GROTTA DI CHAUVET - UNA MERAVIGLIA D'ARTE PREISTORICA, Le centinaia di pitture rupestri risalenti a oltre trentamila anni fa

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view post Posted on 12/7/2023, 12:51     +13   +1   -1
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LA GROTTA CHAUVET
UN CAPOLAVORO D'ARTE PREISTORICA




Nel 1994 tre speleologi scoprirono nel sud della Francia una grotta
con centinaia di pitture rupestri risalenti a oltre trentamila anni fa






Rinoceronti, bisonti e cavalli sono raffigurati in una parete di sei metri di lunghezza nella grotta di Chauvet

(Vallon-Pont-d’Arc, Ardèche)


Fin dall’infanzia la grande passione di Jean-Marie Chauvet, speleologo e fotografo francese, era stata l’esplorazione delle numerosissime grotte che popolavano la sua regione natale nel sud della Francia (l’Ardèche, nella regione Rhône-Alpes). Alcune, abitate in epoca preistorica, nascondevano al loro interno sale immense e fiumi d’acqua sotterranei. Il 18 dicembre 1994 Chauvet e due suoi amici appassionati di speleologia, Éliette Brunel e Christian Hillaire, andarono a esplorare la zona del Cirque d’Estre, un meandro nell’antico letto del fiume Ardèche. Avventurandosi tra i dirupi, sentirono una leggera corrente d’aria provenire da una cavità della roccia e così scoprirono l’ingresso di una grotta. Tolte alcune macerie che nascondevano un passaggio sotterraneo, penetrarono all’interno di un ambiente completamente buio. Sebbene stesse facendo notte e non avessero il materiale per continuare l’esplorazione, i tre amici tornarono al loro veicolo, presero alcune cose essenziali e ritornarono poi all’ingresso della grotta; con l’aiuto di una scala, scesero all’interno fino a raggiungere una vasta sala con un soffitto molto alto dal quale pendevano splendide stalattiti. Si addentrarono ancora nella grotta seguendo un percorso che conduceva all’interno di altri locali nei quali videro altre stalattiti, oltre che ossa di animali sparse ovunque sul terreno.



Due leoni, mostrati nel dettaglio nella parete dei rinoceronti, sono tracciati a carboncino sulla roccia


Animali preistorici

Nel percorso verso l’uscita Éliette Brunel, gettando un fascio di luce con la lampada lungo le pareti, vide inaspettatamente l’immagine di un piccolo mammut tracciata in ocra rossa. Illuminando le altre mura della grotta, i tre speleologi scoprirono meravigliati centinaia di pitture e incisioni che rappresentavano cavalli, bovini, rinoceronti, leoni e altri animali dipinti, molti dei quali erano scomparsi da millenni. Consapevoli dell’importanza del ritrovamento, gli scopritori della grotta decisero inizialmente di proteggere l’ingresso della caverna e dopo alcuni giorni informarono Jean-Pierre Daugas, responsabile della conservazione del patrimonio artistico presso la Direction Régionale des Affaires Culturelles Rhône-Alpes, contattarono Jean Clottes, studioso di preistoria, e un altro esperto di pittura parietale per esaminare la scoperta. Nonostante lo scetticismo iniziale, Clottes rimase colpito durante la sua prima visita alla grotta, avvenuta qualche giorno dopo, il 29 dicembre 1994, per la bellezza del ritrovamento. Ufficialmente la grotta fu riconosciuta monumento storico il 13 ottobre 1995, ma solo nel 1997 divenne proprietà statale. La caverna fu battezzata Grotta Chauvet in onore del suo scopritore e due delle sale furono dedicate agli amici dello speleologo, Brunel e Hillaire. Scelto da una commissione internazionale di esperti, Jean Clottes fu eletto responsabile della campagna di ricerca nella grotta, iniziata nel 1998 e formata da un team di dodici specialisti. Immediatamente, dall’analisi di alcuni campioni di pittura di due rinoceronti e un bisonte, è risultato che si potesse datare il ritrovamento in un periodo compreso tra 32.340 e 34.410 anni fa. Questo ha significato che le pitture di Chauvet rappresentano non tanto il culmine dell’arte preistorica, quanto i suoi inizi. Solo la grotta di El Castillo, a Santander (Spagna), contiene in Europa pitture più antiche, che sono state datate a 40.000 anni fa circa.



Due rinoceronti lanuti sono rappresentati durante una lotta per determinare la supremazia sul territorio


Un luogo protetto

Per lunghissimo tempo nel sottosuolo della regione di Ardèche è rimasto nascosto un tesoro inestimabile per il suo valore storico-artistico, per lo stato di conservazione e per la qualità pittorica delle rappresentazioni. Le linee tracciate sulle pareti della roccia, infatti, sono state ricoperte da microcristalli che hanno protetto e conservato le pitture per migliaia di anni. Si tratta di uno dei più antichi e splendidi esempi d’arte parietale aurignaziana (datata approssimativamente da 40.000 a 12.000 anni a.C.). Sono stati individuati circa 447 animali, di cui solo 355 sono stati identificati: si tratta essenzialmente di felini, mammut e rinoceronti. Le pitture mettono in evidenza una grande dimestichezza con le tecniche artistiche, sia nella confezione dei colori, realizzati con pigmenti vegetali e minerali, sia nel grafismo, come per esempio nelle impronte delle mani, nell’originalità tematica, nel naturalismo delle rappresentazioni e nell’uso della prospettiva e dell’ombreggiatura. Oltre a queste pitture, ci sono una serie di locali spettacolari dove sono presenti stalattiti e stalagmiti; sono state rinvenute anche diverse ossa e impronte di animali, quali orsi e lupi, e persino impronte di mani e piedi di essere umani.



Un orso e una pantera delle caverne sono raffigurati in maniera molto realistica: la pantera è maculata


La scoperta ebbe una vasta eco in diversi ambiti. Gli specialisti furono attratti dalla particolarità degli animali raffigurati nelle pareti: infatti, molti erano inusuali per l’epoca, poiché si tratta per la maggior parte di predatori, tra i quali rinoceronti, orsi o leoni. Inoltre, dal primo momento fu proibito l’accesso al pubblico nella grotta Chauvet. Le autorità non vollero ripetere gli errori commessi in passato, come nella grotta di Lascaux (Francia sud-occidentale), scoperta nel 1940, che fu chiusa al pubblico nel 1963 a causa dei danni procurati dall’enorme affluenza di visitatori. Eccezionalmente, fu concesso agli autori del documentario dal titolo "La grotta dei sogni dimenticati", diretto dal regista tedesco Werner Herzog, di accedere alla grotta.(Mar L8v)



Una parete della grotta ricolma di pitture rupestri



 
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