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René Magritte
Le fantasticherie del passeggiatore solitario
( Les Reveries du promeneur solitaire )
1926
Olio su tela
139 x 105 cm.
Collezione privata
Una sera del 1912, dopo vari tentativi di suicidio, la madre di Magritte fugge da casa. I segni portano al vicino ponte sulla Sambre, e nelle acque del fiume viene ritrovato, qualche giorno dopo, il corpo della donna; secondo il racconto fatto da Magritte a Scutenaire, il volto del cadavere appariva coperto dal bordo della vestaglia.
Chi, come Sylvester, si è fatto lusingare dalle interpretazioni psicoanalitiche ( e autobiografiche ) dei quadri di Magritte, non ha difficoltà a spiegare “Le fantasticherie del passeggiatore solitario”: il fiume è la Sambre, il ponte è quello della tragedia, il cadavere, rigido e secco come un osso di seppia, è quello della madre, e l’uomo con la bombetta che si allontana di spalle, è ovviamente, l’artista, il perfetto borghese che tenta la rimozione del dramma che lo ha segnato.
Che il suicidio della madre lasci i suoi segni sul mondo di immagini di Magritte è innegabile: troppi mari tempestosi, troppe morti per acqua, troppi volti nascosti perchè tutto questo sia casuale. Del resto, usare la vita di un artista come un ricettario da cui pescare il senso delle sue opere è estremamente pericoloso: tanto più nel caso di Magritte, per cui il mistero della propria vita è parte integrante del più generale mistero del mondo.
Il passeggiatore si aggira fra gli elementi di questo mistero, e sogna. Ma anche questo è tutto da provare e in effetti, che cosa ci impedisce di dire che l’uomo con la bombetta, invece di fantasticare, non è piuttosto l'oggetto delle fantasticherie di quell’altro signore un po’ pallido, disteso e a occhi chiusi? O di sostenere che il cappotto nasconda fra le sue pieghe una pistola, e che il volto dell’uomo di spalle non sia in realtà il volto crudele di un assassino? ( Mar L8v )
Edited by Milea - 20/1/2023, 14:31 |
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