|
|
|
Edgar Degas, Ballerine dietro le quinte
(1897 circa)
Pastello, 67 x 67 cm
Mosca, Museo Puškin
Dalla metà degli anni settanta Degas utilizza con sempre maggiore assiduità la tecnica del pastello, tanto da indurre il critico d’arte Philippe Burty ad affermare che oramai l’artista ha abbandonato la pittura a olio a favore di una “pittura a colla e a pastello”. Questa tecnica lo conduce gradualmente a potenziare la sua già naturale facilità disegnativa. E’ una sfida che Degas lancia alla pittura attraverso il disegno, mezzo che egli sentiva proprio fin dagli anni della giovinezza, quando seguiva l’esempio di Ingres. Ora il disegno non è più utilizzato come trama del dipinto, ma si trasforma in colore, diventando il cardine della sua pittura.
A tratti il pastello profila, a tratti colora, altre volte si risolve in tratteggio oppure in nube cromatica vaporosa. Gli sfondi diventano sempre più complementari alla definizione dei soggetti. I dipinti sono concepiti per zone tutte ugualmente importanti, sia che in esse vi sia il nudo, soggetto del quadro, sia che in esse sia rappresentato un drappeggio, un mobile, un paravento, o semplicemente qualcosa di indefinito: una macchia che ha il suo valore in quanto determina il suo “peso cromatico” all’interno della perfetta disposizione algebrica dello spazio.
Nelle Ballerine dietro le quinte, Degas esibisce un gusto sublime per la composizione. L’atto del rassettarsi le vesti è interpretato come una danza, dove volteggiano arti, volti e busti, assommati con una tale grazia da ricordare gli straordinari disegni a carboncino o a matita dei maestri moderni, le cui immagini erano sempre rimaste indelebili nella mente di Degas, e continuano a permanervi anche negli anni della vecchiaia. (M.@rt)
Edited by Milea - 25/8/2021, 17:46 |
| | |
