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"Pensavo solo a una cosa, a rendere conto a me stesso delle leggi della luce e della prospettiva. Non davo importanza a ciò che trovavano di originale, nuovo e romantico in me, cercavo l'immagine".
Théodore Rousseau
FUGA NELLA FORESTA LA NASCITA DELLA SCUOLA DI BARBIZON Durante il XIX secolo, gli artisti più promettenti si formarono all'Accademia Reale di Pittura e Scultura di Parigi. L'Accademia insegnava ai suoi allievi le opere degli antichi maestri. Gli artisti in erba furono incoraggiati ad adottare gli ideali classici nei loro dipinti; tuttavia, un gruppo di loro credeva nella legittimità del paesaggio come genere indipendente. Per questo motivo si recarono alla periferia di Parigi per osservare la natura.
Rivolgendo la loro attenzione alla bellezza della campagna, formarono la scuola di Barbizon...
Théodore Rousseau Les Chênes d'Apremont 1850-1852 Olio su tela 63,5 x 99,5 cm Parigi, Musée du Louvre A Barbizon tra il 1830 e il 1870 si generò una colonia di artisti da cui nacque la Scuola di Barbizon che operò un profondo rinnovamento della pittura di paesaggio. La Scuola di Barbizon è stata una esperienza pittorica francese a cavallo tra la prima e la seconda metà del XIX secolo, corrente di un più ampio movimento artistico europeo che tendeva all’affermazione del naturalismo nell’arte, e che ha dato un contributo significativo all’affermazione del Realismo ottocentesco francese. Si trattò di una libera associazione di artisti che lavorarono nel villaggio di Barbizon, situato appena fuori Parigi, vicino alla Foresta di Fontainebleau tra gli anni Trenta e Settanta dell’Ottocento. I membri della Scuola avevano interessi e stili artistici diversi, ma si concentravano prevalentemente sui paesaggi e sulla pittura all’aperto, con in comune il desiderio di elevare questo genere pittorico, da sfondo di scene classiche a soggetto a sé stante. La campagna e gli alberi secolari della foresta, così come i lavoratori dei campi intorno, esercitarono una forte attrazione di riscoperta delle bellezze naturali lontano dalla città, ispirando diverse generazioni di artisti.
Jean-Baptiste-Camille Corot Ricordo di Mortefontaine (Souvenir de Mortefortaine) 1864 Olio su tela 65 x 89 cm Parigi, Musee du Louvre
Cresce l'interesse per la pittura di paesaggio
Per tutto il XVIII e l'inizio del XIX secolo, il paesaggio non era considerato abbastanza degno di essere un soggetto a sé stante; pertanto, gli artisti lo utilizzavano come sfondo per scene bibliche idealizzate. Durante questo periodo, i pittori che svilupparono una passione per la natura guardarono al pittore francese Claude Lorrain. Nato nel 1600, Lorrain si stabilì a Roma e utilizzò la campagna per accompagnare le sue narrazioni classiche. I suoi dipinti definirono un modo idealizzato di dipingere la natura che i suoi successori avrebbero seguito.
Claude Lorrain Il giudizio di Paride (The Judgment of Paris) 1645-1646 Olio su tela 112.3 x 149.5 cm Washington, National Gallery of Art
Origini e sviluppo della Scuola di Barbizon
La foresta di Fontainebleau iniziò ad attirare artisti già nel XVIII secolo, inclusi i neoclassicisti Jean-Joseph-Xavier Bidauld, Théodore Caruelle d’Aligny e Alexandre Desgoffe. I pittori furono attratti non solo dal paesaggio selvaggio e vario, ma anche dalle favole e leggende francesi legate alla foresta. Fu, tuttavia, l’arrivo all’inizio del XIX secolo di Jean-Baptiste Camille Corot (Parigi, 1796-1875) e di Théodore Rousseau (Parigi, 1812 - Barbizon, 1867), che vi si trasferì definitamente nel 1846, a rendere l’area una calamita per altri artisti. In primis Jean-François Millet (Gréville-Hague, 1814 - Barbizon, 1875) che andò a vivere a Barbizon con la sua famiglia nel 1849 per sfuggire alle turbolenze politiche e sociali della capitale e che lì vi morì, insieme a Charles-François Daubigny, Jules Dupré, Narcisse-Virgilio Díaz de la Peña, Constant Troyon e Charles Jacque, tra gli altri.
