Raffaello a Milano: la Madonna Esterhazy in mostra a Palazzo Marino, Dai primi di dicembre a circa la prima metà di gennaio

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view post Posted on 4/10/2014, 10:45     +4   +1   -1
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Raffaello a Milano: la Madonna Esterhazy
in mostra a Palazzo Marino





Tradizione rispettata, promessa mantenuta, capolavoro in arrivo. Anche quest’anno, a dicembre, i milanesi potranno ammirare a Palazzo Marino un gioiello dell’arte, faranno la solita coda per la Madonna Esterhazy di Raffaello e, come sempre, non pagheranno il biglietto. Anche senza il supporto dello storico sponsor. Anche in tempi di spending review. «La città - sorride l’assessore Filippo Del Corno - avrà il suo regalo di Natale». Sembrava una partita persa: il venir meno del grande aiuto di Eni, i pochi mesi a disposizione, la consapevolezza, da parte di Del Corno, di non poter sborsare un centesimo. «Ma, d’accordo con il sindaco - continua l’assessore - abbiamo voluto a tutti i costi mantenere questo rito molto amato». Ecco allora le riunioni, i contatti con Budapest (lo Szépművészeti Múzeum, dove è conservata la Madonna Esterhazy, è prossimo alla ristrutturazione), la disperata caccia allo sponsor.

Il nuovo sponsor
Alla fine, il risultato: grazie al contributo della Rinascente («ma stiamo chiudendo con un altro prestigioso finanziatore»), l’accordo è firmato. Il format non cambia: il quadro sarà esposto dai primi di dicembre a circa la prima metà di gennaio; in sala Alessi ci sarà un imponente apparato divulgativo e didattico; intorno al dipinto «superstar» saranno esposti altri capolavori dell’arte italiana e milanese «che affiancheranno l’opera nel racconto». «L’alba del giorno più bello dell’arte italiana». Così è stato definito dal curatore Stefano Zuffi questo piccolo quadro a olio (29 per 21,5 centimetri), eseguito nel 1508 da Raffaello, rimasto incompiuto, passato da Clemente XI agli Asburgo per poi entrare nelle proprietà del nobile casato ungherese degli Esterhazy. Una prova dell’artista venticinquenne durante il suo passaggio da Firenze a Roma (dettaglio: il disegno preparatorio agli Uffizi non presenta le architetture del Foro Romano). Natale nel segno dell’arte e del Rinascimento. Le dame dei Pollaiolo al Poldi Pezzoli, il Bramante a Brera. E la Madonna Esterhazy a Palazzo Marino.

Verso l’Expo

Un cammino verso la grande mostra su Leonardo a Palazzo Reale durante Expo.«Non potevamo rinunciare a questo appuntamento», continua Del Corno, mentre ricorda la sua trasferta a Budapest con Domenico Piraina, responsabile delle mostre milanesi: «Siamo stati un po’ sfrontati e impavidi». Del resto la Madonna Esterhazy è abituata alle imprese rocambolesche. Tra il 1983 e il 1984 fu tra i protagonisti dell’«operazione Budapest»: rubata con altri capolavori di Raffaello, Giorgione e Tiepolo, fu ritrovata in Grecia dai carabinieri italiani. «Forse anche per un senso di riconoscenza hanno accettato la nostra proposta». Missione compiuta: «Mi sembrava bello dare seguito all’esperienza della Madonna di Foligno del 2013 e stringere nuove collaborazioni». Diplomazia culturale al lavoro. Fonte

 
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view post Posted on 2/12/2014, 20:12     +3   +1   -1
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Tre ladri, una donna innamorata
e il magnate. «Il furto del secolo»


Arriva a Milano la Madonna Esterházy di Raffaello, protagonista, nel 1983,
di uno storico furto a Budapest. La ricostruzione di quella incredibile vicenda




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Tutto, in quella notte tra sabato 5 e domenica 6 novembre del 1983, sembrava predisporsi per far risplendere il «furto del secolo» in Ungheria: la scarsa illuminazione di piazza degli Eroi a Budapest (l’economia sovietica mostrava da tempo le sue crepe anche se pochi volevano vederle); il rudimentale sistema di allarme del Szepmuveszeti Muzeum, museo d’arte moderna con una ricca collezione di opere italiane; un’impalcatura montata da mesi (per lavori a rilento) sul retro che fece da comoda scala a tre italiani, Ivano Scianti, Graziano Iori e Carmine Palese, i quali entrarono senza alcun problema e scelsero sul momento le opere da trafugare, fuggendo subito dopo con una Trabant (e con l’appoggio di altri «pali»).



Alla Madonna Esterházy furono fatali le piccole dimensioni che la rendevano maneggevole, così come scelsero, tra gli altri cinque dipinti portati via, Ritratto di giovane, sempre di Raffaello e Ritratto d’uomo attribuito a Giorgione. La domenica successiva il museo rimase chiuso e così le autorità se ne accorsero solo a tarda sera. La pista ungherese condusse la polizia fino ad una ragazza di Budapest, che si era allontanata da casa per qualche giorno. Katalin parlava italiano e così (all’epoca ci si affidava molto di più all’intuito che alle tecnologie sul Dna) le forze dell’ordine capirono che stava coprendo un italiano. Si era innamorata? Sì, di Scianti, che verrà poi rintracciato nella zona di Reggio Emilia, insieme a Iori e a Giacomo Morini, un altro dei coinvolti. Grazie al misterioso passaggio di una Fiat Ritmo Rossa alla frontiera jugoslava, la pista portò gli inquirenti in Grecia, sulle tracce di un magnate dell’olio, Efthimios Moskachlaidis. Il quale non confessò mai.

