CITTÀ DELLE STREGHE - LE 5 DA VISITARE IN ITALIA, Borghi e città dove vivevano ed erano attive le streghe

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view post Posted on 31/10/2023, 13:29     +6   +1   -1
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Tazzulella fumante
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LE CINQUE CITTÀ DELLE STREGHE
DA VISITARE IN ITALIA PRIMA DEL SOLSTIZIO D'INVERNO



Dalle Alpi al Sud, borghi e città dove vivevano ed erano attive le streghe.
Da visitare perché sono posti bellissimi e per provare un brivido...


Le streghe sono tornate. O meglio, non se ne sono mai andate. Le streghe sono tra noi, come ci ha ben raccontato Roald Dahl, spesso camuffate sotto abiti alla moda, scarpe a punta, denti azzurrini… Questo, oggi. Ma nel passato essere accusate di stregoneria non significava soltanto guadagnarsi un marchio di infamia e di sospetto. Nella maggior parte dei casi, in alcuni luoghi dell’Italia, significava anche morte. Siamo andati a cercare i paesi dove è ancora forte l’impressione lasciata dai processi, dai roghi, dalle maledizioni vere e presunte, così come un certo senso di mistero che attira un turismo curioso di scoprire i segreti delle "città delle streghe". Unico avvertimento: andateci prima del solstizio d'inverno, chiamato Yule nel calendario della stregoneria (il 21 dicembre), perché è un punto di svolta del calendario spirituale: la luce raggiunge, in questo giorno, il minimo della durata per poi iniziare ad allungarsi nuovamente.



Le antiche pietre di Triora.


Triora, provincia di Imperia


La città delle streghe per antonomasia si trova nel ponente ligure: a Triora ogni angolo racconta storie di streghe e magie. La vicenda che ha regalato al paese il suo primato è triste: nel 1588 alcune donne furono vittime di uno dei più sanguinosi processi per stregoneria della Liguria (esistono ancora gli atti del processo, in mostra nel piccolo Museo Etnografico e della Stregoneria del paese): accusate di stregoneria, una trentina di donne che curavano e guarivano, utilizzando le erbe del posto, furono condannate dopo orrendi supplizi in case trasformate in carceri, ma non giustiziate. , fuori dalle mura del borgo di cui restano solo pochi resti, dove pare che le streghe venissero Fuori dalle nura, di cui restano pochi resti, si diceva che si svolgessero i riti e le donne stringessero accordi con il Diavolo: ed è da qui che parte una bellissima passeggiata nei boschi, il sentiero delle streghe, con vista sulla valle e sull’areale del Monte Saccarello (il monte più alto della Liguria). Ancora, il Monte delle Forche, è stato palcoscenico di sacrifici umani, pene capitali, e di torture di cui le donne considerate streghe sono state vittime.




La città di Calcata, costruita su uno sperone di tufo.


Calcata, provincia di Viterbo


Calcata, in provincia di Viterbo, è uno dei borghi più visitati del Lazio. Merito la sua fama di città delle streghe, delle quali si ode il canto, ma anche di una folta comunità di hippy e di artisti da tutto il mondo. Costruita su una rupe di tufo molto instabile, Calcata domina la valle del Treja. Molte credenze, che risalgono agli antichi Falisci, ritenevano Calcata il centro nevralgico di energie primitive provenienti dal sottosuolo: di qui, tutte le leggende sul su occultismo. Nei giorni e nelle notti di forte vento, sembra davvero di sentire un canto, quello che le credenze popolari chiamano il canto delle streghe.





Il noce di Benevento.


Benevento, in Campania


Le streghe di Benevento le conoscono tutti. Erano** janare**, una parola forse legata al culto di Diana, forse alla venerazione sannitica e della Magna Grecia di Cibele. Oppure si pensa che il nome venga dal latino ianua, cioè porta. Come la porta delle stalle delle giumente, cosparsa di sale per impedire l'ingresso alle "figlie della notte". Secondo la leggenda, le streghe, che rapivano di notte le giumente per cavalcarle e stremarle, non potevano resistere alla tentazione di contare i grani di sale oppure i fili della scopa di saggina. Ma c’è anche un’immagine letteraria legata ai sabba, le riunioni rituali delle streghe: quella della porta del solstizio di inverno che scricchiola sui cardini, nella notte più lunga dell’anno, luogo di transizione tra bene e male, tra il mondo terreno e quello infernale. Dal XV secolo furono estorte con la tortura molte confessioni di stregoneria a donne beneventane, che poi furono mandate al rogo. Secondo la leggenda, le janare potevano volare: reclutate dall’Arcistrega, si spalmavano addosso un unguento, diventavano incorporee e potevano essere trasportate da venti di tempesta. A cavallo di una scopa, si riunivano nei sabba dove evocavano il diavolo e si dedicavano ad attività come succhiare il sangue ai bambini, provocare malefici sui neonati e sulle donne fertili, opprimere le persone dormienti sedendosi sul loro petto.




Lo Sciliar visto dall'altipiano di Renon in Trentino Alto Adige.


Fiè allo Sciliar, in provincia di Bolzano


Il massiccio dello Sciliar è la prima delle Dolomiti ed è di sicuro la montagna più intrisa di miti e leggende magiche. Nel Medioevo, si pensava che lo Sciliar fosse un luogo d’incontro per streghe e diavoli. Le Streghe dello Sciliar (Schlernhexen, in tedesco) si radunavano per scatenare forti temporali sulla montagna e, solamente nell’area di Fiè, vennero processate nel 1506 a Castel Presule (Schloss Prösels) e uccise nove donne per stregoneria. A quel primo processo ne seguì un secondo nel 1510.




L’antico monastero femminile di Santa Maria della Stella.


Rifreddo, provincia di Cuneo


Al massiccio del Mombracco sono legate leggende popolari che narrano di masche, faje (donne dotate di facoltà sovrannaturali) ed altri terrificanti esseri che hanno terrorizzato intere generazioni di rifreddesi. Nel 1495 il piccolo paese del cuneese è stato teatro di atroci persecuzioni alle streghe, con processi ad alcune donne del luogo ritenute responsabili di eresia. I documenti storici dei processi alle streghe, esistono ancora e si trovano nell'archivio storico del Comune. Forse per esorcizzare il passato, ogni anno a fine ottobre il paese organizza "Le notti delle streghe", con una passeggiata serale per le vie di Rifreddo immerse nell'oscurità, accompagnati da un fantasma silenzioso armato di torcia a vento.
 
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