Alfons Maria MUCHA: vita e opere, Preludio all' Art Nouveau

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Milea
view post Posted on 26/6/2013, 13:32 by: Milea     +5   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Parigi e Sarah Bernhardt



Sarah_bernhard




Un’educazione artistico-accademica piuttosto tradizionale accompagnava Mucha già dal 1888, anno in cui lasciò Monaco alla volta di Parigi per completare la sua formazione artistica presso l’Académie Julian. Attraverso instancabili osservazioni e studi al Giardino Botanico, lungo i viali della città, nei mercati e nelle stazioni, l’artista fermava sulle pagine di un album da disegno, prospettive, atteggiamenti e movenze, sviluppando ulteriormente il suo virtuosistico talento grafico.
Ciò gli consentirà, nella prima metà degli anni Novanta, di avere i mezzi per vivere come illustratore assai abile di riviste e giornali di moda.

sarah_bernhardtcamelias

Sarah Bernhardt as Marguerite Gautier
in La Dame aux Camelias, 1880



Mucha riuscì a sfondare grazie al suo manifesto-litografia disegnato per l’attrice Sarah Bernhardt e per il suo Théâtre de la Renaissance. I primi giorni di gennaio dell’anno 1895 il manifesto venne affisso sui muri di Parigi in occasione della rappresentazione della Gismonda di Victorien Sardou e fece sensazione. Il formato verticale, allungato, del tutto inedito, con l’immagine della celebre attrice rappresentata quasi a grandezza naturale, produceva un effetto drammatico non comune e impressionava per la ricchezza e la raffinatezza della gamma cromatica.

La solenne scena della processione, nell’ultimo atto della rappresentazione, costituiva la base dell’ispirazione e della scelta stilistica del manifesto: il famoso costume, simile a un paramento sacerdotale, il simbolico ramo di palma, così come lo sfondo a mosaico punteggiato da aureole appena accennate, suggeriscono un’atmosfera sacrale, riflesso della venerazione quasi religiosa dell’attrice-musa della Belle Epoque.
Con questo manifesto, ancor oggi citato quale esempio di moderna concezione cartellonistica, Mucha aveva compiuto un sorprendente passo in avanti verso uno suo personale e inconfondibile stile.

La trasposizione figurative delle sue locandine teatrali impressionò positivamente Sarah Bernhardt al punto che, senza esitazione, sottoscrisse un contratto esclusivo di sei anni con l’artista moravo.
I manifesti teatrali nati in questo periodo fanno parte di un ciclo compiuto: La Dame aux Camèlias (1896), Lorenzaccio (1896), La Samaritaine (1897), Mèdèe (1898), Hamlet (1899) e Tosca (1899).

Il loro formato solitamente di circa due metri di altezza, la rappresentazione frontale delle figure dai profili stilizzati, le didascalie riportate nella parte superiore e inferiore del quadro, così come la distribuzione degli ornamenti nella superficie, ubbidiscono ad un principio stilistico e compositivo unitario e preciso.

L’artista seppe rendere appieno nel disegno lo stesso fascino che la protagonista delle rappresentazioni teatrali esprimeva sulla scena; i manifesti ne crebbero la popolarità anche al di fuori della Francia.
Fino al 1901 Mucha non solo curò i cartelloni della Bernhardt, ma anche le scene e i costumi del Théâtre de la Renaissance.

Lo strepitoso successo gli consentì di essere accolto nell’alta società della Parigi dell’epoca, che col tempo avrebbe finito per caratterizzare la natura e gli ornamenti delle opere dell’artista. Grazie ai successi artistici iniziali, Mucha, negli anni tra il 1879 e il 1881, lavorò a Vienna come assistente in un atelier di scenografia teatrale: nell’ambito della rappresentazione scenica egli si intendeva magistralmente di arrangiamenti di grande effetto. Il teatro era per lui, sorgente di ispirazione, dalla quale trasse spunto per la simbologia dei gesti delle sue figure tipo e per le sfarzose e fantasiose acconciature.

Su queste basi, Mucha realizzò uno stile che è la somma perfettamente riuscita di elementi stilistici delle più diverse epoche oltre che della cartellonistica Art Nouveau del tempo. Importanti modelli gli vennero anche dalla secolare tradizione dell’arte sacra. Cresciuto in un ambiente di stampo cattolico, Mucha era affascinato dai riti, dalle cerimonie religiose e dagli ornamenti ecclesiastici.

Non solo il portamento e l’aspetto dei singoli personaggi ricordano le raffigurazioni sacre medievali, barocche o neogotiche, ma anche il gusto per il dettaglio: si prenda per esempio, il cerchio posto dietro il capo di molte figure, che lascia pensare ad un’aureola, le superfici musive, le croci simboliche.

Inoltre Mucha, come molti suoi contemporanei, non poté fare a meno di sottrarsi agli influssi dell’arte orientale, riscoperta proprio verso la fine del XIX secolo. Furono le incisioni giapponesi, con l’accentuata linearità delle superfici prive di profondità, così come l’impiego e la trasfigurazione stilizzata delle forme del paesaggio naturale a influenzare gli artisti dell’Art Nouveau, sebbene, per quanto riguarda Mucha, fu il Simbolismo il più importante terreno di cultura della sua ispirazione. (M.@rt)


gismonda_starring_sarah_bernhard_1894





Alphons_Mucha_La_Dame_aux_Camelias







Edited by Milea - 16/12/2023, 10:38
 
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