VIRGINIA WOOLF - I TORMENTI DI UNA SCRITTRICE, Un mito della letteratura vinta dai suoi fantasmi

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view post Posted on 19/7/2023, 20:37     +14   +1   -1
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Ho avuto un istante di grande pace.
Forse è questa la felicità.

(Virginia Woolf)



VIRGINIA WOOLF
I TORMENTI DI UNA SCRITTRICE




L'autrice britannica è diventata un mito della letteratura e del
femminismo. Ma la vita di Virginia Woolf fu segnata dall'instabilità
emotiva e da diversi tentativi di suicidio. Alla fine l'autrice pose fine
alle sue sofferenze nel 1941 gettandosi nelle acque del fiume Ouse.






Virginia Woolf, foto di George Charles Beresford, 1902



Considerata una delle scrittrici di riferimento dell'avanguardia modernista del XX secolo e del movimento femminista, a Virginia Woolf, nata a Londra con il nome di Adeline Virginia Stephen il 25 gennaio 1882, toccò vivere in un mondo di uomini. In una delle sue opere, "Una stanza tutta per sé", arrivò ad affermare: "Una donna deve avere soldi e una stanza suoi propri se vuole scrivere romanzi".

Un'infanzia spezzata

Durante l'infanzia Virginia visse completamente immersa in un ambiente intellettuale. Nella sua casa si respiravano arte, politica e un ambiente tanto liberale quanto complesso. Malgrado ciò, soltanto i suoi fratelli maschi poterono studiare all'università, perché le donne della famiglia dovevano stare a casa a occuparsi del padre ed erano quindi educate da un istitutore. I ricordi d'infanzia di Virginia ruotano attorno alle vacanze nella zona della Cornovaglia in cui la sua famiglia si trasferiva d'estate. La loro casa godeva di una vista spettacolare sulla spiaggia e il faro: un elemento che in seguito, nel 1927, l'autrice avrebbe replicato nella sua opera "Gita al faro", la cui copertina fu illustrata dalla sorella Vanessa, che fu tra le prime a introdurre l'impressionismo in Inghilterra.



L'amata sorella Vanessa Bell, pittrice e arredatrice, foto di George Charles Beresford, 1902


A tredici anni Virginia subì un duro colpo dal quale non si sarebbe mai ripresa. Il 5 maggio 1895 la madre morì improvvisamente a causa di una febbre reumatica. Ciò scatenò in Virginia la sua prima crisi depressiva. A ciò si aggiunse, due anni più tardi, la morte della sorella Stella. Oltre a tutto questo, in un'opera autobiografica l'autrice accenna al fatto che dovette subire degli abusi sessuali da parte dei fratellastri (figli di un precedente matrimonio della madre) e che per questo motivo non riuscì mai a fidarsi degli uomini, sviluppando invece una visione romantica delle donne. Nel 1905 il padre morì di cancro, e prima di compiere i ventitré anni Virginia aveva già tentato il suicidio. Pur non riuscendo nell'intento, soffrì di un forte esaurimento nervoso per cui dovette essere ricoverata per qualche tempo.



La copertina di "Gita al faro", 1927, illustrata dalla sorella Vanessa


Il circolo di Bloomsbury

Dopo la morte del padre Virginia e tre dei suoi fratelli (Vanessa, Adrian e Thoby) si trasferirono a Bloomsbury, nella zona ovest di Londra. Per la loro casa, divenuta il centro di raccolta di un gruppo elitario d'intellettuali britannici, passarono figure della statura dell'economista John Maynard Keynes, dei filosofi Bertrand Russel e Ludwig Wittgenstein, di scrittori come George. Eliot o della leader del movimento suffragista Emmeline Pankhurst. Tutti loro facevano parte del gruppo noto come "gruppo di Bloomsbury". Le riunioni avvenute in quella casa aprirono un nuovo mondo a Virginia, che d'un tratto si ritrovò circondata da idee sull'uguaglianza, il femminismo, l'accettazione dell'omosessualità e della bisessualità, l'amore per l'arte, il pacifismo e l'ecologia. Oggi si ritiene che Virginia Woolf abbia avuto un disturbo bipolare con severe fasi depressive. Malgrado la significativa instabilità mentale, nel 1912 la giovane sposò Leonard Woolf, teorico politico, scrittore, editore ed ex funzionario pubblico britannico. Virginia soffrì dei disturbi più gravi tra il 1913 e il 1915. Il 9 settembre 1913 ingerì cento grammi di veronal, in un altro tentativo di togliersi la vita.



Leonard Woolf e sua moglie Virginia nel 1912


Nel 1925 Virginia ottenne un grandissimo successo con la pubblicazione del romanzo "La signora Dalloway". L'opera racconta una giornata della vita londinese di Clarissa, una dama d'alto rango sposata con un deputato conservatore e madre di un'adolescente. La storia si apre su una soleggiata mattina del 1923 e termina la notte stessa, quando gli invitati a una festa celebrata a casa Dalloway cominciano a ritirarsi. Durante la giornata avviene però un fatto tragico: il suicidio di un giovane tornato psicologicamente afflitto dalla guerra. L'elemento più distintivo del romanzo è il modo in cui viene narrato, perché i fatti sono descritti dal punto di vista dei personaggi in maniera molto intima: si tratta del cosiddetto flusso di coscienza, tratto stilistico tipico del modernismo letterario. Quell'anno Virginia conobbe la scrittrice Vita Sackville-West, con cui intrecciò una relazione amorosa. Pure Vita era sposata e, anche se la loro relazione terminò senza che si separassero dai rispettivi mariti, l'amicizia tra le due donne sarebbe continuata per il resto della loro vita.



