ACQUEDOTTI ROMANI - GENIALI ITINERARI, Acquedotti: capolavori d'ingegneria romana

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view post Posted on 19/10/2023, 20:49     +5   +1   -1
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Tazzulella fumante
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ACQUEDOTTI
CAPOLAVORI D'INGEGNERIA ROMANA




Per rifornire di acqua le città, i romani crearono un impressionante sistema di canali e ponti monumentali





Itinerario di un acquedotto romano


La prima captazione d’acqua avveniva in una sorgente di montagna con acque limpide e salubri, prive di vegetazione o limo. Per superare dislivelli importanti si costruivano canali a cascata. Nel tratto iniziale dell’acquedotto l’acqua passava da un deposito, chiamato piscina limaria, dove la corrente si fermava, l’acqua stagnava e il limo e le altre impurità si depositavano sul fondo per decantazione.



Attraverso una tubatura, l’acqua passava da un punto a un altro,
leggermente più basso del primo, spinta soltanto dalla pressione.



Per superare i dislivelli del terreno si poteva usare il sistema a sifone. Da una cisterna, l’acqua si riversava in una tubatura che seguiva un percorso a forma di U. Grazie alla pressione, poteva risalire fino a una quota inferiore di quella del punto di partenza. Gli archi sul fondo dell’avvallamento permettevano di ridurre il dislivello e la pressione.



I tubi, di piombo, erano interrati a una profondità di un metro.


Una possibilità per attraversare un corso d’acqua era costruire un ponte ad archi. Il ponte poteva avere un singolo ordine di archi, oppure due o addirittura tre. Il canale (specus) correva nella parte superiore ed era coperto. Per costruire i canali sotterranei si scavavano pozzi a distanza regolare l’uno dall’altro. I pozzi non venivano chiusi, ma si utilizzavano per gli interventi di manutenzione e riparazione dei canali. Nella sezione illustrata sotto sono evidenti la forma a volta del canale sotterraneo e la copertura della metà inferiore, fino al livello abituale dell’acqua, con opus signinum, una miscela di laterizi e malta di calce.



Canale sotterraneo di un acquedotto


Per attraversare uno spazio aperto mantenendo un dislivello lieve talvolta si costruivano lunghe arcate. Per esempio, l’Aqua Claudia, una volta emerso dal sottosuolo, si estendeva per dieci chilometri prima di entrare a Roma. Quando l’acqua arrivava in città, veniva raccolta in un deposito, solitamente interrato, chiamato castellum aquae. Da questi depositi, splendidamente decorati, l’acqua veniva distribuita nei vari canali che rifornivano la città.



Il 'castellum aquae' con i suoi tre canali, parte finale dell’acquedotto e punto dal quale l’acqua veniva distribuita alla città

 
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