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view post Posted: 13/5/2013, 22:04     +6Inferno Dan Brown [ebook-PDF] - ANGOLO LETTURA

Inferno
Dan Brown





Inferno
Dan Brown
Ed.Mondadori
Collana: Omnibus
Pagine: 600
Prezzo: € 25,00





In breve

Inferno è il titolo del quarto romanzo di Dan Brown con protagonista il Professore di Harvard Robert Langdon. Ancora una volta, lo scrittore statunitense mescola sapientemente le tematiche a lui più congeniali, dando vita ad un thriller dai risvolti misterici in cui arte, storia, codici e simboli sono al centro dell'intreccio. Il docente di Simbologia di Harvard Robert Langdon, questa volta, si reca in Italia per svolgere delle ricerche sulla Divina Commedia di Dante.

Langdon viene risucchiato in un mondo sconvolgente la cui chiave di volta sembra risiedere nel capolavoro del Sommo Poeta, un’opera dai risvolti misteriosi ed oscuri, le cui parole sono pregne di un fascino in grado di travalicare i secoli. Langdon, nel tentativo di risolvere l’enigma, dovrà vedersela con un avversario temibile. Lo scenario in cui si svolge questa nuova avventura di Robert Langdon, è caratterizzato dallo splendore dell’arte classica.

Il nostro eroe per giungere alla risoluzione del mistero passerà attraverso gli arcani nascosti nelle opere d’arte, individuerà passaggi segreti e usufruirà di strumenti scientifici all’avanguardia. Dan Brown, con Inferno, consegna ai lettori un altro incredibile thriller fatto di storia ed enigmi. “I luoghi più caldi dell’inferno sono riservati a coloro che in tempi di grande crisi morale si mantengono neutrali.”

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Il libro

Il profilo inconfondibile di Dante che ci guarda dalla copertina è il motore mobile di un thriller che di 'infernale' ha molto. Il ritmo, prima di tutto, e poi il simbolismo acceso, e infine la complessità dei personaggi che conducono a un esito raro per i romanzi d'azione: instillare nel lettore il fascino del male, addirittura la sua salvifica necessità.

Non è affatto sorprendente che lo studioso di simbologia Robert Langdon sia un esperto di Dante, anzi. E’ naturale che al poeta fiorentino e alla visionarietà con cui tradusse in forme solenni e oscure la temperie della sua epoca tormentata il professore americano abbia dedicato studi e corsi universitari ad Harvard.

E quindi è normale che a Firenze Robert Langdon sia di casa, che il ‘David’ e Piazza della Signoria, il giardino di Boboli e Palazzo Vecchio siano per lui uno sfondo familiare, una costellazione culturale e affettiva ben diversa dal palcoscenico turistico percorso in tutti i sensi di marcia da legioni di visitatori. Ma ora è tutto diverso, non c’è niente di normale, nulla che possa rievocare una dolce abitudine.




Questa volta è un incubo e la sua conoscenza della città fin nei labirinti delle stradine, dei corridoi dei palazzi, dei passaggi segreti può aiutarlo a salvarsi la vita. Il Robert Langdon che si sveglia in una stanza d’ospedale, stordito, sedato, ferito alla testa, gli abiti insanguinati su una sedia, ricorda infatti a stento il proprio nome, non capisce come sia arrivato a Firenze, chi abbia tentato di ucciderlo e perché i suoi inseguitori non sembrino affatto intenzionati a mollare il colpo. Barcollante, la mente invasa da apparizioni mostruose che ricordano la Morte Nera che flagellò l’Europa medievale e simboli criptici connessi alla prima cantica del Divino poema, le labbra capaci di articolare, nel delirio dell’anestetico, soltanto un incongruo “very sorry”, il professore deve scappare.

E, aiutato solo dalla giovane dottoressa Sienna Brooks, soccorrevole ma misteriosa come troppe persone e cose intorno a lui, deve scappare da tutti. Comincia una caccia all’uomo in cui schieramenti aversi si potrebbero ritrovare dalla stessa parte, in cui niente è quel che sembra: un’organizzazione chiamata Consortium è ambigua tanto quanto un movimento detto Transumanesimo e uno scienziato come Bertrand Zobrist può elaborare teorie che oscillano tra utopia e aberrazione. Alla fine di un'avventura che raggiunge momenti di insostenibile tensione, Dan Brown ci rivela come nel nostro mondo la distanza tra il bene e il male sia breve in maniera davvero inquietante, catastrofe e salvezza possano essere questione di punti di vista e anche da una laguna a cielo coperto si possa uscire a riveder le stelle.



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L’autore

Dan Brown è nato a Exeter, New Hampshire,nel 1964. Ha raggiunto la notorietà con il thriller Il Codice da Vinci, un caso editoriale senza precedenti che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo con oltre 70 milioni di copie vendute.

È l’autore anche di Angeli e demoni (l’opera in cui compare per la prima volta Robert Langdon, il protagonista di Il Codice da Vinci), La verità del ghiaccio, Crypto e il simbolo perduto.

Nei suoi bestseller internazionali - Il Codice da Vinci, Angeli e demoni e Il simbolo perduto -, Dan Brown ha mescolato in modo magistrale storia, arte, codici e simboli. In questo nuovo e avvincente thriller, ritorna ai temi che gli sono più congeniali per dare vita al suo romanzo più esaltante.










Edited by Milea - 19/8/2021, 22:19
view post Posted: 12/5/2013, 17:11     +3Madame Marthe de Florian: inside the Paris apartment untouched for 70 years - CAFFE' LETTERARIO

Madame Marthe de Florian: inside the Paris
apartment untouched for 70 years


Treasure trove finally revealed after owner locked up and fled at outbreak of WWII


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Caked in dust and full of turn-of-the century treasures, this Paris apartment is like going back in time.
Having lain untouched for seven decades the abandoned home was discovered three years ago after its owner died aged 91. The woman who owned the flat, a Mrs De Florian, had fled for the south of France before the outbreak of the Second World War. She never returned and in the 70 years since, it looks like no-one had set foot inside.

The property was found near a church in the French capital's 9th arrondissement, between Pigalle red light district and Opera. Experts were tasked with drawing up an inventory of her possessions which included a painting by the 19th century Italian artist Giovanni Boldini.
One expert said it was like stumbling into the castle of Sleeping Beauty, where time had stood still since 1900. 'There was a smell of old dust,' said Olivier Choppin-Janvry, who made the discovery.


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But he said his heart missed a beat when he caught sight of a stunning tableau of a woman in a pink muslin evening dress. The painting was by Boldini and the subject a beautiful Frenchwoman who turned out to be the artist's former muse and Mrs de Florian’s grandmother, Marthe de Florian, a beautiful French actress and socialite of the Belle Époque.
Marthe de Florian was an actress with a long list of ardent admirers whose fervent love letters she kept wrapped neatly in ribbon and were still on the premises.


