Posts written by Macinino

view post Posted: 8/1/2024, 10:26     +9TRASTEVERINA UCCISA DA UNA BOMBA - Gerolamo Induno - ARTISTICA


Ecce Agnus dei




Nella... Aylan... e tanti altri. TROPPI!
Tragedie antiche e moderne, ma sempre tragedie.

Dopo quanti morti scatta la pietà?


view post Posted: 14/12/2023, 20:43     +10Miti e leggende sulle origini del mondo e dell'uomo - Favole, miti e leggende

Come fu creato il mondo e l’uomo


Il Mito dei Fenici


All’inizio c’era solo il caos oscuro e ventoso. Questi ciechi venti si accavallarono uno sull’altro, formando una specie di nodo d’amore la cui natura era il desiderio. Durante un’eternità di tempo, Desiderio precipitò in un fango acquoso chiamato Mot. Questo fango generò esseri viventi, semplici creature senza coscienza di se stesse. Da loro nacquero, a loro volta, creature più complesse e così via. Queste creature contemplavano il cielo e videro che Mot era a forma di uovo e c’era il sole, la luna, le stelle ed i pianeti.

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Il Mito pellerossa degli indiani Yakima


Agli inizi del mondo c’era solo acqua. Whee-me-me-owan, il Grande Capo Lassù, viveva su nel cielo tutto solo. Quando decise di fare il mondo, venne giù in luoghi dove l’acqua era poco profonda e cominciò a tirar su grandi manciate di fango, che divennero la terraferma. Fece un mucchio di fango altissimo che, per il gelo, divenne duro e si trasformò in montagne. Quando cadde la pioggia, questa si trasformò in ghiaccio e neve sulla cima delle montagne. Un po’ di quel fango indurì e divenne roccia. Il Grande Capo Lassù fece crescere gli alberi sulla terra ed anche radici e bacche. Con una palla di fango fece un uomo e gli disse di prendere i pesci nell’acqua, i daini e l’altra selvaggina nelle foreste. Quando l’uomo divenne malinconico, il Grande Capo Lassù fece una donna affinché fosse la sua compagna e le insegnò a preparare le pelli, a lavorare cortecce e radici e a fare cesti con quelle. Le insegnò quali bacche usare per cibo e come raccoglierle e seccarle. Le insegnò come cucinare il salmone e la cacciagione che l’uomo portava.



James Tissot (1836 - 1902)
La creazione (The Creation)
1896 - 1902 circa
guazzo su tavola (gouache on board)
20.7 × 24.6 cm.
Jewish Museum, New York (non in vista)


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Il Mito dell’antico Egitto


All’inizio c’erano solo le acque del caos, sovrastate dal buio e dal silenzio. Otto creature, con la testa di rana i maschi e di serpente le femmine, nuotavano nelle acque del caos, prima della creazione. Le creature poi si fusero, formando il Grande Uovo. Dopo un tempo lunghissimo, il guscio si ruppe ed apparve il Creatore, padre e madre di tutte le cose, fonte di ogni vita, il dio Sole. Le due metà del guscio separarono le acque del caos ed il Creatore le fece diventare il mondo. Mentre giaceva nell’abisso delle acque, il Creatore si sentiva molto solo e voleva abitare con altri esseri il nuovo mondo. Così i pensieri del Creatore divennero gli dei e tutte le altre cose del mondo e le sue parole diedero vita alla terra.

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Il Mito dell’antica Cina


All’inizio dei tempi, c’era solo l’oscurità. Il mondo era un gigantesco uovo che conteneva il caos. Dentro l’uovo dormiva e cresceva il gigante Panku, che un giorno improvvisamente si svegliò e ruppe il guscio. Il contenuto più leggero salì in alto e formò il cielo; quello più pesante scese in basso e diventò la Terra. Per migliaia di anni Panku, temendo che i due elementi potessero riunirsi, li tenne separati spingendo in su il cielo con la testa e schiacciando la Terra con i piedi. Quando, soddisfatto del suo lavoro, Panku morì, il respiro si trasformò in vento, la voce in tuono, l’occhio sinistro divenne il Sole e il destro formò la Luna, mentre le sue braccia diventarono montagne, le sue vene sentieri e strade, i suoi capelli le stelle del cielo, la sua carne terreno per i campi e il suo sudore si trasformò in pioggia e rugiada. Così il gigante Panku creò il mondo.

