Bryan Ferry: 70 anni di stile tra musica, modelle e glamour, FOTO E VIDEO

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view post Posted on 26/9/2015, 12:55     +2   +1   -1
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Bryan Ferry: 70 anni di stile
tra musica, modelle e glamour


Dal provino per i King Crimson agli imitatori, dagli screzi con Brian Eno all'ossessione per l'estetica fino alle donne: bellissime, perfette per le copertine dei suoi dischi. Un gusto romantico e senza tempo che non ha mai perso, anche quando ha rischiato di morire. Venti cose da sapere sul dandy della musica, il giorno dei suoi 70 anni




In 70 anni di vita (è nato a Washington, Tyne and Wear, a pochi chilometri da Newcastle, il 26 settembre 1945), Bryan Ferry ha trovato sempre il modo di far parlare di sé. Ha fatto scuola per il suo estetismo raffinato e per molti eccessivo, per la rivoluzione musicale avviata insieme ai Roxy Music con l'amico-nemico Brian Eno all'alba degli anni Settanta, per i suoi flirt vistosi, tormentati e ricchi di glamour, per la sua capacità di spostare sempre di un grado la sua posizione rispetto ai gusti del momento. Nostalgico, avanguardista, sentimentale, decadente: Ferry è uno dei pochi artisti che può vantarsi di avere diversi imitatori e nessun epigono. David Bowie lo ha definito “il miglior autore di testi di tutta la scena britannica”. La sua musica resiste al tempo: il suo ultimo disco, Avonmore del 2014, è andato benissimo, come anche il tour europeo interrotto a causa di un devastante mal di gola proprio la sera dell'atteso show londinese in una Royal Albert Hall, già sold out da settimane. La sua gente lo ama così com'è: sofisticato, struggente, quasi costretto a un look sempre impeccabile. Un Cary Grant del rock. Lo ami o lo detesti, anche a 70 anni. Ecco venti cose da sapere su di lui.



Il provino. Nel febbraio del 1971, Ferry fece un'audizione per i King Crimson di Robert Fripp, che ne elogiò le doti ma non lo scelse: “Cercavano un bassista che sapesse anche cantare”. Fripp lo segnalò comunque ai responsabili dell'etichetta E. G., che mise poi sotto contratto i Roxy Music.

Dischi e soldi. Dopo lo scioglimento dei Roxy Music, all'inizio degli anni Ottanta, Ferry ha venduto circa trenta milioni di copie dei suoi dischi da solista. Il suo patrimonio si aggira sui 30 milioni di sterline.

I passaporti. Il look come ossessione: negli anni Settanta Ferry ha fatto sparire ben tre passaporti. Non era soddisfatto delle foto.

Gli hotel. Chi lo ha conosciuto da vicino racconta che negli anni epici dei primi tour con i Roxy Music, conditi da fragorosi eccessi (droghe, champagne e orge), Ferry preferisse riarredare le lussuose stanze degli hotel piuttosto che distruggerle come usava allora nel mondo del rock.

L'accento. Ha lavorato fino all'esasperazione per cancellare il suo accento “geordie”, quello tipico della zona di Newcastle, popolata da minatori. Era troppo rozzo per un aspirante Oscar Wilde.

Scarpe e nostalgia. In più occasioni ha ripetuto che uno dei suoi più grandi crucci è la scomparsa delle scarpe da passeggio. “Soffro quando non trovo più un negozio che amavo e al suo posto vedo una jeanseria o uno Starbucks. Non posso pensare che prima o poi tutto il pianeta guarderà lo stesso show in tv”.

Il cinema. Nonostante il suo appeal, Ferry non ha avuto esperienze da attore. Ha recitato soltanto un piccolo cameo, molto autoironico, nel film di Neil Jordan Breakfast on Pluto con Cillian Murphy.

Jimi Hendrix.
Strano a dirsi, ma Ferry ha sempre avuto un'ammirazione sfrenata per Jimi Hendrix: “È stato il più grande chitarrista di sempre, con un look fantastico e uno stile inimitabile. Lo vidi suonare quando ero studente e ne rimasi molto impressionato. Avrei voluto avere un look simile al suo, ma non sarei mai riuscito a superarlo”.

