“Henri Rousseau. Il Candore Arcaico“: il “Doganiere” in mostra a Venezia, A Palazzo Ducale, dal 6 marzo al 5 luglio 2015

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view post Posted on 26/1/2015, 20:34     +4   +1   -1
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“Henri Rousseau. Il Candore Arcaico”:
il “Doganiere” in mostra a Venezia





Dal 6 marzo a Venezia, a Palazzo Ducale,con la collaborazione speciale del Musée d’Orsay di Parigi, si terrà ”Henri Rousseau. Il Candore Arcaico”, la prima mostra italiana dedicata a Rousseau, il “Doganiere”(Laval, 1844 - Parigi, 1910), il pittore parigino attivo tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, le cui opere rappresentano una significativa esperienza nella cultura figurativa dell'avanguardia francese.



La mostra con oltre cento opere provenienti dalle più importanti istituzioni internazionali (quaranta capolavori dell’artista e sessanta opere di confronto), ospitata nell’Appartamento del Doge a Palazzo Ducale, ripercorre la storia del pittore autodidatta di modestissime origini, contemporaneo di Picasso e Monet, considerato il più importante messaggero dell'arcaismo in pittura. La sua arte caratterizzata da uno stile primitivo e anticlassico - antesignano del naïf - lo pose ai margini della critica del tempo, ma fu molto apprezzato invece dai simbolisti e da artisti come Picasso e Gauguin.

L'aspetto fantastico e il modo di dipingere che contraddistinguono la produzione di Rousseau, lo avvicinano da sempre alla sensibilità del pubblico. L’artista dipinse foreste tropicali, giungle, animali esotici che egli, proprio come lo scrittore Emilio Salgari, non vide mai nel corso della sua esistenza, ma che raffigurò nei suoi dipinti grazie al potere della fantasia e alla forza dell’immaginazione.

Personalità centrale della cultura figurativa tra la fine del XIX secolo e il rivoluzionario periodo delle avanguardie, famoso per le atmosfere oniriche, le foreste e i paesaggi incantati, l'artista sfugge da sempre a qualsivoglia catalogazione. Inutile etichettare il suo lavoro: il modo stesso in cui il pittore è stato interpretato, il più delle volte, è stato frutto di una serie di malintesi; eppure la forza della sua pittura, snobbata dai critici ma apprezzata dagli artisti, è espressione di un fenomeno che non ha paragoni nel campo dell’arte tra Otto e Novecento.



Henri Rousseau, La lotta tra una tigre e un bufalo (1908)
olio su tela - 170 × 189.5 cm - Cleveland Museum of Art


Il progetto non vuole essere l’ennesima celebrazione della naïveté del pittore francese, ma piuttosto la presentazione di un lungo percorso di studi iniziato più di tre anni fa. Una ricerca che ha messo nella giusta luce critica e storiografica l’opera di Rousseau, figura di riferimento per i grandi protagonisti delle avanguardie storiche, per intellettuali come Apollinaire e Jarry, per grandi collezionisti come Wilhelm Uhde, ma anche per tanti pittori che precedettero e superarono le avventure del cubismo e del futurismo: da Cézanne a Gauguin, da Redon a Seurat, da Marc a Klee, da Morandi a Carrà, da Frida Kahlo a Diego Rivera, per non dire di Kandinsky e Picasso. Tutti artisti presenti in mostra con opere che dialogano coerentemente con quelle dipinte dal Doganiere nella sua breve ma intensa stagione creativa, tra il 1886 e il 1910.



Henri Rousseau, La Guerra‐ La cavalcata della Discordia (1894 ca.)
(La chevauchée de la Discorde)
olio su tela, cm 1145 x 195 - Parigi, Musée d'Orsay


Accanto a essi, una scelta mirata di lavori esemplari di antichi maestri - da Liberale da Verona a Fede Galizia, da Frans Post a Francisco Goya - per indagare, con un taglio critico assolutamente nuovo, quell’ispirazione all’arcaismo che nel corso dei secoli corre parallela al classicismo e della quale l’opera di Rousseau sembra essere lo spartiacque tra Otto e Novecento.

Attraverso una vivace sequenza di sezioni tematiche si potranno ammirare alcuni dei più celebri capolavori del pittore francese, come l’Autoritratto (1889-90) che l’artista considerava il primo “ritratto-paesaggio” della storia dell’arte, Il cortile (1896-98) acquistato personalmente da Kandinsky ed esposto nella prima mostra del Blaue Reiter a Monaco, La guerra o la cavalcata della discordia (1894) dipinta da Rousseau con quello sguardo innocente che Ardengo Soffici, suo grande estimatore, definiva ricco di “ingenuità da bambino”.

Un “candore arcaico” che emerge anche nelle opere dedicate alla natura selvaggia e nelle famosissime giungle, di cui sei sono in mostra - dalla bellissima Incantatrice di serpenti (1907) al Cavallo assalito da un giaguaro (1910) - come pure nei più bucolici paesaggi di campagna e di città. Quindi, le nature morte e la serie sorprendente dei ritratti maschili e femminili (spesso di amici o familiari), che mostrano anche la capacità di Rousseau di cogliere la vita della piccola borghesia, protagonista della placida e apparentemente innocua periferia cittadina, e la forza identitaria di un artista assolutamente unico e originale. Fonte



Henri Rousseau, Pescatori con lenza (1908 ‐ 1909)
( Les Pêcheurs à la ligne)
olio su tela, cm 46 x 55
Parigi, Musée de l’Orangerie, Collection J. Walter‐ P. Guillaume