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Il Mito del popolo Babilonese


Una volta non c’erano né cielo né terra. Dèi capricciosi e draghi mostruosi abitavano l’universo vuoto e nero. Il più forte e generoso fra tutti gli dèi era Marduk, il guerriero. Una lunga spada pendeva dal suo fianco e le sue mani stringevano fasci di fulmini che squarciavano le tenebre con bagliori accecanti. Un giorno Marduk incontrò sulla sua strada un drago dall’aspetto terribile. Il mostro sconosciuto aveva grandi ali piumate e scintillanti di metalli preziosi; dalle sue fauci spalancate e irte di denti usciva un ruggito sordo e minaccioso. “Chi sei e che cosa vuoi da me?” chiese Marduk al mostro che gli sbarrava la strada. “ Il mio nome è Tiamat” rispose l’orribile bestiaccia “e voglio te, Marduk. Non riuscirai a vincere Tiamat, il drago degli abissi!”. Mardùk non rispose. In silenzio raccolse il suo coraggio per superare la terribile prova che lo attendeva. All’improvviso, il mostro spiccò un gran balzo verso Marduk, il quale non si fece sorprendere. Rapido, gli lanciò contro una rete di luce che fermò il mostro a mezz’aria impigliandolo fra mille sprazzi luminosi. Un ruggito assordante squarciò l’universo. Tiamat schiumava di rabbia tentando di liberarsi dalla rete di luce. Marduk sguainò la lunga spada e squarciò il mostro in due. Appese la schiena del mostro, che era maculata, in alto, perché diventasse il cielo con le stelle e poggiò un piede sul ventre del mostro, che divenne la terra con i fiumi e gli oceani.

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Il Mito del popolo Maya


Gli antichi Maya dell’America centrale raccontavano che i Creatori fecero sorgere la terra dal fondo del mare. La leggenda di un antico popolo che vive nell’America centrale discendente dagli antichi Maya, narra che all’alba del tempo tutto era immobile e silenzioso, la distesa del cielo era vuota: non c’era ancora nessuno. Non c’era niente, niente che stesse in piedi: esisteva solo il cielo e il mare calmo. Nell’acqua, circondati dal chiarore e nascosti sotto piume verdi e azzurre, c’erano: il Creatore, che si chiamava Tepeu, il Formatore, Gucumatz e i Progenitori.

Gli dei una notte si riunirono, parlarono e decisero che quando fosse spuntata l’alba avrebbero cominciato la creazione. Decisero cioè di formare il mondo, di far nascere la vita, di far crescere alberi e cespugli e infine di dar vita all’uomo. Questo venne deciso dagli dei nelle tenebre della notte. “Facciamo così, dissero, riempiamo il vuoto, ritiriamo quest’acqua e facciamo sorgere la terra! E ora si faccia chiaro, l’alba illumini il cielo e la terra! Non ci sarà gloria né grandezza nella nostra creazione finché‚ non esisterà l’uomo!”

“Terra!” Dissero gli dei e in un attimo la terra fu fatta. Come per prodigio si compì la formazione delle montagne e delle valli e in un attimo, dalla superficie della terra, scaturirono insieme boschi di cipressi e di pini. Quando apparvero le alte montagne, le acque si divisero e i ruscelli cominciarono a scorrere liberamente fra le colline. Fatto questo, gli dei crearono i piccoli animali piccoli della foresta, poi i leoni, le tigri, i serpenti. Successivamente vennero creati i cervi e gli uccelli. “Voi cervi starete fra le erbe, camminerete su quattro piedi e dormirete nelle pianure lungo i fiumi”, ordinarono gli dei. Agli uccelli dissero: “Voi uccelli abiterete sugli alberi e sui cespugli, lì farete i vostri nidi”.

