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Tiziano Vecellio, San Giovanni Battista (1540 circa) Olio su tela, 201 cm × 134 cm Firenze, Gallerie dell'Accademia
il dipinto, che in origine adornava l'altare di San Giovanni nella chiesa di Santa Maria Maggiore, fu trasferito nelle Gallerie dell'Accademia, nel 1807, quando quel tempio fu chiuso. Vi campeggia la figura statuaria del santo, in piedi, seminudo e con il consueto attributo dell'agnello, al centro di un luminoso paesaggio montano attraversato da un limpido corso d'acqua, che richiama la missione del Battista. La composizione della tela, che la critica colloca nell'arco di tempo compreso tra gli anni trenta e il 1557, anno in cui Dolce la descrive nell' Aretino, è plausibilmente fissata intorno al 1540, il periodo in cui Tiziano si confronta più intensamente con le elaborazioni artistiche dei manieristi di area tosco-romana.
Il plasticismo del corpo di san Giovanni, la descrizione anatomica e la posa eloquente, testimoniano la rimeditazione condotta dall'artista sugli esempi della statuaria classica e sull'arte di Michelangelo e dei suoi seguaci. In questi stilemi del San Giovanni, che piacquero a Dolce e a Vasari, buona parte della critica moderna individuò, condannandolo un certo accademismo. In realtà la tela rappresenta una sintesi esemplare ed estremamente riuscita di un accademismo programmato, evidente nell'impostazione plastico-disegnativa della scultorea figura di Giovanni, e di una originale e ricchissima orchestrazione cromatica. Gli impasti densi di colore, i toni brillanti, la ricchezza degli effetti luministici sul suggestivo paesaggio sullo sfondo, valorizzati dal restauro del 1981, mostrano come in quest'opera Tiziano abbia voluto dare il suo contributo al dibattito intorno all'arte e all'estetica che in questi anni si svolgeva a Venezia, fornendo una prova tangibile della possibilità di fondere il “disegno” toscano con il “colorito” veneto. (M.@rt)
Edited by Milea - 19/9/2021, 17:44
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