Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!
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Lorenzo Lotto Polittico di Recanati, 1506-1508 olio su tavola, Madonna con il Bambino, angeli e santi, 227x108 cm Santa Lucia e san Vincenzo Ferrer, 67x67 cm Santa Caterina da Siena e san Sigismondo, 67x67 cm San Tommaso d’Aquino e san Flaviano, 155x67 cm San Pietro martire e san Vito, 155x67 cm Recanati, Pinacoteca Civica Firmato e datato “LAURENT LOTUS MDVIIII”
Il 20 giugno 1506 Lotto firmò a Recanati il contratto per l’ancona della chiesa di San Domenico; i lavori cominciarono a ottobre e si protrassero fino al 1508. Stando alla testimonianza di Cavalcaselle e Morelli nel 1861 il polittico, che ancora si trovava nella chiesa, era smembrato e privo di predella; successivamente fu trasferito nel palazzo comunale e dotato di una cornice in stile.
Per quest’opera Lotto adottò lo schema quattrocentesco del polittico, imposto forse dagli stessi committenti. Concepì tuttavia il dipinto come una scena unitaria, servendosi della costruzione architettonica che finge nei tre pannelli inferiori uno spazio voltato a botte e aperto verso l’esterno; certo la cornice originaria era studiata per sottolineare questa continuità.
Nella tavola centrale Lotto dipinse una Sacra Conversazione con il santo titolare della chiesa, Domenico: inginocchiato ai piedi dell’alto trono della Vergine riceve da un angelo lo scapolare bianco che contraddistingue il suo ordine monastico. La scena è costruita secondo criteri di tensione e di asimmetria già visti nella Pala di Santa Cristina: si nota in particolare l’evidente sbilanciamento verso sinistra, dove lo sguardo dell’osservatore è condotto dai gesti della Madonna e del Bambino.
Vivissimo e ironico è poi il dettaglio degli angeli musicanti sui gradini del trono, che si ritraggono spaventati dalla presenza di san Domenico. Nei pannelli laterali sono disposti alcuni santi domenicani e i patroni di Recanati, Flaviano e Vito. In alto campeggia una Pietà, caratterizzata dal fitto ammassamento delle forme che emergono dal fondo scuro: l’effetto di drammaticità è accresciuto dall’utilizzo di colori a forti contrasti e di una luce espressiva, quasi innaturale. Le mani dei personaggi sono grandi e sgraziate, a sottolineare l’intensità dei gesti e delle espressioni. La critica ha indicato significativi precedenti nell’opera di Dürer (come il Cristo tra i dottori dipinto in Italia nel 1506) e nella pittura marchigiana di Carlo Crivelli. (M.@rt)