Dylan e Picasso. Fin dal suo primo disco solista (These Foolish Things, 1973), Bryan Ferry ha risuonato e riarrangiato brani di Bob Dylan in un corto circuito di opposti quasi unico: difficile immaginare due artisti più lontani per stile di vita, idee e concezione dell'arte. Ma l'ammirazione di Ferry è talmente forte che nel 2007 ha inciso Dylanesque, un album di cover di brani di Dylan. “Nel lavoro di Dylan c'è moltissima gioia, una sorta di humour contagioso. E tutto questo è vita, vita vera. Dylan rappresenta tutto per tutti, un po' come Picasso. Che ha dipinto quadri molto cupi, ma ne ha fatti anche molti altri in cui c'è un'esplosione di vita”. Non si sono mai incontrati.




Gli imitatori. Nel corso della sua carriera Ferry ha visto affermarsi un discreto numero di imitatori (della sua vocalità, più che dei gesti). L'elenco comprende tra gli altri Mark Hollis dei Talk Talk, Iva Davies degli australiani Icehouse ma soprattutto David Sylvian, icona anni Ottanta. Una volta gli fu chiesto se conoscesse la musica dell'ex leader dei Japan: “Ho sentito un suo disco e l'ho trovato molto interessante. Però a un certo punto mi sono ritrovato a pensare 'questo non mi ricordavo di averlo inciso'”.

Il jazz. Tra i grandi amori musicali di Ferry ci sono il jazz e il blues. “Charlie Parker è il mio idolo. Faceva una musica rivoluzionaria: io con i Roxy Music volevo fare lo stesso. Ma in generale i musicisti jazz, essenziali eppure così glam, erano i re del palcoscenico. In giacca bianca o smoking nero, dominavano la scena per bravura e buon gusto. Per me la sobrietà sta alla base della bellezza”.

Brian Eno. Il padre della ambient music lasciò i Roxy Music dopo For Your Pleasure per i dissapori con Bryan Ferry, troppo accentratore e poco incline alle sperimentazioni. I due si sono beccati per anni, ma oggi i rapporti sono più distesi. “Non siamo più in guerra, ha anche collaborato ad alcuni miei dischi. Però io sono molto più serio di lui. Lui ama parlare. Parla troppo. Siamo entrambi egocentrici, comunque: pensiamo che il mondo ruoti intorno a noi”.

Le donne. Le relazioni sentimentali di Ferry sono parte fondante del suo mito. Ha frequentato le modelle ritratte nelle copertine degli album dei Roxy Music, da Kari-Ann Muller (che avrebbe poi sposato il fratello di Mick Jagger) ad Amanda Lear fino a Jerry Hall, che nel 1977 lo lasciò per Mick Jagger. Nel 1982 ha sposato Lucy Helmore, immortalata da Robert Mapplethorpe, da cui ha avuto quattro figli maschi: Otis, Isaac, Tara e Marlin. La Helmore, a metà degli anni Novanta, lo ha aiutato a disintossicarsi dalla cocaina. Dopo il divorzio, arrivato nel 2003, Ferry ha avuto una relazione con Katie Turner (35 anni più giovane di lui) e ha poi sposato nel 2012 Amanda Sheppard (29 anni lei, 66 lui), ex fidanzata di uno dei suoi figli. Il matrimonio è durato 19 mesi. La Sheppard, commentando l'addio, lo ha definito infantile. Lui, che si è sempre dichiarato timido, non ha mai nascosto la sua inadeguatezza (incredibile a dirsi) rispetto ai rapporti con l'altro sesso: “Più divento vecchio e meno capisco le donne. Sono completamente infallibili e totalmente impossibili. Non so niente di loro. Sono un mistero totale”.



