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“Henri Rousseau. Il Candore Arcaico”: il “Doganiere” in mostra a Venezia
Dal 6 marzo a Venezia, a Palazzo Ducale,con la collaborazione speciale del Musée d’Orsay di Parigi, si terrà ”Henri Rousseau. Il Candore Arcaico”, la prima mostra italiana dedicata a Rousseau, il “Doganiere”(Laval, 1844 - Parigi, 1910), il pittore parigino attivo tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, le cui opere rappresentano una significativa esperienza nella cultura figurativa dell'avanguardia francese.
La mostra con oltre cento opere provenienti dalle più importanti istituzioni internazionali (quaranta capolavori dell’artista e sessanta opere di confronto), ospitata nell’Appartamento del Doge a Palazzo Ducale, ripercorre la storia del pittore autodidatta di modestissime origini, contemporaneo di Picasso e Monet, considerato il più importante messaggero dell'arcaismo in pittura. La sua arte caratterizzata da uno stile primitivo e anticlassico - antesignano del naïf - lo pose ai margini della critica del tempo, ma fu molto apprezzato invece dai simbolisti e da artisti come Picasso e Gauguin.
L'aspetto fantastico e il modo di dipingere che contraddistinguono la produzione di Rousseau, lo avvicinano da sempre alla sensibilità del pubblico. L’artista dipinse foreste tropicali, giungle, animali esotici che egli, proprio come lo scrittore Emilio Salgari, non vide mai nel corso della sua esistenza, ma che raffigurò nei suoi dipinti grazie al potere della fantasia e alla forza dell’immaginazione.
Personalità centrale della cultura figurativa tra la fine del XIX secolo e il rivoluzionario periodo delle avanguardie, famoso per le atmosfere oniriche, le foreste e i paesaggi incantati, l'artista sfugge da sempre a qualsivoglia catalogazione. Inutile etichettare il suo lavoro: il modo stesso in cui il pittore è stato interpretato, il più delle volte, è stato frutto di una serie di malintesi; eppure la forza della sua pittura, snobbata dai critici ma apprezzata dagli artisti, è espressione di un fenomeno che non ha paragoni nel campo dell’arte tra Otto e Novecento.
Henri Rousseau, La lotta tra una tigre e un bufalo (1908) olio su tela - 170 × 189.5 cm - Cleveland Museum of Art
Il progetto non vuole essere l’ennesima celebrazione della naïveté del pittore francese, ma piuttosto la presentazione di un lungo percorso di studi iniziato più di tre anni fa. Una ricerca che ha messo nella giusta luce critica e storiografica l’opera di Rousseau, figura di riferimento per i grandi protagonisti delle avanguardie storiche, per intellettuali come Apollinaire e Jarry, per grandi collezionisti come Wilhelm Uhde, ma anche per tanti pittori che precedettero e superarono le avventure del cubismo e del futurismo: da Cézanne a Gauguin, da Redon a Seurat, da Marc a Klee, da Morandi a Carrà, da Frida Kahlo a Diego Rivera, per non dire di Kandinsky e Picasso. Tutti artisti presenti in mostra con opere che dialogano coerentemente con quelle dipinte dal Doganiere nella sua breve ma intensa stagione creativa, tra il 1886 e il 1910.
Henri Rousseau, La Guerra‐ La cavalcata della Discordia (1894 ca.) (La chevauchée de la Discorde) olio su tela, cm 1145 x 195 - Parigi, Musée d'Orsay
Accanto a essi, una scelta mirata di lavori esemplari di antichi maestri - da Liberale da Verona a Fede Galizia, da Frans Post a Francisco Goya - per indagare, con un taglio critico assolutamente nuovo, quell’ispirazione all’arcaismo che nel corso dei secoli corre parallela al classicismo e della quale l’opera di Rousseau sembra essere lo spartiacque tra Otto e Novecento.
Attraverso una vivace sequenza di sezioni tematiche si potranno ammirare alcuni dei più celebri capolavori del pittore francese, come l’Autoritratto (1889-90) che l’artista considerava il primo “ritratto-paesaggio” della storia dell’arte, Il cortile (1896-98) acquistato personalmente da Kandinsky ed esposto nella prima mostra del Blaue Reiter a Monaco, La guerra o la cavalcata della discordia (1894) dipinta da Rousseau con quello sguardo innocente che Ardengo Soffici, suo grande estimatore, definiva ricco di “ingenuità da bambino”.
Un “candore arcaico” che emerge anche nelle opere dedicate alla natura selvaggia e nelle famosissime giungle, di cui sei sono in mostra - dalla bellissima Incantatrice di serpenti (1907) al Cavallo assalito da un giaguaro (1910) - come pure nei più bucolici paesaggi di campagna e di città. Quindi, le nature morte e la serie sorprendente dei ritratti maschili e femminili (spesso di amici o familiari), che mostrano anche la capacità di Rousseau di cogliere la vita della piccola borghesia, protagonista della placida e apparentemente innocua periferia cittadina, e la forza identitaria di un artista assolutamente unico e originale. Fonte
Henri Rousseau, Pescatori con lenza (1908 ‐ 1909) ( Les Pêcheurs à la ligne) olio su tela, cm 46 x 55 Parigi, Musée de l’Orangerie, Collection J. Walter‐ P. Guillaume
“Henri Rousseau. Il Candore Arcaico” Il candore arcaico 6 marzo - 5 luglio 2015 VENEZIA, Palazzo Ducale - Appartamento del Doge ORARI: Da domenica a giovedì: 9.00 - 19.00 Venerdì e sabato: 9.00 - 20.00 BIGLIETTI: Intero: 13 € Ridotto: 11 € Infoline e prevendita 041 098 81 69
Henri Rousseau, Nozze in campagna (1905) (La Noce) olio su tela, cm 163 x 114 Parigi, Musée de l’Orangerie, Collection J. Walter‐ P. Guillaume
William Bouguereau (La Rochelle, 1825‐1905) (Egalité devant la mort) Uguaglianza davanti alla morte (1848) olio su tela, cm 141 x 269 Parigi, Musée d’Orsay
Edited by Milea - 5/5/2016, 20:12
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