Edda Ciano e il Comunista - Marcello Sorgi, La figlia del Duce malata d’amore per un partigiano

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 12/3/2011, 20:27     +1   +1   -1
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
34,031
Reputation:
+25,082
Location:
Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

Status:


Edda Ciano e il Comunista.
L'inconfessabile passione della figlia del Duce,
malata d’amore per un partigiano



eddacianocomunista

Una storia d’amore: un’ incredibile storia d’amore tenuta segreta per decenni, sigillata dentro un pacco di ricordi, appunti e lettere nascosti nell’’armadio della casa, la Petite Malmaison di contrada Timparozzo di Lipari, che fu teatro dell’ incontro impossibile e tormentato fra Edda Ciano, la figlia del Duce, e il capopopolo comunista di Lipari, Leonida Buongiorno, ufficiale degli Alpini e partigiano della Resistenza in Francia.

Quella trama struggente, restituita dal filo della corrispondenza amorosa dei due personaggi, oggi diventa storia viva nel racconto (Edda Ciano e il Comunista. L’inconfessabile passione della figlia del Duce, Rizzoli ) che Marcello Sorgi è riuscito a mettere insieme soprattutto grazie alla certosina ostinazione che gli ha consentito di strappare all’oblio e alla pudica riservatezza dell’erede di Leonida quegli straordinari documenti.

Contrariamente a quel che si può pensare, non fu la diversità politica e ideologica dei protagonisti a spezzare un filo sentimentale annodato in un luogo magico e nutrito di tutte le accortezze e i vezzi di cui sono capaci due normali innamorati. Sorgi prova a interpretarla, quella «sconfitta»: l’esplosione iniziale che vede Leonida soggiogato dal fascino di Ellenica (trasfigurazione mitologica dell’amata Edda), «puntuta», civettuola e forse «divertita» per l’insolita liaison col comunista.

edda12

Fino all’esaurimento della linfa amorosa, forse prosciugata dall’incertezza dell’uomo siculo, attratto dall’avventura, anche intellettuale, con l’amante così diversa da lui ma anche timoroso di perdere le proprie certezze e un futuro familiare assolutamente «normale» con una donna «normale».

Edda sbarca a Lipari, destinata, come dirà la madre, Donna Rachele, «ad essere gettata in un lurido tugurio», a cinque mesi dall'assassinio del padre, dall’ esposizione del cadavere a Piazzale Loreto e ventuno mesi dopo l'esecuzione di Galeazzo. La figlia prediletta del Duce, figura di rilievo anche politico durante il regime, è una donna intelligente e irrequieta che non sopporta la morale del tempo: beve, fuma, porta i pantaloni, ha accettato (e ricambiato) i molti tradimenti del marito.

Edda Ciano giunge nel novembre del '45 sulla scia della legge speciale che destinava al confino chi aveva tenuto «una condotta ispirata ai metodi e al malcostume del fascismo». Una legge che non poteva, quindi, risparmiare la figlia del Duce, moglie dell’ex ministro degli Esteri fascista, Galeazzo Ciano.


A00020103



L’incontro con Leonida è un’esplosione sotto la luce «accecante» del sole di Lipari. Uno strano intreccio della storia vuole così che il figlio di quello che aveva fatto scappare Rosselli dal confino si metta con la vedova di quello che l'aveva fatto ammazzare in Francia, da un commando estremista di un'organizzazione filonazista e razzista simile al Ku Klux Klan. Una donna, peraltro, «che ancora si definiva ostentatamente fascista».


leonidabuongiorno

Un grande uomo, di nome e di fatto. Leonida Bongiorno: il Comunista delle Eolie che fece “innamorare” Edda Ciano, la figlia del Duce. Un fisico da gigante ed una mente importante. Partigiano, comunista, professore d'inglese, operatore turistico con delizioso albergo e ristorante costruito sul mare, come una palafitta e progettato direttamente da lui compreso il pontone usato per conficcare la struttura nel “Suo mare”, sopra il “Suo mare”.Il ristorante che battezzò “Mistral”, in onore del vento a Lui più gradito. Ha vissuto avanti con i tempi.

«Conobbi Ellenica una sera. Al termine di una violenta dimostrazione per le vie del paese, in cui avevo potuto calmare gli animi con poche e semplici parole. Mi apparve come una rondine ferita dalle ali infrante». Lei, invece, rimase affascinata da tanta forza e bellezza, in cuor suo lo chiamò subito Baiardo, il focoso cavallo dell’Orlando furioso e dopo qualche giorno gli scrisse: «Caro amico, se i vostri impegni politici e i vostri svaghi della domenica ve ne danno la possibilità, vorrete essere così cortese di venirmi a fare una visitina?».

