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Renè Magritte Il falso specchio ( Le Faux Miroir ) 1929 Olio su tela 54 x 81 cm. MoMa - New York
Il nostro occhio funziona un po' come un sistema di specchi, e l’immagine inviata al cervello non è altro che quella porzione di mondo che viene riflessa sulla retina. Prendendo alla lettera quest’affermazione, Magritte punta l’attenzione proprio sulla retina, che viene ad assumere le sembianze di ciò che riflette. Tuttavia il cielo non costituisce una scelta casuale, che poteva benissimo essere sostituita da altro (una persona, o la facciata di una casa).
E questo per due motivi: in primo luogo, il cielo fa scattare una serie conseguente di altre associazioni, in cui per esempio la pupilla perde la sua natura di parte dell’organo occhio per trasformarsi in una sorta di sole nero, anch’esso oggetto della riflessione.
In secondo luogo, il cielo è reso necessario da una seconda forma di rispecchiamento qui implicata, che non è relativa a una realtà esterna ma a un mondo tutto interiore. Si pensi a due luoghi comuni come “gli occhi sono specchio dell’anima” e “ha il cielo negli occhi”.
Anche in questo caso si tratta però di un falso rispecchiamento, perchè il disco nero della pupilla interviene a inquinare la descrizione di una psicologia altrimenti solare, serena, “celeste”.
C’è poi un’ulteriore dimensione che va considerata: quella della pittura tradizionalmente considerata ''specchio del mondo esterno”: una menzogna bella e buona, come dimostra la possibilità di dipingere un occhio enorme in cui delle nuvole bianche scorrono sull’azzurro dell’iride. Un’immagine impossibile, a meno che si consideri la pittura specchio non della realtà, ma del pensiero.
Secondo la testimonianza di Hammacher, il quadro fu donato da Magritte a Man Ray, autore di una fotografia che l’aveva ispirato. Acquistato da Alfred H.Barr, è entrato a far parte delle collezioni del MoMa di New York. ( Mar L8v )
Edited by Milea - 20/1/2023, 10:49
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