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Il museo delle macchine per scrivere
Ospitato dal 2007 in uno stabile privato, il museo dedicato alle macchine da scrivere, unico nel suo genere, è la creazione del suo proprietario, Umberto Di Donato, ex-finanziere, direttore di banca, ma soprattutto grande appassionato di macchine da scrivere, al punto da averne collezionate ed esposte qui quasi 1400. Ce ne sono di tutti i tipi: di portatili e monumentali, da studio e da viaggio, carrozzate e scoperte, lucide e opache, rare e comuni.
Tra i pezzi più rari, collezionati da Di Donato dal 1952: una Underwood del 1898 appartenuta all’imperatore austro-ungarico Francesco Giuseppe e realizzata in occasione del suo Giubileo, la Olympia appartenuta a Matilde Serao, una Odell del 1887, una Williams 1 Curved del 1891, la Blickensderfer 1885, la Optima con scrittura in arabo e poi la più comune ma mitica M40 Olivetti, la bellissima portatile Tippa-B, fino alla celebre Lettera 22, resa famosa da Indro Montanelli e da tanti altri giornalisti che la usarono fino a quando venne inventato il computer portatile. Oltre alle macchine per scrivere, sono conservate nel museo anche alcune calcolatrici meccaniche risalenti alla prima metà del secolo scorso, dal funzionamento macchinoso ma molto preciso. Per ogni pezzo, Di Donato ha un aneddoto, una storia nascosta e affascinante da raccontare, per cui è raccomandabile per il visitatore la visita guidata.
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