La famiglia di Leonida offre riparo alla donna già segnata dalla doppia tragedia della perdita del padre e del marito, giustiziato dai repubblichini ventitré mesi prima.
Il padre di Leonida-Baiardo era uno di quegli uomini tutto d’un pezzo, primo trombone nella banda del paese che riponeva lo strumento quando bisognava intonare «Giovinezza». Un socialista da sempre che teneva a un suo orgoglio anticonformista: quando gli americani gli chiesero di fare i nomi dei fascisti locali per vendicarsi, lui declinò l’invito. La soddisfazione se l’era presa da solo, tenendo la schiena dritta. Così il figlio, laureato in economia a Bologna, arruolato come tenente degli alpini, una rarità per un isolano, partigiano in Francia con il nome falso di Paul Zanetti dopo essere fuggito dalla prigionia dei nazisti. Un uomo intelligente ed energico che non aveva esitato a prendersi cura della «rondine dalle ali infrante», anche se era la figlia del Duce.

I primi contatti fra Edda e Leonida sono interessati ma cauti. Lei, dopo essere stata scaricata in una stamberga nel centro dell’isola dal commissario Polito, lo stesso che aveva preso in consegna Benito Mussolini dopo il 25 luglio 1943, chiede al nuovo amico se può andare ad abitare nella casa di famiglia del Timparozzo, ribattezzata da Edda la «Petite Malmaison», secondo il nome che Josephine de Beauharnais aveva dato alla sua dimora dopo essere stata abbandonata da Napoleone. Leonida, con l’approvazione del padre, acconsente, e una notte di primavera, sulla terrazza di quella casa incantevole, avviene l’incontro d’amore. Lui la prende appoggiato al muro accarezzandole le gambe, secondo Edda la parte più bella del suo corpo di trentacinquenne.
La terrazza della Petite Malmaison diventa la palestra degli incontri, del corteggiamento. Passavano le notti sul terrazzo e lui le recitava i versi dell’Odissea, alla luce delle stelle. In quella terrazza, i loro corpi si sarebbero incontrati.



Il coetaneo Leonida-Baiardo si innamora, ma Edda-Ellenica sulle prime non si lascia andare: partecipa al gioco erotico, scandalizza tutti esibendo sulle spiagge di Lipari e Vulcano un audace due pezzi, ma è guardinga, ancora ferita dalla tragedia famigliare. Quando lui si dichiara, «voi per me potreste essere la donna ideale», quasi lo irride: «È possibile che io lo sia per tutti gli uomini?». Lui la ama e la teme, si sente un Ulisse con la sua Circe e le recita a memoria il passo dell’Odissea in cui la maga indica all’eroe omerico due rotte impossibili per far ritorno a Itaca. Lei gli risponde con i versi di Byron: «When we two parted...», «quando noi ci dividemmo, in silenzio e lacrime, i nostri cuori si spaccarono a metà».

edda22
La passione cresce e con l’amore la confidenza. Edda, al confino con l’accusa di aver spinto il padre a entrare in guerra, scrive un memoriale, probabilmente aiutata da Leonida, negando ogni responsabilità pubblica: «Nel partito non ebbi mai nessun incarico... Come moglie del ministro degli Esteri non potevo che seguire le direttive che mi venivano date». Più che per questo memoriale, ma grazie all’amnistia Togliatti, a fine giugno 1946, arriva la comunicazione della libertà anticipata.

Fascismo e comunismo, innamorati teneramente, senza nessun saluto politico, ma semplicemente mano nella mano, fra i campi di grano o nelle splendide nuotate nella scogliera di "Sutto o Palu", o alle sabbie nere di Vulcano, dove la bella Edda si abbronzava con uno dei primi due pezzi mozzafiato per i tempi, o nella terrazza della “Casa dei Sogni”, sul “Timparozzu”, l’attuale via Garibaldi.