BLITZKREIG: HOW FRANCE CRUMBLED IN THE FACE
OF HITLER'S NAZI ONSLAUGHT IN 1940




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In 1939, the Germans devised a plan to inflict a major defeat on the French Army in northern France. The Manstein Plan, as it became known, included a attack through southern Belgium that avoided the Maginot Line. The ultimate objective was to reach the Channel coast and to force the French government to surrender.
Adolf Hitler gave his approval to the Manstein Plan on February 17, 1940, but it was not activated until the May 10. The 9th Panzer Division, using its Blitzkreig strategy, advanced quickly into the Netherlands. Belgium was also invaded and the French 7th Army moved forward to help support the Dutch and Belgian forces.
The French military had wrongly believed that the Ardennes was impassable to tanks. Seven panzer divisions reached the Meuse River at Dinant on May 12 and the following day the French government was forced to abandon Paris.
German forces led by Paul von Kliest, Erwin Rommel, Heinz Guderian and Gerd von Rundstedt advanced towards the Channel. Except for a counterattack by 4th Armoured Division led by Charles De Gaulle, at Montcornet (May 17) and Laon (May 27 to 29) the German forces encountered very little resistance.
Winston Churchill now ordered the implementation of Operation Dynamo, a plan to evacuate of troops and equipment from the French port of Dunkirk, that had been drawn up by General John Gort, the Commander in Chief of the British Expeditionary Force (BEF). Between May 27 and June 4, 1940, a total of 693 ships brought back 338,226 people back to Britain. Of these 140,000 were mem-bers of the French Army. All heavy equipment was abandoned and left in France.
The French Army tried to hold the line along the Somme and the Aisne. Now clearly outnumbered, the troops were forced to withdraw to the Loire.
Paul Reynaud and his government now left the French capital and moved to Tours. On June 14, the Germans occupied Paris. Reynaud now realised that the German offensive could not be halted and suggested that the government should move to territories it owned in North Africa. This was opposed by his vice-premier, Henri-Philippe Petain, and the supreme commander of the armed forces, General Maxime Weygand. They insisted that the government should remain in France and seek an armistice.
Outvoted, Reynaud resigned and President Albert Lebrun, appointed Petain as France's new premier. He immediately began negotiations with Adolf Hitler and on June 22 signed an armistice with Germany. The terms of the agreement divi-ded France into occupied and unoccupied zones, with a rigid demarcation line between the two. The Germans would directly control three-fifths of the country, an area that included northern and western France and the entire Atlantic coast. The remaining section of the country would be administered by the French go-vernment at Vichy under Marshal Henri-Philippe Petain.
Other provisions of the armistice included the surrender of all Jews living in France to the Germans. The French Army was disbanded except for a force of 100,000 men to maintain domestic order. The 1.5 million French soldiers captu-red by the Germans were to remain prisoners of war. The French government also agreed to stop members of its armed forces from leaving the country and in-structed its citizens not to fight against the Germans. Finally, France had to pay the occupation costs of the German troops.
An estimated 390,000 soldiers were killed defending France whereas around 35,000 German soldiers lost their lives during the invasion.

Among the admirers was the 72nd prime minister of France, George Clemenceau, but also Boldini.
The expert had a hunch the painting was by Boldini, but could find no record of the painting.
'No reference book dedicated to Boldini mentioned the tableau, which was never exhibited,' said Marc Ottavi, the art specialist he consulted about the work.

When Mr Choppin-Janvry found a visiting card with a scribbled love note from Boldini, he knew he had struck gold. 'We had the link and I was sure at that moment that it was indeed a very fine Boldini'.
He finally found a reference to the work in a book by the artist's widow, which said it was painted in 1898 when Miss de Florian was 24.
The starting price for the painting was £253,000 but it rocketed as ten bidders vyed for the historic work. Finally it went under the hammer for £1.78million, a world record for the artist.
'It was a magic moment. One could see that the buyer loved the painting; he paid the price of passion,' said Mr Ottavi.


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Source








Edited by Milea - 12/5/2013, 18:18
view post Posted: 11/5/2013, 23:05     +1Inferno - Dan Brown - ANGOLO LETTURA

Inferno
Dan Brown





Inferno
Dan Brown
Ed.Mondadori
Collana: Omnibus
Pagine: 600
Prezzo: € 25,00





In breve

Inferno è il titolo del quarto romanzo di Dan Brown con protagonista il Professore di Harvard Robert Langdon. Ancora una volta, lo scrittore statunitense mescola sapientemente le tematiche a lui più congeniali, dando vita ad un thriller dai risvolti misterici in cui arte, storia, codici e simboli sono al centro dell'intreccio. Il docente di Simbologia di Harvard Robert Langdon, questa volta, si reca in Italia per svolgere delle ricerche sulla Divina Commedia di Dante.

Langdon viene risucchiato in un mondo sconvolgente la cui chiave di volta sembra risiedere nel capolavoro del Sommo Poeta, un’opera dai risvolti misteriosi ed oscuri, le cui parole sono pregne di un fascino in grado di travalicare i secoli. Langdon, nel tentativo di risolvere l’enigma, dovrà vedersela con un avversario temibile. Lo scenario in cui si svolge questa nuova avventura di Robert Langdon, è caratterizzato dallo splendore dell’arte classica.

Il nostro eroe per giungere alla risoluzione del mistero passerà attraverso gli arcani nascosti nelle opere d’arte, individuerà passaggi segreti e usufruirà di strumenti scientifici all’avanguardia. Dan Brown, con Inferno, consegna ai lettori un altro incredibile thriller fatto di storia ed enigmi. “I luoghi più caldi dell’inferno sono riservati a coloro che in tempi di grande crisi morale si mantengono neutrali.”

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Il libro

Il profilo inconfondibile di Dante che ci guarda dalla copertina è il motore mobile di un thriller che di 'infernale' ha molto. Il ritmo, prima di tutto, e poi il simbolismo acceso, e infine la complessità dei personaggi che conducono a un esito raro per i romanzi d'azione: instillare nel lettore il fascino del male, addirittura la sua salvifica necessità.

Non è affatto sorprendente che lo studioso di simbologia Robert Langdon sia un esperto di Dante, anzi. E’ naturale che al poeta fiorentino e alla visionarietà con cui tradusse in forme solenni e oscure la temperie della sua epoca tormentata il professore americano abbia dedicato studi e corsi universitari ad Harvard.

E quindi è normale che a Firenze Robert Langdon sia di casa, che il ‘David’ e Piazza della Signoria, il giardino di Boboli e Palazzo Vecchio siano per lui uno sfondo familiare, una costellazione culturale e affettiva ben diversa dal palcoscenico turistico percorso in tutti i sensi di marcia da legioni di visitatori. Ma ora è tutto diverso, non c’è niente di normale, nulla che possa rievocare una dolce abitudine.


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Questa volta è un incubo e la sua conoscenza della città fin nei labirinti delle stradine, dei corridoi dei palazzi, dei passaggi segreti può aiutarlo a salvarsi la vita. Il Robert Langdon che si sveglia in una stanza d’ospedale, stordito, sedato, ferito alla testa, gli abiti insanguinati su una sedia, ricorda infatti a stento il proprio nome, non capisce come sia arrivato a Firenze, chi abbia tentato di ucciderlo e perché i suoi inseguitori non sembrino affatto intenzionati a mollare il colpo. Barcollante, la mente invasa da apparizioni mostruose che ricordano la Morte Nera che flagellò l’Europa medievale e simboli criptici connessi alla prima cantica del Divino poema, le labbra capaci di articolare, nel delirio dell’anestetico, soltanto un incongruo “very sorry”, il professore deve scappare.

E, aiutato solo dalla giovane dottoressa Sienna Brooks, soccorrevole ma misteriosa come troppe persone e cose intorno a lui, deve scappare da tutti. Comincia una caccia all’uomo in cui schieramenti aversi si potrebbero ritrovare dalla stessa parte, in cui niente è quel che sembra: un’organizzazione chiamata Consortium è ambigua tanto quanto un movimento detto Transumanesimo e uno scienziato come Bertrand Zobrist può elaborare teorie che oscillano tra utopia e aberrazione. Alla fine di un'avventura che raggiunge momenti di insostenibile tensione, Dan Brown ci rivela come nel nostro mondo la distanza tra il bene e il male sia breve in maniera davvero inquietante, catastrofe e salvezza possano essere questione di punti di vista e anche da una laguna a cielo coperto si possa uscire a riveder le stelle.



