Titanic, il mito e la “storia vera”, Il Titanic 100 anni dopo

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Titanic, il mito e la “storia vera”



Anche Joseph Conrad nel 1912 rifletteva sul naufragio del Titanic. Indignato la definì “stupida catastrofe” dato che non c’è nulla di eroico nell’annegare […]





Anche Joseph Conrad nel 1912 rifletteva sul naufragio del Titanic. Indignato la definì una “stupida catastrofe” dato che “non c’è nulla di eroico nell’ annegare su un’ enorme cisterna bucata più di quanto ve ne sia nel morire per una colica causata dal salmone della scatola difettosa comprata dal droghiere“. E ne ebbe per tutti: per gli armatori “bigliettai”, per l’equipaggio non formato da veri marinai e per la stampa, colpevole di alimentare una leggenda. A cento anni dalla tragedia, il Titanic è leggenda, nonostante il parere del grande scrittore.



14 aprile 1912, ore 23.40, nella gelida notte dell’Atlantico del Nord (longitudine 41° 46’ N - latitudine 50° 14’ O), il Titanic, l’inaffondabile nave della Withe Star Line, il transatlantico più bello e più veloce, il più lussuoso e il meglio equipaggiato, simbolo stesso della modernità che avanza, nel suo viaggio inaugurale incontra un iceberg. Affonderà alle 2.20 della mattina del 15 aprile, col suo carico di vite: delle 2207 persone imbarcate, oltre 1500 troveranno la morte.

A cento anni dal disastro che cambiò la storia della navigazione e reduci da settimane e settimane nelle quali del Titanic s’è parlato solo per raccontare quanto diversa (o quanto simile fosse) la sua tragedia a quella della Costa Concordia, con l’avvicinarsi dell’anniversario crescono le occasioni per recuperare la storia: tra fiction e film 3D (il film di Cameron che fu campione d’incassi battendo ogni record precedente uscirà il 6 aprile riversato in 3D) pubblicazioni, documentari ed eventi vari disseminati in mezzo mondo.

Il racconto di ciò che accadde quella notte ha naturalmente la struttura di un romanzo – la gloria, l’attesa, il dramma, l’attesa, l’eroismo, l’epilogo - e proprio come un romanzo dalla cadenza tragica si legge quel resoconto scritto nel 1955 dallo storico e giornalista americano Walter Lord, il libro al quale fanno riferimento tutte le ricostruzioni - quelle cinematografiche incluse - che parlano dell’ultima notte sul transatlantico, dal film del ’58 di Kenneth More “Titanic latitudine nord 41°” al già citato film di James Cameron, del ’97.


Cent'anni del Titanic: il diario interattivo



“Titanic – la vera storia” è appena stato ripubblicato da Garzanti (186 pagine, 11,60 euro) e rimane una buona lettura. Lord riuscì a rintracciare oltre 60 di quei 705 superstiti, dalla loro memoria recuperò la lunga serie di dettagli che completano l’affresco: le parole d’addio affidate ai bigliettini, le separazioni, la compassata dignità dei gentiluomini (Benjamin Guggenheim volle indossare il suo migliore abito per aspettare la fine) e le speranze dei viaggiatori di terza classe; ci racconta dell’orchestrina che suonava motivetti allegri mentre la nave affondava, ma che attaccò un Vicino a te, Signore quando la speranza finì ; ci riporta il ricordo del personale del resaturant à la carte chez Gatti, italiani e francesi condannati, anche, dalla diffidenza di inglesi e americani.

Frammenti di storie che vanno a comporre un puzzle destinato a rimanere incompiuto, perché “la risposta a tutti gli interrogativi sul Titanic non ci sarà mai”. Tuttavia, dalle 23.40 del 14 aprile sino all’alba desolata di “un Polo Nord senza Babbo Natale” (furono le parole di un bambino, Douglas imbarcato sulla scialuppa numero 3), Lord ci restituisce da cronista prima e scrittore poi la leggenda tragica.


Fonte





Edited by Milea - 25/7/2016, 23:57
 
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Dentro il Titanic, la ricostruzione in 3d


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Prima, seconda e terza classe del transatlantico. Un tour a bordo del Titanic attraverso la ricostruzione digitale degli interni: le cabine, le sale e il ponte di comando. Si tratta di 'Titanic Belfast', la struttura turistica in muratura più grande e famosa dell'Irlanda del Nord. Un progetto ideato per ripercorrere la storia della tragedia in occasione del centenario del viaggio inaugurale del Titanic, ma anche per celebrare la tradizione marittima di Belfast.



