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view post Posted: 30/3/2024, 13:47 by: Milea     +1La recherche de l’absolu (La ricerca dell'assoluto) - Magritte

“Tutta la vita dell’anima umana è un movimento nella penombra.
Viviamo, nell’imbrunire della coscienza,
mai certi di cosa siamo o di cosa supponiamo di essere”.
(Fernando Pessoa)


magritte_la_recherche_de_labsolu_1960P

René Magritte (1898-1967)
La recherche de l’absolu
1960
Firmato 'Magritte' (in basso a sinistra)
gouache su carta - 23,9 x 29,2cm.
Collezione privata


“La recherche de l’absolu”, squisita gouache autunnale del 1960, mostra uno dei motivi preferiti e più iconici dell’artista belga: la fronda dell’albero. Ma mentre nelle sue precedenti esplorazioni di questo tema la foglia era verde e si ergeva imponente, assurda, magica e magnifica nel suo contesto paesaggistico, qui è privata del “fogliame”, i rami o le venature descrivono la forma di una foglia e sono l’unica traccia rimasta del suo precedente aspetto verdeggiante.
Tuttavia, l’enfatica piattezza della foglia è stata mantenuta in questa immagine, consentendo di mantenere il gioco concettuale di Magritte. Allo stesso tempo, apparendo spoglia e lasciando così filtrare il bagliore rosa del cielo attraverso la sua trama di rami, “La recherche de l’absolu” raggiunge un profondo senso di lirismo visivo che si aggiunge all’adeguatezza del suo titolo, a sua volta tratto da un celebre romanzo omonimo di Honoré de Balzac, pubblicato nel 1834, in cui la tesi di fondo è che dietro la quieta apparenza del vivere quotidiano si celano sentimenti, passioni e conflitti profondi. Secondo il maestro del surrealismo “tutto ciò che vediamo nasconde un’altra cosa; noi abbiamo sempre voglia di vedere ciò che è nascosto da ciò che vediamo”. In questo dipinto l’artista stimola l’osservatore a riflettere sulla realtà, ad andare al di là delle apparenze, per cercare questi significati nascosti. L’opera è stata presentata in diverse mostre, tra cui due rassegne internazionali dedicate all’arte di Magritte.


“La recherche de l’absolu” è una rivisitazione a guazzo di un tema che Magritte aveva esplorato per la prima volta nel 1940 in tre dipinti (uno dei quali è oggi di proprietà del Ministère de la Communauté Française de Belgique, a Bruxelles); i tre oli, di cui rimase particolarmente soddisfatto, raffigurano un grande albero nudo contro un paesaggio generico dominato da un vasto cielo.



René Magritte (1898-1967)
La recherche de l’absolu
1940




Scrisse di questo gruppo di opere, due orizzontali e una verticale, a Claude Spaak il 5 gennaio 1941: “Tra le tele recenti, ci sono tre versioni di ’La recherche de l’absolu’, che è un albero senza foglie, ma con rami che forniscono la forma di una foglia. Una versione si svolge la sera con il sole al tramonto, un’altra al mattino con una sfera bianca all’orizzonte e la terza mostra questa grande foglia che si erge contro un cielo stellato. Queste ricerche mi hanno permesso di produrre tre immagini molto pure, di cui sareste molto contento, credo”. Due versioni del dipinto vennero subito vendute e la terza, quella in notturno, rimase nelle mani di Magritte che oltre una decina di anni più tardi la ritoccò in alcuni punti.



René Magritte
La recherche de l’absolu
1940
olio su tela - 50 x 65,5 cm.
Collezione privata


Nel quadro ambientato in una serena notte stellata domina un albero foglia, un grande albero spoglio che assume la forma di una foglia ed i cui rami sembrano le nervature della stessa foglia. Magritte arriva pertanto a racchiudere in un’unica forma, sia un albero che una foglia giungendo così ad una sintesi sorprendente che li pone in una inestricabile relazione percettiva. La suggestione del dipinto si completa con il realistico profilo di alcune montagne e, appunto, con un cielo stellato. È tipico del Magritte maturo, ormai consapevole e padrone dei propri mezzi, confonderci e sorprenderci inserendo in un contesto estremamente realistico e verosimile ai nostri occhi, un elemento spiazzante e paradossale quale l’albero foglia.