Compiuta la creazione di tutti i quadrupedi e di tutti gli uccelli gli dei dissero loro: “Parlate, adesso, gridate, chiamate! Dite i nostri nomi, lodateci, invocateci!”. Ma gli dei non riuscirono a ottenere che gli animali parlassero come gli uomini: strillavano, invece, ruggivano, gracchiavano, fischiavano, muggivano, ciascuno con il loro linguaggio che era incomprensibile. Quando gli dei videro che non era possibile farli parlare, tornarono dagli animali e dissero loro: “Visto che non siamo riusciti a farvi parlare, vi cambieremo il vostro cibo, il vostro pascolo, la vostra casa e i vostri nidi saranno i boschi e le montagne. Non ci avete adorati né ci avete invocati, perciò le vostre carni serviranno da cibo a altri animali. Creeremo altri esseri che ci ubbidiranno e ci adoreranno”. Detto questo, però, gli dei vollero fare un ultimo tentativo e vedere se riuscivano a farsi adorare dagli animali. Ma ancora una volta non riuscirono a capire il loro linguaggio e non poterono far nulla per indurre gli animali a invocarli. Per questa ragione tutti gli animali che esistevano sulla faccia della terra vennero condannati a essere uccisi e mangiati. Così fu necessario un nuovo tentativo da parte del Creatore, del Formatore e dei Progenitori. Quel tentativo riuscì e fu creato l’uomo.

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Il Mito dell’antica Grecia


All’inizio c’era il Caos, il grande abisso vuoto. Dal Caos emerse Eurinome, la ballerina. Aveva tantissima voglia di danzare, ma nessuna superficie sulla quale poggiare i piedi. Per questa ragione decise di dividere il Cielo dal mare e cominciò a volteggiare sulle onde, fino a creare un vortice intorno al proprio corpo. Da questo vortice nacque Borea, il freddo vento del nord. Il vento divenne sempre più impetuoso: Eurinome allora lo afferrò e lo strizzò come fosse uno straccio e lo trasformò in un serpente a cui dette il nome di Ofione. Dall’unione di Eurinome e di Ofione nacque l’Uovo Universale. Ofione si arrotolò sette volte intorno al gigantesco Uovo, finché questo si schiuse. Dall’Uovo Universale uscirono tutte le meraviglie del creato.

Eurinome e Ofione si stabilirono in una reggia sul Monte Olimpo. Ofione disse: “Spetta a me sedere sul trono, perché io sono il creatore dell’universo!” Eurinome, furibonda, urlò: “Come osi, rettile? Senza di me non saresti stato nulla. Io devo sedermi sul trono e governare su tutto!” Seguì una violenta lotta tra i due: Eurinome, con un calcio, fece cadere tutti i denti di Ofione. A contatto con la terra i denti del serpente si trasformarono in esseri umani, il primo dei quali si chiamò Pelasgo.


view post Posted: 11/12/2023, 18:29     +6Il mito della ninfea - Favole, miti e leggende

La Ninfea dalle grandi foglie


(leggenda popolare)


In tempi molto antichi viveva in un profondo lago una bellissima fanciulla. Era la Ninfa delle acque, prediletta dagli animali. Un mattino Raggio di Sole si posò sul lago e restò incantato a osservarla. La Ninfa, nel vedere quel giovane bello come un dio, si immerse nell’acqua, intimidita. Il mattino dopo, però, Raggio di Sole ritornò e le disse: “Io scenderò fra le acque per restare con te!” La Ninfa rispose:“Se lo farai, sarà grande la mia gioia”.

Ma il Genio Verde, padrone di quelle acque, aveva sentito. Egli non lo avrebbe permesso, mai! La mattina dopo, quando la Ninfa risalì dalle acque, il Genio Verde le disse: “Ho sentito che vai sposa a Raggio di Sole. Voglio farti un bellissimo dono, adeguato alla tua bellezza…” e le porse una grande quantità di polline di fiori.