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Titanic: l'unico video esistente della nave,
girato nel 1911



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Mentre nel fondo dell'oceano Atlantico i resti del Titanic, la nave da crociera che affondò nell'aprile del 1912 uccidendo 1517 persone, rischiano di scomparire a causa del batterio Halomonas titanicae - sconosciuto alla scienza e appena individuato in uno studio della Dalhousie University di Halifax, Canada, e dell'Università di Siviglia - spunta dal web un video inedito che mostra la nave maledetta prima dell'incidente. Nelle immagini, ritenute le uniche immagini video del Titanic, risalenti al 1911 si vede la nave in fase di costruzione attraccata nel porto di Belfast, Irlanda del Nord.







 
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Titanic come non lo si era mai visto

Le prime immagini complete del relitto



Le immagini della prua del Titanic rivelano una completezza di particolari inedita. Ciascuno dei fotomosaici è composto da 1.500 immagini ad alta risoluzione, rettificate con i dati rilevati dai sonar. Qui una ricostruzione completa del relitto visto dall'alto. Le condizioni della poppa del Titanic, qui vista dall’alto, attestano l’estrema gravità dei danni subiti precipitando a spirale verso il fondo. Identificare i vari componenti di questo groviglio di metallo rappresenta una sfida per gli esperti. Secondo uno di loro, «per decifrare questa roba si deve amare Picasso».















Edited by Milea - 26/7/2016, 00:00
 
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Luce sul Titanic

SPECIALE TITANIC 100 ANNI DOPO



Alle due e venti del mattino del 15 aprile 1912 “l’inaffondabile” Titanic scomparve in fondo al mare trascinando con sé 1.500 vite umane. Cento anni dopo, nuove sofisticate tecnologie ci forniscono immagini molto più complete e dettagliate del famoso relitto.


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Nei prossimi giorni on line video e interattivi nello SPECIALE TITANIC 100 ANNI DOPO. Domenica 8 aprile alle 21.55 in onda su Nat Geo Channel "Titanic: La versione di Cameron".

Il relitto riposa al buio, un rompicapo d’acciaio corroso i cui pezzi sono disseminati su un’area di quasi 400 ettari in fondo all’Atlantico settentrionale. Nella ruggine prosperano i funghi; forme di vita prive di colore si aggirano sui parapetti frastagliati. Di tanto in tanto, da quando Robert Ballard, Explorer-in-Residence della National Geographic Society, e Jean-Louis Michel hanno ritrovato il relitto nel 1985, batiscafi e veicoli robotici si sono immersi nell’oceano per scandagliare, inviare fasci sonar, scattare fotografie e tornare in superficie. Foto in esclusiva Nat Geo.

Di recente, esploratori come James Cameron e Paul-Henry Nargeolet hanno ottenuto immagini molto più chiare e vivide del relitto. Eppure abbiamo sempre avuto l’impressione di sbirciare il sito dal buco di una serratura. Non siamo mai riusciti a cogliere la relazione tra i pezzi separati del relitto, né ad avere una visione d’insieme di ciò che si trova su quel fondale. Almeno fino a oggi. (Dall'articolo di di Hampton Sides pubblicato su National Geographic di aprile 2012, in edicola dal 29 marzo)

Nella foto in alto : A circa quattro chilometri di profondità, la prua spettrale del Titanic emerge dall’oscurità durante un’immersione (nel 2001) dell’esploratore e regista James Cameron.
La nave avrebbe potuto resistere a una collisione frontale con l’iceberg, ma l’urto sul lato di dritta squarciò troppi compartimenti stagni. Fonte



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Con il timone che fende la sabbia e due pale d’elica che emergono dal buio,
la poppa distrutta del Titanic riposa sul fondo marino, 600 metri a sud della più fotografata prua.
Questo fotomosaico è composto da 300 immagini ad alta risoluzione
scattate durante una spedizione del 2010.


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Due motori del Titanic emergono da un profondo squarcio trasversale nella poppa.
Ricoperte di rusticles, stalattiti arancioni create da batteri che divorano il ferro,
queste imponenti strutture, alte come un edificio di tre piani,
un tempo alimentavano l’oggetto mobile più grande del mondo.