In quell’opera, il caldo rosa crepuscolare della gouache del 1960 è assente, sostituito da un cielo blu fresco e nitido; delle altre due versioni del 1940, una mostra la foglia dell’albero protesa verso un cielo stellato e un’altra sostituisce il sole con una sfera appoggiata all’orizzonte, accentuando il contrasto con la piattezza introdotta dalla superficie piana della foglia. Osservando la veduta serale del 1940, la composizione è chiaramente simile: in entrambe le immagini, c’è una fascia di montagne lontane sovrastate da un sole rossastro. La scarnificazione della versione del 1940 può riflettere l’atmosfera dell’epoca, dipinta quindi dopo l'invasione e l’occupazione nazista del Belgio, paese natale di Magritte, avvenuta nel maggio dello stesso anno.



René Magritte
La géante
1935
firmato 'magritte' (in alto a destra); firmato, intitolato e datato ‘LA GEANTE MAGRITTE 1935’ (sul retro)
olio su tela - 73 x 60cm.
Collezione privata


Guardando “La recherche de l’absolu”, Magritte sembra essere stato ancora influenzato dal tono o dalle ansie dell’epoca, come si evince dall’immagine cruda e fredda della foglia d’albero spoglia. È un netto contrasto con la lussureggiante opulenza del primo albero-foglia, “La géante”, dipinto solo cinque anni prima.

All’inizio della Seconda guerra mondiale, Magritte si era preoccupato di come dipingere e di cosa dipingere; in seguito avrebbe iniziato a creare una serie di opere spesso piene di luce e di gioia, fino ad arrivare ai suoi quadri pseudo-impressionisti; questa risposta al conflitto fu considerata inappropriata da alcuni, che ritenevano che i tempi bui richiedessero un’espressione artistica cupa, eppure dimostrò un’incredibile forza di volontà, poiché Magritte usò i suoi quadri per invocare la pace e la pace.

Quando nel 1960 riprese il tema de “La recherche de l’absolu” nella gouache in esame, la tensione della Seconda guerra mondiale è ormai lontana; di conseguenza, la rivisitazione del tema ha un calore romantico che mancava nella sua più fredda incarnazione precedente. In effetti, la sensazione di romanticismo è alla base di questo quadro: ricorda alcuni dei tramonti e delle albe contemplative catturate con tanta poesia dal pittore tedesco Caspar David Friedrich. In effetti, il contrasto tra i rami, o le venature, di questa foglia d’albero contro il cielo rosa ricorda la sua opera del 1833 “Mattino di Pasqua” (Ostermorgen), oggi conservata al Musée Thyssen-Bornemisza di Madrid. Richiamando deliberatamente il linguaggio visivo di Friedrich, Magritte ha raffigurato il suo ampio paesaggio con un orizzonte basso, che conduce a una distanza meditativa, con la singola foglia d’albero in primo piano che funge da ancoraggio alla composizione, in analogia non per gli alberi del Mattino di Pasqua, ma piuttosto per le figure, spesso solitarie, che il maestro tedesco utilizzava nei primi piani dei suoi quadri. (M.@rt)




view post Posted: 27/3/2024, 20:47 by: Lottovolante     +1Un aforisma al giorno - ANGOLO LETTURA



Non sapevo bene che cosa dirgli. Mi sentivo molto maldestro.
Non sapevo bene come toccarlo, come raggiungerlo…
Il paese delle lacrime è così misterioso.


(Antoine de Saint-Exupéry)

view post Posted: 25/3/2024, 20:52 by: Lottovolante     +1LES JOUR DES MORTS - William-Adolphe Bouguereau - Bouguereau


Noi a un certo punto moriamo
per la stanchezza
di non essere capiti.





