CAMICIE ROSSE (Garibaldini) - Umberto Coromaldi, 1898, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

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view post Posted on 8/1/2024, 21:33     +12   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Umberto Coromaldi (Roma 1879 - 1948)
Camicie rosse (Garibaldini)
1898
Firmato e datato in basso a sinistra: “Coromaldi 98”
olio su tela - 185 x 160 cm.
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma


In una luminosa giornata di sole un gruppo di anziani veterani garibaldini, vestiti con le camicie rosse e con una grande bandiera tricolore in spalla, incontra una giovane mamma coi due figli. Sullo sfondo del paesaggio si vedono il colle Gianicolo, dove il 20 settembre del 1895 era stato inaugurato il monumento equestre a Garibaldi, Ponte Garibaldi e il quartiere di Trastevere. Incuriosito, il bambino più grande si è avvicinato; uno dei veterinari gli appoggia confidenzialmente una spalla sulla spalla. La bimba, invece, intimidita forse dalle barbe bianche, che tanto spiccano sul rosso delle camicie, si ritrae, nonostante le parole rassicuranti della donna. Il dipinto, conosciuto anche col titolo “Garibaldini”, fu presentato da Coromaldi come saggio finale del Pensionato di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, vinto dall’artista, quattro anni prima, con l’opera Il “Ritorno dei naufraghi”.


Fausto Vagnetti in un articolo pubblicato nel 1918 su Emporium ne spiegava così l’iconografia: “…immaginò dei vecchi Garibaldini che attraversano il Ponte Cestio in vista del Monumento dell’Eroe. Hanno una bandiera, un giovanetto del popolo segue i gloriosi rimasti e ne sente il fascino, una madre con la creatura in braccio si ferma al passaggio”. In quest’opera, datata in iscrizione al 1898, Coromaldi, futuro pittore di paesaggi della campagna romana, ha abbandonato del tutto la consueta retorica patriottica. Gli ideali risorgimentali sono ormai trascorsi ed il soggetto storico è trasformato in un episodio quotidiano. Le lotte di liberazione sono solo un ricordo, conservato nella memoria dal racconto degli anziani. Un bozzetto del 1897 documenta l’originaria idea della composizione, che si sarebbe dovuta sviluppare in orizzontale, lasciando maggiore spazio alla veduta del paesaggio romano alle spalle dei personaggi.


La realizzazione del quadro “en plein air” comportò un lungo studio da parte dell’artista, tanto che nel maggio del 1898, al momento del giudizio della Giunta, il dipinto non era ancora ultimato a causa delle condizioni meteorologiche, che ritardavano la resa dal vero dell’illuminazione solare della scena. La tela rappresenta, attraverso una scena al forte impatto realistico, l’ideale passaggio di consegne tra vecchie e nuove generazioni: gli anziani, stanchi combattenti trovano nella curiosità del ragazzo il futuro della memoria e dell’esempio, mentre raccontano le glorie passate.


Il bianco e il rosso delle vecchie divise contrasta con la quotidianità degli abiti della madre e dei bambini, dai colori sobri e dall’aspetto modesto, come il passato di lotta e sacrifici, tinto di sangue e di eroismo, in contrasto con un mite presente di pace. Umberto Coromaldi, futuro pittore di visioni campestri e marine su modello verista, dipinge qui una scena di gusto “deamicisiano”, edificante; la potente vena espressiva trasforma però l’evidente retorica patriottica in un vivo episodio quotidiano, in un commovente richiamo agli ideali del Risorgimento nazionale.


In realtà questa immagine affettuosa e nostalgica non corrisponde pienamente alla realtà politica del momento e dello spirito garibaldino, che proprio a fine secolo (nel 1898, la “Società di Mutuo Soccorso fra Garibaldini” fondata dallo stesso generale, divenne “Società Reduci dalle Patrie Battaglie”, da cui deriva la tuttora esistente “Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini”) dimostra ancora la sua vitalità e combattività. Le associazioni garibaldine, organizzate dal figlio del generale, Ricciotti, che era stato accanto al padre nelle battaglie di Bezzecca e Mentana, continuavano e continuarono infatti a operare in nome della libertà dei popoli. Il 17 maggio 1897 volontari garibaldini combatterono in Grecia, a Domokos, sul fronte tessalico della lotta di indipendenza per la liberazione di Creta, che era sotto il dominio dell’Impero turco. Mentre l’esercito greco era ormai in rotta, i garibaldini, molti dei quali caduti sul campo, combatterono gloriosamente indossando le camicie rosse. (M.@rt)




 
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