William Strang
La signora col cappello rosso - Ritratto di Vita Sackville-West)
(Lady with a Red Hat - Portrait of Vita Sackville-West)
1918
Olio su tela
102.9 x 77.5 cm
Glasgow, Kelvingrove Art Gallery and Museum


Obiettivo dei nazisti

Nel progettare l'operazione Leone marino, con la quale l'esercito nazista si proponeva d'invadere la Gran Bretagna, Adolf Hitler compilò una lista di proscrizione che comprendeva i nomi di autori carismatici come Aldous Huxley, H.G. Wells e la stessa Virginia Woolf. La donna ignorava l'esistenza di questa lista, ma nel caso in cui la Germania avesse conquistato la Gran Bretagna la coppia sapeva che presto o tardi i nazisti sarebbero venuti a cercarli, dal momento che Virginia era una famosa intellettuale e su marito Leonard era ebreo. Nel caso fosse successo, i due avevano progettato di suicidarsi nel garage aspirando i gas del tubo di scarico dell'automobile. Oltre a ciò, Leonard teneva sottochiave una fiala con una dose letale di morfina fornitagli di Adrian, il fratello psichiatra di Virginia, nel caso le cose si fossero messe male. Le circostanze personali della scrittrice influenzarono il suo modo di affrontare l'esistenza, e alcuni dei personaggi letterari di Virginia offrono degli indizi sullo stato psicologico della loro autrice, come per esempio l'ansietà e il delirio. Frutto delle sue crisi, idee e parole fluivano come un fiume inquieto. Durante i primi episodi della malattia la scrittrice giunse ad affermare che aveva sentito gli uccelli cantare in greco: una scena che anni dopo avrebbe riprodotto in "La signora Dalloway" e in "Gli anni".





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Virginia Woolf nel 1927


Vinta dai suoi fantasmi

Virginia si vedeva riflessa nei personaggi delle sue opere, che trasudano depressione e scetticismo, e nei quali le idee suicide e la paura della gente sono ricorrenti. Virginia era terrorizzata dalla solitudine, era molto autocritica e spesso si sentiva invasa dal senso di colpa. Soffriva anche di terribili emicranie e d'insonnia. Alcuni medici che la ebbero in cura attribuirono i suoi problemi di salute alla scrittura. Taluni le suggerirono addirittura di abbandonarla, visto che gli episodi peggiori, che nel suo diario definiva "l'onda" e "l'orrore", avvenivano dopo un grande sforzo letterario. Malgrado le raccomandazioni Virginia continuò a scrivere, intramezzando periodi d'inattività. Grazie a questa scelta ci è arrivato un corpus di opere sorprendente, vasto e originale.



Virginia Woolf, 1941, a pochi giorni dal suicidio


Nonostante tutto, la scrittura fu un'ancora di salvezza per Virginia, prima che la sua esistenza naufragasse. Ma il 28 marzo 1941, incapace di sostenere la disperazione che la avviluppava, indossò il cappotto e ne riempì le tasche di sassi, per poi addentrarsi nel fiume Ouse e lasciarsi portare via dalle sue acque. Prima di prendere questa tragica decisione Virginia lasciò due lettere, una per la sorella Vanessa e una per il marito Leonard Woolf: le due persone più importanti della sua vita. Portava così a compimento quanto aveva descritto nell'opera premonitrice "La crociera". Nella lettera di addio all'amato sposo non si percepiscono solo la sofferenza, la tristezza e il profondo dolore, ma anche la gratitudine e il grande amore nei suoi confronti. Il corpo della scrittrice fu ritrovato tre settimane dopo e Leonard fece cremare i resti e ne sparse le ceneri nel giardino della loro casa di Monk's House. Virginia Woolf riteneva necessario che sempre più donne si dedicassero alla scrittura e scrisse perfino un'apologia delle differenze tra i sessi: "Sarebbe un gran peccato se le donne scrivessero come gli uomini, o vivessero come loro, o assumessero il loro aspetto; perché se due sessi non bastano, considerando la vastità e la varietà del mondo, come potremmo cavarcela con uno solo? L'educazione non dovrebbe forse sottolineare e accentuare le differenze, invece delle somiglianze?".



Manoscritto della lettera d'addio di Virginia Woolf a suo marito


"Carissimo, sono certa di stare impazzendo di nuovo. Sento che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. E stavolta non guarirò. Inizio a sentire voci, e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la maggiore felicità possibile. Sei stato in ogni modo tutto ciò che nessuno avrebbe mai potuto essere. Non penso che due persone avrebbero potuto essere più felici fino a quando è arrivata questa terribile malattia. Non posso più combattere. So che ti sto rovinando la vita, che senza di me potresti andare avanti. E lo farai lo so. Vedi non riesco neanche a scrivere questa mia lettera come si deve. Non riesco a scrivere. Quello che voglio dirti è che devo tutta la felicità della mia vita a te. Sei stato completamente paziente con me, e incredibilmente buono. Voglio dirlo, tutti lo sanno. Se qualcuno avesse potuto salvarmi saresti stato tu. Tutto se n'è andato da me tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone avrebbero potuto essere felici più di quanto lo siamo stati noi"





La vita è un sogno dal quale ci si sveglia morendo...



(Mar L8v)






Man Ray
Virginia Woolf
1935
Stampa alla gelatina d'argento su carta
27.5 x 22 cm
Madrid, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía



Edited by Lottovolante - 21/7/2023, 18:52
 
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