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Rispetto alle eliche dell’Olympic, la nave quasi identica al Titanic,
gli operai del cantiere di Belfast, dove entrambi i transatlantici furono costruiti,
sembrano piccolissimi. Non esistono molte foto del Titanic,
ma le immagini dell’Olympic danno l’idea della grandiosità della sua stazza.
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Questo oblò è uno dei 5.000 oggetti recuperati
dal fondo del mare nell’area in cui si trova il Titanic.
Le lastre d’acciaio dello scafo si piegarono
nell’impatto col fondale, facendo schizzare all’esterno i rigidi oblò.
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Il proprietario di questo orologio da taschino con la cassa in argento sterling
aveva regolato le lancette sull’ora di New York, dove contava di sbarcare.
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Questo cappello di feltro probabilmente apparteneva a un uomo d’affari.
La classe sociale era definita dall’abbigliamento e la bombetta indicava la professione.




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Un anello di platino e diamanti è stato ritrovato in una borsetta di pelle.
Le donne portavano gioielli durante le serate mondane a bordo.


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Queste scarpe si trovavano nella valigia di cuoio di William Henry Allen,
operaio di 35 anni che, come molti altri passeggeri di III classe, non sopravvisse.



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Un oblò



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Un telegrafo


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Una paratia





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Una tazza utilizzata dai passeggeri di terza classe



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Banconote ritrovate a 4.500 metri di profondità


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Le tazze per i passeggeri di prima classe









Edited by Milea - 15/4/2012, 23:42
 
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A bordo del Titanic
erano ammessi gli animali?



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A bordo del transatlantico affondato al largo di Terranova il 14 aprile 1912 c'erano, a quanto riporta lo storico del Titanic Claudio Bossi, ben 35 cani che accompagnavano passeggeri di prima classe, e per i quali fu approntato anche un canile. Non risulta invece che ci fossero gatti.

La presenza di cani di razza a bordo era tale che, per il 15 aprile, era stata anche prevista un'esposizione canina per intrattenere gli ospiti, e che ovviamente non ebbe mai luogo.

Due cani sopravvissero al naufragio. Qualche tempo dopo l'arrivo dei sopravvissuti a New York, il New York Herald pubblicò la storia di Rigel, un terranova che sarebbe appartenuto al primo ufficiale William McMaster Murdoch, il quale avrebbe nuotato per ore abbaiando fra le scialuppe alla ricerca del padrone scomparso, attirando così l'attenzione dell'equipaggio della Carpathia, la nave che raccolse i superstiti. La storia però non sembra confermata da nessuna delle testimonianze di coloro che scamparono al disastro.



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Edited by Milea - 26/7/2016, 00:11
 
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Alcuni studenti visitano il museo dedicato al Titanic
che aprirà ufficialmente il mese prossimo a Belfast.
Fonte






Edited by Milea - 11/4/2012, 15:16
 
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Nuove specie a bordo del Titanic

Un batterio mangia-metallo finora sconosciuto
è tra i responsabili del degrado del relitto



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In fondo all'oceano, sullo scafo del Titanic, cresce una specie di batteri mai identificata prima, che secondo una ricerca recente, potrebbe essere responsabile del rapido degrado del relitto.
Gli scienziati della Dalhousie University di Halifax, in Canada, hanno raccolto campioni dei cosiddetti rusticles, le formazioni di ruggine simili a ghiaccioli (icicles in inglese) che crescono sul Titanic. Si sapeva già che i rusticles pullulano di funghi e batteri, ma nessuno si era ancora preso la briga di identificare le singole specie.

La studiosa Henrietta Mann e Bhalveen Kaur, allora studentessa di dottorato e oggi ricercatrice all'Ontario Science Centre, hanno scelto di isolare e studiare uno dei tanti batteri che infestano lo scafo, scoprendo che si tratta di una specie nuova (l'hanno

battezzata Halomonas titanicae) e che appartiene a una famiglia mai trovata prima in acque così profonde (3.800 metri sotto la superficie del mare).

Affondato 98 anni fa, il Titanic è rimasto più o meno indisturbato sul fondo marino fino alla sua riscoperta, nel 1985. Da allora i ricercatori hanno constatato che i microrganismi, le correnti e le stesse missioni di esplorazione hanno accelerato la sua distruzione.