William-Adolphe Bouguereau
Il giorno dei morti (Ognissanti)
(Le Jour des Morts -Toussaint)
1859-1867
Firmato W. Bouguereau
Olio su tela
61 x 50.8 cm
1859, Bordeaux, Musée des Beaux-Arts
1867, Collezione privata


William-Adolphe Bouguereau espose uno dei suoi primi trionfi, una versione più grande di quest'opera, al Salon parigino di riferimento del 1859 e di nuovo all'Exposition Universelle del 1867. Il suo soggetto avvincente attirò l'attenzione di molti critici importanti. La reazione di Paul de Saint-Victor all'opera fu entusiastica: "Sotto le loro vesti di lutto, i defunti assumono una posa classica che ricorda un'elegia di Bion - questo gruppo, reso in modo elegante e toccante, potrebbe versare lacrime sulla tomba di un giovane greco ucciso a Maratona o a Salamina...". In seguito al successo ottenuto, la versione del Salon fu acquistata quell'anno per il Musée des Beaux-Arts di Bordeaux. Rimane uno dei prestiti più richiesti della sua collezione.


Louise d'Argencourt si sofferma sulla possibile datazione dell'opera: "È difficile datare con precisione le repliche in scala ridotta che Bouguereau realizzava dei suoi grandi quadri del Salon...Secondo Baschet e Vachon, le repliche erano spesso eseguite a scopo di riproduzione incisa e venivano realizzate subito dopo i quadri del Salon di origine, ma è anche probabile che alcune di esse siano state realizzate diversi anni dopo".


Nel libro The Art Treasures of America di Edward Strahan, un'opera intitolata "Le Jour des Morts" è elencata come appartenente al signor W.S. Groesbeck di Cincinnati. È illustrata con "un facsimile di uno schizzo dall'originale". Sebbene non siano indicate le dimensioni, la versione illustrata di "Le Jour des Morts" di Groesbeck e la presente opera sono presumibilmente la stessa. I registri di Goupil & Cie, Parigi, riportano che un'opera con questo titolo è stata venduta al signor Groesbeck nel 1869. Il quadro del Salon, conservato al Musée des Beaux-Arts di Bordeaux, è stato esposto alla mostra Origini dell'Impressionismo 1994-1995 tenutasi al Grand Palais di Parigi e al Metropolitan Museum of Art di New York. (MarL8v)



view post Posted: 23/3/2024, 20:38 by: Lottovolante     +1LE CRABE - William-Adolphe Bouguereau - Bouguereau


Il tempo è un gioco,
giocato splendidamente dai bambini.

(Eraclito)





William-Adolphe Bouguereau
Il granchio
(Le Crabe)
Firmato W-BOUGUEREAU e datato 1869
Olio su tela
81.3 x 65.4 cm
Collezione privata


Durante la sua vita, William-Adolphe Bouguereau ebbe uno straordinario successo commerciale, raccogliendo decine di ricchi mecenati e devoti seguaci. Questo successo era dovuto in parte alla sua eccezionale abilità come disegnatore e pittore, ma era anche il prodotto della sua consapevolezza dei gusti popolari del pubblico degli acquirenti d'arte. Negli anni Cinquanta del XIX secolo, Bouguereau, su incoraggiamento del suo mercante Paul Durand-Ruel, prese la decisione fortuita di spostare la sua scelta di soggetti, allontanandosi dalle grandi commissioni religiose e orientandosi verso il tipo di immagini facilmente consumabili dai suoi ricchi collezionisti. In particolare, abbracciò il fascino della vita contadina di fine Ottocento, concentrandosi su belle ragazze ritratte in campagna. Il mondo che presentava, tuttavia, era molto più roseo della dura realtà sopportata da chi viveva fuori città. Scrive Fronia Wissman: "Bouguereau e i collezionisti benestanti che acquistarono i suoi dipinti preferirono vedere questi bambini come pittoreschi outsider, fatti della vita quotidiana forse, ma struggenti piuttosto che minacciosi"