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L’autore

Dan Brown è nato a Exeter, New Hampshire,nel 1964. Ha raggiunto la notorietà con il thriller Il Codice da Vinci, un caso editoriale senza precedenti che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo con oltre 70 milioni di copie vendute.

È l’autore anche di Angeli e demoni (l’opera in cui compare per la prima volta Robert Langdon, il protagonista di Il Codice da Vinci), La verità del ghiaccio, Crypto e il simbolo perduto.

Nei suoi bestseller internazionali - Il Codice da Vinci, Angeli e demoni e Il simbolo perduto -, Dan Brown ha mescolato in modo magistrale storia, arte, codici e simboli. In questo nuovo e avvincente thriller, ritorna ai temi che gli sono più congeniali per dare vita al suo romanzo più esaltante.










Edited by Milea - 5/9/2014, 23:02
view post Posted: 26/4/2013, 15:45     +1Sony World Photo: trionfano i volti di Utoya - NEWS

Sony World Photo: trionfano i volti di Utoya


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Un’immagine della serie “One day in History”, di Andrea Gjestvang




Il Sony World Photographer Awards ha incoronato la 32 enne norvegese Andrea Gjestvang Fotografo dell’anno per “l’intensa serie di ritratti di bambini e ragazzi sopravvissuti al massacro di Utoya”, l’isola al largo di Oslo sconvolta nel luglio 2011 dal progetto omicida di Anders Breivik. Una collezione di immagini che cattura l’inenarrabile tragedia di cui quei ragazzi sono stati testimoni. “One day in history” – recita il verdetto della giuria che ha conferito l’Iris d’Oro – esprime con potente intensità la voce dei sopravvissuti alla strage. La dignità pulita di queste immagini, scattate da uno sguardo sensibile e onesto, ha convinto tutti noi all’unanimità”.

Ma la fotografia d’autore parla anche italiano. Tre i connazionali vincitori nelle singole categorie, selezionati tra oltre 122 mila partecipanti da 170 paesi. La cagliaritana Myriam Meloni si è aggiudicata la sezione “arte e cultura” con la serie “The Limousine”. Scattate in Argentina, le immagini catturano le trasgressioni che i passeggeri si concedono protetti dai vetri oscurati dell’auto di lusso. La sezione “Lifestile” è andata a “Summer family” della giovanissima Alice Caputo, scatti dal sapore retrò rubati alla quotidianità di una famiglia italiana in vacanza sulla riviera ligure. Valerio Bispuri, 41 anni, romano, si è invece aggiudicato il premio per la categoria “contemporary” con “Encerrados”, un progetto durato 10 anni in cui il fotografo ha girato le prigioni del Sud America, testimoniando la lotta dei carcerati per preservare la propria dignità.
Fonte


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La finale dei 100 metri alle olimpiadi di Londra 2012
La foto è di Adam Pretty, vincitore della categoria “Professional Sport”
al Sony World Photography Award




Alice Caputo
Fotografo dell'anno lifestyle



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Uno scatto della serie “Limousine”, di Myriam Meloni, aggiudicatasi la sezione “arte e cultura”



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Prigionieri nel carcere di Santiago del Cile. La foto è tratta dalla serie “Encerrados”
di Valerio Bispuri, primo classificato nella categoria “contemporary”




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L’imponenza del monte Cervino dal versante Svizzero
Il croato Nenad Saljic si è aggiudicato la categoria “Landscape”




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Le celebrazioni per il capodanno in Romania.
La foto è di Alecsandra Dragoi, la fotografa romena
che si è aggiudicata lo “Youth Photographer of the Year”







Edited by Milea - 26/4/2013, 16:54
view post Posted: 24/4/2013, 13:12     +1Richard Tuschman: i capolavori di Hopper rivivono nelle foto d'autore - CAFFE' LETTERARIO

Richard Tuschman: i capolavori
di Hopper rivivono nelle foto d'autore




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Il fotografo Richard Tuschman ha provato a ricreare alcuni quadri di Edward Hopper, famoso per la capacità di ritrarre scene di vita quotidiana con i suoi pennelli. Le foto d'autore - che hanno però beneficiato anche di un sapiente uso di programmi di fotoritocco - fanno davvero rivivere alcune scene dipinte dall'artista americano.



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view post Posted: 17/4/2013, 21:50     +3Papa Francesco devoto della Madonna dei Nodi: “ Nessun groviglio è senza uscita” - NEWS

Novena a “Maria che scioglie i nodi”

La novena che distrugge il diavolo




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La Novena a "Maria che scioglie i nodi", conosciuta anche come la Novena che distrugge il diavolo, è una Preghiera molto potente e molto ascoltata dalla Madonna per i casi che sono bloccati e umanamente irrisolvibili...

Ma quali sono questi “nodi”? Tutti i problemi che portiamo molto spesso negli anni e che non sap-piamo come risolvere: i nodi dei litigi familiari, dell’incomprensione tra genitori e figli, della mancanza di rispetto, della violenza; i nodi del risentimento fra sposi, la mancanza di pace e di gioia nella famiglia; nodi dell’angoscia; i nodi della disperazione degli sposi che si separano, i nodi dello scioglimento delle famiglie; il dolore provocato da un figlio che si droga, che è malato, che ha lasciato la casa o che si è allontanato da Dio; i nodi dell’alcolismo, dei nostri vizi e dei vizi di quelli che amiamo, i nodi delle ferite causate agli altri; i nodi del rancore che ci tormenta dolorosamente, i nodi del sentimento di colpa, dell’aborto, delle malattie incurabili, della depressione, della disoccupazione, delle paure, della solitudine…nodi dell’incredulità, della superbia, dei peccati delle nostre vite.

La Vergine Maria vuole che tutto questo cessi. Oggi viene incontro a noi, perché le offriamo questi nodi e Lei li scioglierà uno dopo l’altro.





Come pregare la Novena


Fare il segno della Croce
Recitare l’atto di contrizione. Chiedere perdono per i nostri peccati e, soprattutto, proporre di non commetterli mai più.
Recitare le prime tre decine del Rosario
Leggere la meditazione propria di ogni giorno della novena (dal primo al non giorno)
Poi recitare le due ultime decine del Rosario
Finire con la Preghiera a Maria che scioglie i nodi

PRIMO GIORNO

Santa Madre mia amata, Santa Maria, che Scioglie i “nodi” che opprimono i tuoi figli, stendi le tue mani misericordiose verso di me. Ti do oggi questo “nodo”(nominarlo se possibile..) e ogni conseguenza negativa che esso provoca nella mia vita. Ti do questo “nodo” che mi tormenta, mi rende infelice e mi impedisce di unirmi a Te e al tuo Figlio Gesù Salvatore. Ricorro a te Maria che scioglie i nodi perchè ho fiducia in te e so che non hai mai disdegnato un figlio peccatore che ti supplica di aiutarlo. Credo che tu possa sciogliere questi nodi perchè sei mia Madre. So che lo farai perchè mi ami con amore eterno. Grazie Madre mia amata.
“Maria che scioglie i nodi” prega per me.
Chi cerca una grazia,la troverà nelle mani di Maria

SECONDO GIORNO
Maria, madre molto amata, piena di grazia, il mio cuore si volge oggi verso di te. Mi riconosco peccatore e ho bisogno di te. Non ho tenuto conto delle tue grazie a causa del mio egoismo,del mio rancore,della mia mancanza di generosità e di umiltà.
Oggi mi rivolgo a te, “Maria che scioglie i nodi” affinchè tu domandi per me, a tuo Figlio Gesù la purezza di cuore , il distacco, l’umiltà e la fiducia. Vivrò questa giornata con queste virtù. Te le offrirò come prova del mio amore per te. Ripongo questo “nodo” (nominarlo se possibile..) nelle tue mani perchè mi impedisce di vedere la gloria di Dio.
“Maria che sciogli i nodi” prega per me.
Maria offri a Dio ogni istante della sua vita

