Dal “distanziamento sociale” al prendere le distanze dalla società, Chi ci tocca ci priva della personalità, invade lo spazio privato, offende

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view post Posted on 28/8/2022, 15:03     +4   +1   -1
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MA IO CHI SONO?
Dal “distanziamento sociale” al prendere le distanze dalla società




Chi ci tocca ci priva della personalità, invade lo spazio privato, offende. Chi tocca, finisce per ferire.





Martin Schongauer, “Le tentazioni di Sant’Antonio”, 1490 circa



Eppure, esistiamo finché qualcuno ci esprime, toccandoci, dando vita ai nostri limiti – il corpo è sconfinato se chi lo ha messo al mondo non lo mette nel rettangolo di una culla. Si entra in una comunità per battesimo, certi del compito di diventare acqua – ma stiamo sempre sulla riva del fiume: ad ammirare il cadavere del nostro nemico, oppure, assisi sul Gange, a ragionare sulle rovine rapinose d’Occidente, come fa il poeta della Terra desolata.

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Tutto, nell’uomo, nasce per difendersi dalle forze contrarie, dalla natura “matrigna” (Leopardi: “Il nascere istesso dell’uomo, cioè il cominciamento della sua vita, è un pericolo della vita… Oh, infinita vanità del vero!”), dai propri simili, in realtà dissimili – non è raro trovare affinità con gli altri esseri rispetto all’uomo. Tutto è contrario all’esistenza individuale. Unghie, denti, mani: armi che tengono a distanza il prossimo, fino al morso. Con le mani afferro un bastone, costruisco una casa. La casa, in effetti, può essere spazio per l’ospite – resta, comunque, uno spazio privato. Da difendere fino alla morte dagli estranei. (Porre la differenza tra altro ed estraneo; tra l’estraneità dell’uomo e la stranezza del dio).

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Privato dalla propria sede celeste, caduto al mondo, l’uomo se ne appropria, privando gli altri – chiunque – dello spazio che definisce proprio. Chi entra in casa vostra senza permesso è come se invadesse la vostra testa: lo cacciate.

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Tra proprio e appropriato: lì bisogna insinuarsi. Tra distanza e prendere le distanze.


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Monoteisti, monogami, monadi, monaci, monomaniaci. Siamo uno, siamo unici e perciò soli, mono, monos. Certo: monotoni, a volte. Tutto è uno, un attimo, accade una volta sola – ciò che ritorna non è una replica del trascorso. “Dal momento in cui apre gli occhi alla luce, l’uomo, trovandosi buttato a caso tra tutte le altre cose del mondo, cerca di trovare se stesso e di conquistare se stesso emergendo dal loro groviglio. Ma tutto ciò che il bambino tocca si ribella alla sua stretta e afferma la propria esistenza. Perciò la lotta per l’autoaffermazione è inevitabile, perché ogni cosa tiene a se stessa e nello stesso tempo si scontra continuamente con altre cose”: questo è il principio, folgorante, de L’unico e la sua proprietà di Max Stirner - clicca.

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Quando si parla di “distanziamento sociale” si dimentica – volutamente – che la “società”, di per sé, non esiste, è un coagulo caotico, e che l’uomo, il singolo, esiste come “distanza” dal resto. Quando prende un modello, per imparare a vivere, lo imita fino a mangiarlo, a ucciderlo. Di uno non esiste il doppio: le copie sono orribili, provocano risposta di distruzione. Non vogliamo mai una fotocopia ma l’originale.

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Da “gruppo” a “società”: una famiglia può essere in lotta con un’altra, un paese con quello vicino – l’appartenenza, di solito, è apparente, parziale.

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D’altronde, l’arte occidentale eccelle nel ritratto: dal viso del Figlio si è passati a ritrarre quello dell’uomo. I tratti somatici vengono dipinti per l’eternità, sono sguardi proiettati in un futuro – perché la ‘proprietà’ prima, il corpo, resista alla morte. Il ritratto triplo di Carlo I Stuart ad opera di Antoon van Dyck, triplica la proprietà del potere.