Alcuni esperti vorrebbero arrestare il degrado, uccidendo i microrganismi che attaccano il metallo e isolando lo scafo dalle correnti con uno scudo protettivo. In questo modo il Titanic resterebbe ancora per anni intatto e visibile a turisti e realizzatori di documentari.

Ma, ribatte Kaur, "se proteggiamo il relitto, non potremo più studiare l'avanzamento del degrado, che invece è un processo interessante per la scienza". Analizzare i batteri che "divorano" i metalli a tali profondità. infatti, potrebbe essere utile per capire come proteggere i pozzi petroliferi off-shore o come smaltire i relitti delle altre navi. La ricerca è stata pubblicata sull'International Journal of Systematic and Evolutionary Microbiology.

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Gli italiani del Titanic



Quasi tutti membri dell'equipaggio, tre sopravvissuti e un piccolo miracolo. Anche l'Italia ha le sue storie da raccontare dopo un secolo


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“La prima classe costa mille lire, la seconda cento, la terza dolore e spavento” cantava Francesco De Gregori in Titanic, canzone che dà il titolo a uno degli album più belli del cantautore. Ma gli italiani che si imbarcarono sull’Inaffondabile la prima classe non sapevano nemmeno cosa fosse, almeno in qualità di passeggeri.
Trentasette furono i nostri connazionali che si trovarono ad affrontare il tragico viaggio inaugurale del Titanic, e di questi ben trenta facevano parte dell’equipaggio, quasi tutti camerieri. Solo tre si salvarono, una donna e due uomini, tutti passeggeri, ma le cronache ne riportano da sempre una in più. Un mistero facilmente spiegabile.

Argene Genovesi viaggiava in seconda classe con il marito Sebastiano Del Carlo
, con cui era convolata a nozze un paio di mesi prima. Erano diretti in California, ma purtroppo non vi arrivarono mai. Sebastiano mise la moglie su una scialuppa, rispettando la regole del “prima le donne e i bambini” e poi si inabissò con la nave. Argene era già in dolce attesa e la piccola che diede alla luce a novembre, battezzata con l’azzeccato nome di Salvata, veniva da tutti considerata l’ultima sopravvissuta italiana del Titanic. Salvata è morta ad Altopascio il 31 ottobre del 2008, alla veneranda età di novantatre anni.

Gli altri due sopravvissuti furono Luigi Finoli, imbarcato come passeggero di terza classe, ed Emilio Portaluppi, la cui storia merita qualche parola in più. Portaluppi racconta di essere stato tratto in salvo dai flutti dell’oceano Atlantico dopo avere nuotato per due ore, quando venne recuperato dalla scialuppa numero quattordici. Una versione in effetti mai confermata se non dal suo stesso protagonista, che avrebbe poi vantato anche una storia d’amore con una celebre sopravvissuta, la ricchissima Lady Astor.

Una delle tante leggende del Titanic, la realtà però dice che molti dei corpi dei nostri connazionali non furono mai recuperati o identificati, tutti giovani italiani che si imbarcarono per poter lavorare e per cercare la fortuna dall’altra parte del mondo, lontano da un paese che allora come oggi, un secolo dopo, non offriva degne possibilità di vita ai giovani.
L’unica personalità di spicco nell’equipaggio fu Luigi Gatti, ristoratore indipendente già fornitore della White Star Lane, che ebbe l’incarico da parte della compagnia di organizzare e gestire il ristorante del Titanic. Una commessa che non si rivelò fortunata come sembrava “a la carte”. Fonte


Titanic - Ricostruzione in 3D


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Edited by Milea - 12/4/2012, 23:47
 
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Titanic - Il relitto


Da quando è stato scoperto il relitto del Titanic, l'immagine tradizionale del transatlantico è divenuta la punta arrugginita della prua che si erge sul fondale fangoso.


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Edited by Milea - 12/4/2012, 23:40
 
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Titanic: le foto storiche


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Un ritaglio di giornale pochi giorni dopo la tragedia. "La Domenica del Corrirere" titolava "Terribile disastro marittimo: il più grande transatlantico Titanic affonda con 1600 persone nell'Oceano spezzato da un iceberg".



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Emilio Ilario Giuseppe Portaluppi è uno dei sopravvissuti alla tragedia del Titanic. Morì nel 1974 ad oltre 90 anni.