TERZO GIORNO

Madre mediatrice,Regina del cielo, nelle cui mani sono le ricchezze del Re, rivolgi a me i tuoi occhi misericordiosi. Ripongo nelle tue mani sante questo “nodo” della mia vita (nominarlo se possibile…), e tutto il rancore che ne risulta. Dio Padre, ti chiedo perdono per i miei peccati. Aiutami ora a perdonare ogni persona che consciamente o inconsciamente, ha provocato questo “nodo”. Grazie a questa decisione Tu potrai scioglierlo. Madre mia amata davanti a te, e in nome di tuo Figlio Gesù, mio Salvatore, che è stato tanto offeso, e che ha saputo perdonare, perdono ora queste persone… e anche me stesso per sempre.”Maria che sciogli i nodi”, ti ringrazio perchè sciogli nel mio cuore il “nodo” del rancore e il “nodo” che oggi ti presento. Amen.
“Maria che sciogli i nodi” prega per me.
Chi vuole le grazie si rivolga a Maria.

QUARTO GIORNO

Santa Madre mia amata, che accogli tutti quelli che ti cercano, abbi pietà di me. Ripongo nelle tue mani questo “nodo” (nominarlo se possibile….). Mi impedisce di essere felice,di vivere in pace, la mia anima è paralizzata e mi impedisce di camminare verso il mio Signore e di servirlo. Sciogli questo “nodo” della mia vita, o Madre mia. Chiedi a Gesù la guarigione della mia fede paralizzata che inciampa nelle pietre del cammino. Cammina con me, Madre mia amata, perchè sia consapevole che queste pietre sono in realtà degli amici; cessi di mormorare e impari a rendere grazie, a sorridere in ogni momento, perchè ho fiducia in te.
“Maria che sciogli i nodi” prega per me.
Maria è il sole e tutto il mondo benefica del suo calore

QUINTO GIORNO

“Madre che scioglie i nodi” generosa e piena di compassione, mi volgo verso di te per rimettere, una volta di più, questo “nodo” nelle tue mani (nominarlo se possibile…). Ti chiedo la saggezza di Dio, perchè io riesca alla luce dello Spirito Santo a sciogliere questo cumulo di difficoltà. Nessuno ti ha mai vista adirata, al contrario,le tue parole sono così piene di dolcezza che si vede in te lo Spirito Santo. Liberami dall’amarezza, dalla collera e dall’odio che questo “nodo” mi ha causato. Madre mia amata, dammi la tua dolcezza e la tua saggezza, insegnami a meditare nel silenzio del mio cuore e così come hai fatto il giorno della Pentecoste, intercedi presso Gesù perchè riceva nella mia vita lo Spirito Santo, lo Spirito di Dio venga su di me.
“Maria che sciogli i nodi” prega per me.
Maria è onnipotente presso Dio

SESTO GIORNO

Regina di misericordia, ti do questo “nodo” della mia vita (nominarlo se possibile…) e ti chiedo di darmi un cuore che sappia essere paziente finchè tu sciolga questo “nodo”. Insegnami ad ascoltare la Parola del tuo Figlio, a confessarmi, a comunicarmi, perciò resta con me Maria. Prepara il mio cuore a festeggiare con gli angeli la grazia che tu mi stai ottenendo.
“Maria che sciogli i nodi” prega per me.
Sei bellissima Maria e nessuna macchia è in te.

SETTIMO GIORNO
Madre purissima, mi rivolgo oggi a te: ti supplico di sciogliere questo “nodo” della mia vita ( nominarlo se possibile…) e di liberarmi dall’influenza del male. Dio ti ha concesso un grande potere su tutti i demoni. Oggi rinuncio ai demoni e a tutti i legami che ho avuto con loro. Proclamo che Gesù è il mio unico Salvatore e il mio unico Signore. O ” Maria che sciogli i nodi” schiaccia la testa del demonio. Distruggi le trappole provocate da questi “nodi” della mia vita. Grazie Madre tanto amata. Signore, liberami con il tuo prezioso sangue!
“Maria che sciogli i nodi” prega per me.
Sei la gloria di Gerusalemme, sei l’onore del nostro popolo

OTTAVO GIORNO

Vergine Madre di Dio, ricca di misericordia, abbi pietà di me, tuo figliolo e sciogli i “nodi” (nominarlo se possibile….) della mia vita. Ho bisogno che tu mi visiti, così come hai fatto con Elisabetta. Portami Gesù, portami lo Spirito Santo. Insegnami il coraggio, la gioia, l’umiltà e come Elisabetta, rendimi piena di Spirito Santo. Voglio che tu sia mia Madre, la mia Regina e la mia amica. Ti do il mio cuore e tutto ciò che mi appartiene: la mia casa, la mia famiglia, i miei beni esteriori e interiori. Ti appartengo per sempre. Metti in me il tuo cuore perchè io possa fare tutto ciò che Gesù mi dirà di fare.
“Maria che sciogli i nodi” prega per me.
Camminiamo pieni di fiducia verso il trono della grazia.

NONO GIORNO
Madre Santissima, nostra avvocata, Tu che sciogli i “nodi” vengo oggi a ringraziarti di aver sciolto questo “nodo” (nominarlo se possibile…) nella mia vita. Conosci il dolore che mi ha causato. Grazie Madre mia amata,Ti ringrazio perchè hai sciolto i “nodi” della mia vita. Avvolgimi con il tuo manto d’ amore, proteggimi, illuminami con la tua pace.
“Maria che sciogli i nodi” prega per me.

PREGHIERA A NOSTRA SIGNORA CHE SCIOGLIE I NODI ( da recitare a fine Rosario)

Vergine Maria, Madre del bell’Amore, Madre che non ha mai abbandonato un figliolo che grida aiuto, Madre le cui mani lavorano senza sosta per i suoi figlioli tanto amati, perchè sono spinte dall’amore divino e dall’infinita misericordia che esce dal Tuo cuore volgi verso di me il tuo sguardo pieno di compassione. Guarda il cumulo di “nodi” della mia vita. Tu conosci la mia disperazione e il mio dolore. Sai quanto mi paralizzano questi nodi Maria, Madre incaricata da Dio di sciogliere i “nodi” della vita dei tuoi figlioli, ripongo il nastro della mia vita nelle tue mani.

Nelle tue mani non c’è un “nodo” che non sia sciolto.

Madre Onnipotente, con la grazia e il tuo potere d’intercessione presso tuo Figlio Gesù, mio Salvatore, ricevi oggi questo “nodo” (nominarlo se possibile…). Per la gloria di Dio ti chiedo di scioglierlo e di scioglierlo per sempre. Spero in Te.
Sei l’unica consolatrice che Dio mi ha dato. Sei la fortezza delle mie forze precarie, la ricchezza delle mie miserie, la liberazione di tutto ciò che mi impedisce di essere con Cristo.

Accogli il mio richiamo. Preservami, guidami proteggimi, sii il mio rifugio.

