“La terra è blu…” - Paul Eluard, Parafrasi e commento

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view post Posted on 6/11/2014, 23:54     +4   +1   -1
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“La terra è blu…”

Paul Eluard


da L'amour la poésie


La terre est bleue comme une orange
Jamais une erreur les mots ne mentent pas
Ils ne vous donnent plus a' chanter
Au tour des baisers de s'entendre
Les fous et les amours
Elle sa bouche d'alliance
Tous les secrets tous les sourires
Et quels vêtements d'indulgence
A la croire toute nue.

Les guêpes fleurissent vert
L'aube se passe autour du cou
Un collier de fenêtres
Des ailes couvrent les feuilles
Tu as toutes les joies solaires
Tout le soleil sur la terre
Sur les chemins de ta beauté.

1928



Libri



La terra è blu come un'arancia
Mai un errore le parole non mentono
Non vi danno più da cantare
Tocca ai baci di intendersi
I pazzi e gli amori
Lei la sua bocca di fede
Tutti i segreti tutti i sorrisi
E quali abiti di indulgenza
A crederla tutta nuda.

Le vespe fioriscono verde
L'alba si passa intorno al collo
Un collier di finestre
Ali coprono le foglie
Tu hai tutte le gioie solari
Tutto il sole sulla terra
Sulle strade della tua bellezza.



Libri




L’amore insensato Il primo verso è autocontraddittorio, le arance non sono blu; eppure il secondo verso ci assicura che le parole non mentono. Se Eluard avesse scritto "la terra è un'arancia blu" avrebbe fatto una normale metafora ma si sarebbe visto solo il blu, non l'arancione; la normalità è il nemico, l'assurdità è il traguardo. Se le parole sono considerate come regno autonomo e non al servizio del referente, allora con le parole non si possono fare errori; fin che resta nel giro delle parole, il poeta è un re. Il blu è il colore dell'infinito e l'arancia è un frutto solido, denso, buono da mangiare. Il poeta può mangiare i corpi celesti e l'infinito - il poeta è un cantore ma le parole non danno più da cantare nel senso che non bastano (nel momento in cui si svincolano dalla referenza, si trasformano nell'analogo dell'ossessione erotica ma arrivati a quel punto il corpo conta molto più della tradizione poetica). Bisogna passare dalle parole ai fatti, l'infallibilità può estendersi dalla semantica all'esistenza solo se si cede il comando ai baci; tocca ai baci intendersi, e gli interpreti dei baci sono i pazzi e gli innamorati (anzi gli "amori" perché la forza generalizzante di eros è più importante dei singoli individui).

Ma non si capiscono davvero i primi cinque versi se non si sa chi è la "elle" del v.6. E' Gala, al secolo Helena Dimitrievna, una ragazza russa che Eluard ha incontrato nel 1912 al sanatorio di Davos, dove entrambi si stavano curando la tubercolosi. La sposa nel 1917 e da quel momento ne è dominato: "i tuoi capelli d'arance nel vuoto del mondo" scrive in una poesia, e in un'altra parla di lei come di "una stella chiamata azzurro/ e la cui forma è terrestre". Eccola, l'immagine contraddittoria eppure concretissima: la terra è blu come un'arancia perché Gala è così, gli occhi blu e i capelli d'arance, e una bocca capace di "attestare l'impossibile". Dedicandole la raccolta in cui è contenuto il nostro testo le scrive "tutto quello che ho detto era perché tu lo ascoltassi, la mia bocca non ha mai lasciato i tuoi occhi" - "senza di te non ho le mie lenti colorate, le mie lenti di smeraldo e di fuoco". L'amore lo ha reso insensato al punto che vede tutto con gli occhi di lei.

La "bouche d'alliance" ricorda l'"arche d'alliance", l'Arca in cui gli Ebrei conservavano le tavole della Legge, pegno del patto tra terra e cielo; ma in francese la "alliance" è anche la fede nuziale - la bocca di Gala è il sigillo mistico delle nozze tra quotidianità e paradiso. Lei è la donna che vale tutte le donne, in cui si inverano e si concentrano le cose splendenti squadernate nel mondo.
Tutti i segreti, tutti i sorrisi, tutte le gioie solari; il suo corpo nudo non è tanto un oggetto quanto un percorso ("les chemins de ta beauté") che conduce chi l'ama a viaggiare tra le stelle. Per lei le vespe sono come fiori nel verde della freschezza e l'alba fa brillare le finestre come una collana di diamanti; delle ali coprono le foglie confondendosi con esse in unanimità di voli. Strana energia di questa donna dal volto smunto e nasuto, audace inventrice di giochi amorosi per uomini dalla sessualità incerta; amata da Eluard e Max Ernst, odiata da Breton, divenne ufficialmente la "musa del surrealismo" quando sedusse l'ancor vergine Salvador Dalì e ne divenne l'idolo, la madre, la custode inflessibile. Strano destino il suo, d'esser riuscita a far sragionare d'amore artisti che volevano sragionare per programma.