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Benjamin Guggenheim si trovò sul Titanic in seugito ad un guasto ad un'altra nave. Passò alla storia per una famosa affermazione: "Ho indossato l'abito migliore e sono pronto ad andare a fondo da gentiluomo".



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John Jacob Astor IV è stato un imprenditore statunitense. Muore nella tragedia del Titanic ed è considerato il più ricco passeggero imbarcatosi sul transatlantico.



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Madeleine Talmage Astor, seconda moglie di JJ Astor, si salvò dalla tragedia del Titanic riuscendo a salire su una scialuppa.


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Ellen Walker
"Sono stata concepita sul Titanic"



A 81 anni, Ellen Walker è la più giovane superstite del Titanic, anche se il suo nome non figura nella lista dei 9 - tutti bambini, allora - ancora vivi dopo tanti anni.


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Figlia illegittima, a 81 anni vuole il riconoscimento Londra. A 81 anni, Ellen Walker è la più giovane superstite del Titanic, anche se il suo nome non figura nella lista dei 9 - tutti bambini, allora - ancora vivi dopo tanti anni. Il fatto è che Ellen Walker fu concepita proprio durante quei cinque giorni di navigazione, nell'aprile 1912, prima della tragedia.

I suoi genitori stavano fuggendo in America: la madre aveva 19 anni, il padre 37 e per lei aveva lasciato la famiglia. A San Francisco, dove intendevano cominciare una nuova vita, si sarebbero sposati.

E ora Ellen Walker rivuole quel padre: si sta battendo affinché, dopo 81 anni, quel nome figuri sul suo certificato di nascita. La donna, Kate Phillips, fu messa in salvo su una scialuppa. In Inghilterra era commessa in un negozio di dolciumi. Lui ne era il proprietario; e prima di partire aveva venduto i suoi negozi: la metà del denaro era andato alla moglie e l'altra metà era nella cassaforte del Titanic.

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Quando approdò in America Kate Phillips non aveva un penny, ma non rinunciò al sogno della nuova vita. Trovò lavoro come governante; ma quando scoprì di essere incinta tornò a Worcester, sua città. Per Ellen Walker - il nome è quello del patrigno - la verità si fece strada a piccoli passi. Allevata dai nonni materni, in quell'epoca in cui un figlio illegittimo era una vergogna, andò a vivere con la madre soltanto a 9 anni.

Il rapporto era difficile, come se la donna si risentisse della sua esistenza. La maltrattava, la percuoteva, ci fu anche una denuncia da parte dei vicini. Fu proprio durante una lite che la madre fece il suo unico riferimento al naufragio: «Non guardarmi così. E' con quegli stessi occhi che tuo padre mi guardò quando mi trascinarono dal Titanic e mi gettarono nella scialuppa».

Null'altro, per il resto della vita, ma furono le zie a dirle la verità, a raccontarle del grande amore finito quella tragica notte. E furono loro a darle una foto di Henry Morley. «Per tutta la vita ho pensato di mettermi in contatto con la famiglia di mio padre - dice Ellen Walker - ma non l'ho mai fatto. Sua moglie era morta, ma sua figlia Dora, mia sorellastra, viveva a Worcester.

Temevo, però, che mi avrebbe respinta». Così è vissuta nell'incertezza. E' stato l'anno scorso, durante una cena della Titanic Society, che si è decisa a ricostruire tutto il proprio passato. «Fu offerto un mazzo di fiori ai tre superstiti inglesi. In cuor mio dissi: io sono la quarta». Fonte


ellenwalker1


 
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Titanic,
è un falso storico la scena di sesso in auto
tra Di Caprio e Kate Winslet



sessosultitanic



A cento anni dal naufragio del Titanic (14-15 aprile 1912) un blogger americano getta una macchia indelebile sull’indimenticabile scena di sesso in auto nella stiva della nave con Leonardo Di Caprio e Kate Winslet. Ebbene la celebre sequenza non sarebbe mai potuta essere girata sul vero Titanic. Delle automobili sulla nave da crociera in effetti erano imbarcate, c’era una parte della stiva riservata. Il registro di carico è andato smarrito, ma considerato il rapporto tra i 125 passeggeri di prima classe (l’auto cent’anni fa era un lusso per pochissimi), si può stimare che vi fossero tra le 20 e le 30 auto europee, in particolare francesi, di gran moda ai primi del secolo scorso in America.