Maria,che scioglie i nodi, prega per me.
Madre di Gesù e Madre nostra, Maria Santissima Madre di Dio; tu sai che la nostra vita è piena di nodi piccoli e grandi. Ci sentiamo soffocati, schiacciati, oppressi e impotenti nel risolvere i nostri problemi. Ci affidiamo a te, Madonna di Pace e di Misericordia. Ci rivolgiamo al Padre per Gesù Cristo nello Spirito Santo, uniti a tutti gli angeli e ai Santi. Maria incoronata da dodici stelle che schiacci con i tuoi santissimi piedi la testa del serpente e non ci lasci cadere nella tentazione del maligno, liberaci da ogni schiavitù, confusione e insicurezza. Dacci la tua grazia e la tua luce per poter vedere nelle tenebre che ci circondano e seguire la giusta strada. Madre generosa, ti presentiamo supplichevoli la nostra richiesta d’aiuto.

Ti preghiamo umilmente:

• Sciogli i nodi dei nostri disturbi fisici e delle malattie incurabili: Maria ascoltaci!
• Sciogli i nodi dei conflitti psichici dentro di noi, la nostra angoscia e paura, la non accettazione di noi stessi e della nostra realtà: Maria ascoltaci!
• Sciogli i nodi nella nostra possessione diabolica: Maria ascoltaci!
• Sciogli i nodi nelle nostre famiglie e nel rapporto con i figli: Maria ascoltaci!
• Sciogli i nodi nella sfera professionale, nell’impossibilità di trovare un lavoro dignitoso o nella schiavitù di lavorare con eccesso: Maria ascoltaci!
• Sciogli i nodi dentro la nostra comunità parrocchiale e nella nostra Chiesa che è una, santa, cattolica, apostolica: Maria ascoltaci!
• Sciogli i nodi fra le varie Chiese cristiane e confessioni religiose e dacci l’unità nel rispetto delle diversità: Maria ascoltaci!
• Sciogli i nodi nella vita sociale e politica del nostro Paese: Maria ascoltaci!
• Sciogli tutti i nodi del nostro cuore per poter essere liberi di amare con generosità: Maria ascoltaci!
Maria che sciogli i nodi, prega per noi tuo Figlio Gesù Cristo nostro Signore. Amen.
Dopo la Preghiera a "Maria che scioglie i nodi" potete recitare questa Supplica:

Supplica a Maria che scioglie i nodi:

O Vergine Immacolata, Vergine Benedetta, Tu sei la dispensatrice universale di tutte le Grazie di Dio. Sei la speranza di ogni uomo e la mia speranza. Ringrazio sempre ed in ogni momento il mio amato Signore Gesù che mi ha permesso di conoscerti, e mi ha fatto capire come posso ricevere le Grazie Divine ed essere salvato. Questo modo sei Tu stessa, Augusta Madre di Dio, perché so, grazie principalmente ai Meriti di Gesù Cristo, e poi alla Tua intercessione che io posso raggiungere la Salvezza Eterna. O mia Signora che sei stata così sollecita nel visitare Elisabetta, per santificarla, Ti prego, affrettati a venire a visitare la mia anima. Meglio di me, Tu sai quanto sia misera e quanti mali l'affliggono: affezioni sregolate, cattive abitudini, peccati commessi e tante gravi malattie che possono solo portarla alla morte eterna. Solo da Te dipende guarire la mia anima da tutte le sue infermità e sciogliere tutti i "nodi" che l’affliggono. Prega per me, o Vergine Maria, e raccomandami al Tuo Divin Figlio.

Meglio di me Tu conosci le mie miserie e i miei bisogni. O Madre mia e dolce Regina pre-ga per me il Tuo Figlio Divino e ottienimi di ricevere le Grazie che mi sono più necessarie ed essenziali per la mia Salvezza Eterna. Io mi abbandono completamente a Te. Le Tue preghiere non sono mai state respinte da Lui: sono le preghiere di una Madre al suo Figlio; e questo Figlio Ti ama così tanto, che Egli fa tutto ciò che Tu desideri al fine di aumentare la Tua Gloria e di testimoniare il grande amore che Egli prova per Te.

"O Madonna fermiamoci lì: mi affido pienamente corpo e anima a Te; e Tu preoccupati della mia salvezza. Così sia...!" (Sant' Alfonso Maria de' Liguori)

O Maria, esaudisci le mie preghiere.

Ricordati, o dolcissima Vergine Maria, che non abbiamo mai sentito dire che nessuno di quelli che hanno chiesto la tua protezione, implorato il tuo soccorso e chiesto la tua intercessione siano stati da Te abbandonati. Animato da una tale fiducia, o Vergine tra le Vergini, o Madre mia, vengo da Te, e mentre soffro sotto il peso dei miei peccati, mi prostro ai tuoi piedi. O Madre del Verbo, non rifiutare le mie preghiere, ma ascoltale favorevolmente ed esaudiscile. Amen. (San Bernardo) (Imprimatur Arcivescovato- Parigi- 9.4.2001) Fonte





Edited by Milea - 17/4/2013, 22:56
view post Posted: 15/4/2013, 20:51     +3“Elogio dei sogni”: le poesie di Wislawa Szymborska - Pensieri e poesie

Vermeer


Finché quella donna del Rijksmuseum
nel silenzio dipinto e in raccoglimento
giorno dopo giorno versa
il latte dalla brocca nella scodella,
il Mondo non merita
la fine del mondo.







Jan Vermeer, La lattaia (The Milkmaid), 1659 circa
olio su tela, 45,4X40,6cm
Amsterdam, Rijskmuseum








Edited by Milea - 5/7/2021, 16:01
view post Posted: 14/4/2013, 22:54     +4“Elogio dei sogni”: le poesie di Wislawa Szymborska - Pensieri e poesie


Una vita all'istante



Una vita all'istante.
Spettacolo senza prove.
Corpo senza modifiche.
Testa senza riflessione.

Non conosco la parte che recito.
So solo che è la mia, non mutabile.

Il soggetto della pièce
va indovinato direttamente in scena

Mal preparata all'onore di vivere,
reggo con fatica il ritmo dell'azione.
Improvviso, benché detesti improvvisare.
Inciampo a ogni passo nella mia ignoranza
Il mio modo di fare sa di provinciale.
I miei istinti hanno del dilettante
L'agitazione, che mi scusa, tanto più mi umilia.
Sento come crudeli le attenuanti.

Parole e impulsi non revocabili
stelle non calcolate,
il carattere come un cappotto abbottonato in corsa-
ecco gli esiti penosi di tale fulmineità.
Poter provare prima, almeno un mercoledì,
o replicare ancora una volta, almeno un giovedì!
Ma qui già sopraggiunge il venerdì
con un copione che non conosco.
Mi chiedo se sia giusto
(con voce rauca,
perché neanche l'ho potuta schiarire tra le quinte).


Illusorio pensare che sia solo un esame superficiale,
fatto in un locale provvisorio. No.

Sto sulla scena e vedo quant'è solida.
Mi colpisce la precisione di ogni attrezzo.
Il girevole è già in funzione da tempo.
Anche le nebulose più lontane sono state accese.
Oh, non ho dubbi che questa sia la prima.
E qualunque cosa io faccia,
si muterà per sempre in ciò che ho fatto.



pansiesbar







Edited by Milea - 5/7/2021, 15:58
view post Posted: 14/4/2013, 21:44     +3Petite danseuse de 14 ans - Degas


Edgar-Degas-Small-Dancer-Aged-5jpg

Edgar Degas, Ballerina di 14 anni (1921-1931)
modello realizzato tra il 1865 e il 1881. Statua in bronzo
con patine di vari colori, tutù di tulle, nastro di satin rosa tra i capelli
base di legno cm 98 x 35,2 x 24,5
Parigi, Musée d’Orsay



Alla morte di Degas, nel 1917, furono ritrovate nella sua bottega 150 sculture di cera o di terra. Quando l'artista era ancora vivo, l'insieme era rimasto quasi sconosciuto al grande pubblico, ad eccezione della Ballerina di 14 anni, presentata da Degas alla mostra impressionista del 1881. Colorata con tonalità naturali, pettinata con capelli autentici, vestita con un tutù e con delle vere e proprie scarpette, è la testimonianza di un iperrealismo e di un verismo spinti fino all'estremo. Esposta in una vetrina come un esemplare da museo, questa scultura mostra un Degas quasi antropologo o naturalista. I critici non si lasciarono trarre in inganno: l'opera fu violentemente accusata per il modo bestiale in cui veniva presentata la ragazzina che venne paragonata ad una scimmia o a un azteco e sul cui viso "tutti i vizi imprimevano le loro detestabili promesse, segno di un'indole particolarmente dissoluta".

