|
|
|
Auguste Rodin, Danaide (prototipo del 1884 - 1885)
marmo realizzato nel 1885
H. 36 cm ; W. 71 cm ; D. 53 cm
Parigi, Musée Rodin
La versione in marmo fu scolpita e levigata da Jean Escoula, allievo di Rodin, celebre per la sua raffinatezza, da un prototipo del maestro, risalente al 1884 o al 1885. Secondo la tradizione per l'opera avrebbe posato Camille Claudel, con la quale lo scultore condivideva lo studio al numero 117 di rue de Vaugirard.
Rispetto al bozzetto, l'opera tradotta in marmo ( di cui sono note versioni anche in gesso e in bronzo) appare più rannicchiata, come a voler maggiormente sottolineare il senso di isolamento e di solitudine.
I capelli, inoltre, sfumano nel marmo in un “non finito” con un più accentuato effetto di dolorosa immersione nella terra, o, al contrario, di faticosa emersione, secondo l'ambiguità tematica che tanto piaceva allo scultore.
L'ambiguità si riscontra anche nel titolo dell'opera, in cui nessun elemento appare sufficiente per qualificare la donna come una delle cinquanta figlie di Danao, che andarono spose ai cinquanta figli del fratello di questi, Egitto. Danao, temendo che le nozze fossero state programmate dall'infido fratello per distruggere la propria famiglia, ordinò alle figlie di decapitare gli sposi dopo la prima notte d nozze. Solo Ipermestra risparmiò la vita al marito e cugino Linceo, poiché questi l'aveva rispettata durante la notte. Linceo avrà poi modo di vendicare la morte dei fratelli, uccidendo le quarantanove sorelle e il padre di Ipermestra.
L'impressione è che Rodin abbia realizzato la forma prima di individuare il soggetto, suggeritogli da qualche personale sensazione. La posa rappresentata potrebbe far riferimento al dolore di Ipermestra per le sorelle che, agli Inferi, erano condannate a riempire di acqua un recipiente forato. Il risultato è comunque una scultura sensuale e morbidamente dolente. (M.@rt)
Edited by Milea - 2/8/2021, 15:06 |
| | |
