RUTH NEL CAMPO DI BOAZ - Francesco Hayez, 1853, Bologna, Musei Civici d’Arte Antica

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view post Posted on 10/1/2024, 15:31     +11   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Francesco_Hayez_RuthP

Francesco Hayez (1791-1882)
Ruth nel campo di Boaz (Ruth in Boaz’s fields )
1853 circa
olio su tela - 99,8 x 137 cm.
Musei Civici d’Arte Antica, Bologna


La tela venne realizzata da Hayez su commissione di Severino Bonora (1801-1866) il quale stabilì che dopo la sua morte fosse donata al Comune di Bologna. Il soggetto riprende una storia dell’Antico Testamento, raccontata nel libro che da lei prende il nome: Ruth, una povera e derelitta vedova moabita, torna in Israele con la suocera vedova Naomi e viene raffigurata mentre, per guadagnarsi da vivere per sé e per l’anziana donna, raccoglie il grano nel campo di uno dei parenti dell’ex marito, Boaz, che finirà per sposare.

Il soggetto del dipinto e il dipinto stesso sono, tuttavia, molto poco significativi della vita e delle idee del suo committente e collezionista. Severino, ricco proprietario terriero bolognese, aveva frequentato la locale Accademia di Belle Arti e aveva studiato filosofia. La sua casa era un luogo di incontro di artisti e letterati, aperta ad amici e ad altri interessati a libri rari. Alle pareti appendeva quadri da lui commissionati, opere di celebri contemporanei italiani (come Hayez e Adeodato Malatesta) o di giovani artisti alle prime armi. Ma egli voleva condurre una vita romantica e avventurosa; appassionato viaggiatore, nonostante l’epilessia che lo portò due volte vicino alla morte, organizzava ogni anno un tour di sei mesi attraverso l’Europa, l’Asia o l’Africa, portando con sé giovani artisti che non potevano altrimenti permettersi di viaggiare.


Nel realizzare la sua collezione Severino intendeva sia aiutare i giovani pittori a farsi conoscere, sia mostrare ai suoi concittadini buoni esempi di pittura romantica contemporanea per stimolare il buon gusto moderno. I soggetti dei dipinti della sua collezione, molto spesso suggeriti dallo stesso Severino, sono caratterizzati dall’esotico e da atmosfere eccentriche; si tratta di scene tratte da un passato lontano, dalla Bibbia o dalla storia o dalla narrativa medievale. Altri ritraevano scenari esotici con personaggi in paesi stranieri e abiti caratteristici. Severino amava e collezionava anche paesaggi romantici, travolti dalla furia della natura sotto forma di temporali o burrasche. Quando la storia rappresentata era contemporanea, si trattava di episodi commoventi, spesso donne fragili che piangevano per la povertà, la fame e la disperazione. Tra questi, la madre al letto di morte del figlio, la donna sonnambula che cammina sui tetti di Dresda, due fanciulle orfane e un vecchio cieco.

“Ruth nel campo di Boaz” combina chiaramente tre di queste preferenze, fondendo una storia della Bibbia con un’ambientazione esotica e una donna malinconica. Il soggetto, lasciato alla scelta di Hayez, rispondeva adeguatamente alle richieste di Severino, che aveva chiesto una scena orientale con una bella donna beduina, nel caso in cui il pittore non avesse accettato l’altro suggerimento di lavorare su una scena della fortunata tragedia romantica “Francesca da Rimini” di Silvio Pellico (1815, pubblicata nel 1818).


Ruth è il prototipo di questo ideale romantico: l’eroina biblica, (che sceglie per sé un popolo differente da quello che le era stato destinato e che quindi le apparteneva per origine) diventa l’emblema, più o meno segreto, dell’aspirazione a riprendere in mano le redini del proprio futuro e della propria appartenenza, da parte di molti liberali milanesi e veneziani, compreso Alessandro Manzoni di cui Hayez eseguì, uno splendido ritratto.


La giovane ebrea è in primo piano, offrendo all’osservatore il corpo seducente; guarda malinconicamente fuori dal quadro, ma in realtà è assorta nei suoi pensieri. Come tale, è uno dei numerosi dipinti di Hayez dello stesso periodo, tutti incentrati su un’unica figura femminile centrale, a seno nudo, che medita su qualcosa, a volte esplicitamente sugli eventi del Risorgimento, come nel caso dell’opera La meditazione (l’Italia nel 1848). Ruth, sensuale e riflessiva, si fa riconoscere dalle spighe di grano, che porta sul fianco, e dal turbante, mentre il seno scoperto esalta la sua avvenenza. La bellissima donna ha appena spigolato nel giardino di Booz e ora si incammina verso Betlemme il cui profilo si scorge appena nel paesaggio che le fa da mirabile sfondo.


Il dipinto, eseguito nel 1853 anno in cui venne presentato al pubblico dell’esposizione di Belle Arti di Bologna, sottolinea la straordinaria forza evocativa e l’unità sentimentale che coinvolge la figura e il paesaggio. In un periodo di intensa meditazione dell’artista sul nudo femminile, affascinato dalle muliebri Sibille e Cleopatre della tradizione seicentesca bolognese, la Ruth traduce in vena sentimentale la icastica purezza del nudo, esaltato dallo sfondo. A Varsavia esiste un’altra versione della tela, che raffigura Ruth, diversa da quella bolognese soprattutto per il seno coperto dal drappeggio della bianca veste. (M.@rt)

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Francesco Hayez
Ritratto di una donna come Ruth
1853 circa
olio e masonite su tela - 123 x 99 cm.
Museum of John Paul II Collection, Varsavia



 
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