Degas portava all'estremo la logica del realismo, così in voga del resto, dipingendo senza trucco né ipocrisia, in modo quasi scientifico, la società del suo tempo. La versione in bronzo che fu realizzata dopo la sua morte e di cui la statuetta del museo d'Orsay è un esemplare, tentò di preservare al meglio le caratteristiche della cera. La teca di vetro è l'unico elemento voluto proprio da Degas che, in questo modo, riconosceva alla sua Ballerina lo statuto di opera d'arte.


Edgar-Degas-Small-Dancer-Aged-2
Fonte





Edited by Milea - 26/8/2021, 15:07
view post Posted: 14/4/2013, 16:42     +1Modelle come le Femen: a seno nudo per reclamizzare gioielli - COFFEE GLAMOUR

Le Femen fanno tendenza:
modelle a seno nudo come le attiviste






"Abbiamo bisogno della vostra opinione: pensate che un magazine abbia il diritto di usare l'immagine delle FEMEN per reclamizzare dei gioielli?": così le attiviste russe sulla loro pagina Facebook, a proposito di un servizio realizzato dal fotografo francese Fred Meylan per un marchio di bijoux. Nelle foto, alcune modelle in topless rievocano con dei finti poliziotti le ormai celebri azioni di protesta del gruppo, impegnato sul fronte dei diritti civili e in particolare degli omosessuali.






Edited by *stellinat* - 15/4/2013, 16:57
view post Posted: 9/4/2013, 11:17     +2Le cose che non ho - Grégoire Delacourt [ebook-PDF] - ANGOLO LETTURA

Le cose che non ho
Grégoire Delacourt






Le cose che non ho
Grégoire Delacourt
Traduzione: Fedriga R.
Ed.Salani
Collana: Romanzo
Pagine: 142
Prezzo: € 12,90





In breve

Dice un vecchio adagio che le lacrime più amare sono quelle versate per le preghiere esaudite. Sì, a volte succede che la gioia per una svolta inattesa del destino svanisca in fretta di fronte alla possibilità concreta di realizzare un sogno, lasciandoci smarriti e confusi. È quello che accade a Jo, la protagonista di questo romanzo: "un cuore semplice", una donna intelligente e positiva con un'esistenza quieta, nutrita di sogni, che per un colpo di fortuna all'improvviso è in grado di realizzarli tutti. Forse la felicità non è così matematica.

Forse non si tratta solo di sommare un sogno dopo l'altro, ma di ritrovare se stessi in ciò che si fa. Forse a Jo semplicemente non serve avere tutto ciò che ha sempre desiderato; perché il suo matrimonio, il lavoro, i figli ormai grandi e l'amore non sono beni acquisiti ma cose vive che sfuggono al suo controllo, e con cui si può solo entrare in sintonia senza farsene travolgere, come quando si nuota tra le onde di un mare agitato.

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In libro

“La vera felicità è gratuita. È nell’eleganza di una donna, nelle parole, nello humour, nel riso di un bambino, in un cane che ci viene incontro scondinzolando, nello spettacolo di un’alba… Il denaro ci assicura una vita più confortevole. L’industria del lusso – mi duole dirlo – ci fa credere che ci renderà più belli con un paio di scarpe, con una borsa… Non è vero. Non bisogna chiedere al denaro ciò che non può darci”
Queste le parole di Delacourt, autore del romanzo che è diventato un vero e proprio caso editoriale con oltre 500.000 copie vendute.
Jocelyne è una merciaia di provincia di 47 anni, madre di due figli e sposata da oltre vent’anni con un operaio, di nome anche lui Jocelyn. Un paio di amiche, una vita normale, segnata dalla routine, azioni che si ripetono giorno dopo giorno. Una donna che, per amore, ha rinunciato ai suoi sogni di ragazzina e sa accontentarsi di quello che ha. Finché un biglietto della lotteria e una vincita di 18 milioni di euro cambieranno la sua vita per sempre.
E’ facile identificarsi con le sue domande,con i suoi dubbi e con i problemi di tutti i giorni.
Definito una fiaba per adulti, Le cose che non ho non è di certo una favola rosa e ci spinge a capire cos’è la felicità, a cercarla nelle piccole cose che ci circondano.



Il romanzo in pillole

«È solo nei libri che può cambiare la vita. Solo lì si può cancellare tutto con un tratto di penna. Fare sparire il peso delle cose. Cancellare le cattiverie meschine e alla fine di una frase, ritrovarsi all’improvviso alla fine del mondo».

«Possedevo ciò che i soldi non possono comprare ma solo distruggere. La felicità. La mia felicità, per lo meno. Con i suoi difetti. Le sue banali certezze. Le sue piccolezze. Ma era la mia. Immensa. Scintillante. Unica».

«I nostri bisogni sono i nostri piccoli sogni quotidiani. Sono le nostre piccole cose da fare, che ci proiettano verso il domani, e il giorno seguente, nel futuro; sono quelle cose di poco conto che compreremo la settimana prossima e che ci permettono di pensare che la prossima settimana saremo ancora vivi».

«Penso che prendersi il proprio tempo sia importante. Penso che tutto vada troppo in fretta. Si parla troppo in fretta. Si pensa troppo in fretta. Si inviano mail, messaggi senza rileggersi, si perde l’eleganza dell’ortografia, l’educazione, il significato delle cose».

«A me le parole piacciono. Amo le frasi lunghe, i sospiri che non finiscono più. Mi piace quando, a volte, le parole nascondono quello che vogliono dire; o lo dicono in un modo diverso».

«Vedete, si mente sempre a se stessi. Perché l’amore non resisterebbe alla verità».

«I miei mi hanno chiamata Jocelyne. Avevo una probabilità su un milione di sposare un Jocelyn, ed è andata proprio così. Jocelyn e Jocelyne. Una probabilità su un milione. Ed è capitata proprio a me».

«Lei non è una che ama tanto le parole. Da sempre parla pochissimo. Non mi ha mai detto mamma ho fame, per esempio. Si alzava e prendeva qualcosa da mangiare. Non mi ha mai detto: chiedimi la poesia, la lezione, le tabelline. Teneva le parole per sé, come fossero cose rare».

«Coniugavamo il silenzio, mia figlia e io: sguardi, gesti e sospiri sostituivano soggetti, verbi e complementi».

«Vorrei avere la fortuna di decidere della mia vita, credo che sia il più grande regalo che ci possa esser fatto. Decidere della propria vita».

«“È lei la meraviglia”, mi disse. Arrossii. Il mio cuore prese a battere all’impazzata. Sorrise. Gli uomini sanno che certe parole vanno diritte al cuore delle ragazze; e noi, povere idiote, restiamo lì ad aspettare solo di cadere in trappola, contente del fatto che un uomo ce ne abbia finalmente tesa una».

«La mia vita non ha la grazia perfetta che la mia mamma mi augurava la sera, quando veniva a sedersi accanto a me, sul letto; quando mi accarezzava dolcemente i capelli, mormorando: hai del talento, Jo, sei intelligente, avrai una vita felice. Anche le mamme mentono. Perché anche loro hanno paura».