Constant Troyon The Bathers (Clearing in the Forest) 1842 Olio su tela 232 x 159.4 cm Houston, Museum of Fine Arts
All’inizio degli anni Venti dell’Ottocento, Corot iniziò a disegnare e dipingere paesaggi intorno a Fontainebleau. Sebbene non abbia mai effettivamente vissuto nella zona, vi tornò spesso anche nel 1829 e nel 1830 e fu un influente e attivo sostenitore di altri artisti di Barbizon. All’inizio degli anni Trenta, lo sviluppo del sistema ferroviario da Parigi rese possibile viaggi facili a Barbizon e l’apertura della locanda “Auberge Ganne”, garantì agli artisti un luogo in cui vivere, lavorare e condividere idee e modalità pittoriche.
Jules Dupré Forest Landscape 1840 circa Olio su tela 39 x 58 cm San Pietroburgo, Hermitage Museum
Dal 1833 Rousseau iniziò a sostare a Barbizon per lunghi periodi, in cui avrebbe esplorato l’ambiente dedicandosi a realizzare degli schizzi e la pittura all’aperto. La sua passione per la foresta e il paesaggio lo resero un leader naturale del gruppo e attirò lì altri artisti, uniti in escursioni pittoriche e influenzati dalla sua pratica e dalle sue motivazioni. Nei decenni successivi, il villaggio di Barbizon e i suoi dintorni divennero una destinazione artistica primaria, in particolare durante i moti del 1848 che fecero fuggire molti artisti parigini verso la campagna apparentemente più sicura. Durante questo periodo sono stati realizzati centinaia di dipinti e fotografie, che ritraggono la zona e la sua vita rurale.
Théodore Rousseau Foresta di Fontainebleau Gruppo di alberi ad alto fusto che si affacciano sulla piana di Clair-Bois, ai margini del Bas-Bréau (Forest of Fontainebleau Cluster of Tall Trees Overlooking the Plain of Clair-Bois at the Edge of Bas-Bréau 1849-1855 Olio su tela 90,8 x 116,8 cm Los Angeles, Getty Center
Théodore Rousseau Le grandi querce di Bas-Bréau (The great oaks of Bas-Bréau) 1864 Olio su tela 116,8 x 90,2 cm Houston, Museum of Fine Arts
Temi e stili dei pittori di Barbizon
Nella tradizione neoclassica settecentesca, la pittura di paesaggio era considerata rilevante solo se presentata in uno stile idealizzato e come sfondo di una narrativa storica o classica sostenuta dall’accademia. Agli inizi dell’Ottocento andava diffondendosi l’entusiasmo da parte dei giovani allievi per una resa nuova più realistica, non legata al paesaggio storico, ma alla visione e allo studio dei dettagli, come era stato per i pittori olandesi del XVII secolo. Allo stesso tempo, un certo numero di altri iniziava a disegnare all’aperto nei dintorni di Parigi.
Jean-Baptiste Camille Corot Foresta di Fontainebleau (Forest of Fontainebleau) 1834 Olio su tela 175,6 x 242,6 cm Washington, National Gallery of Art
Jean-Baptiste-Camille Corot Foresta di Fointanbleau (Forest of Fontainebleau) 1846 Olio su tela 90.2 x 128.8 cm Boston, Museum of Fine Arts
In reazione alle rappresentazioni stilizzate e idealizzate di figure e paesaggi del neoclassicismo, la maggior parte degli artisti di Barbizon si avvicinarono alla pittura in modo naturalistico, catturando gli scenari che vedevano in modo veritiero, facendo attente osservazioni e dipingendo all’aperto per riprodurre fedelmente i colori e le forme della campagna. Sebbene molte loro opere presentino figure, la maggior parte di queste sono slegate da una narrazione. Si voleva infatti affermare che il paesaggio stesso, reale, costituisse il soggetto principale dell’opera. L’eccezione a questa visione fu Millet che estese i concetti del naturalismo alla forma umana, concentrandosi sui lavoratori nell’area rurale intorno al villaggio, includendo spesso un commento sociale nella sua arte.
