MARIA MADDALENA NELL'ARTE, Santa "compagna e seguace di Gesù"

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view post Posted on 26/4/2023, 20:15     +11   +1   -1
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Giovanni Girolamo Savoldo
Maria Maddalena
(Mary Magdalene)
1535-1540
Olio su tela
89.1 × 82.4 cm
Londra, National Gallery


Una donna si volta verso l'osservatore, con la mano destra alzata coperta dallo scialle di raso grigio-argento contro il quale forse sta piangendo. Si intravedono appena le pieghe cremisi della sua gonna a ruota. Dietro di lei c'è un rudere con sei alte nicchie ad arco con fogliame che spunta dalle pareti. Quest'area, in particolare il verde degli alberi e delle erbacce, sembra essersi oscurata e probabilmente in origine era più facile da vedere. Accanto a lei, un vaso di alabastro poggia su una sporgenza davanti a una nicchia. Al di là del muro, l'alba sta sorgendo sulla laguna veneziana: una chiesa, i campanili e le cupole si stagliano all'orizzonte. Il vaso suggerisce che la figura sia Maria Maddalena, la prostituta penitente nel suo tradizionale abito rosso, che ne usò uno di olio profumato per ungere i piedi di Cristo.


Gli effetti sorprendenti della luce dell'alba sullo scialle di raso luccicante della donna e il suo sguardo intimo verso noi osservatori sono ciò che rende questo dipinto così suggestivo e accattivante. Paolo Pino, nel suo "Dialogo della Pittura del 1548", affermò che Savoldo realizzò "immagini più vere della realtà di quelle dei maestri fiamminghi". I pittori fiamminghi del XV secolo erano particolarmente noti per il loro potere di osservazione meticolosa e per la capacità di creare immagini di estremo realismo.


Spesso le sottigliezze dei volti dipinti da Savoldo sono andate perdute sia perché l'artista ha osato metterli in ombra sia per il fatto che la pittura si è modificata nel corso dei secoli. In questo caso, grazie alla maggiore trasparenza della pittura, il disegno di viso è ora leggermente più visibili con ampie linee nere che delineano le palpebre, le borse sotto gli occhi della donna, nonché le labbra e il mento; i capelli potrebbero essere stati originariamente più evidenti nell'ombra dello scialle.


Il dipinto potrebbe rappresentare Maria Maddalena che visita la tomba di Cristo senza accompagnatore, come descritto nel Vangelo di Giovanni: "Il primo giorno della settimana Maria Maddalena giunse di buon'ora, quando era ancora buio, al sepolcro...". Tuttavia, potrebbe trattarsi di un originalissimo "primo piano" drammatico del suo incontro con Cristo risorto, seguito alla scoperta del sepolcro vuoto (Gv 20, 14-16). Qui Maria sembra essere illuminata nei confronti della persona a cui si rivolge. È anche possibile che si tratti del ritratto di una cortigiana veneziana penitente nelle vesti di Maria Maddalena.


Del dipinto si conoscono altre tre versioni, tutte leggermente diverse. Quella berlinese, che non include il vaso, è la più famosa e l'unica ad essere iscritta con il nome di Savoldo. Le altre due versioni dipinte si trovano a Palazzo Pitti, Firenze (Collezione Contini-Bonacossi) e al J. Paul Getty Museum, Los Angeles. In tutte e tre le trasposizioni, la donna ha uno scialle giallo, a differenza della versione della National Gallery. I quadri di Londra e di Contini-Bonacossi sono i più vicini per disegno e dettagli e probabilmente sono stati gli ultimi della serie, poiché sono più drammatici e d'impatto in quanto ambientati alla luce dell'alba. Il quadro apparteneva al nipote di Giovan Paolo Averoldi, che aveva commissionato a Salvoldo un dipinto di San Girolamo (forse il San Girolamo oggi nella collezione della National Gallery). (Mar L8v)





Giovanni Girolamo Savoldo
Santa Maria Maddalena al Sepolcro
(Saint Mary Magdalene at the Sepulchre
1530 circa
Olio su tela
92.7 × 79.4 cm
Los Angeles, The J. Paul Getty Museum



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Giovanni Girolamo Savoldo
Santa Maria Maddalena al Sepolcro
(Saint Mary Magdalene at the Sepulchre)
1530 circa
Olio su tela
88, 6 × 76.4 cm
Berlino, Gemäldegalerie



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Giovanni Girolamo Savoldo
Maddalena
(Magdalen)
1533 circa
Olio su tela
90 x 76,5 cm
Firenze Palazzo Pitti, (Collezione Contini-Bonacossi)


