IL MALATO D'AMORE - George Grosz, 1916 - Düsseldorf, Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen

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view post Posted on 12/11/2022, 14:28     +4   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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George-Grosz_The-Lovesick-Der-Liebeskranke-P

George Grosz
Il malato d'amore
(The lovesick man - Der Liebeskranke)
1916
olio su tela - 100 × 78 cm.
Düsseldorf, Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen


La produzione artistica di Georg Grosz è molto vasta, estremamente complessa e versatile, a volte contraddittoria e di qualità diseguale. Allo scoppio della prima guerra mondiale cade in uno stato di disperazione, che gli provoca un violento disprezzo per la società piccolo-borghese, di cui mostra i vizi e le debolezze. Aderisce al gruppo “Nuova Oggettività”, con cui partecipa alla fondamentale mostra del 1925 alla Kunsthalle di Mannheim. L’obiettivo principale dei pittori della “Nuova Oggettività” è la difesa del realismo, in aperta opposizione al soggettivismo degli esponenti del “Cavaliere Azzurro” che vogliono rappresentare la dimensione interiore dell’individuo.



Questo dipinto è una delle testimonianze più evidenti della feroce critica sociale dell’artista, egli vuole denunciare la perdita dei valori morali che riduce l’uomo borghese a una marionetta, vittima inconsapevole delle proprie passioni. Se i pittori del Ponte (Die Brücke) esprimono le loro emozioni attraverso i colori, gli artisti della “Nuova Oggettività” prestano maggiore attenzione alla linea. Questo vale in particolar modo per Grosz, che dedica gran parte della sua produzione al disegno, in cui dimostra una notevole abilità e uno stile estremamente incisivo e graffiante. In questa tela si nota l’influenza del cubismo e del futurismo: l’artista semplifica gli oggetti e scompone le masse in forme geometriche elementari, quasi completamente prive di profondità. Grosz manifesta nei dettagli dell’opera il suo spiccato senso della realtà: egli preferisce un rapporto diretto e immediato con gli oggetti, che riporta sulla tela così come li vedono i suoi occhi.

Come avviene nel “Ritratto di Dorian Gray”, il romanzo di Oscar Wilde, il pittore vuole rendere visibile lo stato di corruzione morale del protagonista attraverso la deformazione dei lineamenti del volto, che ci appare come una maschera grottesca e ripugnante. La prima guerra mondiale rappresenta per Grosz la dimostrazione palese della sua visione pessimistica sull’uomo in generale e sulla borghesia tedesca in particolare. In un saggio del 1925, “L’arte è in pericolo”, l’artista scrive: “Potrei così riassumere il succo delle mie esperienze: gli uomini sono dei porci. La loro vita non ha altro senso che soddisfare la fame di cibo e di donne”. (M.@rt)





 
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