La Ninfa lo raccolse tra le mani, ma subito quel polline si trasformò in oro, così pesante da trascinarla nel fondo del lago. Il Sole, che aveva visto tutto, decise di intervenire. Come per incanto, la Ninfa risalì dal lago, trasformata in uno splendido fiore, che da allora abita sui laghi e sugli stagni e si chiama “Ninfea dalle grandi foglie”.




Claude Monet
Lo stagno delle ninfee (Le Bassin des Nympheas)
1904
87,95 x 91,44 cm.
Denver Art Museum



view post Posted: 8/12/2023, 20:57     +8Miti e leggende sulle origini del mondo e dell'uomo - Favole, miti e leggende

La nascita del mondo


(mito finlandese)


In un tempo lontano, quando esistevano solo l’aria e il mare, Lunnotar (Ilmatar), la bella Fata della Natura “figlia dell’aria”, scese dalla sua casa tutta azzurra e cominciò a camminare sul mare. Si lasciò cullare dalle onde, facendosi trasportare dalle correnti, finché si addormentò.

Qualche tempo un’aquila enorme apparve in cielo: era stanca e cercava un luogo dove posarsi. Batteva le ali ormai senza più forza e presto sarebbe caduta fra le onde, ma Luonnotar la vide e per aiutarla sollevò un ginocchio fuori dall’acqua. L’uccello, credendo che la sporgenza fosse un'isoletta, vi si posò e vi preparò il nido. Quando tutto fu pronto vi depose sei uova d’oro e una di ferro; poi iniziò a covarle. Covò le uova un giorno, poi al secondo Luonnotar iniziò a sentire un calore sempre più forte al ginocchio, ma cercò ugualmente non muoversi e di resistere, per lasciare che l’uccello covasse fino al termine le sue uova. Ma al terzo giorno il calore delle uova era così forte che la Fata non riuscì più a sopportarlo: Luonnotar non ce la fece più a star ferma e diede uno scossone al ginocchio. Le uova caddero nel mare e si ruppero.

Accadde allora una cosa meravigliosa: metà di un guscio delle uova d’oro si ingrandì e formò la volta del cielo e l’altra metà la superficie curva della Terra. I tuorli rossi formarono il Sole e le stelle, il bianco diventò la Luna e i neri pezzetti dell’uovo di ferro diventarono nuvole nel cielo. Passarono gli anni e Luonnotar continuò a nuotare nelle acque calme e silenziose del mare. Poi allo
scadere del nono anno si sollevò e diede inizio alla creazione. Dove toccava con le mani sorgevano le baie e i promontori. Dove i suoi piedi premevano il terreno ecco formarsi le valli e gli abissi marini. Si distese sulla terra e con le braccia formò le pianure. Tornò nel mare e nuotando sul dorso ne cosparse la superficie di isolette e di scogli. Così nacque il mondo.



Robert Wilhelm Ekman
Ilmatar
1860
olio su tela - 79 x 111 cm.
Museo d'arte Ateneum, Helsinki (Finlandia)



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Napi e gli animali

(mito indiano)


Molti molti anni fa Napi era l’aiutante del Sole. Mentre il Sole riscaldava la Terra, Napi aggiustava tutto: montagne sbriciolate, fiumi bloccati… Un giorno avendo finito presto il suo lavoro e non essendo abituato a stare con le mani in mano, prese un blocco di argilla e cominciò a modellarla: uno dopo l’altro fece tutti gli animali e li distribuì qua e là per il mondo. Napi era molto soddisfatto: “Ho fatto proprio un bel lavoro! Ora non mi resta che trovare un nome per ogni animale e trasmettergli la vita, soffiandoci sopra”.

A uno a uno gli animali presero vita e popolarono tutta la Terra. In un angolino era rimasto un pezzetto di argilla, così Napi fece un’altra statuetta, la posò sulla Terra e disse: “Tu ti chiamerai… uomo!” e ci soffiò sopra. Napi tornò al lavoro dopo pochi giorni. Ma gli animali vennero da lui a lamentarsi perché aveva assegnato loro dei luoghi inadatti. Egli li ascoltò, poi trovò a tutti un nuovo posto in cui vivere.

