Il Lotto delle Zitelle: quando la dote era un gioco, Storia di un gioco antico che racconta l’Italia

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view post Posted on 3/4/2016, 18:10     +2   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Il Lotto delle Zitelle, nozze e cinquine:
quando la dote era un gioco


Nell’Italia del XVII secolo le donne meno fortunate
potevano ambire a guadagnare una piccola dote da portare in matrimonio
grazie a una variante del gioco del Lotto. Conquistò tutta l’Europa
e piacque persino a Giacomo Casanova





C’è un gioco antico che racconta l’Italia e la sua storia, i suoi costumi e le sue tradizioni. Un gioco che dal XV secolo a oggi si è evoluto, così come si è evoluta la società, attraversando tappe e innovazioni fino ad arrivare a noi. E’ il Gioco del Lotto, nato dalle “borse di ventura” toscane e diventato poi nel 1576 il Gioco del Seminario, la forma più simile a quella che conosciamo oggi.
Tutto partì da Genova, grazie alla riforma di Andrea Doria, che permetteva di scommettere su cinque nomi, tra i 120 di nobili genovesi, individuando quelli che sarebbero entrati nel Serenissimo Collegio. Da Genova il gioco arrivò in tutta la penisola, sorpassando i numerosi confini di un’Italia divisa in Stati. Per ogni stato il gioco si adattò alle tradizioni del luogo. Milano fu una delle prime città a istituirlo nel 1665; a Venezia fu introdotto nel 1733 ma già dalla metà del ‘600 il Senato organizzava una lotteria con premi in immobili chiamata “Lotto del Ponte di Rialto”.



A Roma il Lotto si legò alla Chiesa e lo Stato pontificio abbinò il gioco alla beneficenza quando, a seconda dei Papi eletti, non venne osteggiato per questioni morali. Papa Benedetto XII nel 1728 arrivò a minacciare di scomunica i giocatori ma nel 1731 papa Clemente XII lo reintrodusse. Anche a Torino il Lotto visse fasi alterne tra divieti e la definitiva introduzione nel 1742. Ma è a Napoli che il gioco trovò il suo terreno più fertile: il 9 settembre 1682 fu fatta la prima estrazione. Cinque numeri, 11-14-20-34-52, destinati a entrare nella storia. L’introduzione definitiva avvenne solo nel 1735 sotto i Borbone.

Ma è solo con l’unità d’Italia che il gioco passò in gestione alla Stato e prese il nome ufficiale di Gioco del Lotto. Dal 1863 il Lotto entrò a far parte delle entrate previste nel bilancio statale e i profitti furono destinati alla realizzazione di opere pubbliche. A metà degli anni novanta la gestione è passata a Lottomatica.

Una storia, quella del Lotto, che è anche una storia d’Italia e del patrimonio nazionale.
Ma non solo. Tra le tante curiosità e aneddoti legati al gioco, non tutti sanno che verso la metà del XVII secolo in Italia, e in particolare a Torino, si diffuse la pratica del Lotto delle Zitelle.

Oggi le chiamerebbero single ma allora la figura della donna non aveva ancora la sua emancipazione al punto che un buon matrimonio, e una buona dote, per molte era l’unica prospettiva di vita. Potevano ambire alle nozze le ragazze benestanti, i migliori partiti insomma, mentre venivano penalizzate le più povere che spesso non potevano arrivare alle nozze. A loro si ispirò il Lotto delle Zitelle che, modificando la formula del Gioco del Seminario, permetteva di giocare non sui candidati alle cariche politiche ma sui nomi delle ragazze povere.

Ogni numero era abbinato a una di loro
e a seconda delle estrazioni cinque sorteggiate venivano premiate con una dote pari a cento lire. Si narra che la variante delle Zitelle ottenne il benestare del re Carlo Emanuele II che prese a stilare personalmente la lista delle cento ragazze. Questa versione del gioco riscosse grande fortuna non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa e addirittura in Francia venne promosso da un personaggio celebre come Giacomo Casanova.



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