Ritratto di Francesco Maria della Rovere, Tiziano Vecellio (1536 - 1537)

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view post Posted on 22/8/2014, 21:17     +2   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Tiziano Vecellio, Ritratto di Francesco Maria della Rovere
(1536 - 1537)
Olio su tela , 114 cm × 103 cm
Firenze, Galleria degli Uffizi



Francesco Maria della Rovere, duca di Urbino e capitano generale al soldo della Serenissima, commissionò questo suo autoritratto a Tiziano, insieme a quello della moglie Eleonora Gonzaga. Venne iniziato tra la primavera e l'estate del 1536, come testimonia una lettera scritta il 17 luglio 1536 da Francesco Maria a Gian Giacomo Leonardi, suo ambasciatore a Venezia, da cui risulta che il Vecellio aveva avuto in prestito dal duca un'armatura per poterla riprodurre nella sua effigie. L'esecuzione del dipinto fu però ritardata, poiché Tiziano terminò prima il ritratto di Eleonora, la quale tra il settembre del 1636 e i primi mesi dell'anno successivo si trovava a Venezia. Negli stessi mesi, Francesco Maria era invece continuamente impegnato in campagne militari e ispezioni alle fortezze e alle truppe in difesa dello Stato veneto.

Il suo ritratto fu dunque eseguito in sua presenza probabilmente solo per la presa dal vero del volto, mentre l'armatura, indossata da un modello o da un manichino, fu dipinta con comodo dall'artista.
La figura del duca, fiera e decisa, è circondata da una serie di elementi che compendiano la sua carriera di condottiero militare: l'armatura animata da vividi bagliori, ammirata già dall'Aretino in una lettera scritta alla poetessa Veronica Gambara nel 1537, la spada e il bastone di comando, retto nella mano destra, simbolo del “generalato” ricevuto dalla Repubblica di Venezia, e gli oggetti che poggiano sul piano coperto di velluto rosso sullo sfondo: quello all'estrema destra è l'insegna del “generalato” riconosciutogli anche da Firenze, quello a sinistra ricorda la stessa carica conferitagli dalla Chiesa, mentre il ramo di quercia, al centro, con il motto “ se sibi” identifica il duca come capitano di ventura; infine, sulla sinistra, lo splendido elmo sormontato da un dragone, che allude ai legami del condottiero con la casa d'Aragona. Una brillante carriera militare che sarebbe stata interrotta dalla morte, pochi mesi dopo l'arrivo del ritratto a Pesaro. (M.@rt)


 
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