Furono mesi di passione tra quella donna che era giunta lì sconfitta e provata, nel crollo di tutto il suo mondo, e quell'uomo, «un siciliano di grande carattere e temperamento, un garibaldino», un comunista colto e romantico, «capace di aprirsi uno squarcio nel velo di solitudine della contessa: farla sorridere, renderle meno penosa la prigionia, riscoprendo con lei la poesia della vita indigena delle Eolie». Nove mesi durerà l’«idillio» fatto di carezze audaci, lunghe passeggiate, poesie urlate al mare, dialoghi in francese e in inglese.

Poi Ellenica ottiene la libertà e, nell’estate del 1946, lascia Lipari, non senza il tormento del distacco amoroso e delle inevitabili «conseguenze»: lo strazio della lontananza, della nostalgia e della gelosia. La storia, vissuta da lontano, assume contorni inediti per Leonida che - stando alle risposte di Ellenica - appare completamente preso, geloso per la mondanità a Capri e per la frequentazione di Edda col gioielliere napoletano Chanteclair. Ma anche per lei: «Mio carissimo e unico comunista, vi amo assai. Adoro le vostre effusioni in inglese». E ancora: «Adorabile allievo di sieur Palmiro: non trovate che nei confronti dell’amore la politica non ha alcun fascino?».


303a33n


Edda, in realtà, ha interesse a ritornare a Roma, per riabbracciare i figli. Con sé porterà un ricordo: il suo ritratto nudo eseguito a matita dal bel Leonida. Comincia così la seconda parte della corrispondenza: lei lo vezzeggia, «caro amico e fidanzato », «Baiardo mi manca molto», abbandona i toni ironici degli inizi. Ma aumentano i silenzi di Leonida, che intanto ha incontrato Angela, la futura moglie, detta la «Chevelue» per via della folta chioma.

Ellenica e Baiardo si rivedono, il primo incontro in un hotel di Messina dove lei si presenta con una carta d’identità falsa. Poi il nuovo distacco. E la sempre più appassionata e dolorosa corrispondenza. Edda si lascia andare a confidenze: «Perché è toccato a me scegliere tra le due persone più care?», alludendo al marito giustiziato e al padre cui non aveva perdonato di non essere intervenuto. Alla fine il grido: «Venite dunque con me. Non abbandonate questa felicità che gli Dei vi offrono». Siamo alla fine. Le risposte di Leonida si faranno sempre più rare, sposerà Angela.

Edda tornerà a Lipari per incontrarsi di nuovo con il suo uomo; lui la raggiungerà in Toscana, dove lei viveva nella villa della suocera, la contessa Carolina Ciano di Cortellazzo, per partire da lì per un viaggio al Nord, fortemente voluto da lei, che segnerà il declino della storia.
Il misterioso viaggio al Nord, sarà interrotto per le sopravvenute paure dell’uomo, pian piano scivolato verso la scelta di un matrimonio tranquillo. Scelta aspramente contestata da Ellenica che, quasi per troncare uno stillicidio insopportabile fatto di lunghi silenzi epistolari, chiuderà drastica: «Siate felice». E adesso è lei a pagare il prezzo più alto: innamorata di un Leonida che non c’è più. Disperata, fino al punto di rasarsi a zero: «Non c’è più un capello sulla mia testa e sono identica a mio padre».

edda32

Edda e Leonida, perdutamente innamorati nelle vulcaniche Eolie. Nel ricordo di questo amore, il professore Leonida negli anni seguenti fece costruire un monumento di pietra in Piazza Mazzini, a Lipari, con frasi omeriche scolpite a mano da lui stesso, dove Edda e Leonida si chiamano “Ellenica e Baiardo”, o se preferite Circe e Ulisse.
Il libro di Sorgi parla dell'amore oltre la visione politica. Le Eolie iniziano a tornare indietro con gli anni e ricordare il compagno Leonida che era sempre primo anche nei funerali, dove per chiunque trovava parole cariche d'amore e sincere lacrime prima di seppellire la bara. Per il professore Leonida, l'amore è sempre venuto prima di ogni cosa.
Così in questa storia eoliana, aperto lo zaino dei ricordi, si ricostruisce un bene naturale che è stato un amore temporaneo come le raffiche di vento che spesso Eolo trasporta in queste isole.
La casa paterna della famiglia Bongiorno è "Supra u Timparozzu" e sotto le mura del Castello di Lipari che racchiude la cattedrale di S. Bartolomeo, patrono delle Eolie ed il Museo archeologico. Ancora oggi è meta di innamorati che si inchinano all'amore senza politica, al rumore degli zoccoli usati allora come forte suono allo struscio ed alla personalità di chi li calzava. Così Edda, ha cercato nel rifugio amoroso di questo liparoto, "gigante e buono", la forza della vita al sole di una isola antica e storica.