L'accuratezza sociale non era una preoccupazione di Bouguereau; i suoi dipinti dimostrano invece la sua profonda abilità e suggeriscono ideali senza tempo di semplicità e salubrità, persino di innocenza. In "Le Crabe", dipinto tra il 1868 e il 1869, Bouguereau mostra una giovane pescatrice che gioca casualmente con un piccolo granchio nero. A differenza dei successivi dipinti di Bouguereau che ritraggono contadine che si confrontano con lo spettatore con i loro sguardi affascinanti, qui la bambina è completamente occupata a giocare con la piccola creatura, ignara del pubblico. I suoi capelli, straordinariamente realistici, le ricadono sulle spalle, una variante rispetto alla maggior parte dei suoi soggetti con le ciocche all'insù. Come tutti i suoi bambini contadini, tuttavia, la bambina è raffigurata a piedi nudi, con i piedi perfettamente dipinti e non sporchi, privi di segni di lavoro o di usura, simbolo della sua esistenza idealizzata.


"Le Crabe" è un'opera rara nel corpus di Bouguereau, che presenta una vasta scena costiera dietro la più nota immagine della giovane contadina. La bellezza atmosferica dello sfondo mette in luce le abilità pittoriche dell'artista; l'uso della luce e dell'ombra cattura accuratamente la drammatica recessione nello spazio. Bouguereau si è probabilmente ispirato al paesaggio della Bretagna (forse ai torrenti di Fouesnant), dove trascorse regolarmente i mesi estivi dal 1866 fino alla guerra del 1870. La modella della ragazza è Emilienne Cesil-Biegler, figlia della governante di Bouguereau dell'epoca. (Mar L8v)



view post Posted: 20/3/2024, 20:24 by: Lottovolante     +1Un aforisma al giorno - ANGOLO LETTURA



Fra tutte le persone, le meno insopportabili sono quelle che odiano gli uomini.
Non bisogna mai fuggire un misantropo.


(Emil Cioran)

view post Posted: 18/3/2024, 20:26 by: Costantine Rose     +1Un aforisma al giorno - ANGOLO LETTURA



Tutto è veleno: nulla esiste di non velenoso.
Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto.


(Paracelso)

view post Posted: 17/3/2024, 18:38 by: Milea     +1Un aforisma al giorno - ANGOLO LETTURA



Quando sei morto non sai di essere morto.
La sofferenza è solo per gli altri.

È lo stesso quando sei stupido.

(Richard Feynman)

view post Posted: 14/3/2024, 16:11 by: Lottovolante     +1Un aforisma al giorno - ANGOLO LETTURA



E quando la mattina non ti sveglia nessuno.
E quando la sera non ti aspetta nessuno.
E quando puoi fare quello che vuoi.
Come la chiami? Libertà o solitudine?


(Charles Bukowski)

view post Posted: 13/3/2024, 16:24 by: Lottovolante     +1Un aforisma al giorno - ANGOLO LETTURA



Parlare bene ed eloquentemente è una gran bella arte,
ma è parimenti grande quella di conoscere
il momento giusto in cui smettere.


(Wolfgang Amadeus Mozart)

view post Posted: 12/3/2024, 16:58 by: Lottovolante     +1Un aforisma al giorno - ANGOLO LETTURA



Gli occhi che piangono di più
sono anche quelli che vedono meglio.


(Victor Hugo)

view post Posted: 11/3/2024, 12:39 by: Milea     +1Un aforisma al giorno - ANGOLO LETTURA



Il mondo si divide in buoni e cattivi.
I buoni dormono meglio
ma i cattivi, da svegli, si divertono molto di più.


( Woody Allen)

view post Posted: 26/2/2024, 20:54 by: Lottovolante     +1LA FALAISE - Jules Breton - ARTISTICA


Se non mi trovi subito non scoraggiarti,
Se non mi trovi in un posto cerca in un altro,
Da qualche parte starò ferma ad aspettare te...





