CALIMERO - IL PULCINO NERO ENTRATO NEL MITO, La sua prima apparizione in tv il 14 luglio del 1963

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view post Posted on 14/7/2023, 21:08     +9   +1   -1
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Tazzulella fumante
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"Quando un personaggio genera un nome comune
ha infranto la barriera dell’immortalità"

(Umberto Eco)



CALIMERO COMPIE 60 ANNI
E QUEL PULCINO NERO ENTRATO NEL MITO CERCA ANCORA LA MAMMA...




La sua prima apparizione in tv il 14 luglio del 1963




Ci siamo sentiti tutti Calimero almeno una volta nella vita, vittime dell’ingiustizia, di situazioni che non ci piacciono, emarginati, incompresi. Calimeri senza speranza. Per i cinquant'anni anni furono organizzate mostre e convegni, perché il pulcino piccolo e nero è entrato nell’immaginario collettivo. Quest’anno ne compie sessanta: faceva la sua apparizione in tv il 14 luglio 1963, nella tv in bianco e nero che i bambini potevano vedere solo fino a Carosello, e poi venivano spediti a letto. E in quella rassegna di pubblicità, entrata nella storia del costume e nella memoria di milioni di italiani, era la star perdente: in testa un guscio bianco, quasi il suo casco, Calimero era il pulcino infelice della nidiata. Vedendo Carosello i bambini più sensibili versavano calde lacrime: piccolo e nero, era il protagonista dello spot dei detersivi Mira Lanza (con milioni di nonne che raccoglievano i punti, custoditi in scatole e cassetti, piccole tessere di cartone, con quella scritta "Conservare queste figurine, potranno farvi vincere milioni!" come un monito). Grazie al detersivo pubblicizzato e un bel lavaggio, anche Calimero tornava a essere bianco - come i fratelli - e felice.


Ma prima, un’Odissea. Sfortunatissimo, Calimero cercava disperatamente la mamma. Prima si rivolgeva a un cagnone che gli spiegava di non essere la sua mamma, quindi a un topo, quindi trovava sua madre, Cesira, gallinona padovana con fazzoletto in testa, che però rifiutava il piccolo pulcino nero. "Ma se fossi bianco mi vorresti?", la domanda. E via col detersivo salvifico. "Tu non sei nero, sei solo sporco" e, alla faccia dell’inclusività, della diversità come ricchezza, il pulcino bianco trovava il suo posto. Era (e si sentiva) finalmente accettato.


Nato dalla creatività di Nino e Toni Pagot e di Ignazio Colnaghi, con l’avvento del colore si scopriva che aveva gli occhi blu. Era l’antieroe tra gli antieroi, creava empatia. Come scrisse Umberto Eco, "quando un personaggio genera un nome comune ha infranto la barriera dell’immortalità e è entrato nel mito", così i calimeri si riconoscevano nel pulcino e intanto Calimero diventava un divo, protagonista di serie tv, e girava il mondo. "Per vendere", spiegava Toni Pagot, "bisogna interessare le donne: che cosa attira l’attenzione di una donna? I bambini e gli animali. Bene, il prototipo del bambino indifeso è il pulcino. Se lo facciamo triste e disgraziato, suscita maggiori simpatie. Se lo facciamo nero, cominciamo subito a introdurre l’idea che bisogna pulirlo". "Siamo alle solite Calimero" commentava l’Olandesina, incaricata di far tornare pulito il pulcino annerito.


Quella protesta: "Che ingiustizia, però" è diventata un tormentone, quasi un grido di dolore. E quando veniva ripetuta, era pronta la replica per fermare il vittimismo: "Però ora smettila di fare Calimero". La pubblicità lo aveva lanciato, poi il pulcino più famoso della tv, aveva preso vita nelle serie animate, prodotte già dal 1974. Un mondo idealizzato, dove erano quasi tutti cattivi, ma per aiutare Calimero, tenero e indifeso, si muovevano personaggi positivi.

Come lasciare al suo destino il pulcino piccolo e nero? Non si fa...



 
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