Eppure Ellenica avrà da Leonida un ultimo, sbalorditivo sussulto. A sessant’anni compiuti si incontreranno ancora a Lipari e lui, Baiardo (uno dei nomi con cui Edda lo chiamava), la porterà a vedere il muro sul quale aveva fatto incidere i versi dell’Odissea che, venticinque anni prima, recitava sulla terrazza della Petite Malmaison: «Tu da solo col tuo cuore consigliati: io ti dirò le due rotte». Dodicesimo canto, laddove Circe «nel tentativo disperato di tenerlo vicino a sé indica a Ulisse due rotte impossibili per far ritorno ad Itaca». La passione non si era mai spenta.

«Nella sua mente - azzarda Sorgi - i versi scolpiti sul muro dovevano sicuramente simboleggiare un ricordo poetico e una sintesi folgorante della loro storia. Ma appunto, se nella metafora Circe era Ellenica, e se Ulisse era Baiardo, e soprattutto se ogni rotta appariva senza scampo, si può capire perché quel giorno, nel suo cuore di soldato, prudenza, saggezza, o alla fine paura, avessero avuto il sopravvento».

Una donna a pancia scoperta in quegli anni a Lipari non s’era mai vista, anzi non s’era mai visto un costume a due pezzi. La sola idea che una donna potesse fare il bagno men che vestita era proprio impensabile. Toccò a Leonida ed Edda rompere anche questa convenzione. Erano tempi di fame, ma anche di costruzione al futuro, c'erano gli asini che trasportavano i contadini, ma il compagno Leonida non li montava, e aveva paura che con il suo peso potesse fargli male. Fisico da gigante ed una mente importante. Il figlio Edoardo annuncia che è stato proposto nella facciata della casa del Timparozzo di collocare una targa ricordo “il grande amore”.

letteraedda

Erano tempi che non ci sono più. Ma quell'amore resta sempre. Iniziato con un bigliettino di Lei recapitato da mani amiche.
Restano, di quella storia di passione, documenti conservati a Lipari dalla famiglia Bongiorno, dal figlio di Leonida, Edoardo: lettere, soprattutto, scritte con garbo e gusto dai due amanti e anche messaggi cifrati, petali di rose, ciocche di capelli.

Dalla ricostruzione cronistica e documentale che Marcello Sorgi ne ha fatto nel suo libro, emerge una pagina di storia, che documenta, assieme i contrasti ideologici ma anche il desiderio di riconciliazione, di un'Italia uscita malamente dalla guerra e dai vent'anni della dittatura. Una passione che, superando ogni convenzione del tempo, alla fine cambierà per sempre la vita dei protagonisti.


L'incontro a Messina dolce e fuggevole (dalle pagg.110-114)