Poeta con un dono naturale di immediatezza e di grazia, Eluard trovò nel surrealismo soprattutto un veicolo di libertà: libertà dalla sintassi, dalla pesantezza dei nessi logici, dal rigore della metrica. Ogni verso è come il versetto di una litania, che irraggia innocenza e sogna d'essere il primo mai scritto, o una goccia che cade sul foglio bianco per comporre un disegno di luce. Il suo temperamento però non era gioioso ("la felicità rimane un postulato ma il pessimismo un vizio"); la sua frenesia di positività era piuttosto eccitazione febbrile e lo sapeva: "tutto quello che io giro al bene, viene dal male e dalla sofferenza". Nel nostro testo, così impregnato di speranza cosmica, c'è una spia d'ombra in quella "indulgence" del v.8; i "vestiti d'indulgenza" che aiutano a immaginarla nuda sono i costosi e bizzarri tessuti che lui regalava a Gala - e gioielli, e cose d'arte, dopo che un'eredità l'aveva reso ricco. Indulgenza che diventa masochismo quando favorisce le "partite a tre" che Gala impone, per esempio con Max Ernst - e continua a mantenerla quando lei sta già con Dalì, e si lamenta di non poter "assistere", e si abbandona a orge immaginarie in cui la libertà è ridotta a libertinismo.

Libertà è il titolo della sua più nota poesia impegnata, di quando diventerà il poeta-vate della Resistenza: ma lui stesso confesserà che fino all'ultimo quella poesia l'aveva pensata per una donna. L'amore per Eluard è un anticipo della rivoluzione, e chiama la rivoluzione coi nomi del proprio amore. Lentamente e tristemente, nel corso degli anni '40, il ritmo mistico-erotico diventerà esortativo e il sogno rivoluzionario di "cambiare la vita" si spegnerà come si erano spente le illusioni di un erotismo astorico e onnipotente. Fonte

Ascolta la poesia






Edited by Milea - 4/7/2021, 21:59
 
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Paul Eluard
e quell'amore insensato per Gala


La passione dello scrittore per la sua Musa vista attraverso l'epistolario



eluard_ape


“Ti sogno nuda”. Nel 1946, sei anni prima di morire, Paul Eluard chiese a Gala, il grande amore della sua vita, di distruggere tutte le sue lettere perché non restassero tracce della loro vita intima. L'impegno doveva essere reciproco. Per fortuna Gala non gli obbedì e così salvò per la posterità uno dei più straordinari epistolari d' amore di tutti i tempi: le 272 lettere che il poeta le scrisse nel corso di ventiquattro anni, spesso accompagnate da poemi. Ora la raccolta è pubblicata da Gallimard (Paul Eluard, Lettres a' Gala, 1924-1948, pagg. 518, franchi 150). E' stata Cècile, l'unica figlia della coppia, a ritrovarle fra le carte della madre, morta a Cadaquès nel 1982 all'età di 87 anni.

eluard_poeta

Purtroppo mancano le lettere di Gala, che Eluard ha distrutto; ne sono rimaste solo una trentina, vale a dire quelle che risalgono ai primi anni del loro idillio (di queste, quindici figurano in appendice al volume). Per gli studiosi del surrealismo, l'epistolario presenta un notevole interesse storico, in quanto rivela numerosi particolari relativi alla vita agitata del movimento, alle beghe, agli anatemi, alle clamorose rotture: per esempio quella di Eluard con Aragon, che Paul definisce una "canaglia in smoking" e una "piagnucolosa immondizia"; quelle con Georges Bataille e con Andrè Masson, che Eluard considera dei "mascalzoni"; quelle con Breton, di cui non sopporta "la puerilità, nè l'incoerenza, nè la malafede".