Questa volta furono tutti soddisfatti. Quasi tutti… Nonostante la sua buona volontà, infatti, Napi non riuscì a trovare un posto che andasse bene per l’uomo. Ecco perché ancora oggi gli uomini, incontentabili, vanno dappertutto, alla ricerca di un luogo che possa andare bene.




Edited by Milea - 14/12/2023, 14:09
view post Posted: 6/12/2023, 12:38     +4La leggenda del Pesce d’aprile - Favole, miti e leggende

La leggenda del Pesce d’aprile


(leggenda popolare)


Una leggenda narra che Dio terminò la creazione del mondo proprio il primo di aprile. Finita l’opera, se ne andò in cielo lasciando gli uomini soli. Un po’ storditi e non sapendo cosa fare, alcuni si misero a cercare il cibo per sfamarsi e un posto riparato per passare la notte. Altri, meno intelligenti e più preoccupati, invece di rendersi utili cominciarono a ostacolarli.

“Questa pianta è troppo brutta! Non può essere buona da mangiare!” dicevano gli sciocchi togliendo dalle mani di un uomo intelligente una bella carota. “Questo posto è troppo buio!” dicevano i paurosi, impedendo agli uomini intelligenti di entrare in una grotta calda e ospitale.


Stanchi di essere ostacolati, gli uomini intelligenti ebbero un’idea: inviarono gli uomini sciocchi a cercare una pianta buonissima chiamata “Succulenza” che cresceva nel posto esatto dove tramonta il sole. Gli sciocchi partirono alla ricerca di questa pianta inesistente seguendo il cammino del sole, senza nemmeno sospettare che erano stati presi in giro… In verità la “succulenza” non esisteva proprio! Da allora i furbi il 1° d’Aprile sono soliti fare scherzi ai creduloni, mandandoli in giro tutto il giorno a cercare cose inutili o introvabili. L’origine del nome “pesce d’aprile” deriverebbe anche dal fatto che proprio il primo aprile il sole esce dalla costellazione dei Pesci.



Paul Klee (1879 - 1940)
Magia del pesce (Fish Magic)
1925
olio e acquerello su tela su pannello - 77,2 x 98,4 cm.
Philadelphia Museum of Art



view post Posted: 3/12/2023, 20:40     +16La leggenda della stella alpina - Favole, miti e leggende

Attività correlata di arte e immagine

Realizziamo una Stella Alpina


Occorrente:
- cartoncino per la dima delle sagome
- 2 fogli da disegno: un blu per il cielo e uno bianco per la montagna
- feltro bianco (leggero)
- carta crespa gialla
- colori a pastello
- colla, forbici
- pennarello UniPosca oro


Ritagliare la sagoma della montagna, riportarla sul foglio da disegno bianco e incollarla sulla parte inferiore del foglio da disegno blu, in modo che combacino perfettamente. Ritagliare la sagoma dello stelo e riportarla su un foglio da disegno sempre bianco; incollarla al centro della montagna verso la parte bassa. Colorare e fare le venature delle foglie coi pastelli. Ritagliare e riportare sul feltro la sagoma delle foglie fiorali, le brattee, e incollarle sullo stelo. Fare delle palline di carta crespa (da cinque a un massimo di sette) per simulare le infiorescenze; incollarle al centro della rosetta di feltro. Decorare il fondo del foglio blu con delle stelle, utilizzando il pennarello UniPOsca oro.



view post Posted: 2/12/2023, 19:28     +8La nascita delle parole (mito australiano) - Favole, miti e leggende

La nascita delle parole

(mito australiano)


Quando il tempo passava senza che nessuno lo misurasse, un uomo portava a spasso per la Terra un sacco enorme e leggerissimo: era il Mago delle Parole e il sacco conteneva tutte le parole del mondo.

Un mattino il Mago delle Parole arrivò sulle rive dell’Australia. Un bambino lo guardò con diffidente curiosità.
“Come ti chiami? Chiese il Mago. Il bambino rimase silenzioso e immobile.
“Sei un bambino senza nome, oppure il tuo nome non ha ancora una voce?” sorrise il Mago.