“Henri Rousseau. Il Candore Arcaico”
Il candore arcaico
6 marzo - 5 luglio 2015
VENEZIA, Palazzo Ducale - Appartamento del Doge
ORARI: Da domenica a giovedì: 9.00 - 19.00
Venerdì e sabato: 9.00 - 20.00
BIGLIETTI:
Intero: 13 €
Ridotto: 11 €
Infoline e prevendita 041 098 81 69




Henri Rousseau, Nozze in campagna (1905)
(La Noce)
olio su tela, cm 163 x 114
Parigi, Musée de l’Orangerie, Collection J. Walter‐ P. Guillaume





William Bouguereau (La Rochelle, 1825‐1905)
(Egalité devant la mort)
Uguaglianza davanti alla morte (1848)
olio su tela, cm 141 x 269
Parigi, Musée d’Orsay





Edited by Milea - 5/5/2016, 20:12
 
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view post Posted on 25/3/2015, 00:35     +4   +1   -1
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Venezia riscopre il Doganiere Rousseau


Nel suggestivo appartamento del Doge di palazzo Ducale, la mostra sul "candore arcaico". Un nuovo punto di vista sull'artista famoso per le atmosfere oniriche, i quadri raffiguranti foreste e paesaggi incantati, dipinti con uno stile inconfondibile. 41 capolavori di un autore che ha la sua rivincita tardiva: negli anni '50 era passato quasi inosservato durante una Biennale



Il Doganiere ha conquistato Venezia. Le sontuose sale dell’Appartamento del Doge, all’interno di Palazzo Ducale, hanno aperto le porte ad Henri Rousseau, pittore autodidatta sofisticato e originale, che fu a lungo snobbato dalla critica come naif e oggi è considerato tra i pioniere dell’arte moderna. La mostra, accompagnata dal sottotitolo "Il candore arcaico", segna un nuovo appuntamento con il ciclo delle grandi esibizioni immaginate per la città dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e dal suo direttore, Gabriella Belli. Dopo l’imponente monografia del 2013 su Manet, anche stavolta l'occasione è importante: grande e impeccabile il lavoro di ricerca svolto, che ha garantito un risultato di altissimo livello. L'intensa esperienza artistica di Rousseau dialoga, grazie al contributo scientifico del Musée d’Orsay di Parigi e a una serie di prestiti eccellenti, con una sessantina di opere che spaziano dal '400 ai suoi contemporanei, rivelando relazioni con molti grandi maestri, primi estimatori di quel linguaggio innovativo. L'artista (Laval, 1844 - Parigi, 1910), dopo alcuni anni di vita militare, lavorò per quasi tutta la vita negli uffici daziari di Parigi, incarico cui dovette il soprannome il "Doganiere", alternando questa attività a quella artistica. Trascorso un primo periodo dedicato a ritratti e vedute di Parigi, negli anni 90 passò a raffigurazioni fantastiche di paesaggi tropicali e giungle rigogliose e irreali, abitate da animali, che realizzava mentre nel panorama europeo si affermavano le avanguardie. I suoi ammiratori maggiori furono gli artisti più giovani, tra cui Picasso, Odilon Redon, Paul Gauguin, Georges Braque, astri nascenti dell`avanguardia parigina che gli dettero una risonanza internazionale.




Nel 1910 l`artista americano Max Weber gli propose di organizzare una sua mostra personale negli Stati Uniti. Rousseau non poté cogliere la grande opportunità perché morì a Parigi quello stesso anno.
La sua naivité francese, che per decenni i critici giudicarono degna solo della retroguardia, in realtà ebbe il merito di andare oltre le avanguardie storiche, riuscendo a stabilire un punto di inizio per certa pittura del Novecento europeo. L' immensità della pittura di Henri Rousseau che evoca paesaggi esotici, belve dallo sguardo umano e scenari da naturalismo magico si ridimensiona diventando quasi una miniatura ricchissima di dettagli nell'autoritratto-paesaggio (titolo originale Moi-même) olio su tela realizzato nel 1890, che sorprende arrivando nella seconda sala dell'esposizione. L'autore si è rappresentato in primo piano a figura intera, con sullo sfondo il lungo Senna e altri elementi di modernità della Parigi alla fine del XIX secolo: sulla sinistra si nota la Tour Eiffel, l'elemento centrale è un ponte di metallo ed in cielo c'è una mongolfiera. Nessuna prospettiva, proporzioni verosimili e colori naturali, mettono in risalto il pittore che vestito di nero tiene stretti in mano i simboli della sua arte, pennello e tavolozza.



In realtà, l'attuale esposizione è un ritorno dell’artista a Venezia: nel 1950, durante la Biennale, alcuni suoi dipinti giunsero in mostra nella città lagunare, senza però trovare l’attenzione che meritavano. Henri Rousseau fu figura di riferimento anche per intellettuali come Apollinaire e Jarry, per grandi collezionisti come Wilhelm Uhde, ma anche per tanti pittori che precedettero e superarono le avventure del cubismo e del futurismo: da Cézanne a Gauguin, da Redon a Seurat, da Marc a Klee, da Morandi a Carrà, da Frida Kahlo a Diego Rivera, oltre a Kandinsky e Picasso. Tutti artisti presenti in mostra con capolavori databili tra il 1886 e il 1910. Il suo realismo carico di candore, influenzò la formazione della nuova pittura astratta europea, debitrice dell'atteggiamento visionario:“Che uomo meraviglioso era questo Rousseau!”, disse infatti di lui Vasilij Kandinskij a Franz Marc.






 
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