 
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Jean van Scorel
Maria Maddalena
(Mary Magdalene)
1530 circa
Olio su tavola
67 x 76,5 cm
Amsterdam, Rijksmuseum


Acquistata dal museo nel 1804, l'opera è forse la più celebre di Van Scorel, maestro e ideale fondatore del Manierismo olandese. Dopo una formazione ad Amsterdam sotto il pittore Van Oostanen (1512) e a Utrecht (1517-1519), l'artista ebbe la fortuna di viaggiare e di conoscere le punte più avanzate della cultura europea; in Germania, a Norimberga, incontrò personalmente Albrecht Dürer; si trasferì per poco a Venezia e, forse di ritorno da un viaggio in Terra Santa, si stabilì a Roma dove era appena stato eletto papa Adriano VI, un olandese già precettore dell'imperatore Carlo V.


Van Scorel divenne conservatore del Belvedere e pittore favorito del pontefice, caso rarissimo per un pittore olandese e, più generalmente, non italiano. Nelle Stanze Vaticane ebbe modo così di studiare le opere immortali di Raffaello, come a Venezia aveva ammirato le tele belliniane.





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La Maddalena si staglia monumentale ed elegante contro il cielo nitidissimo, come le migliori figure femminili di Raffaello; il suo volto pieno, la sua espressione serena e la curvatura delle spalle sono degni del più maturo Rinascimento. La mano destra regge il vaso di profumi con i quali lavò i piedi di Cristo in segno di penitenza. Ampio spazio è dato allo sfondo paesistico; se la roccia contorta è tipica della tradizione olandese, il paesaggio verde e le cime degli alberi rilevati da tocchi luminosi hanno un calore tutto veneziano; l'ombra delicata e la patina dorata si contrappongono all'azzurro un pò gelido dell'orizzonte. Tale contrasto genera una certa inquietudine, sinonimo di un'avanzata cultura manierista e simbolo della tensione morale interna alla penitente in primo piano, coperta da abiti sontuosi ma intimamente rinnovata nello spirito, che trova la sua primigenia purezza nell'isolamento dalla vita mondana. (Mar L8v)


 
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Guido Reni
Santa Maria Maddalena
(Saint Mary Magdalene)
1634-1635
Olio su tela
79.3 × 68.5 cm
Londra, National Gallery


Santa Maria Maddalena è qui raffigurata con gli occhi rivolti al cielo, segno della sua devozione e penitenza. I Vangeli del Nuovo Testamento descrivono Maria di Magdala come una delle seguaci di Cristo, testimone della sua sepoltura e resurrezione. In seguito è stata identificata con un'altra figura biblica, una donna senza nome intesa come una prostituta pentita - un'identificazione quasi certamente falsa. L'immagine di Maria Maddalena come peccatrice redenta dalla sua devozione a Cristo ha pervaso le rappresentazioni del XVII secolo. Guido Reni ha dipinto la santa con i suoi iconici lunghi capelli biondi, indicativi della sua condizione di donna decaduta e un riferimento alla storia della peccatrice che lavò i piedi di Cristo e li asciugò con i suoi capelli. La donna è vestita con il suo tipico abito, un mantello rosso che la avvolge, sotto il quale sembra essere nuda. Lo sfondo non descrittivo fornisce al dipinto una narrazione minima, suggerendo forse che si tratta di un'opera destinata alla meditazione tranquilla.


Reni raffigurò spesso la Maddalena in penitenza: l'artista e la sua bottega produssero decine di varianti sul tema. Questo dipinto sembrerebbe derivare da una delle numerose raffigurazioni a figura intera della santa nel deserto dipinte da Reni e dalla sua bottega negli anni Venti e Trenta del Cinquecento, una delle quali si trova oggi alla Galleria Nazionale d'Arte Antica di Roma. Un'altra versione a busto del santo, in qualche modo simile a quest'opera ma più vicina nel disegno alla pittura romana a figura intera, si trova al Museo del Prado di Madrid. Reni e la sua bottega iniziarono a concentrarsi su copie di dimensioni ridotte e varianti di composizioni popolari a partire dal 1630 circa, quando il maestro dovette affrontare una crescente pressione economica.



Guido Reni
Santa Maria Maddalena
(Saint Mary Magdalene)
1633
Olio su tela
234 x 151 cm
Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica



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Guido Reni
Santa Maria Maddalena
(Saint Mary Magdalene)
1634-1635
Olio su tela
79.3 × 68.5 cm
Madrid, Museo del Prado



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Guido Reni
Maddalena penitente
(Penitent Magdalene)
1635
Olio su tela
90.8 x 74.3 cm
Baltimora, Walters Art Museum


Un tempo si riteneva che quest'opera fosse stata dipinta dagli assistenti di bottega di Reni, ma oggi è generalmente accettata come autografa, con i suoi toni cangianti e la pennellata fluida, in linea con lo stile di Reni della metà degli anni Trenta. La posa della Maddalena e i suoi riccioli intricati e delicatamente evidenziati ricordano un altro autografo, la Maddalena penitente, attribuito a una data simile (Walters Art Museum, Baltimora).


