DONNE ROMANE, SCENA CONTEMPORANEA - Gerolamo Induno, 1864, Collezione privata

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view post Posted on 14/1/2024, 20:37     +11   +1   -1
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Gerolamo Induno
Donne romane, scena contemporanea
1864
Olio su tela
76 x 101 cm
Collezione privata


Datato 1864, il dipinto, già noto con il titolo "Ascoltando la notizia del giorno", è identificabile con la tela "Donne romane, scena contemporanea", inviata nel medesimo anno all'esposizione di Belle Arti di Brera insieme ad altri cinque dipinti. In tale occasione il dipinto è stato oggetto di una attenta lettura da parte di Giuseppe Mongeri, il quale, recensendo la rassegna su "La Perseveranza", si è soffermato a lungo sulla descrizione di "Donne romane" consentendoci di identificare, con certezza, la tela in oggetto con quel dipinto, pur se poi l'autore privilegia una lettura dell'episodio in chiave di scena di genere piuttosto che come momento di vita contemporanea, quale invece vuole essere l'opera in questione.


Scrive infatti Mongeri che "Gerolamo Induno [...] cominciò la sua carriera artistica coi soggetti militari [...], tuttavia pare che, nella varietà concessa dalla pittura di genere, quella di carattere domestico, cui sembra piegare oggi, sia per recargli successo ancor maggiore". E infatti "le donne che leggono di soppiatto un proclama del Comitato romano" sono per Mongeri né più ne meno che "un gruppo di quattro popolane nel costume di Trastevere, commosse, palpitanti alla lettura di un foglio: una fanciullina distratta, che si trastulla presso il focolare, compie la scena. Si può accusare queste figure d'essere più tarchiate di quanto una certa eleganza richiede", continua Mongeri, "si può notarvi la luce di riflesso alquanto sparsa ma, tolti questi nei, quanto moto, quanta vita, quanta evidenza nelle loro persone! Soprattutto quanta maestria negli accessori; quale mano mirabile, che prende a scherzare coi colori della tavolozza! Inutile parlare del disegno: teste, estremità, panni, portano l'impronta di un vero, tradotto senza stenti, tanto che il dipingere davanti a cotesta tela, pare la cosa più facile che mai sia." In sintonia con Mongeri, dalle pagine dell' "Illustrazione Universale", anche Yorik, il critico Pietro Ferrigni, nonostante sottolinei la propria preferenza per I racconti del volontario, definisce "eccellente anche quelle donne romane alla finestra, una delle quali, lattante un bambino, è una meraviglia di disegno, di colore, di rilievo".


Il significato e l'importanza del dipinto sono tuttavia ben altri dal momento che gli eventi della storia contemporanea, alla narrazione della quale Gerolamo Induno si era dedicato con successo dalla fine degli anni quaranta, sarebbero diventati più tardi per il pittore lombardo uno spunto narrativo ideale per indagare gli effetti e gli umori che le vicende contemporanee trascinavano con sé permeando il vivere quotidiano della popolazione, dando vita ad una serie di lavori nei quali il tema patriottico veniva sapientemente declinato dall'autore secondo i modi narrativi tipici della pittura di genere, un campo nel quale Gerolamo, insieme al fratello Domenico, aveva dimostrato di non avere rivali. Così come in "Donne romane" e in altri dipinti, Induno affronta uno dei tanti episodi che hanno caratterizzato il raggiungimento dell'unità nazionale, quello dell'auspicata annessione di Roma al Regno d'Italia, attraverso la narrazione parallela della storia degli umili, degli affetti che si esprimono tra le pareti domestiche di giovani volontari, feriti e reduci: ambienti iconograficamente ispirati da certa pittura biedermeier attenta alla descrizione minuziosa degli oggetti di uso quotidiano più disparati, ma, tuttavia, resi in un linguaggio consapevolmente aperto alla cultura realista. Apertura al realismo che rileva anche Clementi recensendo le opere di Induno presentate a Torino nel medesimo anno, nelle quali il critico sottolinea che "la luce è vera in tutte le sue graduazioni e sbattimenti, le pareti sono di muro, i legnami di legno, le coperte, le lenzuola ed i cuscini sono di stoffa. Insomma noi troviamo in quel quadro la verità espressa nella forma e nell'idea" (G. Clementi, La XXIII Esposizione di Oggetti d' arte, in "L'Opinione", 18 maggio 1864, p. 323.)


E se è vero, come è vero, che dal punto di vista compositivo, nella scelta di rappresentare alcune figure femminili alla finestra, l'autore fa proprio lo schema utilizzato da Odoardo Borrani ne Il 26 aprile 1859, presentato a Firenze nel 1861, e Le cucitrici di camice rosse, inviato alla Promotrice di Torino nel 1863, lavori che Induno doveva ben conoscere avendo partecipato anch'egli alle medesime rassegne, è altrettanto vero che Donne romane denota una sincera attenzione al "vero", tale da rendere il soggetto una scena di vita contemporanea. E infatti, parafrasando Clementi, in "Donne romane" le pareti sono di muro, le pentole sono di rame, la polvere sul vaso sullo scaffale è polvere e le giovani donne, speranzose per le sorti della propria patria, colte dall'autore mentre ascoltano le parole che una di esse legge ad alta voce da un foglio del Comitato - foglio sul quale si legge la data "1864"-, sono davvero donne contemporanee sia nella descrizione degli abiti che indossano, sui quali Gerolamo Induno si sofferma con precisione mostrando particolare attenzione per quello della donna sulla destra, un abito con caratteristiche che rimandano ai costumi popolari della zona di Tivoli e della valle dell' Aniene, sia nella resa dello spirito patriottico: e, infatti, nonostante a quella data le prime speranze di unificazione fossero già crollate con la sconfitta di Garibaldi in Aspromonte, l'atmosfera che si avverte nel dipinto è quella di un pacato ottimismo, il quale si concretizza nella figura della giovane e bellissima madre, disegnata dalla luce del sole che entra dalla finestra aperta sulla città che si scorge in lontananza e colta dal pittore mentre allatta il suo bambino ascoltando le notizie con sguardo sereno e fiducioso. (Mar L8v)



 
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