Jules Breton
La scogliera
(La Falaise)
1874
Olio su tela
81,6 x 118,1 cm
Collezione privata


Jules Breton visitò la Bretagna per la prima volta nel 1865, soggiornando nella Baie de Douarnenez e nei suoi dintorni, tra le folle di viaggiatori che si recavano nella provincia nord-occidentale della Francia, curiosi di sperimentare in prima persona la sua particolare regione e la sua gente, saldamente ancorata alla lingua, alla religione e alle tradizioni culturali dei loro antenati celtici del VI secolo. L'artista rimase immediatamente affascinato dalle spiagge sabbiose, dalle coste rocciose e dall'Atlantico in continua evoluzione che spazzava le baie: il verde-azzurro mutevole delle acque estive è catturato in modo evocativo nella sua luminosa composizione della moglie Élodie con un parasole, Baie de Douarnenez (1871, Collezione di Eckhart e Ischi Grohmann) e dalle onde torbide e dalla schiuma bianca dei mari in tempesta. Altrettanto affascinanti erano i bretoni che vivevano in riva al mare, e l'artista osservò le lavandaie e altri contadini che lavoravano duramente, registrando i loro compiti quotidiani in composizioni di ispirazione classica come Les lavandières de la côte bretonne (1870, Grohmann Museum, Milwaukee). Poco dopo queste prime opere in Bretagna, Breton si concentra su una singola figura assorta in un compito o in un momento di riflessione, dipinta in modo naturalistico contro il mare su larga scala, l'enigmatica "La Falaise" del 1874, esposta al Salon di quell'anno (Collezione privata) e la presente opera, sua suggestiva replica.


Al momento dell'esposizione, "La Falaise", come molti degli esperimenti figurativi di Breton, invitava all'interpretazione allegorica. In particolare, alcuni visitatori del Salon cercarono di trovare un'allegoria patriottica nell'opera dell'artista dipinta dopo la sconfitta della Francia nella guerra franco-prussiana del 1870. Breton, proclamato "pittore di contadini", rifiutò attivamente queste associazioni, come dimostra la sua risposta al critico di Le Français che "in un articolo politico paragonava la Francia che aspettava il suo re alla mia donna bretone che aspettava la sua barca!", insistendo sul fatto che con "La Falaise" "non era questo che cercavo di rappresentare". Più che una risposta alla politica attuale, l'attenzione di Breton per le donne della Bretagna era un'importante visualizzazione e riconoscimento della gente e della terra che amava. La potenza di questa risposta personale si percepisce con forza ne "La Falaise" del Salon e nella presente opera, con la ragazza in costume rustico bretone vista in un drammatico scorcio, distesa contro un'alta scogliera, con la conocchia dimenticata mentre guarda il mare. Sebbene la replica sia in scala ridotta rispetto alla versione del Salon, l'impatto non è meno potente, soprattutto perché Breton impiega la sua tecnica naturalistica vigorosa e ampiamente dipinta (quasi fotorealistica).


Rivolta verso lo spettatore, la ragazza bretone de "La Falaise" invita a una contemplazione condivisa delle onde e, dopo aver visto la versione del Salon, costrinse il critico d'avanguardia di fine Ottocento Jules-Antoine Castagnary (sostenitore di Gustave Courbet e difensore del Naturalismo), che in passato aveva trovato i contadini di Breton un po' noiosi, a sviluppare un'intera narrazione per la giovane che vaga sulla costa, accompagnata solo dal fischio dei venti e dei gabbiani mentre contempla il "vuoto". Come molti critici, Castagnary era affascinato dalla mancanza di impulso narrativo dell'artista, ritenendo che Breton non volesse "limitare il nostro pensiero legandolo al pensiero" della sua figura dipinta, e che nella sua rappresentazione naturalistica dei mari permettesse il "soffio" di "un'esplosione tonificante di aria salata, per ricordare...che più di una volta si è stati sopraffatti dalla contemplazione, dall'infinito". Il collega critico Duvergier de Hauranne paragonò la ragazza bretone alla monumentale Sfinge d'Egitto che fissa il deserto, ritenendo che lei, "come lei", "è l'unico attore della scena e fa parte della natura, di cui sembra esaminare l'eterno mistero".