Come si legge su Mareonline.it , uno dei superstiti, William Carter, affermò che una Renault del 1912 da 35 cavalli era sul Titanic e stava per essere spedita in America. Fa fede anche la ricevuta dell’assicurazione di allora. Quindi il film cita fedelmente marca e modello dell’auto. Il problema riguarda però l’imballaggio. L’auto fu infatti assicurata per 5mila dollari per il viaggio, ma non venne trasportata sulle ruote, bensì smontata e messa dentro una grossa cassa di legno.

Le ruote delle auto dell’epoca erano infatti particolarmente delicate per via dei raggi di legno e venivano sempre smontate per il trasporto. Leo e Kate insomma avrebbero dovuto fare sesso su una cassa di legno, ma sicuramente non sarebbe stata la stessa cosa. Il blogger a stelle e strisce evidenzia anche degli “errori” nella ricostruzione del veicolo, dal cambio meccanico agli interni di velluto blu, ma su questo probabilmente si potrebbe chiudere anche un occhio.


sessosultitanic3
Fonte





Edited by Milea - 15/3/2013, 15:34
 
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Il Titanic in bianco e nero
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Il Titanic lascia il porto di Southampton il 10 aprile 1912.
Durante il naufragio, morirono 549 cittadini di Southampton




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Edward Smith, capitano affondato con ilTitanic, con il suo levriero




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Lettera scritta da James Paintin, steward personale del capitano del Titanic
Edward Smith, datata 11 aprile 1912, quattro giorni prima del naufragio




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Messaggio telegrafico originale che riporta il segnale di emergenza
lanciato dal Titanic prima dell'affondamento




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Una folla di gente davanti alla sede della compagnia navale «White Star Line»
di Southampton legge i nomi dei dispersi nel naufragio del Titanic




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Uno strillone annuncia la tragedia del Titanic davanti alla sede
della compagnia navale «White Star Line» di Southampton




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Marcia in ricordo dei 549 cittadini di Southampton
che hanno trovato la morte nel naufragio del Titanic




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Il telegrafista del Titanic miracolosamente sopravvissuto al naufragio




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Una folla di gente assalta la sede del giornale «New York American»
in cui vengono esposti i nomi dei sopravvissuti al naufragio del Titanic




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Prima pagina del «The New York Times» del 16 aprile 1912
che riporta la notizia del tragico naufragio del Titanic.
Il titolo dice: Il Titanic affonda quattro ore dopo l'urto con un iceberg;
866 soccorsi dal Carpathia, 1250 vittime probabili;
Ismay salvo, forse anche la signora Astor, molti vip tra i dispersi




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Un soldato posa con un defunto del naufragio del Titanic,
ad Halifax il 15 aprile 1912




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16 aprile 1912. Una barca d'appoggio della nave «MacKay-Bennett»
esamina una scialuppa di salvataggio del Titanic rovesciata in mare.




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16 aprile 2012, Halifax. Bare per le vittime del naufragio del Titanic




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I corpi dei passeggeri del Titanic vengono preparati per la sepoltura
a bordo della «MacKay-Bennett» al largo delle coste del Canada




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Prima pagina del «The Owensboro Daily Messenger» che il 17 aprile 1912
sul naufragio del Titanic titola:
«Milionari e contadini, spalla a spalla, vanno verso la morte»




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10 aprile 1912, Southampton. Il Titanic prende il largo verso New York




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Il Titanic in costruzione nei cantieri navali «Harland and Wolff» a Belfast.
La costruzione della colossale nave da crociera richiese due anni (1910-1911)




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Aprile 1912, Southampton. Il Titanic aspetta di salpare verso New York




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Passeggeri del Titanic scampati dal naufragio e ricoverati a bordo della nave
«RMS Carpathia». Dei 2.223 passeggeri a bordo, i sopravvissuti furono solo 706




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2 aprile 1912, Belfast. Il Titanic dopo il varo è pronto per solcare l'Oceano Atlantico




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Fotografia di un migrante a bordo del Titanic




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view post Posted on 15/4/2012, 21:39     +1   -1
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Titanic, la pistola del capitano
riscrive la storia dei sopravvissuti