Accarezzò i capelli del fanciullo, gli prese la mano e la introdusse nel sacco delle parole. “Qui dentro ci sono tutte le lettere e tutti i nomi. Ci sono anche tutte le storie della Terra” disse il mago delle parole. “Prendi un pugno grosso di lettere e lanciale in aria: sarà il vento a decidere come ti chiami.”

Il bambino lanciò in aria le lettere e subito un soffio di vento compose… PURUKUPALI.
“Ecco, Purukupali è il tuo nome”. Poi insieme estrassero dal sacco manciate di parole e manciate di sillabe, perché gli uomini raccontassero le storie del mondo.



Alighiero Boetti (Torino, 1940 - Roma, 1994)
Senza Titolo (Segno e disegno)
1978 ca.
ricamo su tela - 68 x 68 cm.
Collezione privata





Edited by Milea - 2/12/2023, 19:30
view post Posted: 30/11/2023, 21:35     +7La leggenda della stella alpina - Favole, miti e leggende


La leggenda della stella alpina:

la stella venuta dal cielo


(leggenda valdostana)


Una volta, tanto tempo fa, una montagna malata di solitudine piangeva in silenzio. Tutti la guardavano stupiti: gli abeti, i faggi, le querce, le pervinche e i rododendri. Nessuna pianta però poteva farci niente, poiché era legata alla terra dalle radici. Così neppure un fiore sarebbe potuto sbocciare tra le sue rocce.

Se ne accorsero anche le stelle, quando una notte le nuvole erano volate via per giocare a nascondino tra i rami dei pini più alti. Una di loro ebbe pietà di quel pianto senza speranza e scese guizzando dal cielo. Scivolò tra le rocce e i crepacci della montagna, finché si posò stancamente sull’orlo di un precipizio. Brrr!!! Che freddo faceva! ... Che pazza era stata a lasciare la quiete tranquilla del cielo! Il gelo l’avrebbe certamente uccisa.

Ma la montagna corse ai ripari, grata per quella prova di amicizia data col cuore: avvolse la stella con le sue mani di roccia in una morbida peluria bianca. Quindi la strinse, legandola a sé con radici tenaci. E quando l’alba spuntò, era nata la prima stella alpina...




Edgar Maxence (1871 - 1954 )
Edelweiss (L ‘ame du glacier)
1900 circa
olio su tela - 37 x 45,5 cm.
Collezione privata



view post Posted: 9/10/2023, 13:04     +4Risotto alla zucca con seppie e caffè - Speciale caffe'

Risotto alla zucca con seppie e caffè




Ingredienti (per 4 persone)

riso Carnaroli 350 gr.
zucca 200 gr.
1 scalogno
seppie 150 gr.
2 cucchiai di polvere di caffè
parmigiano q.b.
burro q.b.
olio extra vergine di oliva q.b.

Per il brodo
1 litro di acqua
le teste delle seppie
1 carota
1 costa di sedano
sale q.b.


Preparazione

Per prima cosa ponete la zucca su una teglia, conditela con olio extravergine, sale e aromi, poi cuocetela in forno statico a 200° fino a che risulti morbida. Pulite le seppie separando la testa dal corpo e tenendo da parte quest’ultimo. Preparate il brodo facendo soffriggere le verdure, poi aggiungete le teste delle seppie e l’acqua fredda. Nel frattempo prendete la zucca precedentemente cotta e tolta dal forno e create una crema con l’aiuto di un frullatore ad immersione; se risulta troppo densa, utilizzate poco brodo di pesce per renderla più vellutata.

Ponete una padella sui fornelli e scaldatela a fuoco medio, aggiungete quindi il corpo delle seppie tagliato a striscioline o a tocchetti con un filo di olio e lasciate scottare un paio di minuti, poi tenete il tutto da parte. Preparare il risotto: soffriggete nella padella dove avete cotto precedentemente le seppie lo scalogno tritato con dell’olio fino a farlo imbiondire leggermente, versate il riso e fatelo tostare. Aggiungete quindi il brodo fino a coprire il riso e proseguite la cottura. Integrate un po’ di brodo di tanto in tanto quando il riso si asciuga. A metà cottura incorporate la crema di zucca. Quando il riso è cotto, mantecate a fuoco spento con il burro e il parmigiano.