Kate e Manet. Per la copertina del suo album del 2010, Olympia, ispirata all'omonimo quadro di Édouard Manet, Ferry ha chiamato Kate Moss. “Incarna la femminilità moderna, possiede grazie e charme, è divina ma non è la solita bambola”.

La bellezza. “Ci sono bellezze intramontabili, come Grace Kelly. Quello è il mio tipo. Ma una volta per me l'aspetto fisico era essenziale, ora contano anche intelligenza, humour, carisma”.

La moda ed Elton. “Ho imparato dal sarto di Washington. Tutti i sabati, dopo la scuola, mi guadagnavo qualche spicciolo aiutandolo a tenere in ordine il laboratorio. Guardavo i libri di moda ammirando modelli raffinatissimi, abiti classici e cappelli chic. Poi guardavo i film di Fred Astaire e Cary Grant: alle sartorie di Savile Row, a Londra, portavo le loro foto per farmi confezionare abiti su misura”. A chi gli chiedeva conto della sua collezione di vestiti ha risposto: “Mi piacciono le cose belle, è vero. Ma certo il mio guardaroba non è paragonabile a quello di Elton John”.

Il cameriere. Negli anni Settanta si presentava spesso in scena indossando una giacca da smoking bianca e un papillon. La stampa inglese, con ferocia, lo ha definito più volte “un look da cameriere”.

I calzini. Nel 2001 Ferry ha rischiato di morire a bordo di un aereo diretto a Nairobi. Un pazzo è entrato nella cabina di pilotaggio scatenando una rissa mentre l'aereo stava precipitando. “Non riuscivo a pensare ad altro se non ai calzini di quell'uomo. Erano a righe, brutti, non mi piacevano proprio”. Nella stessa occasione, rimproverò suo figlio Isaac per il linguaggio inappropriato usato durante quei drammatici momenti.

I nazisti. Nel 2007, nel corso di un'intervista al giornale tedesco Welt und Sonntag, Ferry ha parlato della sua ammirazione per la capacità propagandistica dei nazisti: “Sapevano mettersi in mostra e sapevano presentarsi. I film di Leni Riefenstahl, gli edifici di Albert Speer, le parate e le bandiere erano semplicemente meravigliose”. Una fascinazione estetica (e non politica, come ha successivamente spiegato scusandosi e definendo il regime hitleriano “ripugnante”) che gli è costato il “licenziamento” dalla campagna promozionale della catena Marks & Spencer, che lo usava come modello.

La politica. Si è sempre dichiarato apolitico, anche se nel 2008 ha velatamente manifestato simpatia per i conservatori di Cameron. Nel 2002 suo figlio Otis è stato arrestato davanti alla casa di Tony Blair mentre cercava di affiggere cartelli contro il progetto di vietare la caccia la volpe. Nel 2014 era nella lista delle duecento celebrità che hanno scritto una lettera al Guardian contro l'indipendenza della Scozia.

I titoli.
Nel 2011 Ferry è stato insignito dalla regina Elisabetta della medaglia di Comandante dell'Impero Britannico. Nel 2014 l'Università di Newcastle, che aveva lasciato nel 1968, lo ha nominato “dottore in musica”.








Bryan Ferry con i suoi quattro figli. Da sinistra: Merlin, Isaac, Tara e Otis
a Buckingham Palace durante la consegna della medaglia
di Comandante dell'Impero Britannico


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Con l'ultima delle sue ex mogli, Amanda Sheppard





Edited by Milea - 21/9/2021, 13:14
 
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view post Posted on 26/9/2015, 12:59     +1   -1
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Kari-Ann Muller (sulla copertina dell'album "Roxy Music", 1972)










Amanda Lear ("For Your Pleasure", 1973)




Marilyn Cole, Playmate dell'anno nel 1972 ("Stranded", 1973)




Constanze Karoli e Eveline Grunwald ("Country Life", 1974)




Jerry Hall ("Siren", 1975)




Due modelle sulla copertina di "Flesh and Blood", 1980




Kate Moss ("Olympia", 2010)



Edited by Milea - 21/9/2021, 12:58
 
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