Morini confesserà solo (come ricorda nel suo saggio Marco Carminati) davanti alla minaccia di essere consegnato ai poliziotti comunisti ungheresi. Scianti, Iori e Morini se la cavarono con quattro anni e qualche mese per ciascuno. A proposito: e la Madonna Esterházy? Dopo un’altra incredibile serie di coincidenze, intrecci e (va detto) brillanti intuizioni dei Carabinieri e dei poliziotti ungheresi, la delicata tavoletta venne rinvenuta dietro un cespuglio nel giardino del monastero di Panagia Trypiti, presso Corinto, insieme alle altre sei opere trafugate a Budapest. Solo l’impegno dei restauratori ungheresi riuscì a rimediare a quella orribile fenditura con cui il furto rocambolesco l’aveva deturpata. Il pensiero corre al magnate dell’olio e al suo (presunto) «colpo» su commissione: perché?

Che farsene di un’opera che difficilmente puoi rivendere? La psicanalista Silvia Vegetti Finzi non ha dubbi: «Ma è proprio per questo che lo si fa, perché non puoi rivenderlo. Dietro il furto di opere di valore inestimabile e famosissime, ci vedo il desiderio non tanto dell’opera stessa, quanto l’ambizione di appropriarsi del genio dell’artista. È creatività frustrata. È come se ragionassero in termini di: io ho i soldi, posso comprare il genio». È come impossessarsi di un forziere pieno di cose preziose e proprio per questo incedibili, da gustare in perfetta solitudine. La solitudine dell’invidia? «Anche - conclude Vegetti Finzi - l’invidia per qualcosa che non si ha ma che si può possedere. Un po’ come certi uomini amano una donna e non aspettano di essere ricambiati: la ingabbiano».


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view post Posted on 6/1/2015, 22:22     +1   +1   -1
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La storia della Madonna Esterházy





Il dipinto, raffinatissimo e solare, raffigura la Madonna col Bambino e San Giovannino e segna esattamente la conclusione del fondamentale periodo trascorso da Raffaello a Firenze, prima di essere chiamato a Roma da Papa Giulio II. La composizione di quest’opera si ispira in modo esplicito a Leonardo, conosciuto e attentamente studiato da Raffaello, che porta con sé la tavola nel trasferimento a Roma, luogo dove aggiunge, sullo sfondo, i ruderi del Foro Romano, dipinti con precisione topografica, a riprova di una conoscenza diretta e di una serena e convinta “immersione” nella classicità.

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La storia della Madonna Esterházy si affaccia nella storia e nella cronaca all’inizio del XVIII secolo, quando viene donata da Papa Clemente XI Albani a Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbuttel, futura moglie dell’imperatore Carlo VI d’Asburgo. Elisabetta Cristina era la madre dell’imperatrice Maria Teresa, che a sua volta donò la tavola di Raffaello al conte Wenzel Anton von Kaunitz, figura di spicco nella politica imperiale. Alla morte di Kaunitz (1794) il dipinto passò infine agli Esterházy e da qui al Museo delle Belle Arti di Budapest.

Il dipinto fu anche protagonista di una vicenda drammatiche, ma anche il “lieto fine”: fu infatti rubato dal Museo di Budapest nel 1983, nel più clamoroso furto d’arte dai musei che il XX secolo ricordi. Approfittando dei lavori di restauro della sede museale, un gruppo di malviventi italiani, su commissione di una magnate greco, trafugò infatti sei opere d’arte italiana, fra cui appunto la Madonna Esterházy. I capolavori furono successivamente ritrovati dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale in un convento dismesso in Grecia, e i ladri furono identificati e arrestati. Non essendo possibile venderli per il clamore che il furto aveva sollevato a livello internzionale, le opere erano state sotterrate, riportando seri danni, e in particolare la Madonna Esterházy, che fu poi restaurata con successo. La tavola appare arcuata e non piana, poichè nel corso del tempo e per le traversie subite, si è irreversibilmente imbarcata.

Il dialogo in mostra con altre due opere milanesi.La Madonna Esterházy viene “accolta” in Sala Alessi da altri due dipinti milanesi, simili per soggetto e per epoca: la Vergine del Borghetto, senza dubbio la migliore copia antica della Vergine delle rocce di Leonardo rimasta a Milano, concessa dall’Istituto delle Suore Orsoline e attribuita a Francesco Melzi; e la Madonna della rosa di Giovanni Antonio Boltraffio, prestito del Museo Poldi Pezzoli: sarà così possibile osservare le evidenti affinità nelle espressioni dei volti e nelle pose dei personaggi, ma anche le profonde differenze nella concezione del paesaggio e delle luci, mettendo direttamente a confronto l’interpretazione di Raffaello e quella dei seguaci milanesi di Leonardo.

Secondo il curatore Stefanio Zuffi: "L’arrivo a Milano di questo capolavoro, in cui Raffaello elabora in modo geniale gli spunti ricavati da Leonardo, sollecita necessariamente una riflessione sulla diversa interpretazione degli stessi riferimenti in ambito lombardo".




Attribuito a Francesco Melzi
Madonna col Bambino, San Giovannino e un angelo
(la Vergine delle Rocce del Borghetto)
1510 - 1520
Tempera e olio su tela, 198 x 122 cm
Milano, Congregazione Orsoline di San Carlo




Giovanni Antonio Boltraffio
Madonna con il Bambino
1495 ca.
Tempera su tavola, 45 x 36 cm
Milano, Museo Poldi Pezzoli

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