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Rembrandt Harmenszoon van Rijn Un erudito nel suo studio (Faust) 1652 circa Acquaforte, puntasecca e bulino Impressione del 1° stato (di 7), prima della rielaborazione postuma 21 x 16 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi
Questa è una delle stampe più sconcertanti di Rembrandt, poiché il suo soggetto esatto è un mistero: mostra un anziano studioso nel suo studio, trafitto dall’apparizione di un ardente disco di luce che racchiude una serie di lettere. Se mai esiste una chiave per entrare nella dimensione incantata che emana dalle incisioni di Rembrandt, questa è la comprensione della sua capacità prodigiosa di dosare sulla lastra i passaggi luminosi e di esprimere coi soli mezzi del bianco e nero il manifestarsi abbagliante della luce. Sotto tale profilo questa stampa è una delle sue più significative, perché interpreta le valenze simboliche e mistiche della luce secondo un’iconografia ancora avvolta dal mistero. Si è infatti molto discusso sull’effettivo soggetto della scena e sul significato dei singoli elementi che vi compaiono, interpretandola come la figura di un alchimista intento ai suoi esperimenti o come una rappresentazione di Faust, nel momento in cui una visione lo dissuade dallo scendere a patti col demonio, secondo una lettura oggi diffusamente accettata.
La composizione è basata su due diverse tradizioni pittoriche: l’iconografia dello “studioso in un interno” e quella del “santo folgorato da una visione”. Anche il disco luminoso rimane inspiegabile, sebbene le lettere “INRI” corrispondano all’iscrizione posta sopra la testa di Cristo durante la crocifissione. Si è cercata la soluzione in contesti esoterici, intendendo la scritta nell’apparizione luminosa come un riferimento agli anagrammi cabalistici della mistica ebraica, pensando alle frequentazioni che Rembrandt ebbe del ghetto di Amsterdam.
Altri ancora vi hanno visto un’allegoria della fede cristiana che guida la sapienza umana, rappresentata dal vecchio erudito, verso la sapienza divina, di cui non può essere che un timido riflesso, visibile come in uno specchio. Le lettere che circondano il disco, volutamente indecifrabili, ricordano al dotto studioso che la conoscenza umana è limitata e ambigua, in contrasto con la chiarezza della sapienza di Dio. Qualunque sia il reale significato della scena ad affascinarci è qui la capacità quasi magica di Rembrandt nel padroneggiare la resa della luce e di comunicarci attraverso di essa un messaggio dalle forti componenti emotive. Fonte
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