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Salomè con la testa del Battista, 1607 olio su tela 91×106 cm Londra, National Gallery
Eseguita probabilmente al termine del primo periodo napoletano (ma la datazione è incerta), è un tipico esempio delle tele “da collezione” dipinte da Caravaggio negli ultimi due anni di vita. Le ombre profonde che si perdono sul fondo, in contrasto con le forme tornite delle parti di luce, l’atmosfera di malinconica tristezza e di profonda meditazione sul senso della vita e della morte sono aspetti stilistici e sentimentali ricorrenti nelle opere successive all’assassinio e alla fuga da Roma. Ancora una volta, Caravaggio ritorna sul tema ossessivo della testa mozzata, un vero e proprio incubo che continuamente attraversa la sua vita e la sua produzione. Caravaggio fa ricorso al repertorio, inserendo nella composizione due figure che compaiono anche in altre opere napoletane: la giovane donna è molto simile a quella che compare sulla destra de Le sette opere di misericordia, mentre allatta il padre in prigione. Per il boia, che sembra mostrare un accenno di umana pietà, Caravaggio fa ricorso allo stesso modello tarchiato e con il naso schiacciato che impersona uno dei carnefici nella Flagellazione di Cristo; anche la anziana può essere paragonata alla popolana che assiste al Martirio di sant’Andrea. Il passaggio di luce e colore tra il piatto ottone dorato e la candida sciarpa sfrangiata di Salomè mostra, con poche pennellate, la grande sicurezza e la perentorietà del tratto di Caravaggio maturo. Visto anche il soggetto, legato al martirio di san Giovanni Battista, patrono dell’ordine dei Cavalieri di Malta, alcuni critici ritengono che questo dipinto sia da identificare con un’opera citata dalle fonti antiche. Si tratterebbe della tela che, secondo un biografo seicentesco, Caravaggio avrebbe inviato da Napoli per “placare il Gran Maestro”, Alof de Wignacourt, che aveva fatto imprigionare il pittore e l’aveva espulso dall’ordine. E’ un’ipotesi suggestiva, che tuttavia non coincide con la prevalente opinione degli specialisti che ritengono la datazione di questo dipinto anteriore al periodo maltese.
La malinconica e meditabonda donna anziana, diventa una presenza frequente nei dipinti degli ultimi anni di Caravaggio.
La mano del boia che impugna per i capelli la testa mozzata del Battista ha una lunga tradizione nella pittura del Cinquecento lombardo: Caravaggio recupera dalla memoria un’immagine certamente vista e studiata durante l’adolescenza milanese.
L’espressione rassegnata del Battista è molto diversa dalle terribili ultime occhiate di altri personaggi decapitati nei dipinti di Caravaggio, come Medusa, Oloferne e Golia.
Salomè regge il vassoio metallico su cui viene collocata la testa del Battista: non lo impugna direttamente, ma attraverso la stoffa della sciarpa bianca che porta sulle spalle. (M.@rt)
Edited by Milea - 10/8/2021, 20:14
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