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Edgar Degas, Le stiratrici (Les repasseuses)
(1884 circa)
Olio su tela, 76 x 81,5 cm
Parigi, Musée d'Orsay
Tutta l’opera di Degas è contrassegnata da un’attenta selezione di gesti apparentemente banali che il pittore sceglie di far compiere alle sue protagoniste, che appaiono colte mentre svolgono i mestieri quotidiani. Il suo atteggiamento da voyeur che osserva il popolo e le fatiche dei suoi mestieri che esso compie per vivere, non si carica però mai di alcun intento polemico rispetto alle condizioni difficili in cui si trovano le classi meno abbienti.
Vi sono molte assonanze tra l’opera di Defas, che compie un’ operazione di registrazione delle attitudini del lavoro e quella di Zola che scrive i romanzi dei Rougon-Macquart. nel primo della serie, Il ventre di Parigi, il romanzo si articola su diversi piani, quello generale quelli particolari che riguardano i protagonisti. Lo stile è quello di un dossier particolareggiato. Il tono è costruito giocando sulla parodia. Il narratore si tiene fuori e osserva e appunta come un regista- voyeur che riordina e coordina i piani dell’intreccio.
La serie di pastelli di Degas, se osservati assieme, costituiscono un romanzo visivo della Parigi di quegli anni, che potrebbe fare da pendant all’opera di Zola. Le stiratrici diventano, se guardate in quest’ottica, due dei tanti personaggi dell’album parigino che Degas mette insieme. La donna sulla destra fatica piegata sul ferro da stiro, che muove utilizzando tutta la pesantezza del proprio corpo. L’altra impugna una bottiglia di vino e sbadiglia portandosi la mano al volto. Nessun’altra componente è introdotta nella scena, che con pochi elementi basta a illustrare se stessa in maniera efficace. (M.@rt)
Edited by Milea - 25/8/2021, 18:02 |
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