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ARTE EROTICA A POMPEI ED ERCOLANO
L'arte erotica a Pompei ed Ercolano è un fenomeno spesso omesso dai libri di testo di storia antica.
Donna che indossa un reggiseno a strofio durante il sesso Pompei, Casa del Centenario Queste famose città romane distrutte dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. sono state scoperte con edifici e manufatti conservati nel XVIII secolo. Il lavoro archeologico ha rivelato che esse erano colme di manufatti erotici come statue, affreschi e oggetti domestici decorati con temi sessuali. Per gli studiosi è stato così scioccante che un gran numero di manufatti erotici provenienti da Pompei è stato tenuto lontano dal pubblico per quasi duecento anni. Riaperto, chiuso, riaperto e poi di nuovo chiuso per quasi cento anni, il Gabinetto Segreto, che fa parte del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, presenta oggi reperti erotici provenienti dagli scavi che per anni sono stati percepiti come osceni, o almeno problematici. Di conseguenza la domanda è: "Cosa possiamo vedere di così osceno a Pompei ed Ercolano"?
Fallo incastonato in un tempietto (scavato nel tufo), 1-50 ca. AD, Pompei
Amuleto romano in bronzo, 1-50 ca. AD Tintinnabulum a forma di quadrupede-uccello con coda scorpionica fallica e due insetti sul dorso (cicale?), rinvenuto ad Pompei Napoli, Gabinetto Segreto, Museo Archeologico Nazionale
Molti falli
I falli, come fenomeno indipendente o come parte del corpo di Pan, Priapo o di una divinità simile, erano un'immagine comune. Nella mitologia greca, Priapo era un dio rustico minore della fertilità, protettore del bestiame, delle piante da frutto, dei giardini e dei genitali maschili. Era noto soprattutto per il suo enorme pene perennemente eretto, che ha dato origine al termine medico priapismo. All'epoca i falli potrebbero anche essere stati trattati come una protezione contro il malocchio, un concetto che sembra piuttosto curioso al giorno d'oggi.
Priapo raffigurato con gli attributi di Mercurio in un affresco rinvenuto a Pompei, tra l'89 a.C. e il 79 d.C. Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Bordelli
A Pompei ed Ercolano si trovano molti grandi affreschi erotici sulle pareti. Forse si trattava di pubblicità di bordelli, i quali avevano molti dipinti e graffiti erotici al loro interno. Il più celebre si chiamava Il lupanare e aveva dieci stanze (cubicoli, cinque per piano), un balcone e una latrina. La prostituzione era relativamente poco costosa per i maschi romani, ma è importante notare che una lavoratrice del sesso a basso prezzo guadagnava più di tre volte il salario di un operaio urbano non qualificato.
Affresco erotico del lupanare, Pompei, I secolo d.C. Pompei, Casa del centenario
Scena erotica al Lupanare, affresco di Pompei, I secolo d.C. Napoli, Gabinetto segreto, Museo Archeologico Nazionale
Bagni di periferia
Queste immagini sono state rinvenute in uno spogliatoio su un lato delle Terme Suburbane recentemente scavate all'inizio degli anni '90. La funzione delle immagini non è ancora chiara: alcuni autori sostengono che esse indichino che al piano superiore delle terme erano disponibili i servizi delle prostitute e potrebbero forse essere una sorta di pubblicità, mentre altri preferiscono l'ipotesi che il loro unico scopo fosse quello di decorare le pareti con scene gioiose, cosa molto popolare nella cultura romana. (Mar L8v)
Pittura parietale pompeiana, da una delle terme, parete sud degli spogliatoi, 79 a.C. Napoli, Gabinetto Segreto, Museo Archeologico Nazionale.
Affresco dalle terme suburbane raffigurante un cunnilingus, pittura parietale pompeiana. Napoli, Gabinetto Segreto, Museo Archeologico Nazionale
Scena erotica. Affresco romano da Ercolano, circa 81 dc. Napoli, Gabinetto Segreto, Museo Archeologico Nazionale
Coppia che fa l'amore. Affresco del muro sud dello spogliatoio delle Terme di Pompei, circa 79 dc.
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