Un bar aux Folies Bergère, Édouard Manet 1881-1882

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view post Posted on 2/11/2010, 17:22     +3   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Edouard_Manet_65

Édouard Manet - 1881-1882
Un bar aux Folies Bergère
olio su tela : 96 × 130 cm
Courtauld Gallery, Londra



Il bar delle Folies-Bergère (Un bar aux Folies Bergère) è l'ultimo dipinto al quale Manet lavora, già quasi completamente paralizzato agli arti inferiori, realizzato tra il 1881 e il 1882 e ora conservato a Londra. Accettato al Salon del 1882, l'anno precedente alla precoce morte dell'artista, ne costituisce in pratica il testamento spirituale.

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In esso sono infatti ripresi tutti gli elementi caratterizzanti della sua pittura: dall'amore realistico per il quotidiano (la cameriera biondiccia che ci fissa con gli occhi mesti) al gusto per la natura morta (le bottiglie, la fruttiera e il bicchiere con le rose); dall'uso di colori piatti e senza chiaroscuro alla suggestione delle luci riflesse nel grande specchio dietro al bancone.

Proprio attraverso lo specchio, realizzato mediante la sapiente giustapposizione di colori, riusciamo a vedere l'ambiente in cui è immersa la bionda cameriera dagli occhi mesti: il vasto salone delle Folies-Bergères , un ambiente alla moda tra la borghesia parigina del tempo. I tocchi di colore, che visti da vicino sembrano frantumati e senza senso, riescono a dare, osservati dalla giusta distanza, non solo un'esatta descrizione della sala, ma anche l'impressione della folla e del chiasso che dame e gentiluomini producono.

La luce penetra, alla maniera impressionista, attraverso i grandi lampadari che si riflettono allo specchio, con l'utilizzo di colori puri, vivi, che animano la tela. In definitiva il quadro, per l'immediatezza della visione, la chiarezza della luce, la semplicità disincantata del soggetto diventerà vero e proprio punto di riferimento per l'intera generazione impressionista, aprendo definitivamente la strada alla pittura delle emozioni e della libertà espressiva.


Trapezio




Suzon320

La donna al centro della composizione,che si chiama Suzon, è realmente una delle cameriere del caffé-concerto che accetta di recarsi nello studio di Manet a posare per lui. La sua espressione un po’ malinconica, contrasta con il clima di festa che anima l'elegante e lussuosa sala.
L'opera viene esposta al Salon del 1882 e ottiene molte critiche favorevoli, anche se c'è chi nota l'assenza, in primo piano, del cliente, che invece compare nell'immagine riflessa dallo specchio.

Il quadro va analizzato suddividendolo in quattro fasce (bancone del bar, bancone riflesso, platea e infine la parte superiore), e interpretando queste. Difatti ciò che si vede non è ciò che sembra. Questo è visibile dapprima nello "specchio non specchio", teoria che trova le sue radici nel guardare l'immagine attentamente; basta infatti notare che alle sue spalle vi è un cornicione di legno (e non un palco come può apparentemente sembrare) che non divide la figura della donna di spalle.






Piccola curiosità: nella bottiglia rossa a sinistra,
è visibile la firma dell’artista.


firmaManet





Edited by Milea - 18/9/2021, 14:22
 
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