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Auguste Rodin, Idolo eterno (1888 - 1889) marmo, H. 73.2 cm ; W. 59.2 cm ; D. 41.1 cm Parigi, Musée Rodin
Non è possibile datare con sicurezza l'opera, che compare per la prima volta riprodotta in un articolo di Léon Maillard nel 1889. questo anno coincide anche con quello della elaborazione dell'idea in studio, poiché la Sakountala di Camille Claudel, eseguita tra il 1888 e il 1889, mostra un'impostazione molto simile, se non identica; la precedenza di un'opera sull'altra, comunque, non è affatto sicura, anche se la critica tende a pensare che Rodin si sia ispirato all'idea della sua giovane amante, della cui arte aveva un'altissima opinione. “Le ho mostrato dove trovare l'oro”, disse un giorno a Judith Cladel, “ma l'oro lei lo aveva in se stessa”.
Il titolo, ancora una volta, carica di suggestioni romantiche un tema passionale come quello di un uomo che bacia la propria donna sul ventre. La collocazione sopraelevata della donna (quasi fosse un altare) e la posa devota dell'uomo (che arretra le braccia, come timoroso di poter urtare un oggetto divino) conferiscono una valenza sacrale alla scena; non a caso l'opera è conosciuta come L'Ostia. Entrambi i titoli risentono del clima simbolista del periodo, che amava mischiare sacro e profano, non tanto per polemizzare o dissacrare, quanto per cercare all'interno della realtà i segni di una dimensione più profonda, che non richiedeva necessariamente una spiegazione logica. (M.@rt)
Edited by Milea - 24/9/2021, 14:25
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