Ma questo aspetto è del tutto secondario. Quello che conta è l'amore di Paul e di Gala, che in realtà si chiamavano Paul-Eugène Grindel e Elena Dmitrievna Diakonova. Si erano incontrati nel 1912 nel sanatorio di Clavadel, in Svizzera, dove tutti e due erano ricoverati per tubercolosi. Avevano, allora, diciassette anni. Il "coup-de-foudre" fu reciproco, ma il matrimonio fu celebrato solo cinque anni dopo: fino a quel momento, la loro relazione restò platonica. L'epistolario si apre con una lettera del 12 maggio 1924, datata da Tahiti. Gala e Paul sono sposati ormai da sette anni. Hanno stipulato un patto: ciascuno dei due lascerà un'assoluta libertà all'altro. Entrambi ne hanno approfittato; ma, a quanto pare, solo Paul ha sofferto per le avventure della moglie. In quell'anno 1924 Gala si è appunto incapricciata di Max Ernst, che è loro ospite nella casa di campagna di Eaubonne. Eluard intraprende allora un solitario giro del mondo; ma, arrivato a metà percorso, prega la sua "cara bambina" di raggiungerlo, lui l'avrebbe amata e consolata. Sapremo da un'altra lettera che, tre anni più tardi, in casa di Breton, "Max il porco" ha brutalmente preso a pugni il rivale, così come "il porco Verlaine" aveva sparato su Rimbaud. "Non rivedrò mai più Max", scrive Eluard. "Tu farai quel che vorrai... però non voglio turbarti. Per amor tuo, per la tua tranquillità, non farò niente contro di lui. Ma non tradirmi. Non potrei più vivere". Questo episodio rivela la componente masochista dell'amore di Eluard.

A Gala, il poeta concede tutto. La sua passione si nutre anche degli amori di lei per gli altri, mentre lui, se incontra una donna che gli piace, chiede prima a lei "se non vede alcun inconveniente" all'avventura. Incoraggia anche il narcisismo di Gala: "Guardati nello specchio, contempla i tuoi occhi che amo, i tuoi seni che amo, il tuo sesso che amo, le tue belle mani. Ascoltati parlare, cerca di capire bene quel che dici, mia sola amica, perché io capisco soltanto il tuo linguaggio, non traggo godimento che dal tuo godimento". Esaltazione sensuale ed esaltazione mistica si confondono nell'amore di Paul per Gala "scintillante", "illuminata dal sole", splendida "luce assente", Gala "mia sorella, mia amica, mia amante", "mia sacra bambina", "mio essere", "mia Eternità". La invita ad "abusare" della propria libertà mentre lui si prepara asceticamente al suo ritorno, perché vuole che lei lo ritrovi "prezioso e puro". Però nello stesso tempo è ossessionato "dai suoi seni, il suo grembo ardente, i suoi baci caldi e umidi".


Gala-Char-Eluard-Nush-Cadaques-1930
Gala, René Char, Eluard e Nusch
a Cadaque nel 1930.


In un poemetto accluso ad una lettera del 1931, la sogna nuda sotto un manto rosso, con guanti rossi, una maschera rossa e calze nere: "Nuditè pure parure parèe". Questo poema, dicevamo, è del 1931. Da due anni Gala convive con Dalì a Cadaquès. Tutti conoscono la grottesca scena del primo incontro, tra i due, così come è stata narrata dal pittore ne La vita segreta di Salvador Dalì: Dalì, ancora vergine (anche lui!), fu abbacinato dalla vista di Gala in cui riconobbe la propria Gradiva; poi si cosparse di escrementi di caprone, si scorticò le ascelle e, coperto di sangue e con un geranio infilato dietro l'orecchio, la sedusse. Gala vivrà con Dalì fino alla morte, pur continuando a fare quel che le pare e piace. Dalle lettere di Eluard risulta che, ogni tanto, lei lo raggiungeva per un incontro fugace in qualche albergo o in un appartamento parigino, che il poeta aveva comprato apposta per lei sacrificando "un grande De Chirico e qualche feticcio" (spesso squattrinato, Eluard, come tutti i surrealisti, faceva un po' di commercio d' arte). Ma l'appartamento, arredato con tanto amore, restava per lo più vuoto e desolato; e Paul era assalito da incubi notturni in cui Gala gli appariva atrocemente inaccessibile.

