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Arianna Addormentata 130-140 d.C. Copia romana da originale della scuole di Pergamo Anton Raphael Marmo Altezza: 161 cm Musei Vaticani Museo Pio-Clementino, Galleria delle Statue
Questa statua di donna giacente fu una delle prima a entrare in Vaticano ed ebbe subito una straordinaria fortuna, ispirando i tanti artisti, tra i quali Tiziano e Michelangelo. Inizialmente conservata nel palazzetto di Girolamo Maffei vicino al Pantheon, fu acquistata da papa Giulio II che intendeva sistemarla nel cortile Belvedere. Con l'aggiunta di una base rocciosa e alcune reintegrazioni la statua divenne parte di una fontana; nel 1771 fu collocata sopra un sarcofago con la Gigantomachia, due anni dopo fu scelta da Anton Raphael Mengs come sfondo per l'affresco che celebrava la nascita del Museo Clementino e nel 1779 giunse alla sua attuale collocazione, all'inizio della Galleria delle Statue.
Anton Raphael Mengs Allegoria del Museo Clementino Affresco Musei Vaticani Biblioteca Vaticana Volta della Sala dei Papiri
Per via del bracciale a forma di serpente che adorna il braccio sinistro, il soggetto della statua era interpretato come Cleopatra morente dopo il morso dell'aspide. Solo alla fine del Settecento l'erudito Ennio Quirino Visconti vi riconobbe Arianna, la figlia di Minosse che dopo aver aiutato Teseo ad uscire dal labirinto era con lui fuggita nell'isola di Nasso, dove Teseo l'abbandonò mentre era addormentata e dove Dionisio se ne invaghì e la prese in sposa. La statua aveva aveva in origine un'inclinazione più orizzontale (mutata nel ripristino cinquecentesco) che ne accentuava l'immersione nel sonno.
In essa si possono individuare vari livelli di interesse storico-artistico: il prototipo stilistico che risale all'opera di Fidia per il Partenone ( si noti la trattazione delle vesti aderenti e arricciate); l'opera originale che risale forse alla Scuola pergamena, verso la fine del II secolo a.C., caratterizzata dalla fusione dell'espressività ellenistica con il riuso di modelli classici; la copia romana eseguita verso il 130-140 d.C., cioè nel pieno del revival neo-attico promosso dall'imperatore Adriano; il giusto riuso dell'antico nel Cinquecento, quando l'opera cambia funzione e significato, e infine il gusto archeologico e museografico settecentesco, che ne recupera il soggetto originario. (Mar L8v)
Edited by Lottovolante - 10/12/2022, 23:02
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