Jean-François Millet Le spigolatrici (The Gleaners) 1857 Olio su tela 83.5 x 110 cm Parigi, Musée d'Orsay
Parallelamente nella prima metà dell’Ottocento andavano diffondendosi in Europa, e in Francia, i temi del Romanticismo che sembrano aver influenzato alcuni pittori di Barbizon. In molti paesi, i pittori romantici rivolgevano l’attenzione alla natura e alla pittura all’aperto, in opere basate sull’osservazione ravvicinata del paesaggio, del cielo e dell’atmosfera. Alcuni artisti enfatizzando gli esseri umani come un tutt’uno con la natura, altri rappresentando il potere e l’imprevedibilità di questa sull’uomo, in ogni caso dedicandosi a descrivere la reazione soggettiva, la vita interiore rispetto alla natura circostante. Questa influenza sul gruppo di Barbizon è da rintracciare nel lavoro dell’artista britannico John Constable (East Bergholt, 1776 - Londra, 1837), i cui paesaggi combinavano un trattamento naturalistico, basato su un’attenta osservazione, con una sensibilità romantica. Il lavoro di Constable "The Hay Wain" fu esposto per la prima volta a Parigi nel 1824 e i membri della Scuola di Barbizon trassero ispirazione dalla sua dedizione naturalistica, dalle sue ampie pennellate e dallo stile sciolto in contrasto con le tradizioni del Salon e della pittura accademica.
John Constable Il carro da fieno (The Hay Wain) 1821 Olio su tela 130.2 x 185.4 cm Londra, National Gallery
I cosiddetti Barbisonniers, pittori di Barbizon, svilupparono la libertà della pennellata di Constable, sperimentando varie tecniche tra cui l’applicazione di più strati di pittura su altra pittura ancora bagnata, e quindi il completamento di una tela in un’unica seduta, e si concentrarono collettivamente sugli effetti della luce solare sulla natura. Molti lavorarono affermando l’uso di pennellate sciolte e di uno stile personale, diversamente dalla tradizionale pittura accademica. Tutti questi artisti, nonostante la loro ispirazione in parte romantica, hanno enfatizzato gli aspetti semplici e ordinari piuttosto che quelli terrificanti e monumentali della natura. Questi esperimenti ebbero un profondo impatto sul lavoro successivo degli impressionisti. A differenza dei loro contemporanei inglesi paesaggisti, ebbero scarso interesse per gli effetti transitori e le variazioni atmosferiche, enfatizzando invece le caratteristiche permanenti, dipingendo forme solide e dettagliate in una gamma limitata di colori.
Jules Dupré Il mulino a vento (The Windmill) 1859 Olio su tela 63,5 x 91,5 cm Cleveland Museum of Art
Ogni pittore di Barbizon aveva il suo stile e interessi specifici. Corot divenne famoso con opere adeguate al gusto ufficiale, ma trovò la sua strada più autentica dipingendo in segreto paesaggi costruiti fermamente per larghe masse di colore, colti dal vero e al tempo stesso interpretati attraverso la propria sensibilità. “Nessuno mi ha insegnato, – scrisse – il mio istinto mi spinge e io gli obbedisco”, rivoluzionando l’atteggiamento tecnico ossequioso dei suoi contemporanei. La rivelazione, che lo ha portato ad essere tra i maggiori paesaggisti francesi dell’Ottocento, gli giunse nei suoi viaggi in Italia nello scoprire la luce mediterranea, e poi continuando a spostarsi in Francia alla ricerca di sempre nuovi soggetti.
Charles-François Daubigny Lo stagno di Gylieu (The Ponds of Gylieu) 1853 Olio su tela 52 x 100 cm Cincinnati Art Museum
Charles-François Daubigny Fiori di melo (Apple Blossoms) 1873 Olio su tela 58.7 x 84.8 cm New York, Metropolitan Museum of Art
Il caposcuola di Barbizon, Rousseau, si concentrò su vedute di vaste distese e di intricati alberi incombenti, unendo il naturalismo oggettivo e la propria soggettività artistica per far emergere una pittura di paesaggio maestosa e misteriosa, ottenuta per lo più con piccole pennellate altamente strutturate. In scene come "Le grandi querce di Bas-Bréau", si intuisce come per il pittore, e altri del gruppo, la figura dell’uomo fosse facilmente trascurabile, suggerendo la presenza umana come minore tra gli alberi secolari.
Jules Dupré Le querce di Fontainbleau (Fontainebleau Oaks) 1840 circa Olio su tela 81.2 x 99 cm Minneapolis, Institute of Art
Jules Dupré La vecchia quercia (The Old Oak) 1870 Olio su tela 32.1 cm x 41.5 cm Washington, National Gallery of Art
Le scene maggiormente dettagliate e ravvicinate furono quelle prescelte da Dupré, che tendeva a esprimere i movimenti della natura. E mentre Daubigny predilesse il verde lussureggiante e immagini di quieta contemplazione e armonia, Díaz de la Peña dipinse per lo più la scura foresta di Fontainebleau dall’interno, screziata dal sole o dalle tempeste. Troyon e Jacque si dedicarono soprattutto a placide scene con il bestiame.