Non si sa se per imprevisto capriccio dell'ufficio postale o perché conosceva il carattere di Ellenica, e ne temeva le reazioni, Leonida era riuscito a far arrivare due lettere una dopo l'altra, che aprirono una breccia nel cuore dell'amata prima del suo ritorno a Lipari. Alla prima lei aveva risposto subito: «Chéri, darling, poche parole per dirvi che Ellenica è ancora di questo mondo e che ella vi pensa tanto. È piacevole svegliarsi al mattino e ascoltare parole d'amore che vengono da lontano e che hanno il sapore irreale dei racconti delle Fate»....
...Si lasciava andare, come e più di altre volte, in vista ormai dell'incontro con il suo Baiardo. «Sapete per esempio che sogno la Civita. E vi rivedo così bene. In questo momento ha un terribile ardente desiderio di voi. Guardando indietro vedo un deserto con delle tombe. Guardando in avanti sento la tempesta su un mare mosso».
Un po' si compiangeva: «Ciò che mi rende assolutamente miserevole è l'avvertire giorno per giorno i segni della vecchiaia e della decadenza di quella che fu una volta una bella donna. Cuccurucu. Penso che mi crederete stupida perché, come uomo, non potete capire». Ma alla fine tradiva la sua eccitazione per l'appuntamento con Leonida: «Sapete, darling, nessuno sa del nostro "strano interludio", né tanto meno i miei ragazzi ai quali in genere dico tutto. È bello avere un segreto. Le vostre lettere in inglese sono semplicemente divine. Meritate un bacio per ogni parola»...
...Leonida era molto preso dai preparativi e le stava riservando una grande accoglienza. Come oggi, ma molto peggio nel '46, i collegamenti tra le Eolie e la terraferma erano incerti. Si arrivava in treno, dopo una notte di sballottamento, fino a Villa San Giovanni. Di lì era una ressa per salire sul traghetto che attraversava lo Stretto di Messina. Da Messina a Milazzo era un altro viaggio, e finalmente, con un po' di fortuna, si trovava una nave, la vecchia carretta «austroungarica», con cui il tenente Bongiorno era tornato a Lipari. Così, per alleviare un po' le fatiche del viaggio di Edda, Leonida aveva previsto di farsi trovare a Villa, di raggiungere con lei Messina, riposarsi e ripartire più comodamente la sera o il giorno dopo. Nelle sue intenzioni, tutto doveva essere perfetto. Ma in pratica non fu così, per via di un piccolo inconveniente. Nella fretta della partenza, Leonida dimenticò a Lipari i suoi documenti, indispensabili, dal momento che Edda, anche in albergo, avrebbe dovuto rimanere in incognito. S'era allora rivolto a un amico funzionario di polizia, che solo il giorno dopo, appena in tempo per l'arrivo, gli aveva fornito un'autorizzazione speciale. «La sera precedente» annotava Leonida sul suo diario «in attesa del direttissimo da Roma, avevo dormito in un sottotetto di una stamberga, più che un albergo, nei pressi della stazione».
Malgrado le scomodità della notte e quelle, a venire, della mattina, l'incontro alla stazione di Villa era stato molto commovente per tutti e due. A fatica, data la quantità di bagagli che la contessa aveva portato con sé, erano saliti sulla nave. A malapena ne erano discesi. «Una volta a Messina» è sempre il diario di Leonida a parlare «avemmo grandi difficoltà a sbarcare dal ferry boat per l' "assedio", sugli spalti dell'invasatura, delle molte centinaia di viaggiatori calabresi che di buon mattino raggiungevano la Sicilia, e che a bordo, malgrado gli ampi occhiali da sole che le nascondevano il volto, avevano riconosciuto Ellenica».
Circondati da «poliziotti in borghese», facendosi largo nella ressa «a forza di gomiti», erano riusciti a raggiungere un taxi che, «coperto di valigie fin sopra il tetto, alla maniera di una macchina dei pompieri, in corsa puntò prima su via Garibaldi, poi raggiunse l'Albergo Reale». Lì, esausti, alla fine trovarono riparo. «Tanto sul ferry boat, quanto alla difficilissima uscita, nessun segno di ostilità da parte di alcuno» annotava Leonida. Da comunista avvezzo ai servizi d'ordine delle manifestazioni, nel suo ruolo anomalo di scorta alla figlia del Duce s'aspettava di peggio.
E una volta abbassate le sue difese da soldato, solo in camera, abbracciandola, s'era reso conto realmente di trovarsi con lei. Era pallida, provata dalla notte in treno e dalle pene dello sbarco. Ma bellissima. Sì, Ellenica gli era apparsa splendida, e dopo tanta attesa, una grande felicità s'era impadronita di lui. L'imbarazzo con cui lo guardava, dietro le lenti scure, era terribilmente attraente. Parlavano, tacevano, si scambiavano tenerezze. E dopo un bagno caldo preparato con cura da Leonida, finalmente ristorati, si erano amati di nuovo.



jpg



Edited by Milea - 5/9/2014, 23:35
 
Web  Top
view post Posted on 5/4/2013, 21:07     +2   +1   -1
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
34,031
Reputation:
+25,082
Location:
Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

Status:



Edoardo Bongiorno,
suicida il figlio di Leonida
svelò l'amore con Edda Ciano


"La sua collezione lo ha rovinato". 62 anni, era il titolare dell'hotel Oriente nonché il figlio del partigiano che si innamorò della figlia di Mussolini. Una lettera di scuse alla famiglia nella quale fa riferimento ai suoi debiti



"Perdonami Dio. Perdonatemi Isabella e Manuela...". Così comincia la drammatica lettera che l'albergatore di Lipari Edoardo Bongiorno, 61 anni, titolare dell'hotel Oriente, ha scritto prima di suicidarsi alla moglie e alla figlia. E' stata trovata nel camioncino, dove si è tolto la vita con un colpo di pistola. Nella lettera farebbe anche riferimento ai debiti che lo hanno segnato fisicamente e moralmente.

edoardobongiorno

Eduardo Bongiorno,62 anni, è il figlio di Leonida, il comunista che amò Edda Ciano Mussolini quando la stessa venne inviata in confino nella Eolie dopo la caduta del fascismo. Sposato e padre di Emanuela, una ragazza di 22 anni, Eduardo era diventato celebre per aver, con documenti e racconti, reso nota l'avvincente storia d'amore tra il padre e la figlia del Duce. Una vicenda questa che, oltre ad un libro di Marcello Sorgi, ha spinto RaiUno a realizzare una fiction televisiva.

