Piccola ballerina di quattordici anni (Marie van Goethem), Edgar Degas, 1878-1881

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view post Posted on 22/12/2022, 16:39     +3   +1   -1
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Edgar Degas
Piccola ballerina di quattordici anni
Petite danseuse de quatorze ans
Grande danseuse habillée
1878-1881
Bronzo patinato, tutù in tulle, nastro in raso, base in legno
98,0 x 35,2 x 24,5 cm
Parigi, Musée d'Orsay




Alla morte di Degas, nel 1917, furono ritrovate nella sua bottega 150 sculture di cera o di terra. Quando l'artista era ancora vivo, l'insieme era rimasto quasi sconosciuto al grande pubblico, ad eccezione della Ballerina di 14 anni, presentata da Degas alla mostra impressionista del 1881. Colorata con tonalità naturali, pettinata con capelli autentici, vestita con un tutù e con delle vere e proprie scarpette, è la testimonianza di un iperrealismo e di un verismo spinti fino all'estremo. Esposta in una vetrina come un esemplare da museo, questa scultura mostra un Degas quasi antropologo o naturalista. I critici non si lasciarono trarre in inganno: l'opera fu violentemente accusata per il modo bestiale in cui veniva presentata la ragazzina che venne paragonata ad una scimmia o a un azteco e sul cui viso.

"tutti i vizi imprimevano le loro detestabili promesse,
segno di un'indole particolarmente dissoluta".





Degas portava all'estremo la logica del realismo, così in voga del resto, dipingendo senza trucco né ipocrisia, in modo quasi scientifico, la società del suo tempo. La versione in bronzo che fu realizzata dopo la sua morte e di cui la statuetta del museo d'Orsay è un esemplare, tentò di preservare al meglio le caratteristiche della cera. La teca di vetro è l'unico elemento voluto proprio da Degas che, in questo modo, riconosceva alla sua Ballerina lo statuto di opera d'arte.





La modella: Marie van Goethem

Dietro il volto della timida ballerina quattordicenne immortalata di Degas si cela la triste vicenda esistenziale di Marie Van Goethem, una bambina che - pur sognando di solcare il pavimento dell'Opéra di Parigi - finì per essere oppressa dall'emarginazione e dalla solitudine. Nata il 7 giugno 1865 a Parigi da due immigrati belgi - il padre era un umile sarto, mentre la madre per vivere faceva la lavandaia - Marie trascorse la sua prima fanciullezza nel quartiere di Notre-Dame de Lorette, tristemente noto fin dal XIX secolo per le gravi condizioni di degrado sociale, sfociato in fenomeni di criminalità e di prostituzione. Già da piccola Marie ambiva a diventare una ballerina: la danza, per lei, era una potente sorgente di vita e di gioia, in grado di vincere il dolore suscitato dall'alcolismo della madre e dall'egoismo delle sorelle. Decisa ad inseguire il proprio sogno, nel 1878 Marie iniziò a seguire le lezioni della scuola di ballo dell'Opéra di Parigi e, dopo solo due anni, superò l'esame di ammissione al corpo di ballo superiore, facendo il suo debutto sul palcoscenico nello stesso anno, con La Korrigane. Inevitabilmente Marie, divenuta ormai un'adolescente, incontrò all'Opéra Edgar Degas, pittore notoriamente appassionato al mondo del teatro e disposto a pagarla come modella per le proprie opere. La petite danseuse divenne in breve tempo la modella prediletta da Degas: ella, in effetti, entrò in pompa magna nella sua autobiografia pittorica e scultorea, tanto che le sue fattezze sono riconoscibili non solo nella presente scultura, ma anche nel dipinto "La classe di danza", oggi esposto al museo d'Orsay.


La_Classe_de_danse_Degas_detail_n
Edgar Degas
La classe di danza
1873-1875
Olio su tela
85×75 cm
Parigi, Musée d'Orsay
Particolare di Marie van Goethem
che si gratta pigramente la schiena.
Dopo l'esecuzione della "Ballerina di quattordici anni", tuttavia, l'impegno di Marie per la danza si fece più discontinuo e fluttuante, sino a cessare del tutto e alla fine la ragazza accumulò così tante assenze che alla fine finì per non essere più ammessa alle lezioni di balletto. Sull'esempio della madre, purtroppo, la van Goethem si abbandonò al vizio e all'alcol, individuandovi l'unico mezzo per evadere dalla sofferenza e dalle difficoltà della vita, e iniziò a frequentare osterie tutt'altro che raccomandabili per delle giovani ragazze, come la Rat Mort e la Taverna Martiri. Il suo sogno di diventare étoile era ormai naufragato e, istigata dalla madre, iniziò probabilmente a prostituirsi: i confini tra danza e marciapiede, infatti, erano assai labili nell'Ottocento, a tal punto che le stesse ballerine venivano spesso additate con lo sprezzante appellativo di petit rat [topoline]. Dopo la scomparsa del suo nome dai registri dell'Opéra di Parigi di Marie van Goethem e delle sue tribolazioni si è persa ogni traccia: la documentazione pervenutaci ci rivela solo che la sorella maggiore Antonietta venne incarcerata per aver rubato settecento franchi da un avventore di una taverna e che la stessa Marie pure venne arrestata per aver tentato di borseggiare uno dei suoi clienti. Le burrascose vicende esistenziali di Marie van Goethem, in ogni caso, hanno ispirato diversi scrittori, i quali le hanno dato vita letteraria in opere come "The Painted Girls" di Cathy Marie Buchanan e Marie, "Dancing" di Carolyn Meyer. (Mar L8v)

 
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