Narcisse-Virgilio Díaz de la Peña Foresta di Fontainebleau (Forest of Fontainebleau) 1867 Olio su tela 72 x 92 cm Bordeaux, Musée des Beaux-Arts
Narcisse Virgilio Diaz de la Pena Paesaggio tempestoso (Stormy Landscape) 1872 Olio su tela 84 x 106 cm Los Angeles, County Museum of Art
Millet, l’unico grande pittore del gruppo per il quale non era importante l’esclusività del puro paesaggio, realizzò dipinti di contadini a lavoro che celebrano la nobiltà della vita quotidiana e lavorativa nei campi. Piuttosto che rappresentare scene della foresta, Millet fu attratto dalle pianure che si estendono da Barbizon a Chailly, dove osservava gruppi di lavoratori intenti, introducendo a un tema caro al Realismo, la rappresentazione della condizioni sociali degli umili. È iconico il suo dipinto "Le spigolatrici", sebbene un'eccezione alla regola se la concesse col meraviglioso dipinto "Primavera a Barbizon". A Barbizon, Rousseau e Millet furono molto amici e svilupparono rispettivamente il proprio stile.
Jean-François Millet Primavera a Barbizon (Spring in Barbizon) 1868-1873 Olio su tela 86 x 111 cm Parigi, Musée d'Orsay
Dopo aver sofferto per qualche tempo di una totale mancanza di riconoscimento, i pittori di Barbizon iniziarono a guadagnare popolarità oltre la metà del secolo. La maggior parte di loro ottenne il riconoscimento ufficiale dall’Académie des Beaux-Arts e grandi premi per alcuni dipinti; ma è a fine Ottocento che la loro Scuola fu particolarmente apprezzata. L’importanza storica del gruppo fu determinante nello stabilire la pittura di paesaggio, pura e oggettiva ma libera da condizionamenti classici, come un genere legittimo e apprezzato. Molti dei membri della Scuola di Barbizon provenivano da ambienti diversi. Tuttavia, i pittori misero da parte le loro differenze, concentrandosi invece sulle passioni comuni. Nonostante la mancanza di approvazione da parte delle istituzioni artistiche, rimasero determinati. La loro dedizione contribuì a far passare la pittura di paesaggio da soggetto trascurato, mero sfondo dei dipinti neoclassici, a genere principale. Un amico intimo di Millet e Rousseau, Alfred Sensier, scrisse:
"Avevano raggiunto un tale livello di sovraeccitazione che erano del tutto incapaci di lavorare. La natura li inebriava con la sua bellezza e il suo profumo"
Hippolyte Camille Delpy Tramonto (Soleil couchant) 1899 Olio su tavola 51 x 79 cm Parigi, Musée d'Orsay
Furono i pionieri della pittura nella natura e le loro innovazioni plasmarono le menti degli artisti impressionisti emergenti...
Jean-Baptiste Camille Corot Rocce nella foresta di Fontainebleau (Rocks in the Forest of Fontainebleau) 1860-1865 Olio su tela 46 x 59 cm Washington, National Gallery Of Art La Scuola di Barbizon ha svolto anche uno storico ruolo nel campo della protezione e conservazione della natura. Infatti nel 1848 il primo episodio di tutela pubblica della natura, ma con finalità unicamente estetiche, fu la creazione della "Riserva artistica della selva di Fontainebleau" voluta espressamente dai pittori Barbisonniers, al fine di preservarla da un incombente progetto di disboscamento. Proprio perché questa fu la prima Riserva (o "area protetta") della storia, cento anni dopo (1948) Fontainebleau fu prescelta come luogo della fondazione dell'IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Oggi, gli amanti dell'arte che desiderano vedere i luoghi che hanno ispirato i pittori di Barbizon possono percorrere un itinerario di sei chilometri chiamato "Il sentiero dei pittori". La passeggiata dura circa due ore e conduce gli escursionisti dal villaggio alla foresta amata dalla scuola di Barbizon, Fontainebleau... (Mar L8v) Edited by Lottovolante - 18/4/2023, 22:49
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