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Edgar Degas, Carrozza alle corse
(1872)
Olio su tela, 36.5 x 55.9 cm
Boston, Museum of Fine Arts, MA, USA
Lo scrittore Edmond de Goncourt, dopo aver visitato Degas nel suo studio e averne visto le opera, riferisce così l’impressione ricevuta: “Che tipo originale questo Degas, malaticcio, ipocondriaco, con occhi talmente delicati che ha sempre paura di diventare cieco e, proprio per questo, sensibile all’altro lato della vita. Non ho mai visto nessuno che sappia ritrarre meglio di lui la vita moderna e la sua vera anima”.
Il favore riscosso dall’artista in questi anni va fatto dipendere oltre che dalla sua indiscutibile abilità pittorica, soprattutto dalla scelta dei temi che si conformano, rispecchiandole, con le preferenze di quella parte della critica che appoggia la rappresentazione di temi tratti unicamente dalla vita contemporanea, valutati come veri e propri documenti storici, oltre che come opera d’arte.
Anche lo stile di Degas, preciso e capace di restituire immagini fotografiche, viene considerato dai contemporanei oltre che eccellente, anche assai originale, per via dei tagli compositivi adottati che propongono soluzioni visive sempre nuove e dinamiche, sostituendo la visione frontale, iconica e immobile, della precedente pittura di paesaggio.
Infatti, come dimostra il dipinto “Carrozza alle corse”, la simmetrica divisione orizzontale della linea dell’orizzonte è resa dinamica dall’accorgimento di lasciare fuori campo una porzione della carrozza in primo piano, cosicché l’immagine proposta appaia meno meditata e più casuale.
Tuttavia, anche se l’impressione proposta dal quadro è quella della visione accidentale, il pittore medita con grande attenzione gli equilibri sia cromatici che compositivi, che concorrono a restituire quel senso di casualità. (M.@rt)
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