Ricerca svedese sfata il mito "prima le donne e poi i bambini". Se nel naufragio si salvarono loro fu perché il capitano sparò alcuni colpi in aria. E minacciando di aprire il fuoco sui passeggeri di sesso maschile se non avessero dato la precedenza sulle scialuppe alle signore e ai piccoli, come appunto avvenne


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"Prima le donne e i bambini". E' una frase diventata proverbiale. Un motto entrato quasi a far parte della storia della navigazione. L'idea che, se una nave affonda, sono i più deboli, donne e bambini, madri e figli, a dover salire per primi sulle scialuppe di salvataggio. Un nobile concetto, ma tuttavia assolutamente falso. Nel giorno del centenario dell'affondamento del Titanic, il primo studio approfondito condotto su questa materia rivela che, mediamente, nei naufragi di tutto il mondo si salvano più uomini che "donne e bambini".

Sul Titanic, che colpì un iceberg al largo di New York poco prima della mezzanotte del 14 aprile 1912 e si inabissò due ore più tardi, le cose andarono diversamente, come testimonia il fatto che donne e bambini costituirono il 70 per cento dei sopravissuti tra i passeggeri della nave. Ma si trattò, afferma la ricerca della Uppsala University, "dell'eccezione che conferma la regola". E fu possibile soltanto perché il capitano del transatlantico, all'epoca considerato la nave più grande del mondo, estrasse una pistola, sparò qualche colpo in aria e minacciò di aprire il fuoco sui passeggeri di sesso maschile - se non avessero dato la precedenza sulle scialuppe a donne e bambini, come appunto avvenne.

Il centenario dell’affondamento più famoso della storia viene ricordato oggi in vari modi e in vari luoghi.
Una targa con i nomi delle vittime è stata inaugurata a Belfast, dove il Titanic fu costruito. Una cerimonia di commemorazione si è svolta a Southampton, il porto inglese da cui la nave salpò. Una analoga si terrà a New York, dove doveva arrivare. E un'altra nave, la Balmoral, ha gettato corone di fiori e osservato un minuto di silenzio nel punto esatto dell'oceano Atlantico in cui il Titanic colpì l'iceberg. Ma tra le celebrazioni di un avvenimento entrato nella leggenda, diventato sinonimo di tutte le tragedie, del mare e non, c'è anche l'indagine condotta dall'università svedese, che ha esaminato il bilancio di decine di naufragi avvenuti negli ultimi duecento anni da ogni parte del mondo.

Il risultato è netto: una risoluta smentita del detto "prima le donne e i bambini".
In tutti i casi, meno due, gli uomini che si sono salvati sono circa il doppio delle donne e dei bambini. "Da quanto abbiamo rivelato è chiaro che l'appello a trarre in salvo prima le donne e i bambini è soltanto un mito", afferma Mikael Elinder, lo studioso che ha diretto la ricerca. "Un detto più realistico, quando una nave subisce un naufragio e sta per affondare, sarebbe 'si salvi chi può', e poiché gli uomini tendono a essere più forti sono loro quelli che di solito si mettono in salvo per primi, appropriandosi dei posti sulle barche di salvataggio o in qualsiasi altro modo".


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Un'eccezione è il Titanic, dove i posti sulle scialuppe erano assai inferiori a quelli dei passeggeri: ma esistono ricostruzioni secondo cui il capitano sparò dei colpi in aria e minacciò di aprire il fuoco contro i passeggeri che non avessero dato la precedenza a donne e bambini. L'altra eccezione riguarda la Birkenhead, una nave britannica che affondò nell'Oceano Indiano nel 1852: anche in quel caso si salvarono più donne e bambini che uomini, e anche in quel caso successe perché il capitano minacciò i passeggeri uomini, sguainando la spada, se avessero cercato di mettersi in salvo per primi.

Lo studio smentisce un altro mito, quello che gli inglesi, maestri della marineria per secoli, fossero anche maestri nell'essere cavalieri: risulta invece che, negli affondamenti di navi britanniche, si salvano mediamente ancora meno donne e bambini che in quelli di navi battenti altra bandiera. Si pensava che il detto "prima le donne e i bambini" fosse nato su una nave inglese: invece, su una nave inglese, a quanto pare nacque solo un falso mito, ma la realtà era ben diversa.


Titanic01
Fonte





Edited by Milea - 15/3/2013, 15:37
 
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