In effetti, come per molte delle più grandi opere di Breton, il modello "umile" contro la natura era proprio ciò che dava al dipinto la sua forza. Come ha spiegato uno scrittore: "Non supponiamo che il sentimento e il sentimento poetico siano monopolizzati dalle persone istruite e raffinate... Spesso, quando si trova faccia a faccia con il bello e il sublime della natura, l'anima di un contadino è elettrizzata da sentimenti misti di tenerezza e soggezione" e allo stesso modo lo spettatore "mentre guardiamo da questa alta eminenza l'oceano apparentemente infinito, siamo pervasi da un senso di terribile grandezza, e siamo disposti a fantasticherie che ci vengono solo in presenza di questo spettacolo sublime". La versione di Salon de "La Falaise" sarebbe stata presto venduta da Goupil (e, come si legge nella lettera al fratello Theo, attesa con impazienza da Vincent van Gogh nel suo breve periodo di lavoro presso l'azienda). Non si conosce esattamente il motivo per cui l'artista scelse di dipingere una versione più piccola, anche se potrebbe essere stato spinto dalla calorosa risposta all'originale. Dopo aver visto la versione del Salon, lo scrittore George Defour ne applaudì il profondo realismo e il soggetto rustico, ma ne lamentò le dimensioni che, a suo avviso, richiedevano l'uso del lato opposto di un cannocchiale per apprezzare appieno il soggetto, auspicando che l'artista potesse dipingere opere così potenti in dimensioni più piccole e più facilmente sopportabili. Sebbene la replica sia quasi del tutto fedele alla versione del Salon, l'inclusione di vele bianche all'orizzonte è un ulteriore promemoria del fatto che Breton evitava il significato allegorico nelle sue opere e insisteva sul fatto che il soggetto de "La Falaise" fosse semplicemente una ragazza in attesa di un marinaio.


Indipendentemente dalla motivazione, poco dopo il dipinto, lo storico autodidatta delle collezioni d'arte americane e primo arbitro del gusto, Edward Strahan (pseudonimo di Earl Shinn), scoprì l'"importante vedetta" di Breton nella casa del governatore Royal Chapin Taft, Sr. (1823-1912) nella "ricca città di Providence". La ricchezza e la reputazione di Taft derivavano dal suo lavoro nel commercio della lana, nel settore bancario e come direttore della New York, New Haven and Hartford Railroad, e fu il 39° governatore del Rhode Island. Mecenate delle arti, Taft fu anche presidente della Rhode Island School of Design e membro del Providence Art Club, dove l'opera attuale fu esposta nel 1888. Come molti altri nuovi collezionisti dell'epoca, Taft lavorò con il preminente agente d'arte Samuel P. Avery, che fu in gran parte responsabile dello sviluppo della reputazione di Breton in America, acquistando La Falaise nel 1876 e appendendola tra le opere di Jean-Baptiste-Camille Corot, Narcisse Diaz de la Peña, Henri-Joseph Harpignies e Adolf Schreyer. Dopo la morte di Taft, alcune opere della sua collezione furono vendute all'asta dalla sua proprietà nel 1921, dove "La Falaise" fu acquistata da Geraldine Rockefeller Dodge (1882-1973). Figlia minore di William Avery Rockefeller Jr., fratello di John D. Rockefeller, Geraldine portò in dote centouno milioni milioni di dollari nel suo matrimonio del 1907 con Marcellus Hartley Dodge Sr. Rockefeller Dodge sviluppò un'impressionante collezione d'arte, che comprendeva opere di William-Adolphe Bouguereau, Daniel Ridgway Knight e di alcuni dei migliori pittori di animali della fine del XIX e dell'inizio del XX secolo (molte delle quali, come la presente opera, furono vendute in queste sale nel 1976). È ricordata soprattutto per la sua ampia filantropia, per il suo amore e la sua devozione per i cani (fu la prima donna giudice del Westminster Kennel Club) e per il suo impegno nel proteggere e curare i randagi, fondando nel 1939 l'organizzazione di soccorso per animali St. Hubert's Giralda. (Mar L8v)

