LA NASCITA DI VENERE - William-Adolphe Bouguereau, 1879, Parigi, Musée d'Orsay

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view post Posted on 11/7/2023, 20:42     +11   +1   -1
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"Devo, ahimè ; iniziare con l'opera di Monsieur Bouguereau! Monsieur Gérôme aveva già rinnovato il gelido avorio di Wilhem Miéris, ma Monsieur Bouguereau ha fatto di peggio. Insieme a Monsieur Cabanel, ha inventato la pittura gassosa, il pezzo soffiato. Non è nemmeno più porcellana, è una leccata flaccida; è non so che cosa, qualcosa di simile a carne di polpo molle. La Nascita di Venere, esposta sulla balaustra di una stanza, è una povertà che non ha nome. La composizione è di tutti. Una donna nuda su una conchiglia, al centro. Intorno, altre donne si agitano in pose familiari. Le teste sono banali, come le sidonie che si vedono girare nella vetrina del parrucchiere; ma ciò che è ancora più angosciante sono i busti e le gambe. Prendete Venere dalla testa ai piedi, è un pallone gonfiato male. Niente muscoli, niente nervi, niente sangue. Le ginocchia si piegano, mancano gli attacchi; è per un miracolo di equilibrio che questa sfortunata donna si regge in piedi. Una puntura di spillo in questo busto e l'intera cosa cadrebbe. Il colore è ignobile, così come il disegno. È fatto come se fosse un cromo per una scatola di confetti; la mano ha lavorato da sola, ondulando il corpo meccanicamente. È sufficiente a far ululare di rabbia il pensiero che questo pittore, che è un maestro nella gerarchia dei mediocri, sia a capo di una scuola, e che questa scuola, se non stiamo attenti, diventerà semplicemente la negazione più assoluta dell'arte!"

Joris-Karl Huysmans
("Salon del 1879", pubblicato in L'Art moderne)





William-Adolphe Bouguereau
La nascita di Venere
(The Birth of Venus)
1879
Olio su tela
300 x 218 cm
Parigi, Musée d'Orsay


Il soggetto principale è la Venere mitologica, nella sua forma anadyomene (emergente dalla schiuma del mare); è in piena forma: coronata di trecce lussureggianti, appare al mondo circondata dai suoi zeloti. La modella di Venere è Marie Georgine, nata Princesse de Ligne, prima di sposare Sosthène de la Rochefoucauld. Posò qualche anno prima, con la sua anima gemella in "Flore et Zéphyr" dello stesso autore e fu rappresentata anche da Léon Bonnat e Antoine Samuel Adam-Salomon.



William-Adolphe Bouguereau
Flora e Zefiro
(Flora and Zephyr)
1875
Olio su tela
185 x 185 cm
Mulhouse, Musée des Beaux-Arts






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Contrariamente a quello che il titolo suggerisce, esso non rappresenta il momento della nascita di Venere ma il suo trasporto a bordo di una conchiglia dal mare aperto verso Pafo, nell'isola di Cipro. Il tema dell'opera, così come la sua composizione grafica, evoca la più nota interpretazione ad opera di Sandro Botticelli, dello stesso episodio mitologico. Nell'opera di Bouguereau possiamo ritrovare anche alcuni elementi ripresi dall'affresco cinquecentesco di Raffaello, Il Trionfo di Galatea, come l'acqua (il fatto che i personaggi non sono a riva ma nel mezzo del mare), la conchiglia, il delfino e gli amorini in cielo. Elementi nuovi invece sono le conchiglie suonate per annunciare l'arrivo della Primavera, Venere.





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Le linee del dipinto sono sinuose, morbide e delicate. I colori sono prevalentemente chiari e spiccano fra di essi il bianco e l'azzurro, che rappresentano la purezza e la divinità. La centralità di Venere è accentuata dal fatto che gli altri personaggi paiono lasciati in ombra. Nelle due coppie di amanti ai lati della dea gli uomini sono di carnagione scura mentre le donne di chiara: ciò avvalora l'idea di complementarità dell'amore. Il cielo è lievemente nuvoloso, presagio di una tempesta: il difficile cammino che attende l'amore per riscattare il mondo, o forse solo una correzione ottica per giustificare l'ombra sui personaggi. Nell'insieme l'opera non pare dar idea di un'austera rappresentazione del divino, piuttosto di una giocosa immagine che trasmette armonia e vivacità...





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Candida, in sé rattratta, umida ancóra,
fuor dalle spume una fanciulla emerse.
Come la foglia verde appena messa
freme, si stira e languida si svolge,
cosí per entro la frescura intatta,
nella fievole brezza del mattino,
a poco a poco il corpo suo si schiuse

(Rainer Maria Rilke)




(Mar L8v)


 
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