Ora, per volontà ripetutamente espresse da Bongiorno, l'immenso archivio del padre, che lui aveva ordinato con scrupolo e competenza, sarà visionato e studiato dagli storici. In esso, tra foto, lettere e documenti d'ogni genere e registrazioni su magnetofono, si potranno approfondire pagine fondamentali della nostra storia eoliana nel ventennio fascista e nel periodo bellico.

Ad aggravare la situazione di crisi dell'albergatore, dovuta principalmente al calo generalizzato delle presenze turistiche sulle isole Eolie da qualche anno a questa parte, sono stati i costi di creazione, gestione e mantenimento della sua collezione etnografica.

"L'Hotel Oriente – dice Bartolino Leone, direttore del Notiziario delle isole Eolie online – era diventato praticamente un museo, la rappresentazione di un Eden della memoria. La sua collezione etnografica era il suo orgoglio. Si recava in ogni parte del mondo per acquistare nuovi pezzi. Ma questa sua passione non ha fatto altro che aggravare la sua già instabile situazione economica".



Tanto che negli ultimi tempi, Edoardo Bongiorno era stato costretto a vendere alcune delle sue proprietà: un rudere di campagna, un magazzino, ma soprattutto una villa in contrada Capistello, a Lipari, dove con la moglie e la figlia passava buona parte dell'anno.

"Una villa bellissima – continua Leone – da cui si godeva di un panorama eccezionale sull'isola. Dal momento in cui ha venduto la villa, Edoardo non è stato più lo stesso. Il suo decadimento è iniziato allora. È stato un colpo durissimo, al quale alla fine non ha retto".

Sull'isola, nel ricordo dei suoi concittadini, la parola che ricorre più spesso è "signore". "Era un uomo educato – dice Leone – colto, un intellettuale. Per lui la cultura veniva prima di tutto. Era laureato in Economia e commercio, ma quando il padre gli lasciò quest'albergo venne subito a prendersene cura. E lo ha reso un luogo unico alle Eolie".

Rimane esposta all'Hotel Oriente la collezione etnografica che Bongiorno tanto aveva amato, fino alla morte. Nella lettera, la dedica, e la lascia, alla figlia, Manuela. "Questa collezione etnografica – scrive Bongiorno nella lettera – è il risultato della mia passione iniziata oltre 40 anni fa, che cerco di arricchire in continuazione e che rendo visibile a tutti, alloggiati e non alloggiati. Dedico questa collezione etnografica a mia figlia Manuela, con la speranza che le offra una dignitosa vita culturale; con l'augurio che questi avanzi di antichità ormai salvati dalle ingiurie del tempo concorrano a formare le basi delle indagini scientifiche imposte da rapido progredire della società; con la certezza che accetti quanto ho realizzato e soprattutto senta, come me, il desiderio di continuarla, ampliarla e migliorarla, per far conoscere ad altre nuove generazioni la sapienza e la cultura di un mondo tramontato ma che non si può e non si deve dimenticare; che continui, per lunghissimi anni, l'onesta e laboriosa opera di papà suo". Fonte





Edited by Milea - 15/5/2013, 15:25
 
Web  Top
view post Posted on 14/5/2013, 22:37     +1   -1
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
34,031
Reputation:
+25,082
Location:
Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

Status:



Edda Ciano e il comunista - Film Tv



Autunno 1945. La vita di Edda Ciano, inviata al confine, e quella di Leonida Bongiorno, partigiano comunista che torna a casa ferito dal dolore e dalla guerra, si incrociano nell'isola di Lipari. Sarà un amore intenso e impossibile, che segna anche l'incontro tra due Italie, quella passata e quella futura.


GUARDA IL FILM TV






Edited by Milea - 14/5/2013, 23:55
 
Web  Top
2 replies since 12/3/2011, 20:27   1535 views
  Share