«Ho visto le sue nuove rughe sulla fronte, minuscole rughette intorno alla bocca, la pelle che cominciava a rilassarsi sul collo, dove una volta gli piaceva essere baciato. Ho visto gli anni sul suo viso, ho visto il tempo che ci allontana dai nostri sogni e ci avvicina al silenzio. Allora l’ho trovato bello, il mio Jo nel suo sonno di bambino malato, e ho amato la mia bugia».

«Più le bugie sono grosse, meno le si vede arrivare».

SFOGLIA L’ANTEPRIMA






L’autore
Grégoire Delacourt è un pubblicitario e scrittore francese nato nel 1960 a Valenciennes .
Ha pubblicato il suo primo romanzo all'età di 50 anni Lo scrittore della famiglia (oltre 20.000 copie vendute in grande formato) e poi La lista dei miei desideri per il 2012, che è diventato rapidamente un best-seller con oltre 470.000 copie vendute prima dell’ uscita. “La lista dei miei desideri” è stato adattato per il teatro, interpretato da Mikael Chirinian, diretto da Anne Bouvier e prodotto da Salomé Lelouch, da gennaio a maggio 2013. L'adattamento cinematografico, prodotto da Clementine Dabadie e Thomas Viguier è stato affidato a Didier Le Pescatore con Mathilde Seigner , Marc Lavoine e Patrick Chesnais nei ruoli principali.

Le cose che non ho:
un romanzo sulla felicità



Si intitola Le cose che non ho. È una storia che scorre con lievità e si legge come una fiaba per adulti. Uscito in Francia lo scorso anno, questo romanzo scritto da Grégoire Delacourt è diventato un vero e proprio caso editoriale. 150 mila copie vendute in quattro mesi e un pubblico di lettori e lettrici intrigati dal personaggio di Jocelyne Guerbette, detta Jo, una merciaia di provincia di 47 anni, madre di due figli e sposata da oltre vent’anni con un operaio, di nome anche lui Jocelyn. Un paio di amiche, una vita normale, segnata dalla routine delle tante azioni che si ripetono, giorno dopo giorno. Una donna che, per amore, ha rinunciato ai suoi sogni di ragazzina, ma malgrado i segni dell’età e qualche mugugno, sa accontentarsi di quello che ha. Finché un biglietto della lotteria e una vincita di 18 milioni di euro cambieranno la sua vita per sempre. Non vi diremo come.
Perché una storia così semplice seduce? Forse perché c’è qualcosa di Jo in tutti noi. È facile identificarsi nelle sue domande e comprendere il suo anelito alla felicità. È quello che tutti noi cerchiamo. Delacourt, che da una vita fa il pubblicitario, l’ha capito molto bene. E in questa sua prova da scrittore – la prima pubblicata in Italia, in Francia è già al suo terzo libro – sonda con delicatezza l’animo femminile per captare qual è, in quest’epoca altalenante fra crisi economica e consumismo, il segreto della felicità.

-Come pubblicitario, lei sa come giungere al cuore della gente. La sua attività principale ha in qualche modo influito nella genesi di questo romanzo, che è come una favola agrodolce che colpisce?

«Direi di no, qui il mio obiettivo non era vendere. Ma è anche vero che la pubblicità mi ha insegnato a esprimermi con poche parole e mi ha aiutato a conoscere meglio il mondo femminile. Ho lavorato per l’industria cosmetica e ho imparato a conoscere le donne, i loro desideri e sogni. La storia che racconto non è una favola rosa, è grigia. Stiamo attraversando un periodo difficile, in cui le persone sono spesso senza soldi e senza speranza. Il denaro non è la felicità ma è come una bacchetta magica. I francesi spendono ogni anno più di 8 miliardi di euro in lotterie. Da qui mi venuta l’idea di capire cosa succederebbe a una donna di 45 anni se le capitasse di vincere, come cambierebbe la sua vita».

-Che cos’è allora la felicità? Una quotidianità rassicurante che si ripete?
«San Tommaso d’Aquino diceva che la felicità è continuare a desiderare ciò che si possiede. La vera felicità è gratuita. È nell’eleganza di una donna, nelle parole, nello humour, nel riso di un bambino, in un cane che ci viene incontro scodinzolando, nello spettacolo di un’alba… Andiamo troppo in fretta: vogliamo, in fretta, un’auto nuova, una bella donna, un nuovo iPhone. Non si ha il tempo di avere il piacere delle cose. Io credo che dovremmo ritrovarlo. Il denaro ci assicura una vita più confortevole. L’industria del lusso - mi duole dirlo - ci fa credere che ci renderà più belli con un paio di scarpe, con una borsa… Non è vero. Non bisogna chiedere al denaro ciò che non può darci».

-Tanti, però, dicono che se avessero più denaro sarebbero più felici…
«Non è vero! Ricordo la storia di un uomo, francese, separato, con un bambino, che aveva diritto a trascorrere tutti i mercoledì con il figlio. Con un giornalista, si lamentava di non avere i soldi per portarlo in barca, o a Eurodisney. Ma il giornalista gli ha risposto che era sufficiente portare il bambino nel bosco a camminare, a raccogliere funghi. E il piccolo sarebbe stato felicissimo del tempo trascorso col papà!».

-Lei è abilissimo nell’immedesimarsi nella sua protagonista, Jocelyne, una donna di mezza età proveniente da un contesto sociale molto diverso dal suo. È stato complicato?
«In effetti ho la fortuna di avere una madre, una sorella, una moglie eccezionali; in pubblicità, ci sono molte donne, e nei libri, i miei personaggi letterari preferiti sono femminili. Quando finito di scrivere il mio primo libro, dove la protagonista era una madre, mi sono detto che è formidabile essere una donna. Volevo scrivere una storia e guardare al mondo con gli occhi di una donna».

-Bisogna avere una componente femminile sviluppata, per riuscirci.
«Mia madre un giorno mi ha fatto un regalo. Ero ragazzino e stavo piangendo mente guardavo un film, dove c’era un animale che stava morendo. Mio padre mi disse di smetterla, ma mia madre gli rispose di lasciarmi piangere. Questo episodio mi ha trasmesso la fiducia nel diritto di avere dei sentimenti, di esprimere delle emozioni, anche se l'educazione tradizionale impone ai maschi di essere duri. Mi ha fatto davvero piacere aver ricevuto centinaia di lettere da donne che hanno letto il libro e che mi ringraziavano di averle capite e difese. Jocelyne non è una donna banale, è semplicemente normale, come tante. Volevo rendere omaggio alle persone come lei, che hanno comunque delle vite belle».

-Alla fine della storia, la vincitrice è la Jocelyne, l’uomo è perdente… Dunque la donna è più forte?
«Perdono entrambi, in realtà, ma non voglio svelare di più! Quello che davvero mi interessava era capire che cos’è la felicità per una coppia dopo vent’anni, quando desiderio e passione si affievoliscono. Questo è il vero argomento del libro. La felicità è l’amore. Jocelyne è una grande eroina, perché resta fedele ai suoi valori, è coraggiosa e orgogliosa. C’è sempre un prezzo da pagare, e anche Jocelyne pagherà. Ma non avrà tradito se stessa. Spero di potermi reincarnare in una donna!».

Le risposte di Grégoire Delacourt a tre domande
sulla pubblicità, l’infanzia e la femminilità.



La tua vita nella pubblicità prima dei libri: le campagne, come vivevi la scrittura e i tuoi ricordi di quel periodo.