Le numerose interpretazioni di Reni di questo soggetto indicano che ebbero un enorme successo; nell'Europa del XVII secolo, i suoi dipinti di Maria Maddalena erano popolari tra le sedi del potere religioso, l'aristocrazia e la ricca classe media. Ci sono diverse spiegazioni per questa popolarità. Il sacramento della penitenza, ad esempio, divenne sempre più importante nel periodo successivo al Concilio di Trento e i santi penitenti erano spesso ritratti dagli artisti come esempi da seguire per gli spettatori. Anche la sessualità di Maria Maddalena è associata alla sua popolarità come soggetto, ma i dipinti di Reni non la presentano come sessualmente invitante; piuttosto, illustrano i pericoli della tentazione e del piacere corporeo, sottolineando l'importanza della penitenza e della redenzione dei peccatori. (Mar L8v)
 
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Mateo Cerezo
Maddalena penitente
(Magdalena penitente)
1652
Olio su tela
110 x 88.5 cm
Collezione privata

 
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Anton Rafael Mengs
Maddalena penitente
(Magdalena penitente)
1765
Olio su tela
110 x 89 cm
Madrid, Museo del Prado

 
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Jusepe de Ribera
Maddalena penitente
(Magdalena penitente)
1641
Olio su tela
182 x 149 cm
Madrid, Museo del Prado

 
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Jacques Wilbault
Santa Maria Maddalena
(Sainte Marie-Madeleine)
XVIII secolo
Olio su tela
95.5 x 68 cm
Reims, Musée des Beaux Arts


Tra le donne della cerchia di Gesù, Maria Maddalena, Maria di Magadal, svolge un ruolo importante. Non viene presentata né nominata in base ai suoi legami familiari, ma in base al suo luogo di nascita. In questo ritratto, vediamo la bellezza di Maria Maddalena avvolta nel "manto" (mantello della Vergine), che qui assume un colore rosso-arancio. I suoi abbondanti capelli biondi veneziani le ricadono sulle spalle. I suoi occhi, alzati verso il cielo con fervente umiltà la sua devozione. La mano destra tiene un panno bianco davanti al vaso di unguenti con cui ha lavato e profumato i piedi di Cristo. La mano sinistra è appoggiata sul cuore in segno di pentimento. Tutto è fatto per attirare l'attenzione sulla santa, anche lo scorcio del paesaggio crepuscolare che, lungi dall'attirare lo sguardo verso di sé, mette in risalto la figura centrale. (Mar L8v)
 
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Andrea Mantegna
Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e Maria Maddalena
(The Virgin and Child with the Magdalen and Saint John the Baptist)
1490 - 1505 circa
Tempera su tela
136 x 114 cm
Londra, National Gallery


Il Bambino Gesù è in piedi sulle ginocchia della Vergine Maria, che fa un gesto di benedizione; ella è seduta sotto un baldacchino rosso, tra Giovanni Battista e Maria Maddalena. Su un cartiglio srotolato sono incise le parole che Giovanni pronunciò su Cristo poco prima di battezzarlo:

"Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo"

(Gv 1, 29)





Mantegna ha dipinto le figure come se fossero di fronte a noi. Giovanni Battista ha la pelle abbronzata, la barba incolta intorno alla mascella e le ossa che traspaiono dalla pelle: è emaciato dopo il periodo trascorso nel deserto a profetizzare la venuta di Cristo. Indossa una semplice tunica fatta di pelle di animale, il cui bordo ruvido si arriccia intorno al collo e alle braccia. Maria Maddalena guarda verso il cielo e solleva un piccolo vaso, ricordo delle spezie con cui ha unto il corpo di Cristo dopo la sua morte. I suoi riccioli pieni e chiari e il modo in cui la luce colpisce il collo e il petto la fanno sembrare una statua di marmo scolpita di un'antica dea.