Antoon van Dyck, Triplo ritratto di Carlo I, 1635


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Sulla rivista “The Point” Corina Stan scrive una vasta articolessa, Between Us - clicca tratteggiando una history of social distance. “Quando vai a letto, alla fine di una giornata popolata da scarse persone reali ma traboccante di sagome astratte, di profili digitali – che hanno perso il lavoro, che non hanno potuto dire addio ai propri cari, che ti salutano da uno schermo – che cosa sei, chi sei?… Cosa siamo senza la presenza elettrizzante di una folla, in cui ci si dissolve, dentro uno stadio in cui centinaia o migliaia di sguardi sono concentrati su un pallone, o in una sala da concerto in cui i presenti si conformano al ritmo di una esibizione?”, scrive. Che differenza c’è tra corpo “sociale” e corpo individuale? Per alcuni, è necessario che questa differenza si assottigli nello zero (uomini mutati in “massa elettorale” o in “massa rivoluzionaria”; in massa di acquirenti, in massa di assetati di potere). Già San Paolo distingue tra il corpo dei fedeli, il corpo della Chiesa, e il singolo (“Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito”, 1 Cor 12, 12-13). Si è battezzati perché, insieme, diventiamo fiume, distinti ma indistinguibili.

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Corina Stan cita Elias Canetti: nel 1960, con Massa e potere, il tema è quello, fin da subito. “Nulla l’uomo teme di più che essere toccato dall’ignoto. Vogliamo vedere ciò che si protende dietro di noi: vogliamo conoscerlo e classificarlo. Dovunque, l’uomo evita di essere toccato da ciò che gli è estraneo”, attacca Canetti. Dio è intoccabile – se tocca, uccide. Allo stesso modo, cercando di replicarne gli attributi, il re si cela alla vista dei sudditi: propala la morte o la pietà per voce, come se la voce fosse una mano, un esercito. Ordina di uccidere, e qualcuno adempie il suo ordine. Non si fa toccare perché tutto è pericoloso, contagioso, e il corpo del re è sacro. Piuttosto, quando il re taumaturgo tocca il malato costui può salvarsi.



Pieter Bruegel il Vecchio, Trionfo della Morte, 1562


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Il corpo sacro non si tocca – come quello malato. Entrambi stanno in luoghi alieni all’uomo: solo gli accolti o gli accoliti possono dotarli di cibo. Uno ha parole che orientano la vita, l’altro porta la morte. Santo e lebbroso sono uno.

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“In una stanza straniera, svuoti te stesso prima di dormire. Prima di svuotarti, sei qualcuno. Quando ti sei svuotato, e dormi, non lo sei. Nel pieno del sonno, non sei mai stato”, William Faulkner.

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Il rapporto tra io e Dio è contrario rispetto a quello costruito dall’ego con la società divinizzata. Nel primo caso, conta la soppressione della proprietà e del proprio – dalla casa privata al monastero, al deserto; dal nome proprio all’assenza di nome; dai vestiti che distinguono uno stile alla tonaca, lo straccio, che sanciscono una obbedienza; dal sesso che edifica il corpo alla rinuncia, il dono del corpo. Nel secondo caso, è necessaria l’esaltazione di sé (già, ma quale dei molteplici sé?), affinché gli altri se ne accorgano, per la conseguente conquista di apprezzamenti e maldicenze (mercimonio di fragilità che Cioran descrive, raccontando il Settecento francese, in Antologia del ritratto). Tra egotismo e monachesimo: il barlume di una piuma, l’ombra del puma.



La surrealista distanza sociale espressa da Magritte in Golconda, 1953


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Concediamo la ‘prossimità’ a pochissimi, solo i vicini ci sono prossimi. Se ‘il prossimo’ è tutta l’umanità, beh, ci sembra di approssimare il concetto all’indifferenza suprema, a una compassione priva di sangue, a una definizione astratta, come se l’uomo fosse un principio geometrico, organizzato. Si muore per uno o per Dio, non per tutti – si muore, semmai, per un’idea.

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Più che il “distanziamento sociale”… dovremmo prendere le distanze dalla società: una massa – che sia di uomini in festa o in rivolta – ha un unico viso, di solito feroce, e sta insieme per ottenere l’ottundimento dell’individuo (credendo, va da sé, ciascun membro della massa, di avere una individualità spiccata). Un uomo è qualcuno che puoi amare, che puoi sfidare a duello, a cui prendere le misure per simulare l’assalto o l’abbraccio. Dalla distanza, allora, passeremo a una stanza, dove è bello discorrere non per capirsi, ma per dare fuoco ai verbi.
 
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