Pink Floyd,"Wish You Were Here":"diamante pazzo" nato 40 anni fa ad ad Abbey Roa, Il 12 settembre prossimo il nono disco dei Pink Floyd, compirà 40 anni

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view post Posted on 11/9/2015, 08:01     +1   +1   -1
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Pink Floyd, "Wish You Were Here":
"diamante pazzo" nato 40 anni fa ad Abbey Road


Dopo il successo di "Dark Side of the Moon" la band si ritrova priva di idee. I componenti, con un David Gilmour sempre più leader, sono al limite dello scioglimento quando le canzoni cominciano ad affiorare negli studi più famosi d'Inghilterra. Il 12 settembre 1975 uscirà il disco che rappresenterà, in musica, l’assenza. Prima fra tutte quella di Syd Barrett


Il 12 settembre prossimo Wish You Were Here, nono disco in studio dei Pink Floyd, compirà 40 anni. Una manciata di giorni dopo, David Gilmour pubblicherà il suo nuovo disco solistico, Rattle That Lock, dopo nove anni di assenza. Forse non sapremo mai se questa coincidenza, molto curiosa, sia frutto di un viaggio nel tempo dei ricordi. Un modo molto elegante e nostalgico, da parte del chitarrista, per celebrare un disco che può considerarsi, per tante ragioni, il punto di non ritorno del quartetto inglese.



La storia racconta che dopo il successo planetario di Dark Side of the Moon (1973), in assoluto uno dei dischi più venduti della storia, i Pink Floyd stavano brancolando nel buio. Per muoversi fuori dalle paludi della noia e dall’inerzia i quattro vanno negli studio di King Cross a Londra per immaginare percorsi musicali nuovi. È una frase malinconica, quattro note in tutto, suonata alla chitarra da Gilmour a catturare l’attenzione di Waters. Da questo momento Shine on You Crazy Diamond inizia progressivamente a prendere forma. Il testo inevitabilmente fa venire in mente il “genio pazzo” di Syd Barrett, ma solo in un secondo momento il fantasma di Barrett prenderà il sopravvento nel concept dell’album e diventerà simbolico dello stato di depressione di tutto il gruppo. La band registra anche Raving and Drooling e You Gotta Be Crazy : il momento di aridità artistica scompare in un attimo.

A gennaio del 1975 i Pink Floyd sono nello Studio 3 di Abbey Road, sembra fatta ma la fiamma dell’ispirazione iniziale si spegne ancora una volta. Settimane intere senza grandi idee. "Il successo ti fa venire voglia di allontanarti dalla società", affermò Waters. L’attività in studio si fa sporadica e diluita nel tempo. La testa dei musicisti è da qualche altra parte.

Roger Waters è sempre più il leader. Capisce al volo che il tema del disco può essere proprio lo stato mentale in cui i Pink Floyd versano. Per movimentare le session mette da parte quelle due canzoni (Raving… e You Gotta…) e pensa a sviluppare Shine on You Crazy Diamond. Gilmour non è d’accordo su questo cambio di rotta. Non vuole che quelle due canzoni vengano scartate (diventeranno: Sheep e Dogs in Animals). Ci fu quella che lui definì una “litigata leggendaria”. "Eravamo in un momento cruciale e arrivammo persino a pensare di doverci scioglierci", disse Waters.

Proprio il bassista e autore dei testi si trasforma in uno psicanalista, prende nota dei pensieri di tutta la band. E quegli appunti si trasformano in canzoni come Welcome to the Machine, Have a Cigar e Wish You Were Here, inserite tra le varie sezioni di Shine on You Crazy Diamond (9 movimenti in oltre 26 minuti), filo conduttore di tutto l’album. Il disco diventa un’espressione universale dei sentimenti riguardanti l’assenza. Ma descrive anche il disagio della band nel trovare il giusto equilibrio tra creatività e business. La relazione tra i musicisti e l’industria discografica è una stretta di mano pericolosa che può incendiare e polverizzare tutte le ambizioni artistiche.



Dopo essere vissuti nell’underground più ispirato di fine anni Sessanta i Pink Floyd avevano sacrificato la purezza dell’arte sull’altare degli affari con Dark Side of the Moon. "Dovevamo capire se eravamo degli uomini d’affari o degli artisti", dirà David Gilmour. Syd Barrett, per nulla incline a percorsi commerciali, fu allontanato nel 1968 perché, ormai molto malato, non più funzionale alla band. Adesso con il disco i quattro cercano di espiare quel peccato originale. "Noi pensavamo che l’industria discografica avesse rovinato Syd", disse Gilmour. E Nick Mason aggiunse: "Syd è stato bruciato non solo dall’industria, ma anche da noi quando decidemmo di andare a Top of the Pops contrariamente a quello che voleva lui".



Il 5 giugno 1975 uno strano individuo, avvolto in un impermeabile, fa visita ai quattro negli studi di Abbey Road. È proprio Barrett. Ingrassato, con la testa e le sopracciglia rasate, è irriconoscibile. Roger Waters e David Gilmour scoppiano a piangere. È il titolo di coda non programmato di un disco che venderà circa 20 milioni di copie. L’ultimo lavoro con la quale i quattro condivideranno tutto, nel bene e nel male. Richard Wright era al massimo della sua creatività (l’utilizzo rivoluzionario del sintetizzatore EMSVCS3), la chitarra di Gilmour, forse mai stata più così espressiva e carica di drammaticità, è un grido di dolore. I testi di Waters esprimono rabbia e rancore, mentre il sostegno ritmico di Mason è discreto quanto efficace.

Per la confezione del vinile lo studio Hipgnosis di Storm Thorgerson e Aubrey Powell fa un grande lavoro. In un’epoca in cui Photoshop non esisteva ancora, la copertina fu realizzata con uno stuntman di professione, Ronnie Rondell, che prese letteralmente fuoco per permettere a Powell di scattare 15 fotografie. Mentre una squadra di 34 soccorritori muniti di estintori erano pronta ad intervenire. Waters a proposito del senso di Wish You Were Here dirà: "È quello di non accettare mai un ruolo di protagonista all’interno di una gabbia – A lead role in the cage". La copertina dell’ultimo album di Gilmour, creata proprio da Powell, raffigura una gabbia aperta dalla quale escono esemplari di corvidi, gli uccelli più intelligenti in natura. Un’altra coincidenza.



















Edited by Milea - 11/9/2015, 18:36
 
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Uniko
view post Posted on 11/9/2015, 08:59     +2   +1   -1





"Shine on You Crazy Diamond":
i Pink Floyd secondo Gerald Scarfe





Anni dopo, l'illustratore Gerald Scarfe avrebbe creato le celebri animazioni di un altro celebre film della musica rock, "The Wall" (1982). Anni prima, i Pink Flyd lo chiamarono per lavorare su uno dei pezzi più potenti di "Wish You Were Here" (1975), "Shine on You Crazy Diamond". Dal suo lavoro nacquero due diversi video: il primo, più tradizionale, assemblava una serie di foto per ottenere una visione psichedelica; il secondo "concept" era invece animato in modo artigianale, cioè disegnando a mano lo storyboard, in un'epoca in cui i primi videoclip stavano per affacciarsi nel mondo come mezzo di promozione dei singoli ma, prima di tutto, come trasposizione in immagini della musica. Questa è la versione numero due della "Shine on You Crazy Diamond" pensata da Scarfe.



Edited by Milea - 11/9/2015, 18:43
 
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