Migrant Child, 2019 - Bansky, Venezia

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view post Posted on 27/8/2021, 07:57     +10   +1   -1
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Banksy
Migrant Child
2019
Rio de Ca’ Foscari, Venezia


Quando a Venezia apparve “'Migrant Child”, la nuova opera di Banksy suscitò molto scalpore. Venne realizzato nella notte tra il 8 e il 9 maggio 2019, in concomitanza con l’apertura della Biennale d’Arte. Raffigura un naufrago bambino con il suo giubbetto salvagente e con la mano destra che solleva un razzo segnalatore che emana del fumo rosa, unica nota di colore dell’opera di Banksy, interamente in bianco e nero.



L'opera, di grande impatto emotivo, si trova nel Sestiere di Dorsoduro, a Campo San Pantalon. sulla parete esterna di un palazzetto che gode di un affaccio su Rio de Ca’ Foscari, che poco dopo si immette sul Canal Grande, una zona frequentatissima da giovani e studenti, più che da turisti, poiché è il cuore della movida veneziana.



L’artista non ha voluto riconoscere subito l’opera. Quando la città si è svegliata la mattina del 9 maggio 2019, lo stile del lavoro, uno stencil, ha fatto pensare immediatamente al misterioso artista britannico. Banksy, anziché confermare, si è presentato in Piazza San Marco una settimana dopo per la vendita di “Oil in Venice”, un’altra delle sue opere, composta da più quadri raffiguranti una nave da crociera sullo sfondo di una Venezia d’epoca.



Dal suo account Instagram, inoltre, ha pubblicato un video di un ambulante che prepara il suo luogo di lavoro davanti all’Hotel Danieli, a pochi passi da Palazzo Ducale e Piazza San Marco. Nel filmato, i vigili urbani cacciano l’ambulante poiché non è in possesso di licenza. Nel video si vede poi Banksy (o un attore, dal momento che non è conosciuta l’identità dell’artista inglese) allontanarsi, mentre una nave da crociera attraversa il Canale della Giudecca.



Circa tre settimane dopo l’esecuzione di “Migrant Child”, il 24 maggio 2019, in un nuovo video Banksy riconosce la paternità della sua opera di street art, creando nel suo account un post con due foto del murale. L’intento di Bansky è senza dubbio di scuotere il mondo dalla propria indifferenza, focalizzando l’attenzione su diverse tematiche: la crisi geopolitica, la questione dei migranti e delle drammatiche morti in mare.



L’opera di Banksy evoca un altro messaggio lanciato nel mondo dell’arte da Christoph Büchel : la “Barca Nostra”, il relitto del peschereccio carico di oltre novecento vite, affondato nel Mediterraneo al largo delle coste libiche il 18 aprile 2015. Solo 28 i sopravvissuti; il numero dei dispersi fu stimato tra settecento e mille. Un centinaio i corpi recuperati in mare: tra questi un ragazzino del Mali con la pagella cucita nella tasca della giacca.


L’artista svizzero si interessò alla vicenda, esponendo l’ambizioso progetto di trasferire lo scafo da Augusta a Venezia per esibirlo alla Biennale del 2019 “May you live in interesting times”. La procedura di trasferimento venne filmata dal regista Luca Lucchesi e diventa un documentario intitolato “Barca Nostra- the boat beyond the sea”, prodotto da Road Movies del regista tedesco Wim Wenders. Approdata a Venezia, “Barca Nostra” venne esposta all’Arsenale, diventando un vero e proprio monumento del dolore, una spina di oltre trenta metri piantata nel cuore di una delle più importanti esposizioni d’arte a livello mondiale, una riflessione sul dramma migratorio, un dramma dinanzi al quale tutti i linguaggi artistici si fermano e sostano in silenzio.


Anche il graffito di Banksy, lambito dalle onde della laguna, è un monito altrettanto forte poiché coinvolge un bambino che con la torcia di posizione vuole attirare l’attenzione degli adulti su di sé e sui piccoli migranti, che attraversano il Mediterraneo, nella speranza di un futuro migliore. Ma quello stesso bambino, nelle intenzioni di Bansky, potrebbe anche indicare che può essere la sua giovane vita ad indicare la giusta strada agli adulti. (M.@rt)









Edited by Milea - 29/9/2023, 15:57
 
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“Migrant child”:

l’opera di Banksy da salvare a Venezia




C’è ancora una speranza di salvare il Bambino migrante realizzato da Banksy sulla parete di un palazzo fatiscente affacciato sul Rio Novo a Venezia. Il degrado del murale di San Pantalon, dopo quattro anni sotto l’attacco di salsedine, acqua alta e di tutti gli elementi atmosferici che deturpano le mura del centro storico è pesante e parte delle caratteristiche dell’opera sono già andate perse. La proprietà dell’edificio ha interessato gli uffici del sottosegretario ai Beni culturali Vittorio Sgarbi per cercare di far ripartire l’operazione di salvaguardia dell’opera dello street artist inglese. In un primo tempo era stata presentata in Procura una denuncia contro ignoti per “imbrattamento”, trattandosi di un palazzo vincolato, fortunatamente archiviata visto che fu riconosciuto dalla stessa Sovrintendenza il valore del “Bambino migrante” realizzato a Venezia dal più noto artista di strada del mondo. Consapevoli che gli agenti atmosferici lo avrebbero intaccato in breve tempo, già nei mesi successivi era stata inviata una richiesta urgente per la costruzione di una teca protettiva del graffito dell’artista. Purtroppo non se ne è fatto nulla e il degrado dell’opera è avanzato in modo inesorabile.



La proprietà del palazzo, in vista di un recupero dell’immobile volto alla realizzazione di appartamenti, ha chiesto di poter intervenire secondo le indicazioni che saranno date dalla Sovrintendenza e che erano state esposte fin da subito (si prevedeva di installare un pannello trasparente in plexiglass a distanza di quindici centimetri dall’intonaco, con vari altri accorgimenti protettivi), non escludendo la possibilità di alzare l’opera per sottrarla all’effetto dell’acqua alta e anche per evitare danneggiamenti vandalici. Il murale ora è parte integrante dell’immobile e c’è la volontà di mantenerlo in loco nel rispetto della scelta di Banksy. Fonte



 
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