view post Posted: 14/2/2024, 20:44 by: Lottovolante     +1L'AMOUR PIQUÉ - William-Adolphe Bouguereau - Bouguereau




William-Adolphe Bouguereau
L'Amore piccante
(L'Amour piqué)
Firmato W-BOUGUEREAU- e datato 1894
Olio su tela
116.5 x 62.5 cm
Collezione privata


Il tema dell'amore è pervasivo nell'opera di William-Adolphe Bouguereau, in particolare come personificato da Cupido, il malizioso figlio della dea Venere, le cui famose frecce avevano il potere di accendere l'amore romantico. Bouguereau ha esplorato molte interpretazioni diverse della figura mitologica e deve aver riconosciuto il fascino popolare di questo immaginario, dedicando almeno dieci dipinti al soggetto: a volte rappresentato come un giovane uomo con la sua amante, come in "Amour et Psych", e in altri casi raffigurato da solo come un bambino, come in "L'Amour piqué".


Bouguereau espone con leggerezza la dicotomia del giovane dio: allo stesso tempo innocente con un'espressione dolce e angelica, i suoi riccioli di lino incorniciati da un soffice alone di luce, ma altrettanto subdolo mentre stringe il suo arco e tiene una faretra di frecce ai suoi piedi. Forse con lo sguardo rivolto alla sua prossima vittima ignara, il giovane Cupido è seduto in un interno di un bosco lussureggiante, un nascondiglio perfetto per il bambino precoce.


A partire dagli anni Ottanta del XIX secolo, Bouguereau trova sempre più ispirazione nella mitologia greco-romana. Le sue principali composizioni di questo periodo immaginano un regno di pace e armonia popolato da eroi leggendari, dei e semidei. Sebbene negli anni Novanta del XIX secolo l'artista esplorasse un nuovo soggetto, in qualche modo fantastico, le sue composizioni - come l'opera attuale - rivelavano ancora decenni di devozione e aderenza ai principi della pittura accademica.



William-Adolphe Bouguereau
Amore e Psiche
(L'Amour et Psych)
Firmato W-BOUGUEREAU e datato 1899
Olio su tela
218.7 x 129.2 cm
Collezione privata




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William-Adolphe Bouguereau
Amore e la farfalla
(L'Amour au Papillon)
Firmato W-BOUGUEREAU- e datato 1888
Olio su tela
116.8 x 68 cm
Collezione privata




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William-Adolphe Bouguereau
L'Amore con la spina
(L'amour à l'épine)
Firmato W-BOUGUEREAU- e datato 1894
Olio su tela
125.5 x 80 cm
Collezione privata


Tra le numerose e celebri immagini di Cupido presenti nell'opera di Bouguereau, vi è la già citata serie di "Amour et Psyché", nonché "L'Amour au Papillon", Amour à l'affut e "L'Amour à l'épine" che presenta lo stesso modello de "L'Amour piqué". (Mar L8v)



view post Posted: 8/2/2024, 20:47 by: Milea     +1FEDE, SPERANZA E CARITA' - Giambattista Tiepolo - Tiepolo



Giambattista Tiepolo
Vergine del Carmelo che consegna lo scapolare a san Simone Stock
1749 ca.
olio su tela sagomata - 533 x 342 cm.
Scuola Grande dei Carmini, Sala Capitolare, Venezia


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Giambattista Tiepolo
Penitenza, Umiltà, Verità
1739 - 1743 ca.
olio su tela sagomata - 240 x 235 cm
Scuola Grande dei Carmini, Sala Capitolare, Venezia


