giovanni Paolo Panini
Interno di una pinacoteca con la collezione del cardinale Silvio Valenti Gonzaga
(Interior of a Picture Gallery with the Collection of Cardinal Silvio Valenti Gonzaga)
1749
Olio su tela
210 x 363 cm
Hartford (Connecticut), Wadsworth Atheneum



Edited by Lottovolante - 28/9/2023, 07:39
 
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