Scaldate leggermente le seppie precedentemente cotte, poi potete iniziare la composizione: ponete il risotto al centro del piatto, le seppie sopra al risotto e guarnite con una spolverata di caffè macinato. Fonte

view post Posted: 6/10/2023, 23:28     +6Sarah Jessica Parker mostra i piedi, ma le scarpe sono spaiate - TV, CINEMA & TEATRO

Sarah Jessica Parker mostra i piedi,
ma le scarpe sono spaiate




Probabilmente Sarah Jessica Parker sarà ricordata anche per questa sua innocua, simpatica, eccentrica bizzarria stilistica. Ancora una volta la star di Sex and The City sfodera sul tappeto rosso la sua originale e personalissima idea di styling: le mismatched shoes, ovvero le scarpe spaiate: destra e sinistra dello stesso modello, ma in colori diversi.



Al New York City Ballet’s 2023 Fall Gala


L’idea, per la verità, ha il copyright del suo alter ego televisivo Carrie Bradshaw, che già nel 2000 in un episodio della serie cult spaiava ad arte dei sandali Christian Louboutin. Una trovata che deve essere piaciuta all’attrice, tanto da riproporla nella vita reale nel 2019, sul tappeto rosso del New York City Ballet’s Fall Fashion Gala ma, allora, al posto delle creazioni dall’iconica suola rossa, c’erano un paio di sandali della sua collezione, lanciata nel frattempo.



All’Annual New York City Ballet Fall Fashion Gala nel 2019


Altro giro, altra corsa, ma stesso tappeto rosso, ancora quello del party col quale si apre la stagione autunnale del New York City Ballet. Messo in cantina il vaporoso abito fucsia di Zac Posen di allora, Sarah Jessica Parker ora sfoggia un meno audace abito nero firmato Carolina Herrera. Al suo fianco il marito Matthew Broderick, e ai suoi piedi, ancora una volta, un paio di sandali dalla fibbia gioiello, o meglio, due metà paia: uno nero e uno nude. Anche in questo caso le scarpe indossate dall’attrice sono quelle della sua stessa collezione omonima, scarpe che si possono acquistare già in colori spaiati.




Sarah Jessica Parker col marito Matthew Broderick...




...e con Wes Gordon




view post Posted: 2/10/2023, 22:46     +5Perché il Terzo Reich si chiamò così? - Curiosità e perchè

Perché il Terzo Reich si chiamò così?




L’esercito nazista schierato nel campo Zeppelin a Norimberga, 1938


Il termine Reich (probabilmente dal latino rex, “re”) in tedesco significa impero, regno, Stato, e in italiano viene usato con riferimento specifico alla Germania. Il Terzo Reich, che richiama esplicitamente la potenza e la grandezza delle precedenti esperienze imperiali, corrisponde al regime totalitario nazista, iniziato nel 1933 e terminato nel 1945, alla conclusione della Seconda guerra mondiale.

Il Primo Reich fu il Sacro romano impero, nato con l’incoronazione di Carlo Magno a Roma da parte di papa Leone III, il 25 dicembre 800 (secondo altri studiosi, con l’incoronazione a imperatore di Ottone I di Sassonia, nel 962): terminò nel 1805 con la pace di Presburgo, firmata il 26 dicembre nella città omonima (l’odierna Bratislava) che prevedeva la rinuncia definitiva, da parte di Francesco II, al titolo di imperatore dei Romani.

Il Secondo Reich si colloca invece tra la nascita della Germania come nazione unificata (il 18 gennaio 1871, con l’incoronazione del primo imperatore tedesco Guglielmo I a Parigi), e l’abdicazione dell’imperatore Guglielmo II nel novembre del 1918, al termine della Prima guerra mondiale.




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