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Ugolino e i suoi figli Prototipo del 1882 circa Auguste Rodin (1860 - 1863) bronzo, realizzato tra il 1901 e il 1904 41.5 x 41.9 x 61.5 cm Firmato A. RODIN; iscrizione ALEXIS RUDIER/FONDEUR Parigi, Musée Rodin
Rodin affrontò questo soggetto una prima volta a Bruxelles nel 1877, ma vi ritornò nel corso degli anni. La versione in questione fu originariamente concepita per la Porta dell'Inferno, dov'è riconoscibile sopra le figure di Paolo e Francesca, sul battente di sinistra. Come il altre occasioni, il gruppo diventò poi un'opera indipendente e seguì un proprio autonomo itinerario espositivo.
In una versione leggermente diversa fu presentata alla grande mostra del 1900 presso il padiglione di Place de l'Alma; alla chiusura dell'esposizione, l'artista decise di far ingrandire il gruppo da Henry Lebossè, ma il compito non fu mai portato a termine. In seguito Rodin apportò alcune modifiche all'idea originale, come dimostra il gesso conservato al Musée d'Orsay, che venne realizzato in bronzo solo nel 1927, espressamente per il Musée Rodin.
La vicenda del conte Ugolino della Gherardesca, resa immortale da Dante nel canto del XXXIII dell' Inferno, colpì la fantasia degli artisti romantici, attenti agli aspetti reconditi dell'animo umano. I pisani imprigionarono Ugolino con i suoi figli e i suoi nipoti nel 1289, condannandoli a morire di fame. Il celeberrimo verso dantesco “più che 'l dolor, potè il digiuno” venne immediatamente interpretato come un caso di antropofagia, mentre Dante era restato volutamente ambiguo. Il precedente più vicino all'opera di Rodin è l' Ugolino di Carpeaux, realizzato tra il 1857 e il 1863; anche Carpeaux, come Rodin, si ispirò alle forme michelangiolesche e seppe cogliere magistralmente la tensione dell'evento.
Tuttavia Rodin trasse dall'episodio, valenze molto più passionali, al punto da disumanizzare Ugolino che, diventato ormai un animale in preda all'istinto primordiale della fame, si accinge a divorare i propri figli, uno dei quali, a differenza del testo dantesco, è ancora vivo. Il corpo, divorato dalla fame, lascia trasparire il costato. (M.@rt)
Edited by Milea - 24/9/2021, 20:52
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