Tuttavia Eluard non nutre nei confronti del "piccolo Dalì" lo stesso risentimento che provava per Max Ernst. Anzi gli manifesta una cordialità e una stima che non sembrano finte. Scrive prefazioni per le mostre del pittore, gli dedica perfino un'ode, si interessa al suo lavoro, gli prodiga ansiosi consigli quando Dalì diventa paladino del nazismo ("bisogna assolutamente che Dalì trovi un altro argomento di delirio", perché il suo atteggiamento "hitleriano-paranoico è inaccettabile e, se dovesse persistere, provocherebbe la rovina del surrealismo e la nostra separazione"). Nel frattempo, Paul e Gala hanno divorziato. Lei si è risposata con Dalì nel 1932, lui si sposerà nel 1934 con Marie Benz, detta Nusch, dolce, paziente, "la migliore compagna" che Eluard possa sperare. Ciò malgrado, alla vigilia delle nozze, si sente sprofondare "in un abisso di malinconia".

"La vita, la poesia, le donne, i grandi viaggi, le piccole passeggiate" non hanno più senso se lui non è rassicurato dalla voce, dalla presenza di Gala: "Mi occorre la tua nudità", dice, "per desiderarne altre". Qualche mese dopo, però, sembra rasserenato: Nusch è una creatura "interamente devota, perfetta" e Paul, placato il tormento dei sensi, crede di poter ormai amare Gala "con tranquillità". Al massimo le esprime il desiderio di "appoggiarsi sulla sua spalla", confidandole la propria malinconia di inguaribile romantico.

Il 27 novembre 1946, da Montana, in Svizzera, le indirizza una lettera patetica: "Ho paura che quando finalmente ci rivedremo mi troverai vecchio. Non so veramente più ridere come prima. Ma so sorriderti, mia piccola Gala di sempre, anche da lontano, da queste montagne che conosciamo così bene". L'indomani, improvvisamente, Nusch soccombe ad un'emorragia cerebrale. "Il mio amore così lieve acquista il peso di un supplizio", scrive il poeta, che da quel momento, nonostante l'ultimo raggio di luce introdotto nella sua vita dalla terza moglie Dominique, si abbandona sempre più alla tristezza. Purtroppo, come dicevamo, mancano le lettere di Gala di questo periodo. Ma quelle, pubblicate in appendice, che Gala scrisse nel 1916 al fidanzato (Eluard faceva a quel tempo il soldato in un servizio ausiliario) ci rivelano un volto inatteso della donna che scatenò passioni così travolgenti. Sono lettere scritte in un francese pittoresco e approssimativo da una ragazza ingenua, al tempo stesso sottomessa e appassionata, che sembra molto più giovane dei suoi ventidue anni. Vive a Parigi sotto la tutela vigile della futura suocera; esce di casa solo per andare a prendere lezioni di francese. A colui che chiama "il mio povero piccolo bambino" o, per anticipazione, "il mio caro marito" (si sposeranno l'anno dopo) confida le sue "idee folli" - per esempio il terrore che Paul sia fatto prigioniero - e il suo desiderio di diventare una moglie perfetta, cioè una brava casalinga, anche se un po' civetta; inoltre leggerà "molto molto". Paul, insiste, non devi preoccuparti delle mie "qualità puttanesche", perché il nostro amore è "unico e sacro".

Dalle lettere traspare un'esaltazione e una sensualità latente, ma anche un grande ideale di purezza e una sincera religiosità. Per esempio Gala si chiede se è lecito, per lei russo-ortodossa, convertirsi al cattolicesimo: cambiare religione per un uomo "non significa forse tradire Dio"? Scrive ancora a Paul: "Benedico la tua vita; se mi ami conservala preziosamente, perché senza di te sarei come una busta vuota". Si è detto molto male di Gala. Si è detto che era una donna cinica, ambiziosa, avida e lussuriosa, che già vecchia "si faceva" tutti i pescatori della Costa Brava. Ma per l'amore che almeno inizialmente dimostrò a Paul Eluard, per le passioni tormentose ma creative che seppe ispirare a un grande poeta e a un grande pittore, molto le sarà perdonato. Ora riposa in pace nella cripta del castello di Pubol, situata sotto la camera da letto dove l'estenuato Salvador Dalì sta lentamente spegnendosi. Fonte




Edited by Milea - 7/11/2014, 00:16
 
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