Mantegna ha adottato la posa a contrapposto della scultura classica, ripresa per la prima volta in scultura da Donatello (di cui Mantegna ha conosciuto l'opera a Padova). Questa posa asimmetrica, in cui il corpo si curva dolcemente come se la figura stesse ondeggiando, la fa apparire leggera e aggraziata; è più evidente nella figura nuda di Cristo. I panneggi delle figure sono un punto focale: tutte e tre sono avvolte in volumi di stoffa che rivelano la forma dei loro corpi. Le ginocchia e le cosce della Vergine e di Maria Maddalena sono rivelate e nascoste dal tessuto, come nelle antiche sculture di dee. L'abito di Maria Maddalena, con le sue molteplici pieghe, ricorda soprattutto la disposizione dei panneggi delle statue antiche. In questo modo le figure sono impregnate della dignità e dello status dell'arte dell'antichità, oltre a richiamare il gusto contemporaneo per questo tipo di soggetti. La rete di linee frastagliate create da queste pieghe aggiunge motivi e dettagli alla parte centrale del quadro; i colori vivaci, le mele sugli alberi, le piante e le erbe che spuntano dal terreno roccioso aggiungono vivacità alla scena. Questi dettagli accattivanti contrastano con la figura più cupa della scena, la Vergine Maria. La sua espressione solenne mentre appoggia il capo a quello del bambino è di tenerezza materna, ma anche un'indicazione del dolore che la attende. Insieme alla croce di Giovanni Battista e all'unguento di Maria Maddalena, ricorda il destino del figlio: la sua crocifissione e morte.


Questo tipo di pala d'altare, in cui le figure sacre sono rappresentate insieme, occupando lo stesso spazio immaginario, è noto come "sacra conversazione". All'epoca, questo formato era relativamente nuovo a Venezia, dove era stato sperimentato da Bartolomeo Vivarini e Marco Zoppo. Fu sviluppato al massimo delle sue potenzialità da Giovanni Bellini. Non sappiamo per quale chiesa sia stata realizzata questa pala d'altare, ma essendo dipinta su tela anziché su tavola Mantegna potrebbe averla prodotta nel suo studio di Mantova, arrotolata e spedita ovunque fosse richiesta. È documentata per la prima volta a Milano.


L'intera immagine è contenuta in un bordo nero, punteggiato di rosso - forse a imitazione di una cornice di marmo o di una finestra - che sembra essere stato tagliato su tre lati. Mantegna ha firmato l'interno del cartiglio di Giovanni: Andreas Mantinia C.P.F." La "F" sta per fecit, che in latino significa "fatto questo"; il "C.P." potrebbe essere l'acronimo di "Comes Palatinus", conte del Palatino, titolo conferito a Mantegna nel 1469. (Mar L8v)




 
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Marco d'Oggiono
Elevazione della Maddalena
1522-1524
Olio e tempera su tavola
146 x 103 cm
Milano, Pinacoteca di Brera


Questo dipinto è arrivato a Brera dopo essere stato recuperato in Germania nel secondo dopoguerra. Precedentemente nella collezione di Amedeo del Pozzo, è stato successivamente citato in collezioni private in Gran Bretagna e Milano, prima di essere stato acquistato da Goering per il museo di Hitler. Originariamente il quadro, ereditato dalla vedova di d’Oggiono nel 1529, risultava privo di paesaggio. Si attribuisce, dunque, la parte superiore dell’opera all’artista lecchese, con il suo stile vagamente raffaellesco; mentre la parte inferiore sembra essere stata completata in un secondo momento, forse da un pittore fiammingo. (Mar L8v)
 
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Giampietrino (Gian Pietro Rizzoli)
Santa Maria Maddalena penitente
1520 circa
Olio su tavola
50 x 60 cm
Milano, Pinacoteca di Brera


Giampietrino è tra i più longevi continuatori della tradizione leonardesca. Una parte importante della sua produzione è costituita da quadri a destinazione privata raffiguranti sensuali Maddalene, divinità ed eroine bibliche e della storia antica molto apprezzati da colti committenti privati. Lo prova questa Maddalena, luminiosa e non sciupata dalle penitenze, ceduta alla Pinacoteca di Brera nel 1835 da Giulia Beccaria, figlia di Cesare e madre dello scrittore Alessandro Manzoni.



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Giampietrino (Gian Pietro Rizzoli)
La Maddalena a mezza figura
1525-1530
Olio su tavola
70 x 56
Milano, Pinacoteca di Brera


Ritenuta fino alla fine dell’800 opera di Gaudenzio Ferrari, solo con l’entrata a Brera la tavola é stata attribuita al Giampietrino. Fra le numerose repliche dello stesso soggetto, si ricordano quella del Museo Civico di Pavia, da cui derivano probabilmente quella del Museo di Capodimonte di Napoli, quella della collezione Solbiati di Pavia e della collezione privata a Firenze; si ricordano inoltre quella degli Staatliche Museen di Berlino, da cui potrebbe derivare una Maddalena, in collezione Lurman di Brema. (Mar L8v)
 
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