«Ho cominciato a lavorare nella pubblicità nel 1982, a Bruxelles. Ero (e sono ancora) un copywriter. Ho avuto la fortuna di lavorare molto presto per campagne di alto profilo (Renault, Europ Assistance, Sealink, Le Soir) e nel 1984 mi sono trasferito in Francia. Ho vinto molto presto premi prestigiosi (Leoni d'Oro al Festival della pubblicità di Cannes) e a 29 anni sono diventato direttore creativo di grandi agenzie, fino a quando un giorno del 2004 sono stato licenziato di punto in bianco (e dopo aver vinto un Leone d'Oro con una campagna per Nestlé). Allora mi sono messo in proprio insieme a mia moglie: abbiamo chiamato la nostra agenzia “Quelle belle journée”, “Che bella giornata”, alludendo a quel giorno orrendo. Adoro la scrittura pubblicitaria. Ti obbliga a essere conciso, a scegliere attentamente le parole. È esigente (in pubblicità molte parole sono “out”). Porta dritto al concetto, all'idea. Gli anglosassoni in questo sono davvero esemplari. Grazie alla pubblicità, ho imparato a scrivere testi dove ogni frase è un'idea, in cui si cerca di scrivere bene per ringraziare la gente che sta leggendo, perché, detto francamente: chi legge una pubblicità? Ho avuto la fortuna di vivere gli “anni d'oro” della pubblicità: i clienti si appassionavano alle idee, avevano fiducia nelle agenzie e c'erano i soldi che ti permettevano di fare delle cose fantastiche. Ora, con la crisi, è finito tutto. Secondo me si tratta di una crisi di fiducia (in se stessi). Nonostante ciò, continuo ad andare tutti i giorni in ufficio e a realizzare campagne per i nostri clienti».

La tua infanzia e il legame con tua madre, che ti ha insegnato cosa sono i sentimenti per una donna. I tuoi ricordi d'infanzia.

«Ho un rapporto complesso con l'infanzia. Un vuoto (enorme), che però cerco di riempire. Sono andato in collegio molto presto, a dieci anni, e da allora non ho praticamente più vissuto in casa. Sono cresciuto lontano da mia madre, ho scelto dei fratelli e dei padri occasionali e “scoperto” mia madre solo più tardi. Ho cominciato a conoscerla e apprezzarla da adulto. Ma è durata poco, perché è morta mentre stavo scrivendo L'Ecrivain de la Famille. Non saprà mai che il mio sogno di diventare scrittore è diventato realtà. A suo modo, e direi senza averne piena coscienza, mia madre era profondamente femminile; nei gesti, nel modo di vedere cose, per la sua bontà e la sua eleganza. Di tutte queste cose mi sono nutrito per “essere” Jocelyne».

Il tuo rapporto con l'universo femminile.

«Preferirei rimanere chiuso in ascensore con quattro donne che con quattro uomini. Amo le donne. Amo stare in loro compagnia. Mi fanno sentire bene (anche se non tutte sono proprio meravigliose...). Credo che in loro ci sia qualcosa che sento il bisogno di afferrare. Hanno qualcosa che a me, nel profondo, manca: senza dubbio, l'amore per la vita».




Edited by Milea - 10/7/2021, 14:13
view post Posted: 8/4/2013, 22:03     +1Annick Goutal: nuova veste per i profumi della maison - COFFEE GLAMOUR

Annick Goutal:
i classici sfilano con abiti preziosi


Nuova veste per i profumi della maison


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Femminili, raffinate, le sfumature di Annick Goutal, Maison fondata nel 1981 dalla celebre pianista e modella nella romantica Parigi, tornano trasportate da una lieve brezza della primavera 2013, riproponendo i classici più amati – tra questi l’Eau d’Hadrien, Neroli e Vetiver – ma con una veste nuova, in vista dello sbocciare della bella stagione.

Le essenze, uniche e pregiate, accentuano nella nuova collezione particolari raffinati che si esprimono in un sofisticato packaging, armonioso con le linee oro e bianche che incorniciano il prodotto come un raro tesoro.

Le colonie, omaggio alle creazioni stesse e alle fedeli appassionate, sono oggi disponibili anche nella versione da 200 ml.

Trentacinque sfumature inconfondibili declinate nelle linee Feminine, Masculine, Les Soliflores e La Maison per la casa, da aprile 2013 renderanno il proprio carattere ancora più distintivo attraverso una filosofia che si rifletterà inoltre nell’allestimento delle boutique del marchio, per trasformare l’esperienza di un semplice acquisto in un vero percorso sensoriale fatto di cromie accattivanti, cullati dalle delicate ali di farfalla simbolo della Maison.

Con una forte presenza in più di quaranta Paesi e 1.350 punti vendita, le note di Goutal si irradiano esaltate da ingredienti naturali e sofisticata ricercatezza, qualità che hanno riscosso un particolare successo sul mercato asiatico. www.annickgoutal.com/fr/

Fonte

view post Posted: 7/4/2013, 16:27     +1Fish on boat set adrift by Japan tsunami land in U.S. - Animals

Fish on boat set adrift
by Japan tsunami land in U.S.


This striped beakfish hitched a ride on a boat that was set adrift in the 2011 Japan tsunami and washed ashore in Washington state. It is in the Seaside Aquarium in Seaside, Ore.


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Since a tsunami struck Japan more than two years ago, a variety of debris has washed up on U.S. beaches - including large boat docks and a soccer ball, found in Washington state's Olympic National Park, from the Otsuchi Soccer Club.That all got trumped recently with the discovery of six live fish, stowed away in a water-filled bait box aboard a 20-foot Japanese boat that washed up on the Long Beach Peninsula in southwestern Washington.

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Researchers had already seen live crabs, sea stars and algae clinging to parts of the estimated 1.5 million tons of debris unleashed by the March 2011 tsunami, but they had never encountered live fish that drifted on their own from Asia, said John Chapman, who specializes in aquatic biological invasions at Oregon State University’s Hatfield Marine Science Center.

“This comes out there on the far end of the bell curve, I think,” Chapman told the Los Angeles Ti-mes. “We know that it does happen that things disperse like that, but it’s on a million-year scale, not within a century or anything like that.”
Five of the fish were euthanized to prevent the introduction of a new invasive species along the West Coast; the other is on display at the Seaside Aquarium in Seaside, Ore.
Aquarium curator Keith Chandler said he was called to City Hall in nearby Long Beach, Wash., not long after the boat washed up in late March and shown the surviving fish -- known popularly as stri-ped beakfish or a barred parrotfish -- swimming in a bucket.

“They didn’t want to let this fish go, and they didn’t want to let it die. They didn’t know what to do with it,” Chandler said in an interview.“So we decided to put it on display, where people can take a look at this long-distance traveler.”
The semitropical, reef-dwelling fish is a popular food item in Japan. Chapman said it’s not clear how the fish made it across the ocean.

Certainly they weren’t trapped in the bait box the whole time, he said. More likely, the small, din-ghy-like boat was partially submerged for most of the voyage, and the fish swam in and out of the box for shelter. “They likely lived associated with the boat for two years,” he said.


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That raises the question of how many other fish were also drifting with the boat and didn’t wash ashore with it -- suggesting that there may have been other living creatures arriving on the U.S. coast with the tsunami debris that swam away before their host vehicles landed.
“We do wonder what’s disappearing before it comes to shore,” Chapman said. Chandler said he was surprised to see the fish survive a voyage in water much colder than that to which they’re accustomed. “But I guess they had two years to acclimate” he said.






Source








Edited by Milea - 7/4/2013, 17:30
view post Posted: 7/4/2013, 14:19     +1Animals - Animals



Un procione, in livrea invernale, nel suo rifugio sotto la neve
Fonte


257 replies since 5/5/2012