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Tiziano Vecellio, Danae (1545 circa) Olio su tela, 120 x 172 cm Napoli, Museo di Capodimonte
Il singolare concepimento di Danae da parte di Giove è stato rappresentato da più artisti nel corso del Quattrocento e del Cinquecento. Lo stesso Tiziano eseguì nel corso degli anni più versioni di questo stesso soggetto. In questa, la prima, conservata a Napoli, al Museo di Capodimonte, Tiziano dipinge una Danae in completo abbandono e soddisfazione.
La tela, con ogni probabilità iniziata da Tiziano a Venezia nel 1544 e terminata a Roma durante il suo soggiorno del 1545 - 1546, fu realizzata per il cardinale Alessandro Farnese, nipote di papa Paolo III. Rimasta nella capitale fino al 1649, subì innumerevoli spostamenti in Parma, a Napoli, a Palermo e quindi nuovamente a Napoli, trafugata da Hermann Goering, durante la seconda guerra mondiale, fu recuperata in Austria dopo la fine del conflitto e riconsegnata allo Stato italiano nel 1947.
il soggetto mitologico del dipinto è di carattere dichiaratamente erotico: Danae, figlia del re di Argo Acrisio, prigioniera in una torre di bronzo, viene sedotta da Giove, trasformatosi in una pioggia d'oro. Riproducendo la metamorfosi terrena del padre degli dei, Tiziano realizza questo quadro stendendo il colore sulla tela con pennellate morbide e sfatte, con una tecnica che esclude il disegno preparatorio.
L'assenza nell'opera del disegno e de chiaroscuro, confermata dalle recenti indagini radiografiche, era già stata notata da Michelangelo, che, secondo Vasari, dopo aver visto la Danae che Tiziano aveva appena terminato di dipingere al Belvedere, avrebbe commentato il dipinto lodandone il “colorito” e la “maniera”, ma lamentando appunto l'assenza del disegno.
In effetti, quest'opera rappresenta esemplarmente l'evoluzione del linguaggio del pittore cadorino dopo il confronto con l'esperienza del manierismo centro-italiano che ha caratterizzato i suoi lavori dei primi anni quaranta, come il San Giovanni Battista dell'Accademia o l' Incoronazione di spine del Louvre.
Ora l'attenzione per i valori plastici ravvisabile in quelle opere viene superata, in favore di uno stile originale, caratterizzato dalla massima libertà tecnica o cromatica, di cui Tiziano volle dare una lampante dimostrazione proprio nella Roma dominata da Michelangelo. (M.@rt)
Edited by Milea - 19/9/2021, 17:34
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