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Giambattista Tiepolo
Coraggio e Giustizia
Coraggio (Donna appoggiata a una colonna con un leone)
Giustizia (Donna coronata di spine con una spada in mano, sormontata da una colomba)

1739 - 1743 ca.
olio su tela sagomata - 240 x 235 cm
Scuola Grande dei Carmini, Sala Capitolare, Venezia



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Giambattista Tiepolo
Prudenza, Purezza e Temperanza
1739 - 1743 ca.
olio su tela sagomata - 240 x 235 cm.
Scuola Grande dei Carmini, Sala Capitolare, Venezia



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Giambattista Tiepolo
L’Angelo che salva un ragazzo che cade da un’impalcatura
1739 - 1743 ca.
olio su tela sagomata - 116 x 337 cm.
Scuola Grande dei Carmini, Sala Capitolare, Venezia



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Giambattista Tiepolo
L’Angelo vestito di rosso indossa lo scapolare per i fedeli
1739 - 1743 ca.
olio su tela sagomata - 116 x 337 cm.
Scuola Grande dei Carmini, Sala Capitolare, Venezia



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Giambattista Tiepolo
Angelo con gigli e putto con scapolare
1739 - 1743 ca.
olio su tela sagomata - 164 x 280 cm.
Scuola Grande dei Carmini, Sala Capitolare, Venezia




view post Posted: 8/2/2024, 16:53 by: Milea     +1FEDE, SPERANZA E CARITA' - Giambattista Tiepolo - Tiepolo

Tiepolo_Fede_Speranza_Carita_P

Giambattista Tiepolo (Venezia 1696 - Madrid 1770)
Le Virtù teologali: Fede, Speranza e Carità
1743 ca.
olio su tela sagomata - 235 x 240 cm.
Scuola Grande dei Carmini, Sala Capitolare, Venezia


La decorazione della sala capitolare della Scuola dei Carmini è una delle maggiori imprese realizzate da Tiepolo negli anni quaranta. Già nel dicembre del 1739 il capitolo della Scuola aveva deciso di affidare all’artista, definito nel documento contrattuale “il più celebre dei virtuosi”, l’incarico di decorare con alcune tele il soffitto della sala capitolare, dove campeggiava al centro una tela del Padovanino. Fu lo stesso Tiepolo a proporre di spostare altrove la tela del pittore seicentesco e di rinnovare l’intera decorazione del soffitto, dove aveva previsto la presenza di una tela centrale raffigurante la “Vergine che consegna lo scapolare a san Simone Stock”, contornata da altre otto tele minori, quattro raffiguranti le Virtù e quattro dedicate all’esaltazione dello scapolare e della stessa Scuola.


Benché Giambattista Tiepolo si fosse impegnato a consegnare la tela centrale entro il Natale del 1740 e le altre entro l’estate successiva, non riuscì a rispettare gli impegni presi, sicuramente a causa dei numerosissimi incarichi di lavoro: le otto tele minori vennero infatti messe in opera solo nella primavera del 1743 e quella centrale addirittura nel 1749. Nonostante il ritardo nel terminare la commissione, i confratelli della Scuola furono entusiasti del suo operato, accolto “con universal acclamatione”, tanto che il pittore venne anche gratificato di un premio in denaro non previsto da contratto.


Progettando questa impresa, Tiepolo tenne indubbiamente conto del modello delle tele di Paolo Veronese che si trovano nella Sala del Collegio in Palazzo Ducale, anche per quel che riguarda il loro inserimento all’interno della ricca incorniciatura di legno dorato e di stucchi che funge da tessuto connettivo dei dipinti. Ma dal modello veronesiano derivano anche la qualità del colore, su toni lievi e vibranti di luce, e l’altera bellezza delle splendide figure femminili delle Virtù e degli angeli. (M.@rt)









Edited by Milea - 8/2/2024, 20:39
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