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René Magritte Il lume filosofico ( La Lampe philosophique ) 1936 Olio su tela 50 x 66 cm. Collezione privata
''Le meditazioni del filosofo maniaco e distratto possono far pensare a un mondo mentale chiuso su se stesso, come qui un fumatore è prigioniero della sua stessa pipa''.
Questa nota di Magritte, proveniente da un testo che cerca di chiarire la funzione dei titoli delle sue opere, si riferisce appunto, al titolo: che, secondo l’artista, non è mai esplicativo, così come i quadri non sono mai illustrazioni dei titoli.
Questo fatto è da tener presente, perchè “Il lume filosofico” non si riduce affatto alla semplice denuncia dell’autoreferenzialità del pensiero.
Innanzitutto il quadro si presenta come un’ironica riflessione dell’artista su se stesso e sul proprio mondo mentale. Il fumatore che rivolge allo spettatore uno sguardo patetico e autocommiseratorio, è chiaramente Magritte che, denunciando la circolarità del proprio pensiero, ci rivela indirettamente la fertilità della propria immaginazione, che sola ha il potere di trasformare un naso in una proboscide, una candela in una forma agile e morbida, e l’atto del fumare in una metafora dell’indagine filosofica.
Il mistero è banale, ha scritto una volta Magritte; e l’artista è uno stregone (o una fata ignorante) che si serve nel suo lavoro di trucchi dozzinali, come autoritrarsi con quattro braccia o intento a fumarsi il naso.
L’arte di dare al mistero forma visibile non ha nulla di eccezionale, si basa su trucchi semplici e ripetitivi, come affiancare o sovrapporre due immagini, dare a una cosa un nome che non le si addice o una proprietà che non è sua.
Ma la semplicità dei mezzi non toglie nulla all’efficacia del risultato: Charlot non fa altro che cadere, eppure le sue cadute divertono sempre. ( Mar L8v )
Edited by Milea - 19/1/2023, 16:36
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